Canale di Suez: traffico marittimo a pieno regime, smaltite le code
Torna alla normalità il traffico nel Canale di Suez dopo l'incidente della Ever Given. Le navi in attesa hanno ripreso la navigazione e attraversato la via d'acqua
Diletta Leotta, nella puntata del 20 aprile 2021, riceverà il tanto ambito tapiro d’oro da Valerio Staffelli.
L’uomo ha guadagnato più di 538.000 euro complessivi pur non essendosi mai presentato all'ospedale dove era assunto
Un uomo ha sparato ad una donna per strada, mentre stava lavorando. Il fidanzato lo ha investito con la macchina e massacrato di botte.
AGI - "Vaccino principale contro la disinformazione", l'esercizio del giornalismo è "totalmente o parzialmente bloccato" in più di 130 paesi. E' l'allarme lanciato da Reporter Senza Frontiere (Rsf) in una fase in cui la crisi sanitaria sta rendendo ancora più difficile la copertura informativa. Secondo la classifica mondiale annuale sulla libertà di stampa, pubblicata dall'Ong, il 73% dei 180 paesi valutati sono caratterizzati da situazioni ritenute "gravissime", "difficili" o "problematiche" per la professione. Solo 12 paesi su 180, ovvero il 7%, contro l'8% del 2020, mostrano una "buona situazione". Una "zona bianca" che "non è mai" stata "così piccola dal 2013", avverte Rsf. La pandemia di Covid-19 ha rappresentato per i governi "una forma di opportunità per limitare la libertà di stampa", ha spiegato alla France Presse il segretario generale di Rsf, Christophe Deloire. La repressione si è quindi aggravata ulteriormente nei Paesi dove la libertà di stampa è più compromessa, come l'Arabia Saudita e la Siria, rispettivamente al centosettantesimo e al centosettantatreesimo posto della classifica. La pandemia ha anche "provocato un enorme blocco degli accessi" al territorio e alle fonti per i giornalisti ", in parte legittima, quando si trattava di precauzioni sanitarie, ma anche illegittima, ha avvertito Deloire. La situazione è tanto più preoccupante in quanto il giornalismo è il principale baluardo contro la "viralità della disinformazione oltre confine, sulle piattaforme digitali e sui social network", a volte alimentata dal potere. I presidenti Jair Bolsonaro in Brasile (111/ma posizione, -4) e Nicolas Maduro in Venezuela (148/ma posizione, -1) hanno così "promosso farmaci la cui efficacia non è mai stata dimostrata dal mondo medico", ricorda la Ong. In Iran (174/ma posizione, -1) le autorità "hanno moltiplicato le condanne dei giornalisti per minimizzare meglio il numero di morti legate" al Covid-19. L'Egitto (166/ma posizione), da parte sua, vieta "la pubblicazione di dati sulla pandemia diversi da quelli del ministero della Salute". La Malaysia, che segna l'arretramento più netto (119/ma posizione, -18), ha recentemente approvato "un decreto anti-fake news" che concede al "governo il diritto di imporre la propria versione della verità". E in Ungheria (92/ma posizione, -3), dove il regime di Viktor Orbán "porta avanti in modo sfacciato" la repressione della libertà di stampa, le informazioni sul coronavirus sono "bloccate" in particolare dalla legislazione di emergenza in vigore da marzo 2020 che criminalizza "la diffusione" di false informazioni". In fondo alla classifica ci sono ancora la Cina (177/mo posto), davanti a Turkmenistan (178/mo posto, +1), Corea del Nord (179/mo posto, +1) ed Eritrea (180/mo posto, -2). In testa alla classifica, la Norvegia mantiene il primo posto per il quinto anno consecutivo, davanti a Finlandia e Svezia, tornata terza a scapito della Danimarca. Da notare l'uscita della Germania (13/mo posto, -2) dalla zona bianca perché decine di giornalisti sono stati attaccati "da manifestanti vicini a movimenti estremisti e complottisti durante manifestazioni contro le restrizioni sanitarie". L'Europa rimane la regione più sicura, ma si sono moltiplicate le aggressioni e gli arresti abusivi, soprattutto in Francia (34/mo posto) durante le manifestazioni contro le restrizioni, in Italia (41/mo posto), Polonia (64/mo posto, -2), Grecia (70/mo posto, -5), Serbia (93/mo posto) e Bulgaria (112/mo posto, -1). Dall'altra parte dell'Atlantico la situazione resta "piuttosto buona" negli Stati Uniti (44/mo posto, +1) "anche se l'ultimo anno di mandato di Donald Trump è stato caratterizzato da un numero record di aggressioni (quasi 400) e di arresti di giornalisti (130). La zona rossa ora accoglie il Brasile, dove "insulti, stigmatizzazione e orchestrazione delle umiliazioni pubbliche dei giornalisti" sono "diventati il segno distintivo del presidente Bolsonaro". Lascia sempre a desiderare la situazione in Russia (150/mo posto, -1), nazione che si è adoperata per "limitare la copertura" delle "manifestazioni legate all'oppositore Aleksei Navalny". Infine, pur rimanendo il continente "più violento" per i giornalisti, l'Africa sta registrando alcuni miglioramenti in nazioni come il Burundi (147/mo posto, +13), la Sierra Leone (75 /mo posto, +10) e il Mali (99/mo posto, +9).
