Diletta Leotta e lo spasimante misterioso
Regalo a sopresa per Diletta Leotta che quando arriva negli studi radiofonici trova mille rose ad attenderla. Sul biglietto non c'è, però, il nome del mittente.
Il genitore della ragazzina morta per una challenge: "Controllarla? Mi fidavo di lei". Polizia Postale: "Più reati con la pandemia"
Il corpo della 59enne è stato ritrovato all’interno di un frigorifero dove si trovava da almeno tre giorni
AGI - La popolazione triplicava in una notte. Ogni fine settimana. Poi tutto tornava alla normalità. Non un fenomeno di marea demografica, ma quello che, prima del Covid-19, accadeva nel più piccolo paese della Sardegna. Perché Baradili, in provincia di Oristano, nonostante i suoi 78 abitanti, ospita un ristorante-pizzeria da 180 coperti. Qui sono nati l'accademia di cucina e il locale che, negli anni, hanno proiettato il piccolo centro isolano nel cuore della gastronomia internazionale, con contatti che vanno dagli Stati uniti d'America alla Corea. Un percorso che ha trasformato il 'micro-paese' in una 'capitale' della pizza. Negli ultimi mesi, con le restrizioni imposte dalla pandemia, il ristorante pizzeria 'Sa Scolla' ha chiuso, ma prepara la ripresa a numeri ridotti anche solo per dare un segnale di speranza. Un campus e corsi con allievi anche dall'estero Tutto ha inizio nel 2015 quando l'Accademia Casa Puddu – oggi ribattezzata Coi Accademia enogastronomica – ha deciso di allestire un campus per i suoi numerosi allievi. “Avevamo bisogno di spazi, abbiamo studenti che arrivano da ogni parte della Sardegna e qualche presenza internazionale. Quest'anno abbiamo un alunno filippino e uno coreano”, ha spiegato il presidente Gianfranco Massa. Così la scuola, nata nel 2010 nella sede dell'ex pastificio di Siddi, nel Sud Sardegna, ha traslocato a Baradili. Qui hanno dunque ripreso i corsi di alto livello come 'La cucina secondo le stagioni': 600 ore per un percorso di formazione certificata che coinvolge docenti-chef di importanti realtà sarde, italiane e straniere. “Il 94 per cento dei nostri allievi trova lavoro entro due mesi dalla fine del corso”, ha sottolineato Massa. Da allora è stato un crescendo: lo stesso anno l'Accademia si è guadagnata la partecipazione all'Expo di Milano per rappresentare la Sardegna nel padiglione Eataly. Scambi con New York, Seoul e le Filippine Due anni dopo una delegazione è partita dal piccolo paese per la 'Grande Mela': a New York grazie a uno scambio con il Culinary insitute of America. Qualche tempo dopo i newyorkesi hanno ricambiato la visita e sono stati portati nelle campagne della zona raccogliere erbe spontanee e a conoscere i prodotti locali. Dopo gli americani, lo scorso anno, a Baradili sono arrivati anche i coreani: la Kbs, la tv di stato della Corea del Sud, ha deciso di raccontare l'isola con un focus sull'Accademia dopo un accordo firmato con il College di Seoul. Una collaborazione è stata avviata anche con la Camera di commercio italiana nelle Filippine. “L'obiettivo è promuovere i nostri prodotti agroalimentari attraverso la cucina. Con la Corea abbiamo deciso di iniziare uno scambio di competenze: docenti e studenti avrebbero dovuto iniziare corsi nelle rispettive sedi ma con la pandemia abbiamo rimodulato il progetto e avviato le video-lezioni”, ha spiegato Massa. Il presidente che, assieme all'amministratore delegato Giancarlo Dessì, è a capo anche del ristorante Sa Scolla – pizzeria con cucina di campagna, oggi guidato dallo chef Francesco Vitale - nato per scommessa l'anno dopo il trasloco. Convinti a fare la pizza da una coppia di anziani “Appena arrivati lì con l'Accademia, un'anziana coppia di Baradili continuava a chiederci se facevamo pizze. Alla fine ci hanno convinti”, scherza Massa che però assicura: “Da quando abbiamo aperto vengono tutte le settimane”. E non sono gli unici: nel 2019 in occasione della quarta edizione di 'Baradili capitale della pizza' - manifestazione a cui prendono parte i maggiori esperti del settore – nel paese si sono riversati circa 10 mila degustatori che hanno travalicato i confini di piccolo centro, sconfinando nei tanti comuni limitrofi. Il locale, prima della pandemia, ogni fine settimana e durante le cerimonie riempiva i suoi 180 coperti, dopo il lock-down e la chiusura degli ultimi mesi imposta dalle restrizioni per il contenimento del virus, Sa Scolla si prepara a riaprire a pranzo e a numeri ridotti. “Faremo anche asporto, certo sarà difficile, ma è un segnale”, ha spiegato Massa.
