Covid-19, il racconto dei primi vaccinati allo Spallanzani
Le parole di Maria Capobianchi, Alessandra Vergori e Alessandra D'Abramo, tra le prime a ricevere la dose di vaccino anti-Covid all'Istituto Spallanzani di Roma. mac/sat/red
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AGI - Un ragazzo di 23 anni, ricoverato all'ospedale Cto della Città della Salute di Torino per un gravissimo trauma facciale, è stato sottoposto in urgenza ad un lungo intervento di ricostruzione del volto con la stampa 3D. Per i medici, pianificare l'intervento di ricostruzione e la stampa additiva dei dispositivi da utilizzare in sala operatoria è stata una corsa contro il tempo. Un laboratorio per sperimentare nuove metodiche chirurgiche con l'ausilio delle tecnologie 3D è attivo da due anni presso l'ospedale Molinette di Torino. Il laboratorio si trova all'interno del reparto di Chirurgia maxillo facciale e consente di ricreare un modello del paziente e tramite software dedicati progettare l'intervento chirurgico, in modo da ottenere soluzioni personalizzate per ogni paziente. Il laboratorio è dotato di una postazione per l'elaborazione virtuale 3D dei modelli anatomici, che poi verranno realizzati attraverso l'utilizzo di stampanti 3D presenti in reparto, per coadiuvare la pianificazione degli interventi chirurgici. Una sinergia di tecnologie ed esperienza clinica che ha permesso di sviluppare nuovi protocolli di diagnosi e cura di pazienti, con la possibilità di trasferire la pianificazione degli interventi in sala operatoria. Nonostante la presenza del laboratorio all'interno del reparto, la simulazione chirurgica e la stampa 3D in urgenza differita rimane una sfida soprattutto in termini di tempo.Appena le immagini TC sono state disponibili, gli ingegneri del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino, su indicazione dei chirurghi, hanno simulato al computer l'intervento cercando di ridare forma all'anatomia del volto fortemente compromessa dal trauma. Successivamente è stato stampato un modello 3D del volto ricostruito su cui i chirurghi hanno modellato placche di titanio personalizzate sul paziente da utilizzare in sala operatoria come guide per la ricostruzione. L'intervento preparato in 3D a tavolino ha consentito di ridurre i tempi operatori velocizzando i passaggi chirurgici e la soluzione dei possibili imprevisti. La pianificazione chirurgica virtuale, integrata con le tecnologie di stampa additiva, hanno consentito di svolgere, all'interno delle sale operatorie della Città della Salute di Torino già numerosi interventi di chirurgia ad alta complessità del volto in regime di elezione. Tuttavia questo caso rappresenta una delle prime applicazioni di utilizzo di questa tecnologia nella chirurgia traumatologica d'urgenza.
