Belen da Mara Venier a 'Domenica In' si racconta: ''Santiago è felice''
(Immagini da raiplay.it)
In un recente confronto con i fan, Elisabetta Canalis ha rilasciato delle inedite confessioni sul suo privato insieme al marito Brian Perri
AGI Un medico di base di Ancona è indagato dalla procura della repubblica per i reati di falso ideologico e lesioni personali: da quanto si è appreso dalla questura dorica, che sta conducendo le indagini, tre pazienti avrebbero parlato riferito di un comportamento anomalo “del professionista nel rilasciare la prevista documentazione attestante l'avvenuta vaccinazione, nonché un susseguirsi di inesattezze sul tipo di vaccino inoculato e le date del relativo richiamo”. Lo studio dell'indagato è stato perquisito e, da quanto sarebbe emerso da una prima disamina della documentazione e dalle testimonianze, il medico di base, in possesso del vaccino Pfizer fornito dall'Asur Marche, avrebbe somministrato semplice soluzione fisiologica “a numerosi pazienti” invece che le dosi di vaccino “per motivi in corso di accertamento”. Alcuni dei pazienti coinvolti sono stati già identificati dagli inquirenti, secondo i quali è ipotizzabile che vi possano essere “ulteriori mutuati ignari di aver ricevuto una vaccinazione fittizia basata su acqua fisiologica”. Le indagini sono ancora in corso, anche per individuare ulteriori ed eventuali violazioni.
Eboli, un anziano di 85 anni aveva abbordato delle prostitute di nazionalità bulgara: si è giustificato dicendo che era l'effetto del vaccino.
Piera Maggio, la mamma di Denise Pipitone, è tornata a parlare delle indagini sulla sua figlia scomparsa dopo il caso di Olesya in Russia
Dayane Mello ha svelato un ulteriore retroscena sulla scomparsa del fratello Lucas e sulla sua decisione di non tornare in Brasile.
Tante novità nell'ultimo provvedimento emanato per cercare di tornare alla normalità, ma con l'attenzione massima ad arginare i contagi da Covid-19 in Italia
Renzi all’incontro con Draghi: “Quanto sono contento di vederti qui al posto di Conte”. Il leader di Italia Viva punta alla giugulare l'ex premier
Il nuovo programma Mediaset condotto dall’influencer Tommaso Zorzi, Punto Z, si sta rivelando un flop, registrando uno share particolarmente basso.
AGI - La fibrillazione atriale, la più comune tra le aritmie cardiache, causa declino cognitivo e demenza, anche in assenza di eventi clinici evidenti, come il classico ictus cerebrale. Questo il risultato di una ricerca condotta da un gruppo multidisciplinare composto da cardiologi e ricercatori dell'ospedale Molinette della Città della Salute e dell'Università di Torino, composto da Matteo Anselmino, Andrea Saglietto e Daniela Canova e da un team di ingegneri del Politecnico di Torino, composto da Luca Ridolfi e Stefania Scarsoglio. La ricerca ha permesso di studiare per la prima volta nell'uomo gli effetti esercitati dalla fibrillazione atriale sul flusso sanguigno nei piccoli vasi cerebrali. Mediante l'utilizzo di una metodica nota come spettroscopia quasi infrarossa (Nirs), infatti, piccole sonde applicate sulla cute della fronte del paziente consentono di ottenere informazioni sul flusso sanguigno a livello del cervello. Gli studi sono stati svolti su circa 50 pazienti con fibrillazione atriale afferenti alla Cardiologia universitaria dell'ospedale Molinette e hanno permesso di dimostrare come in corso di aritmia si generino transitorie ma ripetute alterazioni del flusso a livello del microcircolo cerebrale. Le transitorie riduzioni dell'afflusso di sangue al cervello possono portare alla genesi della demenza “Crediamo che queste transitorie riduzioni critiche dell'afflusso di sangue al cervello - spiega il direttore della Cardiologia universitaria Gaetano Maria De Ferrari - contribuiscano a lungo termine alla genesi della demenza e più in generale al deficit cognitivo associato alla fibrillazione atriale”. Le alterazioni della circolazione cerebrale registrate dalla Nirs in corso di fibrillazione atriale tendano a scomparire al ripristino del normale ritmo cardiaco tramite una cardioversione elettrica. “Oggi noi possiamo offrire ai pazienti con fibrillazione atriale una tecnica molto efficace nel mantenere il ritmo sinusale a lungo termine, come l'ablazione transcatetere - afferma il professor Anselmino – e abbiamo pertanto in programma di valutare se con questo approccio sia possibile ridurre il declino cognitivo in questa popolazione di pazienti". Ci si attende raddoppio casi di fibrillazione atriale entro il 2050 "Considerando che la fibrillazione atriale aumenta con l'aumentare dell'età e ci si attende un raddoppio dei casi di fibrillazione atriale entro il 2050 - prosegue Anselmino - è evidente quanto sia stato importante capire i meccanismi che legano la fibrillazione atriale alla demenza, al fine di poter ottimizzare le strategie terapeutiche e minimizzare il deficit cognitivo correlato all'aritmia, con enormi potenziali ricadute sulla qualità della vita e la gestione dell'assistenza socio-sanitaria dei pazienti". Lo studio è stato pubblicato su Europace, la rivista scientifica internazionale di aritmologia cardiaca e nella Newsletter della Società Europea di Cardiologia.