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La scorsa settimana abbiamo visto come sono cambiati i consensi ai partiti durante la pausa di fine anno. Da questo punto di vista, la nuova Supermedia dei sondaggi di oggi è però un indicatore ancora più “robusto”, perché si basa su un numero molto maggiore di rilevazioni e di istituti demoscopici (ben 7). E questo spiega, da un lato, come mai alcune variazioni che avevamo intravisto sembrano essersi ridimensionati e, dall'altro, il palesarsi di nuove tendenze che la scorsa settimana non avevamo ancora potuto scorgere. Cominciamo dalle conferme: queste riguardano i primi due partiti, ossia la Lega e il Partito Democratico. Entrambi, nel mese che ci separa dall'ultima Supermedia del 2020, hanno perso mezzo punto percentuale. Il partito di Matteo Salvini scende così al 23,1%, una cifra che era stata superata di slancio nell'ormai lontano maggio 2018, e alla quale la Lega non era mai ridiscesa (fino a oggi). Dal canto suo, il PD resta ancora sopra il 20%, ma di un soffio: su 9 sondaggi pubblicati nelle ultime settimane, sono ben 5 quelli in cui il PD ha registrato un valore inferiore a questa soglia psicologica, un campanello d'allarme che il partito di Nicola Zingaretti non può ignorare. Un'altra conferma è quella che riguarda Fratelli d'Italia, terzo partito con il 16,3% – il miglior risultato della sua storia. Soltanto un anno e mezzo fa, all'indomani delle Europee, la Lega aveva 30 punti più di FDI: oggi, questo distacco si è ridotto a 6,8 punti. Va invece ridimensionato il calo del Movimento 5 Stelle, oggi al 15,0%. Alla luce dei dati odierni, parafrasando Twain, si può dire che le notizie sul crollo del M5S si sono rivelate un po' esagerate; ciò non toglie che il Movimento sia ormai ridotto a meno della metà di ciò che era all'inizio di questa legislatura, senza riuscire in alcun modo a invertire la rotta. Anche Azione conferma il suo buon momento: con il 3,5% il partito di Carlo Calenda si piazza al sesto posto, staccando la Sinistra e Italia Viva, anche se i dati più recenti ridimensionano un po' il “boom” intravisto la scorsa settimana. La vera sorpresa di questa Supermedia è rappresentata però da Forza Italia, che dopo ben un anno e mezzo torna a sfiorare l'8%. Secondo Ipsos e Tecnè, FI sarebbe addirittura risalita sopra il 10%. Una vitalità che fa riflettere, soprattutto alla luce del fatto che nel centrodestra la Lega continua a scendere, ma la crescita di FDI sembra essersi arrestata. È possibile che, dopo aver perso elettori in direzione di Giorgia Meloni, ora la Lega ne stia perdendo altri verso il partito più “tradizionale” del centrodestra più? Quel che è certo è che, nonostante questi movimenti al suo interno, il centrodestra continua ad essere largamente la prima area politica del Paese, con oltre il 48% dei consensi virtuali (grazie anche all'1% del movimento Cambiamo! di Giovanni Toti). Le fibrillazioni in seno al Governo fanno invece soffrire la maggioranza giallo-rossa: ad oggi i 4 partiti su cui si è appoggiato (finora) il secondo