Effetto Covid su settore Gioco: cresce allarme su canali illegali
Luiss Business School e Ipsos lanciano Progetto dedicato
Maria De Filippi ha confessato perché ha deciso di condurre Uomini e Donne seduta sugli scalini.
AGI - Dodici prestigiosi club europei di calcio hanno annunciato un accordo congiunto per costituire una nuova competizione calcistica infrasettimanale, la Super League, governata dai Club Fondatori. Tre club italiani - Milan, Juventus e Inter - insieme con Arsenal, Atletico Madrid, Chelsea, Barcelona, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Real Madrid e Tottenham Hotspur hanno aderito in qualità di Club Fondatori. È previsto che altri tre club aderiranno come Club Fondatori prima della stagione inaugurale, che dovrebbe iniziare "non appena possibile", si legge in una nota. In futuro, i Club Fondatori auspicano l'avvio di consultazioni con Uefa e Fifa "al fine di lavorare insieme cooperando per il raggiungimento dei migliori risultati possibili per la nuova Lega e per il calcio nel suo complesso". La Uefa e le autorità calcistiche dei tre paesi - Italia, Spagna e Inghilterra - hanno avvertito che i club saranno esclusi dalle competizioni nazionali e dalla Champions League e che ai giocatori dei club partecipanti "potrebbe essere negata l'opportunità di rappresentare le proprie nazionali". La creazione della Super League arriva in un momento in cui la pandemia, sceondo i soci fondatori, ha accelerato l'instabilità dell'attuale modello economico del calcio europeo. "La pandemia ha evidenziato la necessità di una visione strategica e di un approccio sostenibile dal punto di vista commerciale per accrescere valore e sostegno a beneficio dell'intera piramide calcistica europea" si legge nella nota, "In questi ultimi mesi ha avuto luogo un ampio dialogo con gli stakeholders del calcio riguardo al futuro formato delle competizioni europee. I Club Fondatori credono che le misure proposte a seguito di questi colloqui non rappresentino una soluzione per le questioni fondamentali, tra cui la necessità di offrire partite di migliore qualità e risorse finanziarie aggiuntive per l'intera piramide calcistica". Il format della competizione prevede 20 club partecipanti di cui 15 Club Fondatori e un meccanismo di qualificazione per altre 5 squadre, che verranno selezionate ogni anno in base ai risultati conseguiti nella stagione precedente. Saranno giocate Partite infrasettimanali con tutti i club partecipanti che continuano a competere nei loro rispettivi campionati nazionali, preservando il tradizionale calendario di incontri a livello nazionale che rimarrà il cuore delle competizioni tra club. • Inizio ad agosto, con i club partecipanti suddivisi in due gironi da dieci squadre, che giocheranno sia in casa che in trasferta e con le prime tre classificate di ogni girone che si qualificheranno automaticamente ai quarti di finale. Le quarte e quinte classificate si affronteranno in una sfida andata e ritorno per i due restanti posti disponibili per i quarti di finale. Il formato a eliminazione diretta, giocato sia in casa che in trasferta, verrà utilizzato per raggiungere la finale a gara secca che sarà disputata alla fine di maggio in uno stadio neutrale. Dopo l'avvio della competizione maschile, non appena possibile, verrà avviata anche la corrispettiva lega femminile, per contribuire allo sviluppo e al progresso del calcio femminile. Il nuovo torneo annuale fornirà una crescita economica significativamente più elevata ed un supporto al calcio europeo tramite un impegno di lungo termine a versare dei contributi di solidarietà senza tetto massimo, che cresceranno in linea con i ricavi della lega. Questi contributi di solidarietà saranno sostanzialmente più alti di quelli generati dall'attuale competizione europea e si prevede che superino i 10 miliardi di euro durante il corso del periodo iniziale di impegno dei club. Inoltre, il torneo sarà costruito su una base finanziaria sostenibile con tutti i Club Fondatori che aderiscono ad un quadro di spesa. In cambio del loro impegno, i Club Fondatori riceveranno un contributo una tantum pari a 3,5 miliardi di euro a supporto dei loro piani d'investimento in infrastrutture e per bilanciare l'impatto della pandemia Covid-19. Florentino Pérez, presidente del Real Madrid CF e primo presidente della Super League, ha dichiarato: "Aiuteremo il calcio ad ogni livello e lo porteremo ad occupare il posto che a ragione gli spetta nel mondo. Il calcio è l'unico sport davvero globale con più di quattro miliardi di appassionati e la responsabilità di noi grandi club è di rispondere ai loro desideri". Sostenendo la nuova lega europea, Andrea Agnelli, presidente della Juventus e vicepresidente della Super League, ha detto: “I 12 Club Fondatori hanno una fanbase che supera il miliardo di persone in tutto il mondo e un palmares di 99 trofei a livello continentale. In questo momento critico ci siamo riuniti per consentire la trasformazione della competizione europea, mettendo il gioco che amiamo su un percorso di sviluppo sostenibile a lungo termine, con un meccanismo di solidarietà fortemente aumentato, garantendo a tifosi e appassionati un programma di partite che sappia alimentare il loro desiderio di calcio e, al contempo, fornisca un esempio positivo e coinvolgente”. Joel Glazer, co-chairman del Manchester United e vicepresidente della Super League, ha aggiunto: "Mettendo insieme i più grandi club e giocatori del mondo ad affrontarsi per tutta la stagione, la Super League aprirà un nuovo capitolo per il calcio europeo, assicurando una competizione e strutture di prim'ordine a livello mondiale, oltre a un accresciuto supporto finanziario per la piramide calcistica nel suo complesso".
