Covid: il maltempo ritarda di qualche ora l'arrivo di 470.000 dosi di vaccino
Il lotto arriva questo martedì sera con sei aerei in altrettanti aeroporti
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AGI - Il salvataggio dei minatori intrappolati da 12 giorni a 600 metri di profondità nella miniera d'oro nella quale stavano lavorando in Cina, nella provincia orientale dello Shandong, potrebbe richiedere almeno altre due settimane. È la stima dei soccorritori, secondo quanto riferisce la stampa cinese, e si tratta del tempo necessario per riuscire a perforare la durissima roccia fino a raggiungere il luogo in cui si trovano i sopravvissuti, creando un passaggio largo abbastanza per consentirne la risalita. Con una speciale punta del diametro di oltre 70 cm, si sono già perforati circa 18 metri ma secondo gli esperti poco oltre la metà del percorso ci sarebbe un "blocco" di pietre, tubi e cavi, creatosi al momento dell'esplosione, che rallenterà ulteriormente i lavori di scavo. Quando è successo l'incidente, in miniera si trovavano 22 minatori. Una decina è sicuramente ancora viva e riesce a comunicare con i soccorritori attraverso i piccoli tunnel che sono stati scavati per passare con cibo, coperte e telefoni. Un undicesimo che si trovava con loro è morto per le ferite riportate, un dodicesimo si trova isolato in un altro luogo, senza poter comunicare, e degli altri 10 non si hanno notizie. Negli ultimi giorni i minatori hanno ricevuto hanno ricevuto porridge, acqua calda, coperte e materiali isolanti. "La cosa importante nell'assicurare la nutrizione è considerare quanto tempo sono rimasti sottoterra e, con tempo e risorse limitate, dobbiamo capire i loro bisogni per assicurarci che si riprendano il prima possibile dagli squilibri intestinali e nutrizionali, dopo un'assenza di cibo per un periodo di tempo così lungo", ha dichiarato alle telecamere dell'emittente televisiva statale Chian Central Television, Song Xicheng, vice direttore delle squadre di soccorritori sul campo. Oltre a soccorritori e medici, si trovano sul posto anche nutrizionisti, neurochirughi e psicologi. Per il soccorso sono mobilitate 629 persone divise in 17 squadre e oltre 400 macchinari. È intanto in corso un'indagine sulle responsabilità del ritardo con cui è stato lanciato l'allarme al momento dell'incidente: diverse persone sono già state arrestate.
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AGI - La variante inglese del virus "sembra causare un innalzamento della mortalità". Lo ha detto il primo ministro del Regno Unito, Boris Johnson, parlando in una conferenza stampa a Downing Street. "Il numero dei decessi continuerà a essere alto per un po'" motivo per il quale "vi chiedo di rimanere a casa, salvando cosi' il sistema sanitario e le vite", ha aggiunto. Non è invece certo che i vaccini siano efficaci sulle varianti sudafricana e brasiliana. Lo ha ventilato Sir Patrick Vallance, consigliere scientifico del governo britannico. nel corso di una conferenza stampa a Downing Street, con il premier Boris Johnson. "Siamo adesso più fiduciosi che i vaccini saranno efficaci sia contro la nuova variante inglese che contro quella vecchia". Nonostante ciò vi è una "maggiore preoccupazione" circa l'efficacia che può avere il vaccino sulle varianti sudafricana e brasiliana. Vallance ha anche precisato che sia con il vaccino della Pfizer che con quello di Astrazeneca "riteniamo che la protezione più importante venga assicurata con la prima dose, mentre la seconda dose la incrementa e la estende nel tempo".
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AGI - La variante inglese arriva a Mantova e a Cremona dove sono stati registrati 10 contagi, tra persone rientrate dall'Inghilterra. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta di Mantova, la scoperta è frutto del lavoro di tracciatura eseguito in questi mesi dai servizi dell'Ats Val Padana che dal 14 dicembre hanno rintracciato tutti i mantovani e i cremonesi rientrati dalla Gran Bretagna: in totale 250 persone. Dai tamponi sono emerse ventidue positività ma solo in dieci casi è stata riscontrata la variante inglese: tre mantovani e sette cremonesi. La notizia della mutazione è stata trasmessa all'Ats di Dosso del Corso dal policlinico San Matteo di Pavia, al quale sono stati inviati i tamponi con carica virale sospetta. I dieci soggetti ovviamente sono tutti sottoposti a sorveglianza sanitaria e messi in isolamento. La variante inglese preoccupa soprattutto per la sua alta contagiosità ma non per l'aggressività. Altri diciotto tamponi positivi rilevati su sedici mantovani e due cremonesi sono attualmente sotto esame per scoprire se la positività è associabile a un'altra variante, quella brasiliana.
