Covid "fuori controllo", lockdown nei prossimi weekend a Nizza
Nuove restrizioni nel dipartimento delle Alpi Marittime
Ci sarà anche Elisa Isoardi all'Isola dei Famosi al via il 15 marzo su Canale 5.
Sono sudamericani di 24, 33 e 60 anni. Una vittima ha 14 anni
Marica Pellegrinelli ha confessato per la prima volta i retroscena del suo divorzio da Eros Ramazzotti.
AGI - Una pecora inselvatichita che viveva in una foresta australiana è stata tosata per la prima volta dopo anni e liberata dai 35 chili di vello che le erano cresciuti addosso, un peso pari alla metà di quello di un canguro adulto. Il vello delle pecore, se non viene tosato almeno una volta all'anno, continua a crescere in modo incontrollato, causando sofferenze all'animale. Baarack, così è stato chiamato l'ovino dai soccorritori, era stato segnalato ai volontari di un rifugio per animali di Lancefield, nello Stato di Victoria, da un cittadino che lo aveva visto vagare nel bosco. "Baarack doveva essere un tempo un ovino domestico", ha spiegato alla Reuters Kyle Behrend, un membro dello staff del rifugio, "una volta aveva etichette alle orecchie, che sembrano però essere state strappate dal fitto vello cresciuto intorno alla sua faccia". "Per quanto i suoi zoccoli fossero in ottime condizioni grazie alle corse sulle rocce della foresta, Baarack era messo un po' male", ha proseguito Behrend, "era sottopeso e, a causa di tutto il vello intorno alla sua faccia, riusciva a malapena a vedere". La vicenda di Baarack, che ora si sta ambientando con gli altri ovini ospitati dalla struttura, "dimostra che animali incredibimente resistenti e coraggiosi siano le pecore", ha concluso Behrend, "non si potrebbe amarle di più". A wild sheep found in a forest in Australia, named Baarack by rescuers, yielded fleece weighing more than 35 kilograms, nearly half the weight of an adult kangaroo https://t.co/kpJB9ixiCT pic.twitter.com/8QyzUo1BNx — Reuters (@Reuters) February 25, 2021
Sciolto il nodo dei sottosegretari del governo Draghi, nel M5S è già scoppiata la rabbia degli esclusi. Sia nelle chat che nei capannelli di Montecitorio, secondo quanto rilevato dall'Adnkronos, serpeggia il malumore degli eletti che si aspettavano scelte diverse nella composizione del sottogoverno. E' tardo pomeriggio quando un gruppo di deputati si riunisce nel cortile della Camera: tra loro Stefano Buffagni, uno degli esclusi eccellenti. Sottosegretario nel Conte I e II, il deputato era in lizza per un posto nel neonato ministero della Transizione ecologica ma alla fine l'ex consigliere regionale è uscito cardinale dal 'conclave' delle nomine. Buffagni paga la provenienza geografica - Lombardia, tra le Regioni più inflazionate nella composizione dell'esecutivo - ma, secondo molti, anche le frizioni con il capo politico Vito Crimi, che ha guidato i 'negoziati' per il sottogoverno. "E' stata una porcata!", urla un parlamentare, affinché chi deve sentire, senta. "Siamo diventati un ufficio di collocamento, altro che navigator...", gli fa eco un collega. Il malessere esplode anche nelle chat. Sul piede di guerra i parlamentari campani, che avevano "espressamente chiesto" la casella del Lavoro, assegnata alla senatrice marchigiana Rossella Accoto e non alla deputata Maria Pallini. "Nulla di personale nei confronti della portavoce - spiegano fonti campane - ma è innegabile che questa decisione rappresenta l'ennesimo boccone amaro da ingoiare. Boccone che si aggiunge a quello mandato giù a fatica rispetto alla chiusura dell'esperienza del governo Conte e alle trattative politiche condotte dai vertici del M5S che ne esce purtroppo fortemente ridimensionato". Diversi eletti contestano inoltre l'assegnazione di Ilaria Fontana al super ministero per la Transizione, così come la scelta di affidare la casella della Giustizia ad Anna Macina, che non proviene dalla Commissione Giustizia bensì dalla Affari costituzionali ("è stato un commissariamento!", si sfoga un grillino). Qualcun altro giudica "eccessivo" il peso attribuito alla corrente 'Parole guerriere', che è riuscita a esprimere due sottosegretari: Carlo Sibilia, riconfermato all'Interno, e la new entry Dalila Nesci, animatrice del think tank, nominata al ministero per il Sud. Per alcuni pentastellati la misura è colma. Dopo le espulsioni della scorsa settimana, questa volta potrebbero essere altri deputati e senatori - scontenti per la gestione della partita da parte dei vertici - ad abbandonare la nave: "Nei prossimi giorni ne vedremo delle belle", promette un 5 Stelle. (di Antonio Atte)
La 52enne si mostra in intimo e i fan si scatenano. Ecco il segreto del suo fisico perfetto.