Il vaccino anti-Covid di CureVac "se arrivasse nel giro di poche settimane e funzionasse un vaccino europeo a mRna, sarebbe fantastico, sarebbe la soluzione". Lo ha dichiarato al programma 'L'imprenditore e gli altri' su Cusano Italia Tv l'immunologo Guido Forni, socio dell'Accademia nazionale dei Lincei. "E' una ditta tedesca finanziata dall'Europa - ha ricordato - che ha una tecnologia più avanzata rispetto a Pfizer e Moderna. Il vaccino si può conservare a temperatura ambiente e non dovrebbe avere effetti collaterali. L'Ue ha prenotato 450 milioni di dosi" e "se tutto va bene, questo vaccino sarà la rivoluzione dei vaccini", è convinto l'esperto. "Dovremmo essere nelle fasi conclusive - ha sottolineato - poi servirà qualche settimana per l'approvazione dell'Ema e allora comincerà la produzione". Con la pandemia di Covid-19 "abbiamo imparato una tecnologia nuova per fare i vaccini in tempi rapidissimi - ha aggiunto Forni - Sono già pronti i vaccini contro le varianti perché è bastato cambiare una parte dell'Rna e il vaccino è già pronto. In futuro i vaccini a mRna potranno essere utilizzati anche contro altre malattie infettive, e come forma di prevenzione per quei tumori di cui si conosce l'origine e sono dovuti a un particolare difetto genetico".
Spacco vertiginoso e scollatura da urlo per la splendida conduttrice, che però non si accorge di un dettaglio...
È la domanda che in molti si fanno, soprattutto in tempi di riaperture: quando finirà l'emergenza coronavirus in Italia?
In mancanza di un vero e proprio pass, intanto, basterà esibire l'autocertificazione per viaggiare da una regione all'altra
"Lombardia si spenda a Roma per abolizione, discutere mozione"
Andrea Paternoster, famoso apicoltore di Mieli Thun, è morto a 54 anni in un incidente stradale. Il mondo della gastronomia è in lutto.
Michelle Hunziker ha confessato perché sua figlia Aurora avrebbe dei tratti estetici simili a quelli delle donne asiatiche.
"Ormai sono due anni, sono stufo. Se dovete arrestare mio figlio, perché non ha fatto niente, allora arrestate anche me perché ci vado io in galera". In un video postato sul suo Blog, l'ira del garante M5S Beppe Grillo, che prende le difese del figlio Ciro, accusato di stupro insieme ad altri suoi tre amici. "Mio figlio è su tutti i giornali come uno stupratore seriale insieme ad altri tre ragazzi. Voglio chiedervi, voglio una spiegazione sul perché un gruppo di stupratori seriali, compreso mio figlio, non sono stati arrestati. Perché non li avete arrestati?" dice Grillo. "La legge dice che gli stupratori vengono presi e messi in galera, interrogati in galera o ai domiciliari. Sono lasciati liberi per due anni... Perché non li avete arrestati subito?", incalza Grillo prendendo le difese di suo figlio Ciro. "Perché non li avete arrestati subito? Ce li avrei portati io in galera, a calci nel culo. Perché vi siete resi conto che non è vero niente, non c'è stato alcuno stupro - scandisce - Una persona che viene stuprata la mattina, al pomeriggio va in kitesurf e dopo otto giorni fa la denuncia... Vi è sembrato strano. Bene, è strano". "C'è un video, passaggio per passaggio, e si vede che c'è la consensualità - afferma Grillo - un gruppo che ride, ragazzi di 19 anni che si stanno divertendo, che sono in mutande e saltellano col pisello così perché sono quattro coglioni, non quattro stupratori".