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AGI - Da quanto si apprende il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, sta per firmare due nuove ordinanze che andranno in vigore a partire da domenica 24 gennaio. Passa in area arancione la regione Sardegna. La regione Lombardia in seguito alla relazione tecnica dell'ISS passa da area rossa ad area arancione. In Lombardia si conclude così lo scontro sulle responsabilità che hanno condannato la regione a vestire il rosso da domenica scorsa. Al centro della polemica, i dati inviati da Palazzo Lombardia al governo, e che per il governatore Attilio Fontana non erano da zona rossa. "Il governo non ha ancora deciso. Ci sono state una serie di valutazioni all'interno della cabina di regia, che dovrebbe a breve emettere un provvedimento e sembra, dai rumors che arrivano, che effettivamente la Regione Lombardia entrerà in zona arancione", si è sbilanciato il presidente lombardo. Fontana ha poi aggiunto di credere che il ricorso al Tar del Lazio, contro la zona rossa, "abbia avuto un suo effetto, perché ha evidenziato un problema che avevamo sottolineato fin da settimana scorsa". Cauto il governatore sulla valutazione dei dati da parte del governo: "Non parlo di responsabilità, parlo di valutazione più complessiva delle situazioni che noi abbiamo voluto evidenziare", ha detto, e ha aggiunto che i dati "evidentemente sono stati rivalutati e hanno evidenziato che probabilmente c'era qualcosa che non funzionava". Stando ai dati pubblicati dall'Istituto superiore di sanità oggi, ha sottolineato Fontana, la Lombardia ha un Rt di 0,82 e ha dietro di se' "ben 18 regioni con un dato superiore". Tutto è bene quel che finisce bene? Si vedrà, perché poco prima dell'annuncio del possibile ingresso in fascia arancione gli animi erano molto accesi. Il governatore leghista era andato all'attacco: "La Lombardia deve essere collocata in zona arancione. Lo evidenziano i dati all'esame della Cabina di regia, ancora riunita. Abbiamo sempre fornito informazioni corrette. A Roma devono smetterla di calunniare la Lombardia per coprire le proprie mancanze". Gli ha fatto eco l'assessore lombardo allo Sviluppo economico, Guido Guidesi: "Il governo prenda atto degli errori commessi fino ad oggi e faccia tornare subito i lombardi a lavorare. Roma la deve smettere con questo attacco e questo astio nei confronti del sistema produttivo Lombardo e in generale di tutti i Lombardi". Le opposizioni sono andate all'attacco: "La Regione ha sbagliato a raccogliere e trasmettere i dati sull'evoluzione del Covid-19. E così la Lombardia è finita in zona rossa. Con inevitabili e drammatiche conseguenze per la popolazione e le attività produttive. Poi, accortasi dell'errore, ha cercato di rimediare ma non ha ammesso lo sbaglio. Anzi, ha cominciato a gridare al complotto. Fontana è il presidente più inadeguato di sempre", ha affondato il segretario del Pd lombardo, Vinicio Peluffo. Duro anche il capogruppo del M5s al Pirellone, Massimo De Rosa: "Se la notizia fosse confermata il Movimento 5 stelle valuterà se intraprendere in tal senso un'azione legale nei confronti della Giunta di centrodestra". Per il pentastellato "sarebbe gravissimo. Praticamente da una settimana hanno bloccato l'intera Regione concentrandosi su di un ricorso al Tar contro loro stessi". Infine, il consigliere regionale di Azione, Niccolò Caretta, ha auspicato che "l'assessore Moratti e il presidente Fontana vengano in Aula a riferire di quel che sta accadendo in queste ore, eventualmente mettendo sul piatto un cambio radicale di metodologia per la raccolta e la trasmissione dei dati al Ministero".
AGI - Dopo aver seminato il terrore per sei anni, in un complesso di palazzi di Brooklyn, è stato arrestato dalla polizia di New York Kevin Gavin, 66 anni, accusato di aver ucciso almeno tre donne anziane, tutte trovate morte in casa. Si offriva di dare una mano a risolvere problemi domestici, dal fare la spesa a riparare le tubature. Sempre gentile, sempre disponibile, il classico vicino di casa considerato una fortuna per gli inquilini. Ma con un lato oscuro: quello di serial killer. L'ultima vittima si chiamava Juanita Caballero, aveva 78 anni: l'hanno trovata il 15 gennaio senza vita, con la corda del telefono attorno al collo. Il primo omicidio risale al 2015: Myrtle McKenny aveva 82 quando venne trovata morta in cucina. All'inizio la polizia aveva archiviato il caso come morte naturale, ma gli addetti al funerale avevano scoperto sul collo della donna il segno di una coltellata. Nel 2019, sempre nello stesso complesso edilizio, era stato rinvenuto il corpo di Jacolia ‘Jackie' James, 83 anni. L'esame del corpo aveva stabilito che la donna era stata uccisa a bastonate. Le indagini hanno segnato una svolta quando le testimonianze dei vicini, in questi sei anni, hanno mostrato di avere una cosa in comune: le vittime conoscevano una persona afroamericana del quartiere, che si presentava come tuttofare. Quando gli agenti della polizia hanno bussato alla sua porta, Gavin, ribattezzato dai media il ‘serial killer delle nonne', avrebbe confessato tutto e spiegato di aver ucciso perché le vittime gli “dovevano dei soldi”. Gli investigatori non escludono che l'uomo possa aver ammazzato altre donne e così la polizia ha ripreso in mano una serie di fascicoli legati alla morte di anziane nel quartiere.