Governo Conte valgono il 41,4%. Gli oltre 7 punti di ritardo rispetto al centrodestra diventerebbero 10 se infine – come appare sempre più probabile – Italia Viva dovesse sfilarsi definitivamente e passare all'opposizione. Questo ci porta dritti al tema di questi ultimi giorni: la crisi di Governo e lo “showdown” andato in scena tra lunedì e martedì in Parlamento, dove Giuseppe Conte è riuscito a (ri)ottenere la fiducia nonostante l'astensione dei deputati e senatori renziani. Come abbiamo già visto, la maggioranza degli italiani non sembra aver compreso bene (né tantomeno condividere) le ragioni di questa crisi. Tutti i sondaggi sull'argomento hanno ampiamente dimostrato come, tra Conte e Renzi, sia stato il primo a godere di un maggior favore dell'opinione pubblica in questo frangente. Eppure, anche sul fronte della percezione degli elettori (così cruciale in tempi di politica iper-comunicata) per il premier il bicchiere è mezzo pieno. Secondo un sondaggio di EMG realizzato nelle ore immediatamente successive al voto in Senato, per il 41% degli italiani sarebbe proprio Conte ad essere uscito vincitore dal passaggio parlamentare che si è concluso martedì sera, contro il 12% che invece indica Renzi. Significativo, però, è che una quota ancora maggiore (45%) è dell'opinione che nessuno dei due possa dirsi vincitore. Per di più, la maggioranza assoluta degli italiani (58%) ritiene che il Governo sia uscito indebolito da quest'ultimo voto di fiducia, mentre solo un italiano su quattro pensa che questo passaggio abbia rafforzato l'esecutivo. Rispetto all'argomentazione (fatta propria da alcuni osservatori) secondo cui l'uscita di Italia Viva dalla maggioranza abbia eliminato un fattore di instabilità, sembra quindi prevalere la considerazione che, dal punto di vista dei numeri in Parlamento, ora la strada si sia fatta estremamente ripida per Conte e i suoi ministri. Sondaggio EMG per @agorarai Per il 58% degli intervistati il governo #Conte è più debole dopo il voto di fiducia. Per il 25% è invece più forte. pic.twitter.com/juW7rszTfy — YouTrend (@you_trend) January 21, 2021 Ma se non ci sono più i numeri per una navigazione regolare del Governo, cosa sarebbe meglio per il nostro Paese? In risposta a questa domanda, dal sondaggio Ipsos arriva un barlume di speranza per il premier: il 40% degli intervistati risponde che la cosa migliore sarebbe comunque continuare con un esecutivo guidato da Conte, contro il 31% - verosimilmente, in larga parte elettori di centrodestra – che preferirebbe uno scioglimento anticipato del Parlamento e nuove elezioni. Solo il 14%, infine, auspica la nascita di un nuovo Governo, guidato da un diverso Presidente del Consiglio. Un'opzione, quest'ultima, di cui quasi certamente sentiremo parlare nelle prossime settimane. NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto, realizzati dal 7 al 20 gennaio dagli istituti Demopolis, EMG, Euromedia, Ipsos, Noto, SWG e Tecnè. La ponderazione è stata effettuata il giorno 21 gennaio sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it.
