Ai Weiwei, il regista di Coronation spiega il docu-film su Wuhan e pandemia
Non solo regista anche attivista dei diritti umani, il suo film è sttao bloccato in Cina, al resto del mondo racconta cosa è veramente successo a Wuhan
Attraverso un commovente post pubblicato su Instagram, la cantante Elisa commemora gli amati zii, scomparsi a causa del covid.
"Il Fatto Quotidiano oggi apre il proprio giornale con un presunto scoop che definire ridicolo o assurdo è riduttivo. Non ho mai parlato con la persona che Il Fatto Quotidiano oggi presenta in prima pagina, né ho risposto ai suoi continui messaggi". Lo dice Maria Elena Boschi riferendosi alla notizia pubblicata da Il Fatto: l'ex tesoriere della Lega Gianmario Ferramonti avrebbe promesso un milione di voti in cambio della caduta del governo Conte. "E del resto questa stessa persona - priva per quanto io sappia di alcun ruolo e potere - si lamentava perché neanche rispondevo alle sue considerazioni: del resto ricevo sul telefono, via email, sui social centinaia di messaggi da sconosciuti privi di alcuna credibilità sugli argomenti più disparati -prosegue la capogruppo di Iv alla Camera-. Trovo surreale che mi si attribuiscano le opinioni di chi mi scrive e che si definiscano colloqui dei messaggi senza risposta". "Quanto alle mie posizioni sul governo Conte esse sono state sempre pubbliche e ufficiali, a cominciare dai vari incontri con l’allora premier a Palazzo Chigi e dalla mia partecipazione alla delegazione ufficiale di Italia Viva nelle consultazioni al Quirinale con il Presidente Mattarella prima e poi nelle consultazioni con i presidenti Fico e Draghi. Quello che pensavo della crisi l’ho detto in tutte le sedi istituzionali e nelle numerose interviste rilasciate", aggiunge la Boschi. "Confondere le allucinazioni con gli scoop significa che alcuni organi di informazione vivono purtroppo una crisi profonda che mi dispiace, come cittadina e come sostenitrice di una informazione di qualità. Mi riservo, ovviamente, di tutelare la mia immagine nelle forme e nelle sedi più opportune”, conclude Boschi.
"Nessun incidente per strada né tantomeno interventi chirurgici e nessuna reinfezione da Covid. Papà ha avuto al rientro da Napoli problemi di deambulazione e di conseguenza cadute varie in casa. E’ stato quindi ricoverato al San Raffaele dove purtroppo la situazione, dati gli anni e la condizione fisica, si è aggravata. Abbiamo temuto il peggio. Invece da combattente qual è, ce l’ha fatta". Lo ribadisce all'Adnkronos Sveva Fede, figlia di Emilio Fede ricoverato al San Raffaele. L'ex direttore del Tg4 ieri, dopo qualche giorno di ricovero, ha fatto la prima telefonata alla figlia. "Ieri ho ricevuto la sua prima telefonata da quando è stato ricoverato - spiega Sveva Fede - Mi ha chiesto 'come sta la mamma?', e ha aggiunto: 'appena esco voglio andare da lei a Napoli e portarla a mangiare gli spaghetti alle vongole sul lungomare'. Dobbiamo ringraziare lo staff medico del San Raffaele e gli amici più cari che ci sono sempre stati vicini", conclude.