Non è un gioiello scelto a caso, la spilla indossata da Elisabetta II nel giorno del funerale del marito Filippo, ha infatti due particolari significati
AGI - Tre regioni in rosso e tutte le altre, più le due province autonome di Trento e Bolzano, in arancione. E' questa l'Italia a colori che, da lunedì 19 aprile a domenica 25, segnerà l'ultima settimana senza territori in zona gialla o bianca. Da lunedì 26 aprile, infatti, il governo guidato da Mario Draghi avvia "l'operazione riaperture", seppur graduale e con una serie di regole ancora da mantenere. Torna pienamente operativo il cosiddetto sistema semaforo, quindi torna la zona gialla nelle regioni a minor rischio e con una serie di parametri (alcuni nuovi rispetto ai criteri precedenti) nel rispetto delle norme. Resta, però, la chiusura per tutti dalle 22 alle 5, con il coprifuoco. Il piano per le riaperture Le principali novità, secondo quanto previsto dal Governo in seguito alla riunione della cabina di regia, dal 26 aprile torna la didattica in presenza, nelle zone gialle e arancioni, in tutte le scuole di ogni ordine e grado; riaprono bar e ristoranti, ma solo con il servizio all'aperto, sia a pranzo che a cena nelle zone gialle; sarà possibile lo spostamento tra regioni gialle e solo con un "pass" per spostamenti possibili anche tra regioni di diverso colore, musei di nuovo aperti. Sempre da lunedì nelle zone gialle riapriranno i musei, e anche teatri, cinema e spettacoli aperti con misure di limitazione della capienza. Il capitolo riaperture, successivamente, consentirà dal 15 maggio l'apertura delle piscine, solo all'aperto; dal primo giugno ristoranti con tavolo al chiuso, solo a pranzo, con nuove linee guida, e anche le palestre, sempre con nuove linee guida; dal primo luglio al via fiere e congressi con nuove linee guida, l'attività di stabilimenti termali e parchi tematici, con nuove linee guida. Resta il coprifuoco, in tutto il Paese, dalle 22 alle 5, che potrebbe rimanere anche per tutto il mese di maggio. Aspettando il giallo, nell'Italia a colori da lunedì 19 a domenica 25 aprile, le regioni in zona arancione sono: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto, la provincia autonoma di Bolzano e la provincia autonoma di Trento. Le regioni in zona rossa, invece, sono: Puglia, Sardegna e Valle d'Aosta. Quasi 7 milioni di studenti tornano in aula Da lunedì 19 saranno 6 milioni e 850 mila gli alunni presenti nelle aule sugli 8,5 milioni delle scuole statali e paritarie. In pratica, 291 mila in più della scorsa settimana, tutti della Campania che è uscita dalla zona rossa per passare nella fascia arancione. Restano in zona rossa Puglia, Sardegna e Val d'Aosta con 390 mila alunni in didattica a distanza, secondo i calcoli di Tuttoscuola. In tutto saranno quasi un milione e 657mila quelli ancora a casa in Dad la prossima settimana. Complessivamente per la prossima settimana, con l'80,5% alunni in