Dall'01.00 alle 09.00 la diretta del Gf Vip è stata interrotta.
Garrison Rochelle si è presentato ad Amici 20 in via del tutto eccezionale, ma i fan sperano in un suo ritorno allo show.
Il dolore della donna di origini marocchine: "Dicono che è un eroe. Per me invece era un angelo".
AGI - Sale la tensione in Armenia, dove il primo ministro, Nikol Pashinyan, ha denunciato un tentativo di colpo di stato militare dopo che 40 alti ufficiali dell'esercito, tra cui il capo di stato maggiore, Onik Gasparyan, avevano chiesto le sue dimissioni. "Ritengo che la dichiarazione dello stato maggiore sia un tentativo di colpo di Stato militare", ha dichiarato il premier in una diretta Facebook. Pashinyan ha disposto il licenziamento di Gasparyan ma il presidente non ha ancora firmato il decreto. Dopo il proclama, Pashinyan ha incontrato i suoi sostenitori all'esterno della sede del governo e ha annunciato che parlerà alla nazione a Piazza della Repubblica, nella capitale Erevan, invitando i suoi seguaci a confluirvi. Il premier: "Non me ne vado, il golpe non ci sarà" Con un megafono in mano, affiancato dal figlio e dai ministri del suo governo, Pashinyan ha smentito le voci che lo vogliono pronto ad abbandonare il Paese. "Alcuni stanno diffondendo voci secondo cui starei cercando di fuggire e avrei prenotato un aereo", ha detto Pashinyan, "ma io sono qui, la mia famiglia è qui. Li inviteremo qui perché vedano da soli". Il premier ha assicurato che non ci sarà nessun golpe. Nel centro della città si sono verificati i primi scontri tra i fautori del premier, che stanno marciando con lui per le strade, e i sostenitori dell'opposizione, che appoggia l'appello dell'esercito perché Pashinyan si dimetta. Un video dell'agenzia russa Sputnik documenta calci, pugni e spintoni tra i membri delle due fazioni. Nella rissa sono rimasti coinvolti anche alcuni cronisti che stavano documentando i tafferugli. I sostenitori dell'opposizione si stanno raccogliendo a Piazza della Libertà per una contromanifestazione. Le ragioni dello scontro La nota firmata da Gasparyan esprimeva una "forte protesta" contro il licenziamento del vice capo di stato maggiore, Tiran Khachatryan, per ragioni definite "superficiali e infondate". Mercoledì il presidente armeno, Armen Sarkissian, aveva firmato il decreto che rimuoveva Khachatryan in seguito a uno scontro con il governo, che aveva lamentato l'inefficienza dimostrata dai missili Iskander di fabbricazione russa nel recente conflitto con l'Azerbaigian per il controllo del Nagorno-Karabakh. L'esito della guerra, conclusasi con un consolidamento delle rivendicazioni territoriali azere, ha scatenato un'ondata di rabbia popolare contro l'esecutivo guidato da Pashinyan. Stanchi di sentirsi addosso tutta la responsabilità del risultato del conflitto, Pashinyan e i membri del suo governo sono quindi passati all'attacco, lamentando l'inefficienza degli armamenti russi in dotazione all'esercito. Di recente Khachatryan aveva commentato con una risata sprezzante un commento di Pashinyan a proposito degli Iskander che "non esplodevano" o "esplodevano del 10%", affermando che simili affermazioni "non potevano essere serie". Poco dopo il numero due delle forze armate era stato licenziato, una decisione che, secondo la nota dei militari, "è stata presa senza tenere conto degli interessi nazionali e statali dell'Armenia ma solo sulla base di sentimenti e ambizioni personali". "La decisione, presa in circostanze difficili per l'Armenia, è antistatale e irresponsabile", prosegue il comunicato, secondo il quale il premier armeno e il suo governo "non sono piu' in grado di prendere decisioni adeguate in questa situazione critica, cruciale per il popolo armeno". "Le forze armate armene hanno tollerato a lungo gli attacchi delle autorità mirati a screditare le forze armate ma ogni cosa ha il suo limite", conclude la nota, "date le circostanze, le forze armate armene chiedono le dimissioni immediate del primo ministro e del governo e li avvertono di non utilizzare la forza contro la gente i cui figli sono morti difendendo la madrepatria". Mosca preoccupata, Ankara condanna Il Cremlino ha espresso "preoccupazione" per l'aggravarsi dello scontro tra governo ed esercito in Armenia e ha invitato le parti alla "calma". Il ministero degli Esteri russo ha poi sottolineato che la crisi in corso nell'ex repubblica sovietica è un "affare interno". "È con preoccupazione che seguiamo la situazione in Armenia ma la riteniamo una questione esclusivamente dell'Armenia, che è un nostro alleato molto importante e prossimo nel Sud del Caucaso", ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, "come naturale, chiediamo a tutte le parti di mantenere la calma. Riteniamo che la situazione debba essere tenuta nei limiti del quadro costituzionale". Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha condannato il tentativo di colpo di Stato in Armenia. "Quando un colpo di Stato ha luogo, lo condanniamo", ha dichiarato Cavusoglu durante la sua visita a Budapest, secondo quanto riporta l'agenzia Sputnik, "condanniamo questo tentativo in modo risoluto". "Criticare il governo e chiederne le dimissioni è normale, laddove rovesciare il governo con il sostegno dell'esercito è inaccettabile, così come i semplici appelli in materia", ha aggiunto Cavusoglu, che ha definito la stabilità in Armenia cruciale per il processo di pace nel Nagorno-Karabakh.
Chiara Ferragni ha lanciato il suo personalissimo uovo di Pasqua in edizione limitata: ecco quanto costa e dove acquistarlo
L'ultima puntata del Gf Late Show nella Casa di Cinecittà ha visto commuoversi il novello conduttore Tommaso Zorzi
Quanto guadagnano i ministri del governo Draghi? La politica fa crescere il reddito? In generale è così, ma non sempre. C'è anche chi con l'approdo in Parlamento vede scendere le entrate. E' quanto emerge dall'inchiesta de le Iene sui redditi dei parlamentari e dei ministri, basata sul raffronto tra l'ultimo imponibile dichiarato e l'ultimo imponibile prima dell'ingresso in politica. E così si scopre che Luigi Di Maio, tra i ministri in carica, è quello che ha incrementato di più il proprio reddito, 74.471 euro. L'attuale ministro degli Esteri, indicato come giornalista pubblicista, nel 2012 non risulta dichiarazione dei redditi, quindi il suo imponibile è considerato pari a zero. Nel 2019 il suo imponibile arriva a 98.471 euro (-24.000 restituzioni), a cui si aggiunge una Rover Mini Cooper e una quota del 50% (pari a 50.100 euro) della società Ardima srl. Al contrario il titolare della Cultura, Dario Franceschini ha visto calare il proprio reddito di 94.467 euro. Franceschini, alla guida dei Beni culturali prima con Conte e ora con Draghi, nel 2000 (all'epoca era sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri) aveva un imponibile di 173.012 euro (334.998.000 lire). Nel 2019, Franceschini dichiara 78.545 euro, oltre a un fabbricato a Ferrara in comproprietà al 50% (eredità), una Suzuki wagon r, una Fiat Idea, una moto Bmw 100/7 del 1979. Scende anche il reddito di Mara Carfagna, ministro del Sud con Draghi, anche se solo di 406 euro. L'azzurra nel 2005 dichiarava un reddito imponibile di 131.256 euro, appena superiore ai 130.850 dell'imponibile 2019. Nella dichiarazione di Carfagna anche un fabbricato a Roma e una VolksWagen Up tsi. Passata dal ministero della pubblica amministrazione nel governo Conte bis al ministero delle politiche Giovanili con Draghi, Fabiana Dadone registra un incremento di 72.916 euro. Anche lei nel 2012 aveva un imponibile pari a zero (non c'è dichiarazione) mentre nel 2019 sale a 98.471 euro (-25.555 restituzioni). Il dirigente d'azienda Federico D'Incà, ministro dei rapporti con il Parlamento sia con Conte che con Draghi, vede il suo imponibile 'crescere' di 26.146 euro dal suo debutto in politica. Nel 2012 il suo imponibile era di 25.847 euro, mentre nel 2019 arriva a 77.173 euro (-25.180 restituzioni), oltre a una VolksWagen Golf, immatricolata nel 1999. L'ingegnere grillino Stefano Patuanelli, passato dallo Sviluppo economico all'Agricoltura, ha visto il suo reddito rivalutato negli anni di 30.717 euro. Nel 2017 il suo imponibile era di 46.339 euro, balzato nel 2019 a 101.056 euro (-24.000 restituzioni). Patuanelli inoltre ha in comproprietà al 50% un fabbricato a Trieste, un'altra comproprietà al 25% di un terreno a Trieste, più una Peugeot. Il reddito del leghista Giancarlo Giorgetti, commercialista e revisore dei conti, neo ministro per lo Sviluppo economico 'cresce' di 55.201 euro rispetto all'epoca del suo ingresso in politica. Nel 1995 il suo reddito imponibile era di 25.887 euro (50.125.000 lire); nel 2019 il suo reddito imponibile è 95.300 euro, oltre a fabbricato e terreni agricoli a Cazzago Grabbia, una Fiat Punto in comproprietà (eredità), 10 quote soc coop pescatori Lago Varese, più una quota consorzio Votto d’Amore e 1536 quote euroholding. Sale di 66.030 euro rispetto al suo debutto in politica, il reddito di Andrea Orlando, ministro del Lavoro. Nel 2005 le sue entrate erano 37.229 euro mentre la dichiarazione relativa al 2019 segna un reddito imponibile di 103.259 euro, più la proprietà di 2 appartamenti e parcella terreno condominiale a La Spezia. Inoltre una Fiat Bravo, più l'80% (pari a 16.000 euro) della das srl (La Spezia).
