Coronavirus Piemonte, 611 contagi e 43 morti: il bollettino
Sono 611 i nuovi contagi da Coronavirus in Piemonte secondo il bollettino reso noto oggi. Da ieri sono stati registrati altri 43 morti.
AGI - Per la campagna vaccinale anti-influenzale 2020/2021 la Regione Lombardia ha speso 31.893.400 euro per avere a disposizione 2.675.888 dosi, di cui ne sono state inoculate 1.818.601, al di sotto del target di circa due milioni e seicentomila indicato a ottobre dalle autorità sanitarie lombarde. Al 15 gennaio avanzano, in questo calcolo, circa 900 mila dosi non usate per i vaccini e rimaste nei magazzini per un valore di dieci milioni di euro. I dati, anticipati dal tgLa7, risultano da alcuni documenti interni a Palazzo Lombardia letti dall'AGI dai quali si evince come questi numeri si discostino in modo netto dagli anni passati. Nel 2019/2020 le spese ammontarono a 9.057.925 milioni di euro per 1.378.555 dosi utilizzate e nel biennio ancora prima a 1.406.945 milioni per 1.289.991 dosi utilizzate. La percentuale di copertura tra i 60 e i 64 anni - altro dato che emerge - aveva come obbiettivo minimo fissato dal governo quello del 50% che significava 315mila dosi in questa fascia d'età. Se ne fanno invece poco più di 100mila il che vuol dire che è stato coperto il 16% di questa popolazione invece del 50%. “La campagna vaccinale in Lombardia è partita troppo tardi - commenta Samuele Astuti, responsabile del Pd per la Sanità in Regione - e ha avuto mille intoppi. La Regione ha commesso molti errori e questi hanno un costo che oggi possiamo quantificare, almeno dal punto di vista economico, in dieci milioni che avremmo potuto spendere sicuramente meglio che non in dosi, peraltro strapagate, che dovranno essere buttate”.
La morte della piccola di 18 mesi risale all′11 gennaio scorso. Agli inquirenti l'uomo aveva sostenuto che la bimba si era tirata addosso una stufa mentre giocava
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Claudia Lepore, 59 anni, originaria di Carpi, viveva a Santo Domingo da dieci anni. Arrestato un uomo: avrebbe agito su commissione per 3000 euro
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AGI - La popolazione triplicava in una notte. Ogni fine settimana. Poi tutto tornava alla normalità. Non un fenomeno di marea demografica, ma quello che, prima del Covid-19, accadeva nel più piccolo paese della Sardegna. Perché Baradili, in provincia di Oristano, nonostante i suoi 78 abitanti, ospita un ristorante-pizzeria da 180 coperti. Qui sono nati l'accademia di cucina e il locale che, negli anni, hanno proiettato il piccolo centro isolano nel cuore della gastronomia internazionale, con contatti che vanno dagli Stati uniti d'America alla Corea. Un percorso che ha trasformato il 'micro-paese' in una 'capitale' della pizza. Negli ultimi mesi, con le restrizioni imposte dalla pandemia, il ristorante pizzeria 'Sa Scolla' ha chiuso, ma prepara la ripresa a numeri ridotti anche solo per dare un segnale di speranza. Un campus e corsi con allievi anche dall'estero Tutto ha inizio nel 2015 quando l'Accademia Casa Puddu – oggi ribattezzata Coi Accademia enogastronomica – ha deciso di allestire un campus per i suoi numerosi allievi. “Avevamo bisogno di spazi, abbiamo studenti che arrivano da ogni parte della Sardegna e qualche presenza internazionale. Quest'anno abbiamo un alunno filippino e uno coreano”, ha spiegato il presidente Gianfranco Massa. Così la scuola, nata nel 2010 nella sede dell'ex pastificio di Siddi, nel Sud Sardegna, ha traslocato a Baradili. Qui hanno dunque ripreso i corsi di alto livello come 'La cucina secondo le stagioni': 600 ore per un percorso di formazione certificata che coinvolge docenti-chef di importanti realtà sarde, italiane e straniere. “Il 94 per cento dei nostri allievi trova lavoro entro due mesi dalla fine del corso”, ha sottolineato Massa. Da allora è stato un crescendo: lo stesso anno l'Accademia si è guadagnata la partecipazione all'Expo di Milano per rappresentare la Sardegna nel padiglione Eataly. Scambi con New York, Seoul e le Filippine Due anni dopo una delegazione è partita dal piccolo paese per la 'Grande Mela': a New York grazie a uno scambio con il Culinary insitute of America. Qualche tempo dopo i newyorkesi hanno ricambiato la visita e sono stati portati nelle campagne della zona raccogliere erbe spontanee e a conoscere i