Decorazioni di Natale fai da te: come realizzare una ghirlanda con un appendino
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I responsabili latitano. Tabacci, Di Maio e il Pd lo spingono al Quirinale per tentare un nuovo governo
L'attrice britannica: "Non ho un divieto assoluto, ma non le giro con gli uomini”
La morte della piccola di 18 mesi risale all′11 gennaio scorso. Agli inquirenti l'uomo aveva sostenuto che la bimba si era tirata addosso una stufa mentre giocava
Ci sarebbero possibili governi assai più europeisti di questo. Ma i Dem preferiscono la minaccia del voto
Claudia Lepore, 59 anni, originaria di Carpi, viveva a Santo Domingo da dieci anni. Arrestato un uomo: avrebbe agito su commissione per 3000 euro
Il senatore centrista si sfila dal voto decisivo di mercoledì prossimo
L'insegnante originaria di Palermo ha provato a lanciarsi dalla finestra del suo appartamento di Pavia
Si chiama “maskne” la nuova malattia causata dalla mascherina: la parola deriva dalla fusione delle parole 'mask' (mascherina) e acne.
Gli aggiornamenti in tempo reale sull'emergenza coronavirus in Italia.
Il giovane di 19 anni si è presentato dai carabinieri e li ha condotti sul posto
AGI - E' ancora senza identità la persona che ha acquistato in un alimentari di Novi, in Michigan, il biglietto della lotteria Mega Millions che ha assegnato un premio da un miliardo di dollari, il terzo più alto della storia degli Stati Uniti. Il jackpot era salito a cifre record dopo che per 37 volte non c'era stato un vincitore. Nel weekend, però, è uscita la cinquina vincente: 4-26-42-50-60, più il "mega ball", 24. E il fortunato che l'ha centrata aveva in tasca un biglietto pagato appena due dollari. Il vincitore, o vincitrice, può scegliere se farsi pagare mensilmente per i prossimi trent'anni il miliardo di dollari (oltre 800 milioni di euro) oppure incassare il premio in una sola volta. In questo caso, però, la cifra si riduce a 739 milioni di dollari, che diventano 530 milioni dopo le tasse. Il ritardo che ha fatto salire il jackpot è probabilmente dovuto anche al forte calo delle vendite di biglietti della lotteria, dimezzatesi rispetto al picco dell'ottobre 2018. Il numero totale di decessi dall'inizio dell'epidemia in Italia sale a 85.461. In aumento i guariti, oggi 10.885, per un totale di 1.882.074. La regione con più casi nelle 24 ore è anche oggi la Lombardia, +1.375 (ieri 1.535), seguita da Emilia Romagna con +1.208 (ieri 1.310), Campania con 1.069 (ieri 1.150) e Lazio con +1.056 (ieri +1.297). I casi totali da inizio epidemia sono 2.466.813, mentre il numero di persone attualmente positive è di 499.278, in aumento rispetto a ieri (498.834). Di questi positivi, in isolamento domiciliare sono 475.569 (ieri 475.045).
Dopo i ritardi nella consegna delle dosi da parte di Pfizer e dopo i tagli annunciati da AstraZeneca, il governo è costretto a rimodulare il piano vaccini anti Covid. Ecco come dovrebbe cambiare.
AGI - Per la campagna vaccinale anti-influenzale 2020/2021 la Regione Lombardia ha speso 31.893.400 euro per avere a disposizione 2.675.888 dosi, di cui ne sono state inoculate 1.818.601, al di sotto del target di circa due milioni e seicentomila indicato a ottobre dalle autorità sanitarie lombarde. Al 15 gennaio avanzano, in questo calcolo, circa 900 mila dosi non usate per i vaccini e rimaste nei magazzini per un valore di dieci milioni di euro. I dati, anticipati dal tgLa7, risultano da alcuni documenti interni a Palazzo Lombardia letti dall'AGI dai quali si evince come questi numeri si discostino in modo netto dagli anni passati. Nel 2019/2020 le spese ammontarono a 9.057.925 milioni di euro per 1.378.555 dosi utilizzate e nel biennio ancora prima a 1.406.945 milioni per 1.289.991 dosi utilizzate. La percentuale di copertura tra i 60 e i 64 anni - altro dato che emerge - aveva come obbiettivo minimo fissato dal governo quello del 50% che significava 315mila dosi in questa fascia d'età. Se ne fanno invece poco più di 100mila il che vuol dire che è stato coperto il 16% di questa popolazione invece del 50%. “La campagna vaccinale in Lombardia è partita troppo tardi - commenta Samuele Astuti, responsabile del Pd per la Sanità in Regione - e ha avuto mille intoppi. La Regione ha commesso molti errori e questi hanno un costo che oggi possiamo quantificare, almeno dal punto di vista economico, in dieci milioni che avremmo potuto spendere sicuramente meglio che non in dosi, peraltro strapagate, che dovranno essere buttate”.