Vittorio Brumotti è stato aggredito ancora una volta: il commento di Chef Rubio indigna il web.
In una recente diretta Instagram, Andrea Zenga ha commentato il secondo disco dell'amico Andrea Zelletta di prossima uscita
Carabiniere spara alla moglie con l'arma di ordinanza e poi si uccide: la donna è morta cinque giorni dopo l'aggressione.
Elisa Isoardi ha firmato un contratto che prevedeva il suo ritiro dall'isola dei Famosi? L'indiscrezione è sempre più insistente.
Obiettivo "creare la competizione più bella del mondo"
Dayane Mello ha finalmente rotto il silenzio in merito al suo rapporto con Mario Balotelli e ai suoi sentimenti per Rosalinda Cannavò.
A “Uomini e Donne”, Gemma Galgani si è trasformata in Madonna in occasione della sfilata a tema “Come una star”, attirando le critiche di Tina.
Povia si è scagliato contro il DDL Zan affermando che l'approvazione della legge gli avrebbe potuto impedire di cantare Luca era gay.
AGI - "Vaccino principale contro la disinformazione", l'esercizio del giornalismo è "totalmente o parzialmente bloccato" in più di 130 paesi. E' l'allarme lanciato da Reporter Senza Frontiere (Rsf) in una fase in cui la crisi sanitaria sta rendendo ancora più difficile la copertura informativa. Secondo la classifica mondiale annuale sulla libertà di stampa, pubblicata dall'Ong, il 73% dei 180 paesi valutati sono caratterizzati da situazioni ritenute "gravissime", "difficili" o "problematiche" per la professione. Solo 12 paesi su 180, ovvero il 7%, contro l'8% del 2020, mostrano una "buona situazione". Una "zona bianca" che "non è mai" stata "così piccola dal 2013", avverte Rsf. La pandemia di Covid-19 ha rappresentato per i governi "una forma di opportunità per limitare la libertà di stampa", ha spiegato alla France Presse il segretario generale di Rsf, Christophe Deloire. La repressione si è quindi aggravata ulteriormente nei Paesi dove la libertà di stampa è più compromessa, come l'Arabia Saudita e la Siria, rispettivamente al centosettantesimo e al centosettantatreesimo posto della classifica. La pandemia ha anche "provocato un enorme blocco degli accessi" al territorio e alle fonti per i giornalisti ", in parte legittima, quando si trattava di precauzioni sanitarie, ma anche illegittima, ha avvertito Deloire. La situazione è tanto più preoccupante in quanto il giornalismo è il principale baluardo contro la "viralità della disinformazione oltre confine, sulle piattaforme digitali e sui social network", a volte alimentata dal potere. I presidenti Jair Bolsonaro in Brasile (111/ma posizione, -4) e Nicolas Maduro in Venezuela (148/ma posizione, -1) hanno così "promosso farmaci la cui efficacia non è mai stata dimostrata dal mondo medico", ricorda la Ong. In Iran (174/ma posizione, -1) le autorità "hanno moltiplicato le condanne dei giornalisti per minimizzare meglio il numero di morti legate" al Covid-19. L'Egitto (166/ma posizione), da parte sua, vieta "la pubblicazione di dati sulla pandemia diversi da quelli del ministero della Salute". La Malaysia, che segna l'arretramento più netto (119/ma posizione, -18), ha recentemente approvato "un decreto anti-fake news" che concede al "governo il diritto di imporre la propria versione della verità". E in Ungheria (92/ma posizione, -3), dove il regime di Viktor Orbán "porta avanti in modo sfacciato" la repressione della libertà di stampa, le informazioni sul coronavirus sono "bloccate" in particolare dalla legislazione di emergenza in vigore da marzo 2020 che criminalizza "la diffusione" di false informazioni". In fondo alla classifica ci sono ancora la Cina (177/mo posto), davanti a Turkmenistan (178/mo posto, +1), Corea del Nord (179/mo posto, +1) ed Eritrea (180/mo