prodotti locali. Dopo gli americani, lo scorso anno, a Baradili sono arrivati anche i coreani: la Kbs, la tv di stato della Corea del Sud, ha deciso di raccontare l'isola con un focus sull'Accademia dopo un accordo firmato con il College di Seoul. Una collaborazione è stata avviata anche con la Camera di commercio italiana nelle Filippine. “L'obiettivo è promuovere i nostri prodotti agroalimentari attraverso la cucina. Con la Corea abbiamo deciso di iniziare uno scambio di competenze: docenti e studenti avrebbero dovuto iniziare corsi nelle rispettive sedi ma con la pandemia abbiamo rimodulato il progetto e avviato le video-lezioni”, ha spiegato Massa. Il presidente che, assieme all'amministratore delegato Giancarlo Dessì, è a capo anche del ristorante Sa Scolla – pizzeria con cucina di campagna, oggi guidato dallo chef Francesco Vitale - nato per scommessa l'anno dopo il trasloco. Convinti a fare la pizza da una coppia di anziani “Appena arrivati lì con l'Accademia, un'anziana coppia di Baradili continuava a chiederci se facevamo pizze. Alla fine ci hanno convinti”, scherza Massa che però assicura: “Da quando abbiamo aperto vengono tutte le settimane”. E non sono gli unici: nel 2019 in occasione della quarta edizione di 'Baradili capitale della pizza' - manifestazione a cui prendono parte i maggiori esperti del settore – nel paese si sono riversati circa 10 mila degustatori che hanno travalicato i confini di piccolo centro, sconfinando nei tanti comuni limitrofi. Il locale, prima della pandemia, ogni fine settimana e durante le cerimonie riempiva i suoi 180 coperti, dopo il lock-down e la chiusura degli ultimi mesi imposta dalle restrizioni per il contenimento del virus, Sa Scolla si prepara a riaprire a pranzo e a numeri ridotti. “Faremo anche asporto, certo sarà difficile, ma è un segnale”, ha spiegato Massa.
Il genitore della ragazzina morta per una challenge: "Controllarla? Mi fidavo di lei". Polizia Postale: "Più reati con la pandemia"
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AGI - Il presidente americano Joe Biden ha chiamato il capo dell'Ufficio della Guardia Nazionale per scusarsi dopo che alle truppe dispiegate a Washington. per proteggere la sua cerimonia di insediamento, è stato ordinato di dormire in un garage non riscaldato una volta cacciate dal Campidoglio. Nella telefonata con il generale Daniel R. Hokanson, il capo dell'Ufficio della Guardia Nazionale, Biden si è scusato e ha chiesto cosa poteva fare, riferiscono dalla Casa Bianca. Jill Biden, la first lady, con una decisione imprevista è uscita dalla Casa Bianca per far visita ai soldati di stanza fuori dal Campidoglio oggi pomeriggio, ringraziando per il loro lavoro e distribuendo biscotti al cioccolato. "La Guardia Nazionale avrà sempre un posto speciale nel cuore di tutti i Biden", ha detto, sottolineando che il loro figlio Beau, morto nel 2015, era un membro della Guardia Nazionale dell'Esercito del Delaware. "Sono soldati, non sono i servi di Nancy Pelosi", ha detto il governatore Ron DeSantis della Florida, un repubblicano, su "Fox and Friends" questa mattina. "Questa e' una missione a meta', a questo punto, e penso che la cosa appropriata sia riportarli a casa". Tra Covid e notti sul pavimento Sono almeno un centinaio gli uomini della Guardia Nazionale - i soldati giunti a Washington dopo l'assalto del 6 gennaio al Congresso - risultati positivi al Covid-19 e che adesso sono in quarantena negli hotel vicini. Lo hanno riferito tre fonti a Politico, secondo cui lo schieramento dei soldati a Washington per il giuramento del presidente, Joe Biden, potrebbe essersi trasformato in un evento "super-spreader", di superdiffusione del contagio. Secondo Politico, la Guardia Nazionale non è riuscita ad approntare un piano per testare i soldati, alcuni dei quali hanno dovuto cercare di farsi un test da soli. Al momento la Guardia Nazionale non ha segnalato il numero di casi, anche se si teme che il Covid-19 si sia diffuso molto rapidamente tra i 25mila soldati giunti nel centro della capitale (dopo il giuramento, più di 10 mila soldati rimangono ancora in servizio a Washington). Intanto, il Washington Post ha raccontato che centinaia di soldati hanno trascorso giovedì notte dormendo per terra nei garage fuori dal complesso del Congresso. Due agenti hanno raccontato al Post che i soldati sono stati trasferiti senza