La ragazza ha consegnato i vestiti del figlio della coppia scomparsa che indossava quella sera in cui è andato a trovarla
Tra i più ricercati al mondo: guida mercato droga da 70 mld
AGI - “Il 24 gennaio Apple presenterà il Macintosh. E vedrete perché il 1984 non sarà il 1984”. Era il 22 gennaio del 1984 quando questa frase comparve sugli schermi delle televisioni americane sincronizzate per vedere il diciottesimo SuperBowl, da sempre l'evento più seguito negli States. La frase compariva alla fine di uno spot diretto da Ridley Scott: 30 secondi che hanno cambiato per sempre il linguaggio pubblicitario. Ambientato in un mondo distopico, ispirato a “1984” di George Orwell, lo spot vede al centro di uno schermo gigante un Grande Fratello impartire ordini a uomini ingrigiti. Poi una donna in pantaloncini rossi gli corre contro. Fa roteare in aria un martello e lo scaglia al centro dello schermo mandandolo in frantumi. Null'altro poi, se non quella frase ad annunciare il lancio di uno dei prodotti più noti creati dall'azienda di Steve Jobs. Il Macintosh, proprio come quello spot, ha cambiato per sempre la storia dell'informatica. È stato il primo computer commercializzato su larga scala, il primo ad introdurre un'interfaccia basata su icone, finestre e menu. Il primo a presentare di serie una tastiera e un mouse. Molte di quelle innovazioni fanno tutt'ora parte dei moderni computer, 37 anni dopo. Quella pubblicità servì a presentare Apple al mondo come un'azienda che lottava per gli individui di fronte a corporazioni opprimenti. La sfida di Jobs era all'Ibm - anche se in quel periodo il personal computer più popolare era il Commodore 64. Ad ogni modo quella pubblicità aveva un obiettivo chiaro: dare l'immagine di un'azienda coraggiosa che lotta per le libertà creative degli individui. Di tutti gli individui. Perché quel Macintosh era pensato per essere un computer che ogni famiglia della classe media poteva permettersi. Non solo economicamente, ma anche come prossimità “culturale”. Era un computer facile: niente più accesso dal prompt Dos per lanciare il sistema operativo. Un computer con una grafica all'avanguardia, intuitiva, immediata e comprensibile da chiunque, non solo da utenti esperti. E fu proprio questa la chiave del successo di Apple da allora in poi. Proprio come il messaggio di quella pubblicità risultò semplice e immediato, l'accesso ai prodotti tecnologici diventò dal lancio del Macintosh in poi facile e intuitivo. Quel computer ha rappresentato una rivoluzione senza precedenti nella storia del rapporto tra uomo e ‘macchina'. La stessa filosofia del Macintosh divenne poi quella che ha caratterizzato il lancio dell'iPod, dell'iPad, ma soprattutto dell'iPhone, che con il suo schermo touch e l'assenza di tastiera divenne in pochi anni lo standard di tutti gli smartphone allora schiacciati sul modello ‘BlackBerry' con tastiera. Apple da quel giorno di 37 anni fa divenne l'icona dell'azienda che sa innovare: nel linguaggio, nei prodotti, ma soprattutto nella sua capacità di creare un valore simbolico dei suoi device. Un'azienda capace di creare qualcosa che trascende il valore stesso del prodotto, aprendolo a una dialettica di senso (e di valore) che tutt'ora i concorrenti le invidiano.