AGI - L'Unione Europea potrebbe non acquistare più il vaccino AstraZeneca, verso cui comunque non bisogna nutrire timori, e se arriverà il Curevac sarà "la rivoluzione". Lo ha detto Guido Forni, immunologo, socio dell'Accademia Nazionale dei Lincei, ospite del programma 'L'imprenditore e gli altri' su Cusano Italia Tv. “C'è una componente scientifica e un'altra industriale-economico-politica: Astrazeneca ci ha fatto penare, ha dato i vaccini ad altri Paesi e meno in Europa, questo crea delle ripicche e man mano che ci saranno più vaccini, altrettanto efficaci e magari con qualche effetto collaterale in meno, può darsi che l'UE scelga di andare per un'altra strada". "Ad oggi è uno dei vaccini che abbiamo e che salva le vite - ha sottolineato - quindi non bisogna avere timori di fare questo vaccino e non bisogna aspettare eventualmente un vaccino migliore perché il rischio del virus covid è molto molto molto più elevato di possibili rischi legati a questo vaccino”. Secondo Forni, se l'Italia pensa di produrre i vaccini per combattere il covid c'è "un problema: noi abbiamo bisogno di vaccini adesso non tra due anni; tra due anni la situazione sarà molto differente". "Però ogni investimento che facciamo in biotecnologie in Italia - ha aggiunto - crea ricchezza, crea posti di lavoro, quindi è una prospettiva a lungo termine. Venti anni fa eravamo una potenza nella creazione di vaccini, tutto questo è stato abbandonato, recuperarlo ha un'importanza notevolissima, non so quanto per combattere la pandemia attuale, ma per essere pronti in futuro”. In merito al vaccino Curevac, Forni ha dichiarato: “Se arrivasse nel giro di poche settimane e funzionasse un vaccino europeo a mRna sarebbe fantastico, sarebbe la soluzione. E' una ditta tedesca finanziata dall'Europa che ha una tecnologia più avanzata rispetto a Pfizer e Moderna, il vaccino si può conservare a temperatura ambiente e non dovrebbe avere effetti collaterali. L'UE ha prenotato 450 milioni di dosi. Se tutto va bene questo vaccino sarà la rivoluzione dei vaccini". "Dovremmo essere nelle fasi conclusive, poi servirà qualche settimana per l'approvazione dell'Ema - ha aggiunto - e allora comincerà la produzione. Abbiamo imparato una tecnologia nuova per fare i vaccini in tempi rapidissimi, sono già pronti i vaccini contro le varianti perché è bastato cambiare una parte dell'rna e il vaccino è già pronto". "In futuro i vaccini a mRna potranno essere utilizzati anche contro altre malattie infettive e come forma di prevenzione per quei tumori di cui si conosce l'origine e sono dovuti ad un particolare difetto genetico” ha concluso Forni.