AGI - Nell'ospedale "Abele Ajello" di Mazara del Vallo il primo parto da paziente Covid. Si tratta di una giovane madre positiva asintomatica, che ha dato alla luce un bambino di 3 chili e 400 grammi. Il parto è stato eseguito in una delle due sale parto dell'ospedale, secondo il più rigido protocollo di sicurezza. Subito dopo il parto, madre e bambino sono stati trasferiti su ambulanze differenti nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale Cervello di Palermo, centro di riferimento ostetrico per gestanti e puerpuere Covid positive. La paziente, che ha 30 anni ed è al suo quinto figlio, arrivata nel presidio ospedaliero già in travaglio avanzato, è stata immediatamente sottoposta a tampone rapido e molecolare risultati entrambi positivi. Dati i ristretti margini di tempo, la paziente è stata trasportata in una sala parto adeguatamente attrezzata per affrontare la delicata situazione, ed è stata assistita dalla ginecologa Rosalia Crescenti, dall'ostetrica Giovanna Tornatore e dalla neonatologa Lucia Sciacca, medici dell'equipe del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale mazarese, guidato da Pietro Musso. Per il commissario straordinario dell'Asp di Trapani, Paolo Zappalà "si è trattato di un eccellente prova di grande professionalità e preparazione dei medici che quotidianamente affrontano sul campo situazioni impegnative che richiedono la massima attenzione, e al tempo stesso è stata l'ennesima conferma dell'alto livello dei sistemi di controllo per il contenimento del Covid adottati nelle strutture ospedaliere aziendali, che consentono di affrontare qualunque emergenza nella massima serenità".
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AGI - Le frontiere nella Ue restano aperte ma i viaggi non essenziali saranno scoraggiati. Le aree con la circolazione più alta del virus, in particolare delle nuove varianti, saranno classificate come "zone rosso scuro" e in queste gli Stati membri decideranno ulteriori restrizioni alla circolazione: dai test alla quarantena. Così come per chi arriva da fuori l'Ue, sempre da zone particolarmente colpite. Questo è quanto hanno deciso i leader dei Ventisette dopo un vertice - in videoconferenza - durato oltre quattro ore. "Adottiamo misure mirate" da preferire rispetto alla "chiusura pura e semplice delle nostre frontiere, che metterebbe gravemente a repentaglio la nostra economia senza fermare il virus", ha spiegato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nella conferenza stampa al termine del summit. Con lei il presidente del Consiglio, Charles Michel: "Noi cerchiamo di trarre insegnamenti da quello che è accaduto" e "sappiamo che sarà probabilmente necessario adottare misure restrittive ulteriori per limitare i viaggi non essenziali" e "questo è l'orientamento e nei prossimi giorni cercheremo di coordinarci con il buon senso" usando "ad esempio il colore della zona" riferito al rischio più o meno alto di contagio, ha spiegato. "Alle persone che viaggiano da una zona rosso scuro può essere richiesto di fare il test prima della partenza e di osservare una quarantena all'arrivo" e "in caso di situazioni sanitarie molto gravi, tutti i viaggi non essenziali devono essere fortemente scoraggiati sia all'interno dei Paesi che attraverso i confini", ha precisato la presidente della Commissione. "Allo stesso tempo - ha sottolineato - è di assoluta importanza mantenere il mercato unico in funzione". Per questo motivo "lavoratori e beni essenziali devono continuare a passare attraverso i confini senza interruzioni". Finora l'Ecdc, il Centro europeo per la gestione delle malattie, ha sempre classificato le zone del continente in verdi, gialle e rosse. Inutile nascondere la "forte preoccupazione" per la rapida diffusione delle nuove varianti del virus. Per questo von der Leyen chiede "più test e più sequenziamento" che "va aumentato ad almeno il 5% dei test positivi" per avere numeri significativi. A complicare il quadro è l'incertezza della campagna vaccinale, nonostante gli obiettivi ambiziosi con cui la Commissione si è presentata al tavolo di capi di Stato e di Governo. "I leader Ue chiedono che la vaccinazione aumenti e gli impegni delle aziende devono essere rispettati", ha detto Michel a nome dei colleghi infuriati per i ritardi Pfizer dell'ultima settimana (e l'incertezza della prossima). Ha confermato tuttavia che vi è "ampio sostegno alla proposta della Commissione, molto ambiziosa, di vaccinare il 70% degli adulti entro l'estate". "Se ci saranno degli ostacoli li dobbiamo affrontare insieme", ha esortato. Nel frattempo sembra congelata la discussione - che aveva già portato alla formazione di almeno due correnti di pensiero - sul possibile passaporto vaccinale. "Pensiamo sia necessario un certificato a finalità mediche e in una fase ulteriore vedremo come questo potrà essere utilizzato" anche se "noi siamo molto cauti, è giusto saper constatare quando le persone sono state vaccinate", ha chiarito Michel. È' una necessità medica" ma "l'uso da farne va considerato con serietà" perché "ci sono ancora interrogativi sulla trasmissibilità e sulla durata" oltre all'accessibilità dei vaccini, e "gli usi possibili del certificato si discuteranno in un secondo momento", ha confermato von der Leyen. Unanime è stato invece l'accordo sull'uso e il reciproco riconoscimento dei test rapidi, favoriranno gli spostamenti e potenzieranno il tracciamento dei casi.
Di cosa si tratta e come riconoscerli. Lo spiega il professor Tim Spector, epidemiologo del King’s College of London.
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