spiegazioni nel garage dove non c'era quasi spazio, passavano le auto vicine, i soldati erano esposti al fumo e c'erano pochi bagni. Gli uomini della Guardia Nazionale arrivati a Washington hanno stanze d'albergo, ma i soldati sono in genere in servizio per un giorno o due, turni di poche ore e non possono tornare facilmente ai loro alloggi, molti dei quali sono fuori dal Distretto di Columbia, negli Stati confinanti della Virginia e del Maryland. Al loro arrivo dopo l'assalto a Capitol Hill, i soldati erano stati autorizzati a dormire sul pavimento lungo i corridoi del Congresso e le foto avevano fatto il giro del mondo. Ma giovedì qualcuno li ha spostati in un parcheggio sotterraneo: le immagini circolate su Internet, con i soldati sdraiati sotto le luci al neon, con pochi bagni e prese per ricaricare i telefoni, hanno suscitato un coro di sdegno. "Questo è un insulto a tutte le unità della Guardia Nazionale che hanno seguito gli ordini e servito al freddo e sotto la pioggia tutta la notte senza cedere. Hanno protetto il Campidoglio quando ne avevamo più bisogno", ha tuonato il deputato democratico Brendan Boyle su Twitter. Gli ha fatto eco il nuovo leader della maggioranza al Senato, il dem Chuck Schumer, che ha definito la situazione "un oltraggio che non accadra' mai piu'". Non è chiaro chi abbia deciso lo spostamento: dalla Guardia Nazionale hanno sostenuto che sia stata la Capitol Police, ma il capo della polizia interna del Campidoglio ha negato, riferendo poi che "tutti gli uomini e le donne della Guardia Nazionale sono stati trasferiti in spazi all'interno del complesso del Campidoglio".
Il presentatore al Corriere della Sera: "Non voglio il Sanremo della desolazione. Il Festival blindato non serve a niente"
Non si hanno più notizie di una giovane fuggita da Reggello, in provincia di Firenze. L'ultimo bigliettino lasciato alla mamma
AGI - Un ragazzo di 23 anni, ricoverato all'ospedale Cto della Città della Salute di Torino per un gravissimo trauma facciale, è stato sottoposto in urgenza ad un lungo intervento di ricostruzione del volto con la stampa 3D. Per i medici, pianificare l'intervento di ricostruzione e la stampa additiva dei dispositivi da utilizzare in sala operatoria è stata una corsa contro il tempo. Un laboratorio per sperimentare nuove metodiche chirurgiche con l'ausilio delle tecnologie 3D è attivo da due anni presso l'ospedale Molinette di Torino. Il laboratorio si trova all'interno del reparto di Chirurgia maxillo facciale e consente di ricreare un modello del paziente e tramite software dedicati progettare l'intervento chirurgico, in modo da ottenere soluzioni personalizzate per ogni paziente. Il laboratorio è dotato di una postazione per l'elaborazione virtuale 3D dei modelli anatomici, che poi verranno realizzati attraverso l'utilizzo di stampanti 3D presenti in reparto, per coadiuvare la pianificazione degli interventi chirurgici. Una sinergia di tecnologie ed esperienza clinica che ha permesso di sviluppare nuovi protocolli di diagnosi e cura di pazienti, con la possibilità di trasferire la pianificazione degli interventi in sala operatoria. Nonostante la presenza del laboratorio all'interno del reparto, la simulazione chirurgica e la stampa 3D in urgenza differita rimane una sfida soprattutto in termini di tempo.Appena le immagini TC sono state disponibili, gli ingegneri del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino, su indicazione dei chirurghi, hanno simulato al computer l'intervento cercando di ridare forma all'anatomia del volto fortemente compromessa dal trauma. Successivamente è stato stampato un modello 3D del volto ricostruito su cui i chirurghi hanno modellato placche di titanio personalizzate sul paziente da utilizzare in sala operatoria come guide per la ricostruzione. L'intervento preparato in 3D a tavolino ha consentito di ridurre i tempi operatori velocizzando i passaggi chirurgici e la soluzione dei possibili imprevisti. La pianificazione chirurgica virtuale, integrata con le tecnologie di stampa additiva, hanno consentito di svolgere, all'interno delle sale operatorie della Città della Salute di Torino già numerosi interventi di chirurgia ad alta complessità del volto in regime di elezione. Tuttavia questo caso rappresenta una delle prime applicazioni di utilizzo di questa tecnologia nella chirurgia traumatologica d'urgenza.