Orietta Berti, da sempre contraria all'omofobia, ha parlato del suo inedito ispirato all'amore di una madre per il figlio gay.
Fiammetta La Guidara, volto noto del giornalismo sportivo e, in particolare, della Formula 1 e del Motomondiale, è deceduta a Varese all'età di cinquant'anni.
Spuntano nuove zone rosse per contenere i contagi da coronavirus: Cecina e San Teodoro sono finiti in lockdown.
AGI - Un uomo di 45 anni, filippino, con precedenti per reati contro la persona e droga, è stato ucciso la notte scorsa a Milano da un agente di polizia, che era stato aggredito con un coltello. Il fatto ha riportato d'attualità il dibattito sulla mancata dotazione del taser, sorta di pistola elettrica che trasmette una forte scossa, che immobilizza il soggetto ma senza conseguenze più gravi. A chiederne l'utilizzo sono stati il sindacato Fsp della Polizia, poi con forza il leader della Lega, Matteo Salvini: “Spero che adesso nessuno se la prenda coi poliziotti, che sono stati costretti a intervenire per evitare altra violenza – ha detto Salvini - una preghiera per il morto, con l'auspicio che le Forze dell'Ordine vengano dotate della pistola a impulsi elettrici che viene usata in molti Paesi in tutto il mondo (ma ancora non in Italia)". Secondo la ricostruzione della questura, l'uomo attorno a mezzanotte ha aggredito alcuni passanti. A segnalare quanto stava avvenendo alla centrale operativa sono stati alcuni abitanti del quartiere. Sul posto è arrivata la volante Forlanini e gli uomini del commissariato sono riusciti a individuare l'aggressore grazie anche alle indicazioni dei cittadini alle finestre: il 45enne si trovava dietro una siepe e aveva con sé un grosso coltello da cucina. Lo scontro con i poliziotti è avvenuto subito dopo, quando il 45enne si è scagliato anche contro di loro. La pattuglia ha cercato di bloccarlo e farlo desistere con l'uso dello sfollagente. Nell'indietreggiare, il capo pattuglia è caduto sbattendo la testa ed è rimasto a terra. L'aggressore ha poi rivolto il coltello verso l'autista della volante Monforte, intervenuta in ausilio: quest'ultimo, per difendersi, ha esploso dei colpi contro l'aggressore, uccidendolo. Il poliziotto caduto a terra è stato portato in codice giallo al Policlinico. “E' un giorno orribile quando un poliziotto è costretto a mettere mano all'arma per salvare la vita di un collega. E' giorno buio perché, in un sistema in cui la violenza nelle strade è sempre più cieca e inarrestabile, tutti devono porsi la drammatica domanda se un banale taser avrebbe consentito di evitare il peggio”. Così Valter Mazzetti, segretario generale del sindacato Fsp della polizia. “Oggi – aggiunge - ci aspettiamo che si ragioni con serietà e senso di responsabilità su questi interrogativi. Non vorremmo davvero che si aprisse la solita criminalizzante ridda di analisi e commenti sulla dinamica di un episodio in cui un fatto è certo: vedere un malintenzionato pronto ad uccidere, che non si ferma nonostante tutti i tentativi di dissuaderlo messi in campo, e oltre tutto mentre un collega è svenuto e ormai in balìa della sua furia, non lascia molta scelta in quelle terribili e frenetiche frazioni di secondo. Non un altro giorno deve trascorrere, intanto, senza che si acceleri concretamente sulle procedure burocratiche necessarie a fornire agli operatori di polizia i taser, che sono strumenti finalizzati a salvare vite”. “La tragedia con ogni probabilita' si sarebbe potuta evitare – ha commentato Riccardo De Corato, assessore regionale alla Sicurezza - se gli agenti avessero avuto in dotazione i taser, strumento di difesa tolto alle Forze dell'Ordine lo scorso 21 luglio dal Ministro Lamorgese dopo il periodo di sperimentazione".