È morto Emanuele Zarcone, direttore di “BresciaUp”, i titolari del locale hanno allertato immediatamente i soccorsi, purtroppo invano
AGI Un mulino e distese di campi di grano che maturano al sole della Sardegna sono l'anima di un progetto 'integrale' cui lavorano padre e figlia - Mauro e Francesca Mereu - che hanno deciso di scommettere su salute e genuinità. Macine e trattori servono per produrre farine di grano sia duro e che tenero, orzo, farro e segale con un occhio di riguardo alla tradizione. Francesca, 28 anni, da tre anni fa la mugnaia a Sorgono (Nuoro), piccolo centro della Barbagia, dopo aver abbracciato una professione scandita dai tempi della natura e declinata in lotta allo spopolamento. "Questo è proprio il mio lavoro, sono felice e studio moltissimo per farlo al meglio", racconta all'AGI la giovane imprenditrice. Dai libri di pedagogia a quelli sui cereali I libri su farine e cereali hanno sostituito quelli di pedagogia, perché Francesca Mereu, che si è specializzata nella lavorazione del farro, aveva lasciato il paese per l'università. A Cagliari aveva intrapreso gli studi per diventare educatrice, anche se, nelle pause tra un esame e l'altro, rientrava a casa per dare una mano a suo padre Mauro, che da sempre ha un'azienda agricola. Il lavoro sui 25 ettari - coltivati a rotazione per non usare diserbanti o prodotti chimici - era sempre tanto, così lei ha deciso di restare. E a Sorgono, assieme alle spighe, sono cresciute anche le idee. "Prima abbiamo deciso di dedicarci ai cereali, come il farro che qui non veniva coltivato. Poi abbiamo deciso di acquistare il mulino", aggiunge Francesca Mereu che produce solo integrali o semi-integrali marchiati 'Il raccolto di Merea' dal soprannome del papà che, a 64 anni, fa tutto il lavoro nei campi. Le farine, vendute in confezioni di carta o barattoli di vetro, diventano pasta, pane, gallette o zuppe poi distribuite in Sardegna o spedite, al di la' del mare, a privati, negozi e ristoranti. "Maciniamo solo i cereali di nostra produzione e, anche se vivo di questo lavoro, quando finisce il nostro raccolto fermo il mulino", precisa la mugnaia. "A noi non interessa la quantità, ma la salute della terra e dei prodotti". L'aiuto degli anziani del paese All'inizio non è stato semplice. Per gestire un mulino da sola l'imprenditrice ha dovuto documentarsi molto sui libri e chiedere suggerimenti ad altri mugnai della zona. Approfondimenti che hanno riguardato anche i macinati: "Spesso mi chiedevano farine tradizionali che io non conoscevo, così ho deciso di intervistare gli anziani del paese per farmi spiegare esattamente le caratteristiche di questi prodotti", ricorda Francesca Mereu, che è così riuscita a recuperare le antiche lavorazioni del paese, mostrate in occasione di eventi e manifestazioni. "Non è solo un lavoro, è anche una questione di territorio. Negli anni le campagne sono state gradualmente abbandonate, i paesi si spopolano. Invece se ci crediamo, se restiamo", esorta l'imprenditrice, "possiamo salvare tutti questi saperi. Con altri ragazzi della zona stiamo provando a fare rete, altrimenti si rischia di perdere tutto".
Sono stati insieme per 73 anni. E adesso che suo marito Filippo non c'è più, la regina Elisabetta è devastata. Ai figli ha confidato di sentire "un vuoto enorme". A rivelarlo è il principe Andrea, terzogenito della coppia, che ha aggiunto: "Abbiamo perso il nonno della nazione".
AGI - Nel Regno Unito più della metà delle persone positive al test per Covid-19 è asintomatica. Lo rivelano i dati dell'Office for National Statistics (Ons), secondo i quali il 53 per cento di coloro a cui è stato diagnosticato il virus ha dichiarato di non avere sintomi, comprese febbre e tosse. L'indagine, che ha esaminato 10mila persone in tutto il Regno Unito tra dicembre 2020 e marzo 2021, suggerisce che la trasmissione asintomatica è più comune di quanto si temesse in precedenza. Tra le persone positive sintomatiche, i dati britannici rivelano che i segnali più comuni sono la stanchezza, seguiti da mal di testa e tosse. Tuttavia, l'NHS (il servizio sanitario britannico) elenca tra i sintomi rivelatori dell'infezione solo febbre, tosse continua e perdita di gusto e olfatti. Ma meno di un quinto delle persone, cioè il 18 per cento, ha segnalato perdita di gusto e olfatto come unico sintomo. "La nostra analisi oggi evidenzia la gamma di sintomi che le persone possono sperimentare con Covid", spiega Sarah Crofts esperta di statistica dell'Ons. I classici sintomi stanchezza, mal di testa e tosse sono quelli più comunemente segnalati da coloro che sono stati contagiato dal virus, mentre solo circa uno su cinque sperimenta unicamente la perdita del gusto o dell'olfatto. "Circa la metà di coloro che abbiamo testato non ha riportato alcun sintomo anche se erano presenti livelli elevati di virus nel corpo", dice Crofts. "Questo sottolinea che le persone possono inconsapevolmente contrarre il virus nella comunità e potenzialmente trasmetterlo ad altri. È fondamentale - prosegue - continuare a misurare i livelli di infezione nella popolazione e raccogliere informazioni sui sintomi in modo da poter identificare eventuali cambiamenti che altrimenti potrebbero passare inosservati". I sintomi meno comuni sono risultati invece dolore addominale, diarrea e nausea o vomito. Inoltre, i dati mostrano un aumento di tutti i sintomi da dicembre a febbraio. Se infatti circa il 55 per cento delle persone risultate positive al test ha riferito di non avere sintomi a dicembre, la percentuale è leggermente diminuita a gennaio (46 per cento) e a febbraio (47 per cento), ma è aumentata nuovamente al 53 per cento lo scorso marzo. Tutti i dati si riferiscono alle persone che non sono finite in ospedale, case di cura e altri contesti istituzionali.