AGI – Niente dimissioni prima del voto in Senato sulla relazione dello stato della giustizia. O perlomeno nessun passo indietro se non si costituisce un gruppo per puntellare l'esecutivo. Il premier è disponibile a ragionare su un Conte ter ma – spiegano fonti parlamentari della maggioranza –non cede a salti nel buio, così come non aveva ceduto prima alle pressioni arrivate da Renzi. E considerato che per il presidente del Consiglio (ma anche per il Pd e il Movimento 5 stelle) i ponti con il senatore di Rignano sono ormai tagliati, la strada resta sempre quella della caccia ai responsabili. Al momento, però, resta lo stallo, perche' i lavori per arrivare ad una ‘quarta gamba' vanno avanti alla Camera ma non al Senato. Dove le trattative per mettere su una nuova formazione non stanno portando a numeri aggiuntivi. Qualora si sbloccassero i negoziati in corso, i rosso-gialli potrebbero risolvere il problema delle commissioni ma anche del calendario e, per esempio, chiedere lo slittamento del voto sulla relazione di Bonafede prevista per mercoledì. Si sta cercando di spostarlo a giovedì ma non è neanche detto che ci si riesca. Prima di quel passaggio in ogni caso il partito del Nazareno chiede – parole di Orlando - “una iniziativa politica del governo e del ministro Bonafede per dare il segnale di un fatto nuovo senza il quale si rischia di andare a sbattere”. Intanto un segnale sulla riforma della prescrizione ma anche la possibilita' di aprire ad un ‘Conte ter', perché il premier è si' insostituibile in quanto “punto di equilibrio” ma senza l'allargamento della maggioranza – il ragionamento del vice segretario dem - l'unica strada rischia di essere quella delle elezioni. Il Pd insiste insomma sulla prospettiva di un esecutivo forte che possa gestire le sfide sui vaccini e sul ‘Recovery plan' e andare avanti senza scossoni. E senza Renzi, sul quale c'è ormai una sorta di veto anche da parte del premier e di una larga parte del Movimento 5 stelle. E' una partita ancora tutta da giocare, il premier – riferiscono fonti parlamentari della maggioranza – apprezza la posizione del Pd che ha messo nero su bianco che “non accetterà processi a Conte”, ma per ora non cambia schema senza avere la certezza dei numeri. Non è solo il Pd ad essere preoccupato per quella che viene considerata un'operazione di corto respiro. È preoccupato il Movimento 5 stelle: una parte ritiene che Conte voglia le urne; un'altra, invece, spinge proprio il presidente del Consiglio a fare un passo avanti. “Perché trattare con Tabacci? Faccia lui il costruttore e promuova un'iniziativa politica, costruisca in prima persona il contenitore perche' i tempi a volte sono piu' importanti dei progetti”, osserva per esempio un ‘contiano' pentastellato. La richiesta è quella di dar vita ad una sorta di ‘predellino' di berlusconiana memoria. E a proposito di Berlusconi non è passata inosservata la posizione dell'ex presidente del Consiglio, sia all'interno della maggioranza che nel centrodestra. “Meglio perdere due mesi per andare alle elezioni che questa paralisi”, ha osservato il Cavaliere, rimarcando come stiano aumentando le possibilitàdi un voto anticipato a causa dei no di Pd e M5s. Ma allo stesso tempo l'ex premier ha ‘rispolverato' la tesi della necessita' di un esecutivo di unità nazionale, si è affidato al Capo dello Stato. “E – osserva un ‘big' azzurro – ha fatto intendere che superato Conte potrebbe aprire ad un altro esecutivo”. Ora che ci possa essere sullo sfondo un governo a guida Pd è improbabile considerato il no anche del Movimento 5 stelle ad una prospettiva del genere, ma in ogni caso – osserva un'altra fonte parlamentare azzurra – “Berlusconi si sta smarcando dalla posizione di Meloni secondo la quale c'e' solo il voto”. Intanto il Cavaliere sta chiamando ad uno ad uno i senatori di FI. Per evitare che ci possano essere sorprese nel voto sulla relazione di Bonafede. “Mi stanno chiamando in tantissimi – spiega un esponente azzurro a palazzo Madama -. E c'e' il pressing di emissari di Conte che evocano una sua lista. Ma ci penserei solo se il premier facesse un passo avanti e un suo partito”. I moderati chiedono al presidente del Consiglio di “metterci la faccia” dopo aver semplicemente tratteggiato il perimetro dell'alleanza anti-sovranista. Ma per ora i risultati di quella che qualcuno chiama “la pesca miracolosa” non ci sono. I dem sono contrari ad un governo con le destre (ma accetterebbero i forzisti) ma se la situazione si complicasse – continuano ad avvertire – il rischio è che si vada al voto. Per il dem Bettini “è l'ultima risorsa” (messaggio per rassicurare chi teme nei gruppi le elezioni) ma rischia di essere anche “l'unica strada percorribile”.