AGI - Per Matteo Salvini sulle riaperture bisogna correre. "Mi auguro che non si parli più di coprifuoco tra qualche giorno", insiste il segretario leghista. "Ci vuole coraggio, visione, bisogna scommettere sull'Italia e sugli italiani che hanno mostrato enorme buon senso e meritano di avere fiducia". "Se il piano vaccinale corre come sta correndo, se il contagio scende come sta scendendo, io credo che sia giusto riconoscere il diritto alla vita e il diritto al lavoro a milioni di italiani senza inutili discriminazioni. La Lega porterà al tavolo della maggioranza in Consiglio dei ministri la richiesta di cancellare il coprifuoco e di estendere con tutti i protocolli di sicurezza il calendario delle riaperture", ribadisce. Salvini lascia intravedere la possibilità di un compromesso con i più 'rigoristi' nel governo, citando l'esempio della capitale spagnola di coprifuoco alle 23. "Nella vicina moderna e rispettosa Madrid i locali sono aperti da tempo e la gente può uscire di casa perfino alle 10 e un quarto della sera: pensate che azzardo. Non arrivo a Israele dove sono tutti in giro, vaccinati a senza mascherina", dice. "Il modello Madrid prevede le 23. E' chiaro che nella mia idea di Paese la libertà di movimento è quella che non conosce limiti di orario se non la responsabilità del singolo. Io mi fido degli italiani. Chi invece vuole tenere gli italiani chiusi in casa per altre settimane o mesi vuol dire che non si fida del popolo che gli paga lo stipendio". Presentando il piano delle Lega contro le ecomafie e il randagismo, il segretario leghista poi bacchetta nuovamente l'Unione europea e l'Ema per i ritardi sul parere al vaccino russo Sputnik. "La Grecia ha inserito il vaccino russo per attrarre turisti. A Bruxelles dormono. E' dai primi di marzo che stanno esaminando questo benedetto vaccino russo. Non so se stiano aspettando il mago Otelma o chi altro per dare un responso. Se si danno una mossa ci fanno un favore". "Recovery, ci deve essere il tempo per l'esame in Parlamento" Il capo della Lega poi affronta il tema dell'esame parlamentare del Piano nazionale di ripresa e resilienza. "E' chiaro che tutto il Parlamento dovrà esserne informato. Ci deve essere il tempo. Io so che alcuni Paesi europei hanno chiesto più tempo rispetto alla scadenza del 30 aprile. Giustamente Mario Draghi vuole arrivare fra i primi. Però se Conte ha perso mesi e mesi per lasciare il nulla nei cassetti non è colpa né mia né di Draghi. Se c'é bisogno di qualche giorno in più ... non stiamo parlando ci due spicci, stiamo parlando di opere fondamentali. Se ci fosse bisogno di qualche giorno in più per approfondire penso che a Bruxelles e nessuno si offenderebbe". "Noi lo vedremo, ci stiamo lavorando nei singoli ministeri e, siccome c'è in ballo una cifra di 200 miliardi che dovrà essere restituita dai nostri figli, partecipare alla scelta di come utilizzarli è fondamentale. Certo, se scegli di far parte di un governo onori e oneri. Se uno preferisce stare fuori fa una scelta. Noi abbiamo scelto di entrare in questo governo anche per essere determinanti sull'utilizzo di questi fondi, ci stiamo lavorando ministero per ministero", risponde a chi gli fa notare la mancanza di coinvolgimento denunciata da Giorgia Meloni. "Grillo disgustoso. Chieda scusa a tutte donne italiane" Il commento di Salvini è durissimo, quando i giornalisti gli chiedono di tornare sul video di Beppe Grillo in difesa del figlio Ciro accusato di stupro."Capisco lo sfogo di un padre ma mi permetto di dire che è disgustoso, vergognoso e imbarazzante invocare l'innocenza del figlio in base ai giorni attesi da una ragazza per denunciare uno stupro. Questo ci riporta al Medioevo. Spero che capisca la gravità di quanto affermato perché se c'è di messo una presunta violenza bisogna andare fino in fondo e non ci sono di mezzo figli di vip e figli di operai. Io mi auguro che sia innocente, non faccio battaglia politica sui reati. Però spero che chieda scusa, non a quella ragazza, ma a tutte le donne italiane,perché lasciar solo ipotizzare che se una non corre subito alla polizia se lo sia inventata o andata a cercare è disgustoso. Da parte di una bimba sentirsi dire che se una ragazza non denuncia subito si è inventata tutto, mi fa schifo". "Amministrative, vertice di centrodestra non prima di maggio" Altro tema la scelta delle candidature per le Amministrative in autunno. Salvini non sembra aver fretta di incontrare gli alleati di centrodestra, ma rilancia il nome di Gabriele Albertini a Milano. "Entro dieci giorni dobbiamo decidere i 40 miliardi del decreto Imprese, le riaperture e il Recovery plan. Ci sono in ballo alcune centinaia di miliardi, prima vediamo di usare bene questi per gli italiani poi, a maggio, ci sarà tempo di fare tutto il resto", risponde a chi gli chiede quando convocherà il vertice di coalizione . "Io da milanese spero che l'ipotesi Albertini riporti Milano a essere quel traino per tutta Italia e per