Una festa di compleanno in piena regola quella organizzata tra i boschi di Gaggiolo, tra grigliata e bibite, il mancato rispetto delle norme anti-Covid
Stefania Orlando ha fatto commuovere tutti i suoi fan con una dedica molto speciale condivisa sul suo profilo Instagram.
"Ma com'è possibile..." si sono chiesti i fan dopo che Silvia Toffanin ha pronunciato una frase che ha spiazzato in molti.
La Bbc è stata inondata da molti reclami di ascoltatori che lamentano la cancellazione di molti programmi dopo la morte del principe Filippo.
Torino zona arancione da lunedì 12 aprile, come il resto del Piemonte, mentre Cuneo passerà alla fascia media di rischio Covid da mercoledì. La conferma è arrivata oggi durante la riunione convocata dalla Regione con gli epidemiologi e gli esperti dell’Unità di crisi. L'analisi tecnica dell’andamento epidemiologico indica che il valore dell’incidenza, ovvero il numero di persone contagiate su 100 mila abitanti, è già sceso in queste ore sotto la soglia di allerta di 250 casi nella provincia di Torino (alla rilevazione di oggi 226.9) e lo stesso con elevata probabilità avverrà prima di mercoledì 14 aprile per la provincia di Cuneo (che al momento ha una incidenza di 261.6). Dalla prossima settimana quindi in tutto il Piemonte saranno valide le misure della zona arancione: a partire da lunedì nelle province di Alessandria, Asti, Biella, Novara, Torino, Vercelli e Vco, e a partire da mercoledì per la provincia di Cuneo, fermo restando la conferma dei dati che continuano ad essere monitorati quotidianamente. La relazione è stata già trasmessa dalla Regione al ministro della Salute Roberto Speranza. Le scuole torneranno regolarmente in presenza a partire da lunedì 12 aprile, al 100% fino alla terza media e al 50% per le superiori in tutto il Piemonte, ad eccezione della provincia di Cuneo dove, permanendo la zona rossa, lunedì e martedì la scuola sarà in presenza fino alla prima media e in dad dalla seconda media in su, per uniformarsi poi da mercoledì alle regole della zona arancione, come nel resto del territorio regionale, cioè in presenza fino alla terza media e in dad al 50% per le superiori. "Il ritorno in zona arancione è un segnale importante e anche i dati della pressione ospedaliera mostrano finalmente una progressiva riduzione dei ricoveri sia in terapia intensiva che in degenza ordinaria - sottolineano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Icardi - ma il numero complessivo dei contagi e dei ricoveri resta comunque alto, così come lo sono drammaticamente le vite e gli affetti che il Covid si sta portando via. Per cui oggi più che mai riaprire non significa abbassare il nostro livello di attenzione e prudenza, ma al contrario alzarlo ancor di più".
Dopo i casi di trombosi riscontrati in donne giovani vaccinate con Astrazeneca, in Germania è stato condotto uno studio per capirne le cause.