posto, -2). In testa alla classifica, la Norvegia mantiene il primo posto per il quinto anno consecutivo, davanti a Finlandia e Svezia, tornata terza a scapito della Danimarca. Da notare l'uscita della Germania (13/mo posto, -2) dalla zona bianca perché decine di giornalisti sono stati attaccati "da manifestanti vicini a movimenti estremisti e complottisti durante manifestazioni contro le restrizioni sanitarie". L'Europa rimane la regione più sicura, ma si sono moltiplicate le aggressioni e gli arresti abusivi, soprattutto in Francia (34/mo posto) durante le manifestazioni contro le restrizioni, in Italia (41/mo posto), Polonia (64/mo posto, -2), Grecia (70/mo posto, -5), Serbia (93/mo posto) e Bulgaria (112/mo posto, -1). Dall'altra parte dell'Atlantico la situazione resta "piuttosto buona" negli Stati Uniti (44/mo posto, +1) "anche se l'ultimo anno di mandato di Donald Trump è stato caratterizzato da un numero record di aggressioni (quasi 400) e di arresti di giornalisti (130). La zona rossa ora accoglie il Brasile, dove "insulti, stigmatizzazione e orchestrazione delle umiliazioni pubbliche dei giornalisti" sono "diventati il segno distintivo del presidente Bolsonaro". Lascia sempre a desiderare la situazione in Russia (150/mo posto, -1), nazione che si è adoperata per "limitare la copertura" delle "manifestazioni legate all'oppositore Aleksei Navalny". Infine, pur rimanendo il continente "più violento" per i giornalisti, l'Africa sta registrando alcuni miglioramenti in nazioni come il Burundi (147/mo posto, +13), la Sierra Leone (75 /mo posto, +10) e il Mali (99/mo posto, +9).
La Superlega europea "è un attacco frontale alla Uefa. Qui parliamo di squadre molto indebitate, soprattutto in questo momento post covid o quasi, dove molte squadre sono sull'orlo dell'indebitamento totale, e questa potrebbe essere una situazione per rimettere i conti in ordine". A Flavio Briatore l'idea di una superlega europea non sembra piacere affatto: da imprenditore sportivo e grande tifoso juventino, commenta così, in un'intervista con l'Adnkronos, la creazione della nuova competizione calcistica annunciata ieri. "Io non credo che sia giusto nei confronti dei tifosi, e nei confronti dello sport, risolvere i problemi personali del club con un'operazione del genere", scandisce il manager. "Si deve partire dal principio che il calcio è di tutti, e nello sport ci vuole sempre meritocrazia -spiega- Il calcio è di tutti i tifosi, io ho avuto squadre di calcio e non sei tu il padrone della squadra, tutti si sentono padroni della loro squadra". L'analisi è che "se si restringe la superlega alle famose dodici squadre, si potrebbe avere l'assurda situazione per cui la Juve è quarta nel campionato italiano e fa la superlega, o le squadre che hanno lavorato bene, penso all'Atalanta che è un gioiello e che compete per la Champions, sarebbero penalizzate", sostiene Briatore. L'ex manager di F1 rivela poi un retroscena personale: "Molti anni fa, io ed Ecclestone e due presidenti molto importanti di due squadre di calcio di cui non posso fare il nome, avevamo pensato di fare una Champions League, dando molti più soldi di quelli che dava la Uefa. Il presidente di allora aumentò subito i premi: ecco, io credo che potrebbe succedere questo, o che l'obiettivo potrebbe essere questo". Peraltro, osserva ancora Briatore, "Fifa e Uefa hanno fatto un errore enorme quando hanno lasciato che si facesse una Lega autonoma in America, dove non ci sono retrocessioni: quello che sta accadendo è una conseguenza di quell'errore strategico. Ma quello non è sport, sport è competere".
Dopo Aurora Ramazzotti e Vittoria Puccini anche Monica Bellucci si è scagliata contro il fenomeno del catcalling.