presenza, si ritorna ai dati del febbraio scorso quando in presenza si erano sfiorati i 7 milioni in classe. Nelle tante regioni in zona arancione la percentuale di alunni in presenza oscilla tra l'81% e l'86%, mentre nelle tre in zona rossa si ferma al 51%. Il quadro sul territorio si fa più omogeneo. Sempre secondo le elaborazioni di Tuttoscuola, gli alunni in presenza raggiungono l'84% al Nord, l'83% al Centro, il 76% nelle Isole (con un calo dovuto alla Sardegna), e il 74% nelle regioni del Sud. Le province autonome di Bolzano e Trento confermano complessivamente la più alta percentuale di alunni in presenza (87%). Sileri: dati buoni, ma ancora troppi contagi "I numeri attuali, seppur migliori, non sono ancora così buoni da abbattere tutte le restrizioni. Portare l'Rt di molto sotto lo 0,8 permetterà di alleggerire alcune misure e allungare il coprifuoco fino a toglierlo del tutto, ma non corriamo troppo. L'incidenza di contagi è ancora alta. Dobbiamo scendere sotto i 5 casi ogni 10 mila abitanti". Lo dice il sottosegretario alla salute, Pierpaolo Sileri, in una intervista a 'La Stampa', in merito al coprifuoco, dalle 22 alle 5, destinato a restare in vigore almeno per tutto il mese di maggio. Gelmini: immunità di gregge a settembre "Con questo ritmo nelle vaccinazioni nell'arco di un paio di mesi, tra agosto e settembre, potremmo raggiungere l'immunità di gregge". Lo ha detto Mariastella Gelmini, ministri per gli Affari regionali, durante il programma "Il caffè della domenica", su Radio24. "L'obiettivo - ha aggiunto - è arrivare tra 450 e 500 mila vaccinazioni a fine aprile" Sempre la Gelmini, in una intervista al Corriere della Sera, ha dichiarato: "Io ho fiducia negli italiani, in questo anno di duri sacrifici hanno rispettato le regole con pazienza. Ora deve scattare un senso ulteriore di responsabilità, bisogna che tutti assumano comportamenti corretti", sostiene la ministra degli Affari regionali. In merito all'allarme terapie intensive ed alla posizione critica di alcuni virologi sulle riaperture, la ministra sottolinea che le terapie intensive occupate "sono 3.340, ma una settimana fa sfioravano i 4.000. I dati della relazione che il Comitato tecnico scientifico ha fatto in cabina di regia ci dicono che abbiamo conquistato degli spazi di libertà, da gestire con grande prudenza. Draghi ha parlato di rischio calcolato per tre fattori, l'espansione della quota di popolazione anziana e fragile vaccinata, gli effetti delle misure e l'arrivo della bella stagione". "Il Paese non ce la fa più, dobbiamo convivere con il virus e stiamo comunque mantenendo il sistema delle fasce di colore, sarà giallo solo chi avrà i numeri per esserlo. Avevamo stabilito che avremmo fatto un tagliando ad aprile e abbiamo mantenuto la parola. Le riaperture - conclude Gelmini - dovranno essere graduali e in sicurezza, non possiamo permetterci errori. La differenza la faranno i comportamenti".