tutta Europa che era fino a qualche tempo fa e che purtroppo ha smesso di essere", afferma il segretario leghista, a margine di una conferenza stampa sul piano della Lega contro il randagismo, rilanciando la candidatura dell'ex sindaco. "Inasprire le pene per i violenti e chi abbandona gli animali" Il tema della conferenza stampa è il piano della Lega sul fenomeno del randagismo e della tutela degli animali. "I nostri disegni di legge prevedono un inasprimento di pene per chi abbandona maltratta e uccide gli animali e l'incremento dei fondi sul territorio - dice -. Poi c'è il business della malavita organizzata che fattura due miliardi di euro circa l'anno. Io da ministro dell'Interno avevo istituito fondo per andare a scovare i canili lager; chi mi ha seguito evidentemente ha una sensibilità diversa. Nell'anno del Covid è aumentata la frequentazione con gli animali da compagnia, l'ultima cosa che vorremmo è che, nell'estate della ripartenza, ci fosse un aumento degli abbandoni.Vorremmo anche agevolare fiscalmente chi sceglie di portare a casa un animale in adozione. I nostri disegni di legge sono pronti in Parlamento, la speranza è che ci sia maggioranza trasversale e unità", conclude, nel corso della conferenza stampa, cui hanno partecipato anche Filippo Maturi, responsabile del dipartimento tutela Biodiversità e benessere Animale, l'europarlamentare Anna Cinzia Bonfrisco e il senatore Maurizio Campari.
"Questa decisione" di procedere con le riaperture allentando progressivamente le restrizioni anti-Covid, "sicuramente potrà avere un prezzo da pagare e questo è oggettivo" secondo Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università degli Studi di Milano, intervenuto ad 'Agorà' su Rai3. Se il premier Mario Draghi ha parlato di "rischio ragionato", l'esperto spiega che "dal punto di vista della sanità pubblica, dal punto di vista scientifico, il rischio dovrebbe tendere a zero, quindi dovrebbe comprendere in questo momento un lockdown stretto, strettissimo e prolungato", che tuttavia è "impossibile nella pratica", ammette Pregliasco. "Il sistema dei colori ha mitigato la velocità con cui la malattia si è diffusa - sottolinea il direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi di Milano - Non si è riusciti a ottenere una riduzione dell'incidenza sotto livelli tali da permetterci un tracciamento, però ha reso meno pesante l'impatto sul Servizio sanitario nazionale. Io credo che un rischio c'è, è oggettivo - ripete Pregliasco - e dipenderà da tante cose: in primis dalla velocità con cui la vaccinazione potrà progredire", ma anche "dalla responsabilità di ognuno di noi". La ripresa dalla scuola completamente in presenza "preoccupa molto" Fabrizio Pregliasco: "Non tanto i piccolini, ma gli adolescenti e la fascia giovanile", ricorda, sono "colpiti dalla variante inglese" del coronavirus Sars-CoV-2 "in modo più ampio e con forme asintomatiche, quindi difficili da individuare senza uno screening". Il rientro in classe "rappresenta sicuramente un'esigenza - ammette l'esperto - Lo si vuole, lo si desidera ed è necessario per certi versi. Lo vedo anche all'università, nei corsi che faccio in differita: l'efficacia è sicuramente inferiore almeno per una parte dell'insegnamento, per la discussione, per l'interazione". Tuttavia, mentre "un protocollo all'interno della scuola, se ben seguito, minimizza i dati e alcuni studi ce lo dicono, tutto ciò che è la mobilità intorno spaventa - evidenzia Pregliasco - perché alla fine sono quelli i luoghi di maggior affollamento" e quindi "di maggior rischio". "E' probabile" che per il vaccino anti-Covid di Janssen (gruppo Johnson&Johnson) si profili come per quello di AstraZeneca un utilizzo preferenziale nella fascia d'età over 60, afferma poi l'esperto alla vigilia del responso dell'Agenzia europea del farmaco Ema sui casi di trombosi rare segnalati a seguito della vaccinazione. Ma differenza di quanto avvenuto per AstraZeneca, "spero che poi ci sia un'indicazione europea unitaria - aggiunge l'esperto - e che non ci sia quella cacofonia terribile che ha creato un pasticcio" sul prodotto anglo-svedese. Questi episodi tromboembolici anomali sono "eventi rarissimi", ribadisce il medico, sottolineando che "per esempio i fumatori hanno un rischio 500 volte maggiore di avere trombosi". Pregliasco invita "rinforzare non tanto l'eccessiva e asfissiante analisi degli eventi avversi del vaccino", quanto piuttosto la "macroscopica evidenza dei dati, delle morti che ci sono" causate dal coronavirus Sars-CoV-2 e del "rischio oggettivo che corre chi magari" rifiuta l'iniezione-scudo che gli viene proposta e "aspetta 'un secondo giro, per la paura della vaccinazione che surclassa la paura della malattia". "L'elemento trombosi - assicura il virologo - non mette in evidenza alcuna differenziazione che porti a considerare come di serie B il vaccino a vettore virale. Spero - ripete - che ci sia una comunicazione stavolta univoca e chiara".