Per Massimo Cacciari, ospite ieri sera a DiMartedì su La7, "quello che deve fare Draghi è chiarissimo: affrontare il problema della organizzazione efficiente della vaccinazione, approntare un Recovery plan che sia concreto e non sia un libro dei sogni, spendere bene i quattrini che arriveranno, e poi i cosiddetti ristori per cercare di attenuare la drammatica situazione in cui un terzo del Paese sta versando. Poi ha finito, a meno che non si pensi che il governo Draghi con una maggioranza del genere potrà fare le riforme che aspettiamo da trent'anni. A meno che non si coltivino libri dei sogni - spiega l'ex sindaco di Venezia -, quello che Draghi può fare e deve fare è chiarissimo, assolutamente definito e speriamo lo faccia bene". Ma si parla anche di riforme, c'è quella fiscale, quella della previdenza... "La riforma fiscale? La riforma della previdenza? Ma Floris - chiede incredulo Cacciari al conduttore -, come fai a fare la riforma della previdenza? Per farla in questo Paese bisogna rovesciare tutto l'ordinamento istituzionale. Con le regioni che sono il potere che dirige la sanità in Italia, fare una riforma sanitaria vuol dire cambiare tutti i rapporti tra poteri centrali e regioni. Cosa vuole fare, la riforma fiscale? Per fare una riforma fiscale decente un Parlamento ci mette una legislatura. Sarà un po' più efficiente nella lotta contro l'evasione probabilmente, speriamo", conclude il filosofo.
Francesca Cipriani ha un nuovo fidanzato, e ha svelato alcuni dettagli sulla sua nuova frequentazione.
Caldo e temperature primaverili per tutta la settimana. Ma domenica 28 febbraio il tempo cambia. Da qualche giorno sull'Italia si è imposta una mastodontica figura di alta pressione, un imponente anticiclone che ha conquistato praticamente anche tutta l'Europa. Anticiclone che ha origine sub-tropicali e sta scaldando l'atmosfera su tutte le regioni dove le temperature stanno lievitando gradualmente fino a raggiungere punte di 23°C. Stiamo parlando di valori sopra la media del periodo di quasi 12°C. Il team de iLMeteo.it avvisa che le temperature fino ad almeno sabato 27 avranno caratteristiche tipicamente primaverili. I valori massimi, dove sarà soleggiato, toccheranno i 19-20°C su molte città italiane come ad esempio Torino, Milano, Bologna, Verona, Trento, Frosinone, Ascoli Piceno, Perugia, Latina, Napoli, Taranto, Catanzaro. Punte di 22-23°C invece potranno essere raggiunte al Centro come in Toscana e in Sicilia come ad esempio a Firenze, Prato, Pistoia, Ragusa e Catania. Le cose cambieranno a partire da domenica quando aria più fredda dai Balcani comincerà ad affluire su molte regioni provocando un calo termico di 5-7°C e riportando le temperature grossomodo in media con il periodo. Oggi - Al nord: cielo sereno o poco nuvoloso. Al centro: bel tempo. Al sud: nubi sulle coste tirreniche, sole altrove. Domani - Al nord: sole e clima primaverile. Al centro: soleggiato. Al sud: cielo sereno o poco nuvoloso. Venerdì 26 - Al nord: torna qualche nebbia in pianura, ma il cielo sarà poco nuvoloso. Al centro: cielo poco nuvoloso. Al sud: bel tempo. Weekend - sabato ancora soleggiato e mite, domenica calo termico generale.