"A Salvini direi 'Tu ti vuoi qualificare come un politico che deve guidare questo Paese verso il futuro? Bene, allora comincia a ragionare su te stesso, fatti delle domande tue, vere. Lascia stare che ti mettano in carcere oppure no, cosa che non credo accadrà, usa la sensibilità prima di ogni altra cosa e poi, solo poi, ti fai parte attiva nei confronti dell'Europa'. In Africa ci sono delle persone, degli esseri umani e che si scappi per persecuzioni politiche o per fame, che differenza fa? In un caso o nell'altro si può forse dire, allora crepa?!". Nella giornata del rinvio a giudizio per Matteo Salvini sul caso Open Arms Moni Ovadia affida le sue riflessioni all'Adnkronos. "Salvini e tutti i politici - dice l'uomo di teatro e di cultura - dovrebbero chiedersi: quale essere umano voglio essere e quale politico voglio essere, perché se c'è da raschiare qualche elettore prima o poi la parabola si spegne. C'è differenza, infatti, tra il vero politico e, diciamo così, il partitico. Il vero politico è uno che ha un orizzonte importante davanti a sé, anche nel campo della cultura, dell'istruzione, dell'educazione, mentre il politico 'partitico' cerca di scamparla per la prossima elezione, ma è una vita triste quella di chi si occupa solo di raschiare voti. E visto che Salvini aspira ad essere un leader importante, scavi dentro di sé, perché il nostro peggior nemico spesso siamo noi stessi. E a nulla servono i litigi televisivi. Dobbiamo, piuttosto, tutti insieme ritrovare il senso. Non possiamo vivere in un finto conflitto di chiacchiere che poi non cambia niente, né per gli uni né per gli altri. E' ora di svoltare, di progettare un modello di società. Né si va avanti con rimedi costrittivi o repressivi. Bisogna progettare in quale società vogliamo vivere!". "Non voglio entrare nel merito del processo di Salvini - tiene a sottolineare Ovadia - ma della questione che considero prioritaria, quella di un politico che si candida ad essere un politico importante, perché - spiega - finché la Lega aveva consensi limitati si poteva capire la scelta di un certo estremismo propagandistico, per farsi le ossa, per prendere voti. Ma quando si è segretario di un partito che ha un consenso così ampio nel Paese, si deve avere un orizzonte più ampio. E' ora che si comprenda come, al di là delle collocazioni a destra, a sinistra o al centro, vi sia una priorità assoluta e cogente ed è la priorità della sensibilità umana. Se ci sono delle persone ferme su una barca che vengono da un viaggio, che sono stremate, stanche, la prima cosa da fare è farli sbarcare, poi si dà loro assistenza e conforto, perché sono esseri umani che hanno bisogno delle prime cure cui ha diritto qualsiasi essere umano, fosse anche il peggiore dei criminale, figuriamoci uno che non ha commesso reati. Tutti, e Salvini in particolare, si devono interrogare e chiedersi: perché ho tenuto quella gente ferma in mare?". "Doveva farli sbarcare - rimarca Moni Ovadia - e poi fare i dovuti controlli, decidendo cosa fare in base alle leggi e alla Costituzione repubblicana alla quale anche Salvini si appella, anche Giorgia Meloni, anche Ignazio La Russa si appella. E allora se ci si appella alla Costituzione - argomenta lo scrittore - bisogna sapere che la Costituzione è un patrimonio integro e indiviso e allora bisogna praticare quei concetti espressi che vengono da un orizzonte ideale: gli uomini sono tutti uguali, gli uomini hanno i diritti universali sanciti anche dalla Dichiarazione Universale dell'Uomo. Questa è la riflessione che io propongo. La questione centrale è avere sensibilità verso gli esseri umani chiunque essi siano e poi farsi parte attiva nei confronti dell'Europa, che - osserva Ovadia - stenta ad essere l'Europa che dovrebbe essere". "I partiti di destra dicono che occorre aiutarli a casa loro. Bene, ma - chiede Ovadia - come si fa aiutarli a casa loro? Non gli mandiamo di certo l'elemosina! Andiamo a casa loro, piuttosto, e diciamo che tutti i paesi occidentali e ora anche la Cina li stanno depredando. E diciamo basta a tale depredazione. Qui in Italia le nostre destre dicono l'Italia agli italiani. Va bene, ma anche l'Africa agli africani. Se le multinazionali che hanno origini in Italia, e quelle cinesi, americane, inglesi, francesi, olandesi e chi più ne ha più ne metta gli portano via tutto, allora stiamo compiendo una truffa. Smettiamo, quindi, di depredare e facciamo un vero piano in cui tutte le forme di sfruttamento vengono bandite nei confronti dell'Africa e ognuno si occupi di quelle forme di sfruttamento che hanno origine nel proprio paese. Se, invece. aiutarli significa, invece, foraggiare i peggiori dittatori africani, riempire i loro conti nelle banche svizzere e vendergli le armi, allora qualcosa non funziona. O l'uno o l'altro, altrimenti, è una truffa". "Loro vengono qui perché scappano da guerre, da fame, da depredazione. I cinesi - fa un esempio preciso Ovadia - ora stanno facendo il land grabbing, il cosiddetto furto delle terre per coltivarci biocarburanti e altre cose. Ma dove coltivano gli africani? Basta!", tuona Ovadia che sottolinea: "Io credo in tre valori fondamentali. La pace (occorre bandire la guerra in tutte le sue forme), la giustizia sociale e l'uguaglianza, ma l'uguaglianza che non significa vivere tutti con la divisa di Mao Tse-tung in un loculo. L'uguaglianza è, piuttosto, pari dignità, pari diritti, pari opportunità, pari accesso all'eccellenza conoscitiva. Questi sono i pilastri dell'uguaglianza che non vuol dire essere identici, ma uguali nelle opportunità". (di Veronica Marino)
Fatale infortunio sul lavoro a Viserba (Rimini), deceduto un operaio 53enne campano schiacciato da una ruspa nel cantiere stradale di via Mazzini.