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AGI - Il presidente americano Joe Biden ha chiamato il capo dell'Ufficio della Guardia Nazionale per scusarsi dopo che alle truppe dispiegate a Washington. per proteggere la sua cerimonia di insediamento, è stato ordinato di dormire in un garage non riscaldato una volta cacciate dal Campidoglio. Nella telefonata con il generale Daniel R. Hokanson, il capo dell'Ufficio della Guardia Nazionale, Biden si è scusato e ha chiesto cosa poteva fare, riferiscono dalla Casa Bianca. Jill Biden, la first lady, con una decisione imprevista è uscita dalla Casa Bianca per far visita ai soldati di stanza fuori dal Campidoglio oggi pomeriggio, ringraziando per il loro lavoro e distribuendo biscotti al cioccolato. "La Guardia Nazionale avrà sempre un posto speciale nel cuore di tutti i Biden", ha detto, sottolineando che il loro figlio Beau, morto nel 2015, era un membro della Guardia Nazionale dell'Esercito del Delaware. "Sono soldati, non sono i servi di Nancy Pelosi", ha detto il governatore Ron DeSantis della Florida, un repubblicano, su "Fox and Friends" questa mattina. "Questa e' una missione a meta', a questo punto, e penso che la cosa appropriata sia riportarli a casa". Tra Covid e notti sul pavimento Sono almeno un centinaio gli uomini della Guardia Nazionale - i soldati giunti a Washington dopo l'assalto del 6 gennaio al Congresso - risultati positivi al Covid-19 e che adesso sono in quarantena negli hotel vicini. Lo hanno riferito tre fonti a Politico, secondo cui lo schieramento dei soldati a Washington per il giuramento del presidente, Joe Biden, potrebbe essersi trasformato in un evento "super-spreader", di superdiffusione del contagio. Secondo Politico, la Guardia Nazionale non è riuscita ad approntare un piano per testare i soldati, alcuni dei quali hanno dovuto cercare di farsi un test da soli. Al momento la Guardia Nazionale non ha segnalato il numero di casi, anche se si teme che il Covid-19 si sia diffuso molto rapidamente tra i 25mila soldati giunti nel centro della capitale (dopo il giuramento, più di 10 mila soldati rimangono ancora in servizio a Washington). Intanto, il Washington Post ha raccontato che centinaia di soldati hanno trascorso giovedì notte dormendo per terra nei garage fuori dal complesso del Congresso. Due agenti hanno raccontato al Post che i soldati sono stati trasferiti senza spiegazioni nel garage dove non c'era quasi spazio, passavano le auto vicine, i soldati erano esposti al fumo e c'erano pochi bagni. Gli uomini della Guardia Nazionale arrivati a Washington hanno stanze d'albergo, ma i soldati sono in genere in servizio per un giorno o due, turni di poche ore e non possono tornare facilmente ai loro alloggi, molti dei quali sono fuori dal Distretto di Columbia, negli Stati confinanti della Virginia e del Maryland. Al loro arrivo dopo l'assalto a Capitol Hill, i soldati erano stati autorizzati a dormire sul pavimento lungo i corridoi del Congresso e le foto avevano fatto il giro del mondo. Ma giovedì qualcuno li ha spostati in un parcheggio sotterraneo: le immagini circolate su Internet, con i soldati sdraiati sotto le luci al neon, con pochi bagni e prese per ricaricare i telefoni, hanno suscitato un coro di sdegno. "Questo è un insulto a tutte le unità della Guardia Nazionale che hanno seguito gli ordini e servito al freddo e sotto la pioggia tutta la notte senza cedere. Hanno protetto il Campidoglio quando ne avevamo più bisogno", ha tuonato il deputato democratico Brendan Boyle su Twitter. Gli ha fatto eco il nuovo leader della maggioranza al Senato, il dem Chuck Schumer, che ha definito la situazione "un oltraggio che non accadra' mai piu'". Non è chiaro chi abbia deciso lo spostamento: dalla Guardia Nazionale hanno sostenuto che sia stata la Capitol Police, ma il capo della polizia interna del Campidoglio ha negato, riferendo poi che "tutti gli uomini e le donne della Guardia Nazionale sono stati trasferiti in spazi all'interno del complesso del Campidoglio".
AGI - «Nessuna rettifica, a seguito di un approfondimento relativo all'algoritmo dell'Iss, condiviso con lo stesso, per l'estrazione dei dati per il calcolo dell'Rt, abbiamo inviato la rivalorizzazione di dati richiesta che ci auguriamo porti alla revisione dell'assegnazione di zona rossa». Lo dice Letizia Moratti a Repubblica. Per l'assessore al Welfare e vicepresidente della Regione Lombardia "e' stata strumentalizzata una frase, estrapolata senza tener conto del contesto e del significato che avrei voluto dare a una parola. Nella lettera che ho scritto al commissario Arcuri ho specificato in maniera chiara quello che intendevo: potrebbero essere rivisti i criteri per l'accelerazione dei vaccini, non per la loro distribuzione, in quelle regioni che si trovano in zona rossa, hanno una densità abitativa maggiore e una mobilità più intensa. Poi, parlando di categorie, ho evidenziato come nella fase 2 potrebbero essere presi in particolare considerazione gli insegnanti, il personale scolastico e i lavoratori. In questo senso, per semplificare, ho usato il termine Pil, ma intendevo parlare dei lavoratori». Quindi non pensa che la ricca Lombardia debba avere più vaccini? «Ma per carità, no. Da questa pandemia si esce tutti insieme. Non fa parte del mio modo di intendere le fragilità, è la mia storia personale a raccontarlo. Poi, nella logica di un incontro informale (con i capigruppo in Consiglio regionale ndr) può essere stato frainteso».