Il genitore della ragazzina morta per una challenge: "Controllarla? Mi fidavo di lei". Polizia Postale: "Più reati con la pandemia"
AGI - Aspre polemiche, tra Regioni e Governo, critiche da diverse categorie commerciali. L'Italia a colori, per cercare di mettere un ulteriore freno ai nuovi contagi da Covid-19, continua ad essere al centro del dibattito, che nella giornata di ieri ha toccato anche i livelli di un vero e proprio scontro tra Regione Lombardia e Governo centrale. Motivo del contendere i dati Rt, secondo Roma comunicati sbagliati da Milano, secondo Milano caricati male da Roma. E così il governatore si è detto indignato per le false accuse ricevute, mentre la sua vice, Letizia Moratti, ha affondato il colpo con un'accusa diretta: "Il ministro Speranza voleva che ci assumessimo la colpa". In ogni caso la Lombardia da questa mattina è in fascia arancione, anche se l'uscita dalla zona rossa non è bastata all'amministrazione regionale, che va avanti con il ricorso presentato al Tribunale amministrativo regionale del Lazio, che continua a chiedere chiarezza su tutta la vicenda. Una mano in tal senso arriva anche dalla sponda politica opposta, e in particolare dal sindaco Pd di Bergamo, Giorgio Gori: "Se davvero in Lombardia sin dal 12 ottobre si sono erroneamente conteggiati i guariti tra i positivi, alzando così l'Rt e provocando restrizioni maggiori di quelle necessarie - ha detto - credo che le categorie penalizzate potrebbero avviare una class action per il risarcimento del danno". A Roma la linea ministeriale non cambia, e dall'Istituto superiore di sanità è arrivata una precisazione: "L'algoritmo utilizzato per il calcolo dell'Rt nel monitoraggio dell'epidemia Covid-19, è corretto, da aprile non è mai cambiato ed è uguale per tutte le Regioni che lo hanno utilizzato finora senza alcun problema". Un'altra protesta arriva dalla Sardegna, che sempre da questa mattina lascia la fascia gialla per entrare in zona arancione. "Una scelta paradossale" secondo il governatore dell'isola, Christian Solinas. "Mentre inauguriamo nuovi posti letto in terapia intensiva, ben trenta, e altri quattordici sono già pronti a Cagliari, nella struttura Covid del Binaghi - sottolinea il presidente - il Ministero decide il passaggio della Sardegna in zona arancione per il superamento della percentuale dei ricoveri. Riteniamo che questo calcolo sia sbagliato e già da ieri abbiamo manifestato allo stesso ministro tutte le nostre perplessità e la contrarietà assoluta a una decisione di questo tipo. Dietro quei colori ci sono persone, attività economiche e produttive. Oggi tutti gli indicatori consentono di mantenere la Sardegna in zona gialla, permettendo al nostro sistema economico e produttivo, già duramente provato dal perdurare della pandemia, di continuare il proprio lavoro. Tuteleremo le ragioni della Sardegna in ogni sede”. Tra polemiche e scontri tra ricorsi presentati e ricorsi annunciati, da oggi l'Italia a colori ha un nuovo quadro, ma ancora nessuna regione in zona bianca. Il nuovo quadro Alla luce di quando deciso deciso dalla cabina di regia con i dati aggiornata a venerdì scorso, in zona rossa ci sono una regione e una provincia autonoma; in arancione quattordici regioni; in giallo quattro regioni e una provincia autonoma; nessuno in zona bianca, Zona rossa Sicilia, provincia autonoma di Bolzano. Zona arancione Sardegna, Lombardia, Calabria, Emilia Romagna, Veneto, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche Piemonte, Puglia, Umbria, Valle d'Aosta. Zona gialla Campania, Basilicata, Molise, Toscana, provincia autonoma di Trento.
Lo scrittore Antonio Scurati sul Corriere dice la sua sul nuovo regolamento del comune di Milano riguardante il fumo negli spazi aperti
AGI - Un invito a tenere vicino a noi il Vangelo, la Parola di Dio. A portarlo sempre in tasca. A spegnere tv e cellulare e dedicarsi alla lettura della Bibbia. Così Papa Francesco nell'omelia da lui preparata, in occasione della seconda edizione della Domenica della Parola di Dio, che viene pronunciata da monsignor Rino Fisichella. "Cari fratelli e sorelle, non rinunciamo alla Parola di Dio. E' la lettera d'amore scritta per noi da Colui che ci conosce come nessun altro: leggendola, sentiamo nuovamente la sua voce, scorgiamo il suo volto, riceviamo il suo Spirito. La Parola - sottolinea il Pontefice - ci fa vicini a Dio: non teniamola lontana. Portiamola sempre con noi, in tasca, nel telefono; diamole un posto degno nelle nostre case. Mettiamo il Vangelo in un luogo dove ci ricordiamo di aprirlo quotidianamente, magari all'inizio e alla fine della giornata, così che tra tante parole che arrivano alle nostre orecchie giunga al cuore qualche versetto della Parola di Dio. Per fare questo, chiediamo al Signore la forza di spegnere la televisione e di aprire la Bibbia; di chiudere il cellulare e di aprire il Vangelo". "In quest'Anno liturgico leggiamo quello di Marco, il più semplice e breve. Perché non leggerlo anche da soli, un piccolo passo ogni giorno? Ci farà sentire il Signore vicino e ci infonderà coraggio nel cammino della vita", conclude nell'omelia Papa Francesco