Soggetti "più anziani", con età media di 62 anni, tra i nove casi di trombosi anomala e due casi di problemi di coagulazione associati al vaccino AstraZeneca in Francia, con 4 decessi, tra il 2 e l'8 aprile. Sono le news e i dati diffusi dall'agenzia francese del farmaco (Ansm) e riportati da Le Parisien. Dall'inizio delle vaccinazioni contro il coronavirus, in Francia sono stati segnalati "23 casi" di trombosi o di problemi di coagulazione e "8 decessi" su 2.725.000 dosi del farmaco somministrate all'8 aprile. Gli ultimi 9 casi riguardano soggetti che presentano "un profilo differente" rispetto a quello di persone individuate in precedenza. L'età dei pazienti "è più alta: si tratta di 4 donne e 5 uomini più anziani (età media 62 anni)" che hanno presentato sintomi riconducibili a trombosi addominale. "I nuovi elementi saranno condivisi con l'Ema", l'agenzia europea del farmaco, "nell'ambito della valutazione europea". In Francia, "il bilancio precedente faceva riferimento a 12 casi di trombosi" successivi alla vaccinazione "e a 4 decessi". Dal 19 marzo in Francia il vaccino AstraZeneca non viene più somministrato a soggetti di età inferiore a 55 anni. Per gli under 55 che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca, sottolinea Le Parisien, si raccomanda una seconda dose di Pfizer o Moderna.
Il Principe William e il Principe Harry al termine del funerale del Principe Filippo si sono rivolti la parola. Potrebbero aver fatto pace?
Maria Finizio, lontana dal mondo dello spettacolo, è la moglie di Amedeo Grieco. La coppia ha avuto due figli, Federico e Alice.
Matteo Salvini rinviato a giudizio sul caso Open Arms. La vicenda della nave con i migranti a bordo per cui il giudice per l'udienza preliminare, Lorenzo Jannelli, ha deciso di mandare a processo l'ex ministro dell'Interno, a partire dal prossimo 15 settembre con le imputazioni di "sequestro di persona" e "omissione di atti di ufficio in concorso" ha inizio nell'agosto del 2019. Ecco le tappe principali, con la cronaca di quei giorni. 1 agosto 2019 - al largo della Libia, la Open Arms, nave di una Ong spagnola, mette in salvo, in due operazioni distinte, 124 persone. Il 2 agosto è richiesto un Pos, porto di sbarco all’Italia, ma nello stesso giorno alla nave è applicato il decreto sicurezza bis, che impone il divieto di entrare in acque italiane. Dopo il trasferimento, per motivi medici di due persone e di un loro familiare, a bordo rimangono 121 persone: tra loro 32 minori. 9 agosto - i legali di Open Arms, dopo aver depositato un ricorso presso il tribunale per i minori di Palermo in cui si chiede di sbarcare le persone, presentano una denuncia per verificare se con il blocco delle persone a bordo non si stia compiendo un reato. 10 agosto - viene effettuato un terzo salvataggio di altre 39 persone, mentre continuano i trasferimenti a causa delle condizioni di salute delle persone. 12 agosto - il tribunale dei minori di Palermo riconosce che si starebbe configurando un reato di respingimento alla frontiera e di espulsione di minori, e chiede spiegazioni al governo. 13 agosto - Open Arms presenta ricorso al tribunale amministrativo (Tar) del Lazio contro il decreto sicurezza bis, emanato dal ministero dell’interno, Matteo Salvini e co-firmato dai ministri dei trasporti e della difesa. i pentastellati Danilo Toninelli e Elisabetta Trenta. 14 agosto - il Tar del Lazio dice sì al ricorso presentato dall’Ong spagnola. Viene sospeso il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane, la Open Arms punta verso l'Italia, non riceve l'indicazione di un porto di sbarco. 16 agosto - viene presentato un nuovo esposto alla procura di Agrigento per omissione di atti d’ufficio e altri reati. A bordo della nave c'è tensione, alcuni migranti sono trasferiti per le cattive condizioni fisiche, altri si gettano in acqua per protesta. 20 agosto - Il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio sale a bordo della Open Arms e decide di ordinare lo sbarco e il sequestro preventivo d’urgenza della nave, ipotizzando il reato di abuso d’ufficio. La nave attracca a Lampedusa con 83 persone a bordo. A novembre Salvini scatta l'indagine della Procura di Agrigento per sequestro di persona e omissione d’atti d’ufficio Nel febbraio del 2020 il tribunale dei ministri chiede al Senato l’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini. Scatta l'iter al Senato: a maggio la Giunta per le immunità respinge la richiesta, l’Aula di Palazzo Madama l'approva invece il 30 luglio. Iniziano le udienze preliminari a Palermo, il Gup, alla quarta emette oggi il suo verdetto.