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AGI - Un ragazzo di 23 anni, ricoverato all'ospedale Cto della Città della Salute di Torino per un gravissimo trauma facciale, è stato sottoposto in urgenza ad un lungo intervento di ricostruzione del volto con la stampa 3D. Per i medici, pianificare l'intervento di ricostruzione e la stampa additiva dei dispositivi da utilizzare in sala operatoria è stata una corsa contro il tempo. Un laboratorio per sperimentare nuove metodiche chirurgiche con l'ausilio delle tecnologie 3D è attivo da due anni presso l'ospedale Molinette di Torino. Il laboratorio si trova all'interno del reparto di Chirurgia maxillo facciale e consente di ricreare un modello del paziente e tramite software dedicati progettare l'intervento chirurgico, in modo da ottenere soluzioni personalizzate per ogni paziente. Il laboratorio è dotato di una postazione per l'elaborazione virtuale 3D dei modelli anatomici, che poi verranno realizzati attraverso l'utilizzo di stampanti 3D presenti in reparto, per coadiuvare la pianificazione degli interventi chirurgici. Una sinergia di tecnologie ed esperienza clinica che ha permesso di sviluppare nuovi protocolli di diagnosi e cura di pazienti, con la possibilità di trasferire la pianificazione degli interventi in sala operatoria. Nonostante la presenza del laboratorio all'interno del reparto, la simulazione chirurgica e la stampa 3D in urgenza differita rimane una sfida soprattutto in termini di tempo.Appena le immagini TC sono state disponibili, gli ingegneri del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino, su indicazione dei chirurghi, hanno simulato al computer l'intervento cercando di ridare forma all'anatomia del volto fortemente compromessa dal trauma. Successivamente è stato stampato un modello 3D del volto ricostruito su cui i chirurghi hanno modellato placche di titanio personalizzate sul paziente da utilizzare in sala operatoria come guide per la ricostruzione. L'intervento preparato in 3D a tavolino ha consentito di ridurre i tempi operatori velocizzando i passaggi chirurgici e la soluzione dei possibili imprevisti. La pianificazione chirurgica virtuale, integrata con le tecnologie di stampa additiva, hanno consentito di svolgere, all'interno delle sale operatorie della Città della Salute di Torino già numerosi interventi di chirurgia ad alta complessità del volto in regime di elezione. Tuttavia questo caso rappresenta una delle prime applicazioni di utilizzo di questa tecnologia nella chirurgia traumatologica d'urgenza.
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AGI - Matteo Renzi "garantisce l'instabilità politica in Italia". A dirlo è Goffredo Bettini, esponente del Pd in prima linea per cercare di porre rimedio alla crisi politica innescata dalla decisione del leader Iv di ritirare le sue ministre. Bettini, parlando all'attivo della federazione provinciale di Roma del Pd, sottolinea il momento attraversato dal Paese ricordando che "dobbiamo ricostruire l'Italia: abbiamo le risorse del Recovery Fund, abbiamo da affrontare la campagna vaccinale, impegni internazionali e occorre un rilancio, una ripartenza, serena e consapevole delle cose fatte, ma severa nella definizione di un programma di fine legislatura". Da questo punto di vista, aggiunge, "il Pd, indicando questa strada, ha spinto il premier a imboccarla. Nel momento in cui abbiamo posto questa questione, abbiamo parlato con tutti, compreso Renzi: una esperienza intensissima, questa. Ne stava venendo fuori che la proposta iniziale era insufficiente. Si è quindi definito, in un lavoro molto serrato coordinato da Gualtieri, una nuova proposta che andrà sottoposta al Parlamento e alle parti sociali. Ieri - ricorda Bettini - c'è stato un incontro con il sindacato e questo incontro è andato bene. Ma noi ci dobbiamo ricordare che avevamo