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AGI - Il salvataggio dei minatori intrappolati da 12 giorni a 600 metri di profondità nella miniera d'oro nella quale stavano lavorando in Cina, nella provincia orientale dello Shandong, potrebbe richiedere almeno altre due settimane. È la stima dei soccorritori, secondo quanto riferisce la stampa cinese, e si tratta del tempo necessario per riuscire a perforare la durissima roccia fino a raggiungere il luogo in cui si trovano i sopravvissuti, creando un passaggio largo abbastanza per consentirne la risalita. Con una speciale punta del diametro di oltre 70 cm, si sono già perforati circa 18 metri ma secondo gli esperti poco oltre la metà del percorso ci sarebbe un "blocco" di pietre, tubi e cavi, creatosi al momento dell'esplosione, che rallenterà ulteriormente i lavori di scavo. Quando è successo l'incidente, in miniera si trovavano 22 minatori. Una decina è sicuramente ancora viva e riesce a comunicare con i soccorritori attraverso i piccoli tunnel che sono stati scavati per passare con cibo, coperte e telefoni. Un undicesimo che si trovava con loro è morto per le ferite riportate, un dodicesimo si trova isolato in un altro luogo, senza poter comunicare, e degli altri 10 non si hanno notizie. Negli ultimi giorni i minatori hanno ricevuto hanno ricevuto porridge, acqua calda, coperte e materiali isolanti. "La cosa importante nell'assicurare la nutrizione è considerare quanto tempo sono rimasti sottoterra e, con tempo e risorse limitate, dobbiamo capire i loro bisogni per assicurarci che si riprendano il prima possibile dagli squilibri intestinali e nutrizionali, dopo un'assenza di cibo per un periodo di tempo così lungo", ha dichiarato alle telecamere dell'emittente televisiva statale Chian Central Television, Song Xicheng, vice direttore delle squadre di soccorritori sul campo. Oltre a soccorritori e medici, si trovano sul posto anche nutrizionisti, neurochirughi e psicologi. Per il soccorso sono mobilitate 629 persone divise in 17 squadre e oltre 400 macchinari. È intanto in corso un'indagine sulle responsabilità del ritardo con cui è stato lanciato l'allarme al momento dell'incidente: diverse persone sono già state arrestate.