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AGI - Viceministro Pierpaolo Sileri, agli atti dell'inchiesta di Bergamo ci sono due mail lette dall'AGI, datate 15 e 21 aprile 2020, in cui il direttore dell'Ufficio Malattie trasmissibili del Ministero, Francesco Paolo Maraglino, risponde ad alcune sue richieste di precisazioni scrivendo che il Piano pandemico “è stato emanato nel 2006 ed è stato aggiornato con specifici documenti inerenti la pandemia influenzale da A/H1N1 nel 2009-2010 (la cosiddetta suina, ndr). E' tuttora vigente”. Non si è accorto che il piano non era aggiornato? "Maraglino mi risponde dopo molte telefonate in cui gli chiedevo di mandarmi il Piano. Io a quel punto ho un documento ufficiale della direzione generale che mi dice che il piano è stato rinnovato nel 2009. Ma ho bisogno di sapere cos'altro è stato fatto, da medico annuso che c'è qualcosa che non va proprio riflettendo sull'esistenza, di cui non ho contezza, del Comitato nazionale pandemico citato nel Piano, una sorta di ‘testa' che avrebbe dovuto coordinare tutte le attività pre-pandemiche. Nel frattempo viene da me Claudio D'Amario (direttore della Prevenzione del ministero da febbraio 2018 a gennaio 2020, ndr) e mi dice che sono state fatte riunioni, gruppi di lavoro interministeriali, esercitazioni e gli chiedo di fornirmi delle prove documentali di queste attività. D'Amario va oltre il 2009 e mi dice che il Piano è stato rinnovato al 2016 e che è pronto anche il nuovo. A maggio 2020 inoltre altre mail in cui chiedo ulteriori prove dell'aggiornamento. Nessuna risposta". Quando scopre che il Piano, come ormai acclarato anche dagli accertamenti della Procura, era ‘fermo' al 2006? "Vengo a sapere dai giornalisti del programma ‘Report' che il piano è del 2006 e non è stato più aggiornato e integrato, come mi era stato detto da Maraglino, con i documenti del 2009. Le dico la verità: dal 2010 a oggi io non so cosa è stato fatto anche se l'ho chiesto e richiesto. So che a metà maggio mi è poi arrivata la bozza del nuovo piano attuale". Nella mail di metà aprile Maraglino fa riferimento anche a un “piano che mi risulta secretato e da valutare se parlarne, ma è molto importante”. A cosa si riferisce Maraglino? "Questa è un'espressione che mi ha fatto arrabbiare. Le sembra possibile che si scriva una frase così a un viceministro? Scusate, ma di che piano stiamo parlando? E' la testimonianza che nemmeno questo mi hanno detto. Io vengo a sapere quel giorno che c'è un piano di cui non sapevo nulla. Sono le proiezioni dello studio Merler o è un piano anti-Covid? Io ancora non l'ho capito.” Lei è viceministro dal 2019. Prima dello scoppio della pandemia si era mai parlato del Piano al Ministero? “Il ministero lavora a tanti dossier e protocolli, quando devono essere rinnovati viene fatto un appunto per il ministro, il vice o un sottosegretario con deleghe specifiche. Abbiamo trovato solo due appunti indirizzati agli allora ministri Lorenzin e Grillo a firma Guerra e D'Amario. Nel febbraio del 2020 nella task force in cui si parlò in più riunioni del piano pandemico. Io peraltro ho avuto le deleghe solo il 25 agosto del 2020, dopo essere stato nominato viceministro nel settembre 2019, il che significa un potere in quella fase molto più limitato". Dal suo racconto sembra che lei fosse un “corpo estraneo” nel suo ministero. Perché non si è dimesso quando se n'è accorto o non ha denunciato quello che stava accadendo? “Mi sono fidato di ciò