L’artista Annalisa Minetti potrà presto recuperare la vista avvalendosi di due occhi elettronici che sfruttano una tecnologia di ultima generazione.
AGI - La campagna vaccinale accelera e, con ieri, tocca il record giornaliero di 347.279 dosi somministrate. Un cambio di ritmo sottolineato dal ministro della Salute Roberto Speranza già nella sua informativa di giovedì alla Camera. Secondo il report settimanale del governo, nell'ultima settimana sono state oltre 10,1 milioni di prime dosi somministrate, una media di 291mila al giorno. Le dosi inoculate sono l'83,8% di quelle consegnate (14,3 su 17,1 milioni). A oggi, gli over 80 che hanno ricevuto la prima dose di vaccino sono il 76,09% e quelli già immunizzati poco meno della metà (il 45,19%) mentre quasi un quarto, il 23,9% - in numeri assoluti poco più di un milione - è ancora in attesa della prima dose. Le percentuali di immunizzati cominciano a essere davvero considerevoli - in media tre su 4 - sia tra gli operatori sanitari sia tra gli ospiti delle Rsa. Incassati i successi per queste categorie, il grosso della campagna vaccinale è tutto da realizzare. Solo un italiano su 6 oggi ha ricevuto la prima dose di vaccino anti-Covid. Preoccupa soprattutto che tra i 70-79enni, ovvero coloro che sono più a rischio, quelli che hanno ricevuto la prima dose sono il 30,14%, quelli che hanno avuto entrambe le dosi appena il 3,4%. Mentre 4,2 milioni di persone appartenenti a questa fascia d'età sono ancora in attesa della prima. Tra gli obiettivi più ardui del governo c'è quello di somministrare entro giugno "la prima dose al target sopra i 60 anni, dove si sono concentrati il 95% dei decessi". Eppure l'obiettivo, ribadito dal commissario per l'emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, resta quello di vaccinare ogni giorno mezzo milione di persone. Per riuscirci, però, è fondamentale che sia rispettato il calendario delle forniture. Tra dicembre e marzo sono arrivate 14 milioni di dosi, da qui a giugno dovremmo riceverne oltre il triplo, sempre stando alle previsione del commissario Figliuolo. Ma il ritmo con cui si procederà a immunizzare gli italiani dipenderà molto dalle valutazioni dell'Ema sul siero Johnson & Johnson, attese per martedì.
Liberamente ispirato a una storia vera, è in libreria il thriller poliziesco 'Il tempo degli sbirri' del poliziotto-scrittore Maurizio Lorenzi, conosciuto anche con l'acronimo 'MaLo'. "Mi sono imbattuto in questa storia che risale all'inizio degli anni 2000: due criminali sottoposti in regime di alta sorveglianza riescono a evadere in una notte di ottobre, in modo clamoroso, dal carcere di Bergamo. Una vicenda che è sempre rimasta coperta da un alone di mistero. Per questo ne sono stato attratto", racconta all'Adnkronos l'autore del libro (Bolis Edizioni), Maurizio Lorenzi. "Attraverso le carte - prosegue - ho approfondito i retroscena, scoprendone particolari inediti. Dopo la fuga dei due detenuti, scatta una rocambolesca 'caccia all'uomo all'italiana' che si spingerà al di fuori dei confini nazionali in cui si vanno ad intrecciare le vite dei protagonisti, da una parte i due fuggiaschi, dall'altra i due investigatori che li inseguono". Si tratta di due poliziotti di strada, che non hanno mai avuto paura di sporcarsi le mani nella feccia criminale. Ma non finisce qui. C'è un altro fatto reale da cui prende spunto la narrazione ritmata da flashback. "L'arresto, come racconta la stessa cronaca, del direttore della Casa Circondariale di Bergamo che incrina l'apparente tranquillità che avvolge la città di Bergamo", spiega lo scrittore. Solo un punto di partenza? Basterà sfogliare le pagine del libro per scoprirlo. Un racconto che non manca di suspense tra il rincorrersi delle gesta dei criminali in fuga parallelamente a quelle degli agenti inseguitori. "Quando stavo terminando di scrivere questa storia - avevo sospeso il lavoro durante il lockdown -, ho immaginato una delle necessità maggiormente sentite dalle persone in epoca Covid, quella di distrarsi", evidenzia Lorenzi al suo quinto romanzo poliziesco. "Abbiamo tutti un gran bisogno di staccare la spina. Ecco, l'avventura narrata spero possa aiutare i lettori a uscire fuori dalla quotidianità, a vivere un'esperienza fuori dall'ordinario. I libri in fondo servono proprio a questo: a vivere meglio".
