Comunali, altra fumata nera a destra. Scintille fra Giorgetti e Tajani

A nulla è servito il Rosario di Fatima che Matteo Salvini ha regalato agli alleati come gesto distensivo prima dell’inizio del vertice. Vertice di centrodestra che si è concluso con l’ennesima fumata nera. Dopo un’ora e mezza di incontro tra il leader della Lega, quello di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, di Forza Italia Antonio Tajani e di Cambiamo Giovanni Toti nessun nome certo è trapelato come candidato sindaco della città di Milano. Salvini si riserverebbe di incontrarlo nel fine settimana per poi svelare chi sia: “Voglio sondarlo e non bruciarlo”, dice. A dimostrazione del fatto che si è ancora in alto mare. Nella Capitale non tira aria di intesa. Rimane il testa a testa tra Enrico Michetti, voce radiofonica romana e professore a contratto di diritto amministrativo, e l’ex magistrato Simonetta Matone. Sul primo nome continua a puntare Giorgia Meloni, che non intende ritirarlo dal tavolo della trattativa, mentre sul giudice insistono Forza Italia e Lega.
Tajani, in rappresentanza di Forza Italia, è convinto che il centrodestra sia “in dirittura di arrivo. Ci sono ancora delle verifiche da fare perché vogliamo vincere in tutte le città”. Eppure la Lega avverte: “Non è il momento di impuntarsi ma di esaminare in modo responsabile le soluzioni migliori per arrivare alla vittoria”. Viene poi sottolineato, dalle stesse fonti, che la Lega “si è messa a disposizione togliendosi ogni maglietta, ogni appartenenza per lavorare insieme e ci auguriamo che tutti facciano lo stesso”.
La tensione infatti resta alta. Nel corso del vertice c’è stato anche un botta e risposta tra Lega e Forza Italia su come uscire dallo stallo attuale e chiudere le partite più attese, quelle di Milano e Roma, che sbloccherebbero le altre. A quanto apprende l’Adnkronos, Giancarlo Giorgetti avrebbe fatto presente che a questo...
Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.