AGI - Primo afroamericano a guidare un corpo d'armata in battaglia, primo afroamericano a comandare un intero teatro di guerra, il generale Lloyd Austin, a coronamento di un curriculum già illustre, è ora il primo afroamericano alla guida del Pentagono. La maggioranza con la quale è stato confermato dal Senato (93 voti favorevoli contro 2: i repubblicani Mike Lee e Josh Hawley) dà la misura della stima bipartisan della quale gode il "generale silenzioso", come viene definito sui media Usa. E fu proprio la sua personalità, imperturbabile e di poche parole, a colpire il presidente Usa, Joe Biden, quando lo conobbe, nel 2010. Austin era allora al comando del contingente Usa in Iraq e aveva già stretto un rapporto di amicizia con Beau, il figlio di Biden, al quale era accomunato dalla fede cattolica. Biden era stato incaricato dall'allora presidente, Barack Obama, di sovrintendere al ritiro di 150 mila truppe dal Paese mediorientale invaso nel 2003. Austin non si limitò a portare a termine il lavoro, scrisse Biden in un articolo su 'The Atlantic' nel quale, lo scorso dicembre, spiegò la sua scelta. Per questo compito il "generale silenzioso" non fece ricorso "solo alle abilità e alla strategia di un vecchio soldato", affermò Biden, "ma lavorò da diplomatico, costruì relazioni con le nostre controparti irachene e con i nostri partner nella regione"; un lavoro - concluse - da "uomo di Stato". Fu una tragedia a dare una svolta alla carriera di Austin. Il 23 marzo 1994 nella base aeronautica di Pope Field, in North Carolina, un C-130 Hercules, dopo essersi scontrato con un F-16 Falcon poi atterrato in sicurezza, finì su una rampa dove si trovavano due battaglioni di 500 soldati che dovevano svolgere un'esercitazione. In 23 morirono e piu' di 80 rimasero feriti. I due battaglioni erano guidati da due comandanti che erano stati insieme cadetti a West Point e avrebbero visto i loro destini incrociarsi anche in futuro: il tenente colonnello Stanley McChrystal e il tenente colonnello Lloyd Austin. Entrambi furono decorati per il loro impegno nella ricostruzione delle unita' ed entrambi, per i risultati ottenuti, furono ritenuti adatti a più alto incarico. Se quella di McChrystal fu una controversa parabola, l'ascesa di Austin fu silenziosa ma costante. La svolta vera arriva con l'invasione dell'Iraq nel 2003, quando Austin guida l'attacco della seconda brigata della terza divisione di fanteria a Baghdad. "Austin è stato il cervello dell'assalto a Baghdad", raccontò un alto ufficiale dell'esercito a Foreign Policy, "spingeva sempre. Spingeva. Spingeva. Spingeva. E' stato uno dei migliori comandanti che abbia mai visto all'opera in combattimento". Chiusa nel 2011 la missione della quale era diventato comandante, Austin diventa vice capo dello staff dell'esercito nel 2012. Nel 2013 Obama lo promuove a capo del Comando Centrale e gli affida l'elaborazione della strategia per battere lo Stato Islamico. Austin abbandona la dottrina della "controinsorgenza", ovvero addestrare contingenti locali da scagliare contro i propri obiettivi, e punta sui raid mirati nelle centrali di comando dei terroristi. Una scelta controversa che gli attiro' diverse critiche, in particolare quelle del repubblicano John McCain, con il quale avrebbe avuto accese divergenze in futuro su altri dossier, a partire dallo Yemen e dal rapporto con l'Arabia Saudita. La principale sfida che attende Austin è ora il confronto con una Cina sempre più aggressiva. Più una partita a scacchi che il prodromo di un confronto aperto: oltre alla strategia militare servira' anche abilita' diplomatica. Ed e' anche per questo che Biden ha scommesso sul "generale silenzioso".
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AGI - La variante inglese del virus "sembra causare un innalzamento della mortalità". Lo ha detto il primo ministro del Regno Unito, Boris Johnson, parlando in una conferenza stampa a Downing Street. "Il numero dei decessi continuerà a essere alto per un po'" motivo per il quale "vi chiedo di rimanere a casa, salvando cosi' il sistema sanitario e le vite", ha aggiunto. Non è invece certo che i vaccini siano efficaci sulle varianti sudafricana e brasiliana. Lo ha ventilato Sir Patrick Vallance, consigliere scientifico del governo britannico. nel corso di una conferenza stampa a Downing Street, con il premier Boris Johnson. "Siamo adesso più fiduciosi che i vaccini saranno efficaci sia contro la nuova variante inglese che contro quella vecchia". Nonostante ciò vi è una "maggiore preoccupazione" circa l'efficacia che può avere il vaccino sulle varianti sudafricana e brasiliana. Vallance ha anche precisato che sia con il vaccino della Pfizer che con quello di Astrazeneca "riteniamo che la protezione più importante venga assicurata con la prima dose, mentre la seconda dose la incrementa e la estende nel tempo".