"Troppo spazio televisivo" alla notizia della morte del principe Filippo. La Bbc è letteralmente inondata di reclami da parte di ascoltatori furiosi. L'emittente pubblica britannico, dopo l'annuncio dato ieri mattina da Buckingham Palace, ha interrotto la normale programmazione sui suoi due canali televisivi e su quello 'all news' trasmettendo solo speciali sul consorte della Regina. Non facendo però i conti con tanti ascoltatori che si sono visti cancellati i loro programmi preferiti, a partire dall'attesissima finale di Masterchef: "Cara Bbc, mi devi due giorni di canone", ha scritto uno degli ascoltatori arrabbiati. Con una flemma tutta britannica infatti, di fronte alla pioggia di reclami, la storica emittente ha creato uno spazio apposito sul suo sito per i "complaints". "Prego inserite il vostro indirizzo email per registrare il vostro reclamo, vi invieremo la risposta della Bbc al più presto possibile", è l'esortazione dell'emittente agli ascoltatori arrabbiati. Che non si sono tirati indietro. C'è chi ha scritto che una copertura del genere sulla famiglia reale è "qualcosa che uno si può aspettare in Corea del Nord" non in Gran Bretagna. Le critiche sono dilagate anche sui social - riporta Indy100, sito collegato all'Independent - con un utente che scrive: "Cara Bbc, la morte del principe Filippo non è la grande notizia che tu pensi che sia, non è l'11/9, non è la Brexit, non è l'Irlanda del Nord. E' morta una persona anziana, datti una calmata e prendi un po' di prospettiva". Non mancano i riferimenti al Covid: "La Bbc ha parlato di più della morte di una persona che della morte di 150mila persone, un Paese completamente sotto sopra".
Ospite di Silvia Toffanin a “Verissimo”, Enrica Bonaccorti ha raccontato l’esperienza dell’aborto, vissuta poco dopo aver annunciato la gravidanza in tv.
Emilio Fede è stato ricoverato in condizioni critiche al San Raffaele di Milano
Oroscopo di domani per i segni zodiacali d'aria. Le previsioni per le persone nate sotto il segno dei Gemelli, della Bilancia e dell'Acquario.
"Forse la media nazionale" delle persone che diranno no al vaccino AstraZeneca "sarà attorno al 15-20%". Lo dice il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. Dopo le news relative ai casi di trombosi successive alla somministrazione del vaccino, in Italia il farmaco è stato raccomandato per i soggetti di età superiore a 60 anni. Nelle regioni, molte persone dicono 'no' al vaccino AstraZeneca. "La percentuale è variabile da regione a regione. In alcune regioni è molto alta, in Sicilia è tra il 50% e l'80% in alcune aree. Forse la media nazionale sarà attorno al 15-20% ma è comprensibile dopo l'ultima settimana e dopo ciò che ha vissuto AstraZeneca", dice Sileri a Domenica In. "Il vaccino -evidenzia- non è vietato sotto i 60 anni, il rischio-beneficio di quel vaccino è per tutte le fasce di età. L'incidenza attualmente è attorno a 180 casi per 100.000 abitanti. Con questa circolazione, anche tra i giovani questo vaccino è eccellente per evitare che qualcuno vada in terapia intensiva. AstraZeneca può essere usato in qualsiasi fascia di età, il discorso costo-beneficio nemmeno si pone per i soggetti sopra i 60 anni, è a favore del vaccino. E' chiaro che le persone si preoccupino, mi preoccuperei anche io se non fossi un medico e sentissi certe cose", afferma ancora. "Io ho 49 anni, se dovessero chiamarmi domani per la vaccinazione e mi dicessero che è avanzata una dose di Astrazeneca me la farei domani, non ci penserei un secondo in questo momento di altissima circolazione del virus", afferma. Sul piano di vaccinazione, Sileri osserva che "alcune regioni hanno una percentuale sulla fascia 70-79 anni troppo bassa, ed è stato spesso un problema di prenotazione. La Lombardia è uno degli esempi: sta recuperando ma ha dovuto cambiare il sistema di prenotazione". Secondo il sottosegretario, "laddove vi sono stati problemi è perché si è partiti male da subito. Si sta colmando un gap, tempo due settimane vedremo le regioni almeno sulla prima dose più allineate. La media nazionale però è del 20%, cioè poco più di un milione ha ricevuto almeno una dose", afferma ancora.
Il principe Filippo "è stato la mia forza ed è rimasto per tutti questi anni. Io, tutta la sua famiglia, questo Paese e molti altri Paesi abbiamo con lui un debito più grande di quanto lui abbia mai rivendicato o di quanto mai sapremo". Lo si legge in un tweet pubblicato sull'account della famiglia reale britannica.