che mi hanno detto alcune ‘mele marce', non nella parte politica ma in quella ‘tecnica' e ho denunciato pubblicamente che il Piano era del 2006 appena l'ho scoperto. Lo stesso Guerra continuava a dire che il piano era del 2016 e verbalmente questo si sentiva dire nel ministero. Ho chiesto pubblicamente anche la testa del segretario generale. I documenti che erano sul sito parlavano di piano aggiornato al 2016 e, se a me e al ministro si dice che il piano era del 2016, per noi è del 2016. Ranieri Guerra quando se ne andò all'Oms mi disse che c'era un piano pronto. Una volta andato, mi ha chiesto di aiutarlo a capire se ci fosse questo Piano perché, una volta andato, non aveva più accesso ai documenti". E dov'era alla fine questo Piano? "Va chiesto ai singoli, Ruocco (segretario generale del ministero, ndr), D'Amario e lo stesso Guerra. Io e il ministro Speranza abbiamo trovato quello che abbiamo trovato".
"Al fine di stimare la diffusione delle varianti" di coronavirus in Italia "è stata disegnata un'indagine rapida coordinata dall'Istituto superiore di sanità in collaborazione con le Regioni e Province autonome, e in particolare con i laboratori da queste ultime identificati. Questa valutazione prenderà in considerazione i campioni notificati il 20 aprile 2021, corrispondenti a prime infezioni, da analizzare tramite sequenziamento genomico". Lo prevede una circolare del ministero della Salute, firmata dal direttore generale Prevenzione, Giovanni Rezza. La nuova indagine rapida - coordinata dall'Iss con il supporto della Fondazione Bruno Kessler e in collaborazione con il ministero della Salute - sonderà la prevalenza delle varianti che suscitano maggiore preoccupazione, le cosiddette Voc (Variant of concern), ossia quelle britannica (lineage B.1.1.7), brasiliana (P.1) e sudafricana (B.1.351) - si legge nella nota tecnica allegata alla circolare - ma anche altre varianti cosiddette Voi (Variant of interest), cioè una nuova variante brasiliana (P.2) e la nigeriana (B.1.525). L'obiettivo sarà "identificare, tra i campioni con risultato positivo per Sars-CoV-2 in Rt-Pcr, possibili casi di infezione riconducibili a queste varianti" nel nostro Paese. "La dimensione campionaria per Regione/Pa è stata calcolata dalla Fondazione B. Kessler", prosegue il documento tecnico, indicando la formula da usare e precisando che i campioni andranno scelti "in maniera casuale fra" quelli "positivi, garantendo se possibile una rappresentatività geografica e per fasce di età". La nuova survey considererà "4 macro-aree: Nord Ovest (Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Lombardia), Nord Est (Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna), Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio), Sud e Isole (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia)". "Tenendo conto del fatto che sul territorio circolano varianti con diverse prevalenze - recita l'allegato - si calcola che, con l'ampiezza campionaria scelta, sia possibile stimare prevalenze intorno a 1%, 10% o 50% con precisione rispettivamente intorno a 0,9%, 2,7% e 4,6% nelle 4 macro-aree considerate. Inoltre, seguendo il protocollo Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ndr) sul sequenziamento del Sars-CoV-2, con l'ampiezza campionaria scelta è possibile osservare in ogni macro-regione varianti che circolano fra lo 0,5% e il 1% con un livello di confidenza del 95%". Le Regioni/Pa dovranno inviare i dati entro le 12 del 29 aprile.