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La conduttrice svizzera ha scritto un post su Instagram che ha fatto infuriare qualche follower
La ragazza ha inviato una lettera al ministro senegalese Serigne Mbaye Thiam per spiegare il motivo del suo gesto
Vi ha ricordato qualcuno Michelle Obama avvolta nel maxicappotto bordeaux indossato su pantaloni e maglia dello stesso colore alla cerimonia d'insediamento di Biden? Ma Nicole Kidman alias Grace Fraser naturalmente, con i lunghi cappotti da urlo (e pure dello stesso colore di quello dell'ex first lady) sfoggiati in ‘The Undoing'. Sono i protagonisti, come e a questo punto più della star, della serie HBO/Sky che sta tenendo incollati al video e ai siti le spettatrici fashion victim, considerando che il motore di ricerca specializzato Stylight ha rilevato un aumento del 60 per cento di clic per i cappotti simili a quelli indossati dalla Kidman nelle sue camminate a Central Park e nelle vie di Manhattan. Tocca infatti accontentarsi di banali imitazioni per impossessarsi del cappotto superstar della serie ad alta tensione psicologica, quello verde oliva lungo fino ai polpacci, di velluto ma dall'effetto pelliccia di astrakan, stile impero. Lo ha creato con le sue mani la stylist della serie Signe Sejlund, a questo punto più star della Kidman, che intervistata in tutto il mondo ha spiegato la filosofia del successo dei suoi look, fuori e dentro la tv: “Tutte le donne sognano un cappotto che le faccia sentire protette, sicure e allo stesso tempo eleganti: io non ho fatto che portarli sullo schermo”. Volendosi accontentare della sciarpa di cachemire con cui Kidman accompagna il cappotto verde, invece, è rintracciabile l'originale di Etro. E sempre che si trovi il coraggio di mettere su fisici mediterranei i modelli indossati dall'inarrivabile stangona australiana, anche gli altri cappotti, sebbene personalizzati per lei con qualche sapiente ritocco dalla Sejlund, sono in commercio: quello a vestaglia bordeaux è di Max Mara (e anche in saldo sul sito di e commerce insieme ad altri abiti della serie) il cappotto floreale sul beige con cintura sul vitino da vespa è targato Etro. Cappotti a parte, l'abito da urlo della serie è senz'altro quello lungo e plissettato con scollatura verticale sul davanzale, un po' da antica greca, che Kidman-Fraser indossa nella serata di gala da cui si dipana il giallo che coinvolge suo marito Hugh Grant. E' una creazione di Givenchy e sui siti di e-commerce è in vendita alla modica cifra di settemila dollari, sconto del trenta per cento compreso.
AGI - La variante inglese arriva a Mantova e a Cremona dove sono stati registrati 10 contagi, tra persone rientrate dall'Inghilterra. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta di Mantova, la scoperta è frutto del lavoro di tracciatura eseguito in questi mesi dai servizi dell'Ats Val Padana che dal 14 dicembre hanno rintracciato tutti i mantovani e i cremonesi rientrati dalla Gran Bretagna: in totale 250 persone. Dai tamponi sono emerse ventidue positività ma solo in dieci casi è stata riscontrata la variante inglese: tre mantovani e sette cremonesi. La notizia della mutazione è stata trasmessa all'Ats di Dosso del Corso dal policlinico San Matteo di Pavia, al quale sono stati inviati i tamponi con carica virale sospetta. I dieci soggetti ovviamente sono tutti sottoposti a sorveglianza sanitaria e messi in isolamento. La variante inglese preoccupa soprattutto per la sua alta contagiosità ma non per l'aggressività. Altri diciotto tamponi positivi rilevati su sedici mantovani e due cremonesi sono attualmente sotto esame per scoprire se la positività è associabile a un'altra variante, quella brasiliana.