AGI - Israele ha cominciato a vaccinare contro il Covid-19 gli studenti tra i 16 e i 18 anni, con l'obiettivo di riattivare il sistema scolastico in presenza, sospeso dall'attuale lockdown. Le quattro assicurazioni del Paese hanno cominciato gli appuntamenti con i componenti di questa frangia di età dopo una massiccia campagna che ha già raggiunto tutti i residenti con più di 35 anni. Finora quasi due milioni e mezzo di residenti in Israele hanno ricevuto la prima dose e quasi 900mila la seconda, secondo i dati del ministero della Salute; ed è stato vaccinato più del 60% della popolazione con più di 60 anni. Ma dall'inizio della campagna, i centri vaccinali offrono anche l'opzione di vaccinare chiunque si presenti a fine giornata, utilizzando le dosi eventualmente rimaste. Mentre prosegue con la campagna di vaccinazione, Israele tenta di mettere sotto controllo la terza ondata epidemica con un lockdown nazionale fino a a febbraio. La morbilità è ancora alta ma il tasso di riproduzione venerdi' e' sceso sotto l'1, il che garantisce che cali il ritmo di propagazione del virus. L'indice di positività più alto continua a registrarsi tra le comunità ultraortodosse, ostili sin dall'inizio della pandemia a rispettare le misure di distanziamento sociale. La polizia israeliana è intervenuta nei giorni scorsi in diverse congregazioni di questa comunità e ci sono stati anche scontri con le forze di sicurezza. Da oggi i viaggiatori di ritorno dall'estero in Israele devono presentare in aeroporto un test Pcr negativo. Inoltre, quelli provenienti da Sud Africa, Zambia, Brasile ed Emirati Arabi Uniti non potranno fare la quarantena a casa e saranno costretti a isolarsi negli hotel. Dall'inizio della pandemia, Israele ha registrato più di 580mila contagi e 4.266 decessi per Covid-19 su una popolazione di circa nove milioni di abitanti.
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AGI - "Stiamo andando troppo lenti, perché mancano le dosi di vaccino e visti i chiari di luna che stiamo vivendo in Italia, dove potrebbero esserci ritardi di AstraZeneca, oltre a quelli della Pfizer e Moderna, rischiamo di rimanere indietro per mesi". Così all'AGI l'infettivologo, Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, in relazione al ritardo delle consegne da parte della multinazionale AstraZeneca che potrebbe far slittare la campagna di immunizzazione di massa nel nostro Paese di alcune settimane. "Noi abbiamo bisogno di arrivare almeno a 40 milioni di persone vaccinate per l'autunno e così non ce la facciamo - spiega Bassetti - quindi io sarei d'accordo ad aprire al vaccino Sputnik V russo e a quelli cinesi. Lo ha già fatto l'Ungheria. Questo, ovviamente, dopo una valutazione dell'Ema". "L'Italia - conclude l'infettivologo - deve spingere di piu perche' il vaccino e' l'unica arma per tornare alla nostra vita. Poi arriveranno anche altri vaccini, ma al momento vanno acquistati quelli che ci sono".
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