un governo nostro che vedeva il sindacato come un nemico, altrimenti non si ha contezza di quanto lavoro abbiamo fatto". Tornando al tentativo di ricucire con Matteo Renzi e con Italia Viva, poi, Bettini sottolinea: "Abbiamo chiesto a Conte di andare al Quirinale per il patto di legislatura. Lui lo ha fatto e ha detto queste cose: facciamo un patto di legislatura, sediamoci attorno al tavolo. Proprio dopo quel momento Renzi ha fatto la scelta di rompere. Una scelta incomprensibile per noi. Ma la vera strategia di Renzi, fin dall'inizio della costituzione di Italia Viva, è stata - come ha detto - mirata a ridurre il Pd al 6 per cento, come ha fatto Macron con i socialisti francesi. Ma quello spazio che lui immaginava non ci è stato", ha rimarcato l'esponente dem. "Quindi Renzi ha visto una sua crisi politica dentro il governo e ha rotto per questo motivo. Oggi, Renzi vuole riaprire il gioco per rompere lo schema politico costruito fra Pd, M5s e Leu. Noi siamo competitivi alle elezioni se manteniamo integro questo schema politico: immediatamente dopo aver gettato il Paese in una crisi la buio, Renzi ha detto che se Conte li avessi richiamati al tavolo si sarebbe risolto tutto in due ore. Ma come? Hai fatto un casino, hai buttato all'aria tutto, hai detto che Conte è un vulnus della dmeocrazia e poi gli dici di richiamarti. Ma che credibilità e'? Purtroppo Renzi è garanzia di instabilità della politica italiana".
Vi ha ricordato qualcuno Michelle Obama avvolta nel maxicappotto bordeaux indossato su pantaloni e maglia dello stesso colore alla cerimonia d'insediamento di Biden? Ma Nicole Kidman alias Grace Fraser naturalmente, con i lunghi cappotti da urlo (e pure dello stesso colore di quello dell'ex first lady) sfoggiati in ‘The Undoing'. Sono i protagonisti, come e a questo punto più della star, della serie HBO/Sky che sta tenendo incollati al video e ai siti le spettatrici fashion victim, considerando che il motore di ricerca specializzato Stylight ha rilevato un aumento del 60 per cento di clic per i cappotti simili a quelli indossati dalla Kidman nelle sue camminate a Central Park e nelle vie di Manhattan. Tocca infatti accontentarsi di banali imitazioni per impossessarsi del cappotto superstar della serie ad alta tensione psicologica, quello verde oliva lungo fino ai polpacci, di velluto ma dall'effetto pelliccia di astrakan, stile impero. Lo ha creato con le sue mani la stylist della serie Signe Sejlund, a questo punto più star della Kidman, che intervistata in tutto il mondo ha spiegato la filosofia del successo dei suoi look, fuori e dentro la tv: “Tutte le donne sognano un cappotto che le faccia sentire protette, sicure e allo stesso tempo eleganti: io non ho fatto che portarli sullo schermo”. Volendosi accontentare della sciarpa di cachemire con cui Kidman accompagna il cappotto verde, invece, è rintracciabile l'originale di Etro. E sempre che si trovi il coraggio di mettere su fisici mediterranei i modelli indossati dall'inarrivabile stangona australiana, anche gli altri cappotti, sebbene personalizzati per lei con qualche sapiente ritocco dalla Sejlund, sono in commercio: quello a vestaglia bordeaux è di Max Mara (e anche in saldo sul sito di e commerce insieme ad altri abiti della serie) il cappotto floreale sul beige con cintura sul vitino da vespa è targato Etro. Cappotti a parte, l'abito da urlo della serie è senz'altro quello lungo e plissettato con scollatura verticale sul davanzale, un po' da antica greca, che Kidman-Fraser indossa nella serata di gala da cui si dipana il giallo che coinvolge suo marito Hugh Grant. E' una creazione di Givenchy e sui siti di e-commerce è in vendita alla modica cifra di settemila dollari, sconto del trenta per cento compreso.
Tra i casi conteggiati come infetti ci sono anche centinaia di guariti: cosa è successo in Lombardia