Intervistato dal Corriere della Sera, Paolo Bonolis racconta di aver voluto intraprendere la carriera diplomatica, citando il caso Erdogan.
In Israele da oggi non è più obbligatorio l'uso della mascherina all'aperto. Una delle misure più importanti per contrastare i contagi di Coronavirus viene cancellata nel Paese grazie al boom delle vaccinazioni. L'uso della mascherina in Israele è ancora obbligatorio nei luoghi chiusi, ma secondo alcuni esperti anche questa regola potrebbe essere revocata entro il prossimo mese, visto il drastico calo dei contagi. La maggior parte delle scuole sono state completamente riaperte. Nelle aule sono comunque obbligatorie ancora le mascherine. Il numero di persone attualmente gravemente malate a causa del Covid-19 si aggira in Israele intorno alle 200. A fine gennaio la cifra era di circa 1.200. Circa 5,3 milioni dei 9 milioni di abitanti del paese hanno ricevuto almeno una dose del vaccino Pfizer/BioNTech. Quasi 5 milioni di abitanti hanno ricevuto le due dosi. Circa 1 milione di israeliani di età superiore ai 16 anni ancora non è stato vaccinato. Gli esperti hanno avvertito che il paese non ha ancora raggiunto l'immunità di gregge. Israele, che oggi registra appena 82 casi di Covid, dopo il successo della campagna vaccinale riapre anche le scuole di tutti i gradi in presenza piena. "Il livello di presenza del virus in Israele è molto basso, grazie al successo della nostra campagna vaccinale, e quindi possiamo revocare altre restrizioni", ha detto il ministro della Sanità, Yuli Eldestein, annunciando le misure. Ribandendo che la mascherina rimane lo strumento con cui "ci proteggiamo dal virus", ha spiegato che la decisione è stata presa sulla base della raccomandazione degli esperti che hanno detto che "non sono necessarie all'aperto".
La conduttrice di “Quelli che il Calcio”, Mia Ceran, ha annunciato in diretta tv la propria gravidanza: la donna, infatti, aspetta il suo primo figlio.
Funerali del principe Filippo, l'ultimo saluto oggi nella Cappella di San Giorgio al Castello di Windsor. A trasportare il feretro è stata la Land Rover che lo stesso duca ha contribuito a progettare. A officiare il rito, l'arciprete di Windsor, David Conner. La lunga vita di Filippo "è stata una benedizione per noi" e "le nostre vite sono state arricchite", ha detto Conner all'inizio della cerimonia. "Siamo qui oggi nella Cappella di San Giorgio per consegnare nelle mani di Dio l'anima del suo servo, il principe Filippo, duca di Edimburgo. Con in cuori grati, ricordiamo i tanti modi in cui la sua lunga vita è stata per noi una benedizione. Siamo stati ispirati dalla sua incrollabile fedeltà alla regina, dal suo servizio alla nazione e al Commonwealth, dal suo coraggio, dalla sua forza e fede", ha proseguito l'arciprete di Windsor. "Le nostre vite sono state arricchite dalle sfide che ci ha posto, dalla sua gentilezza, dal suo umorismo e dalla sua umanità. Per questo preghiamo Dio che ci dia la grazia di seguire il suo esempio e che, col nostro fratello Filippo, alla fine possiamo conoscere le gioie della vita eterna", ha detto ancora Conner. Secondo le norme anti Covid, che hanno imposto la presenza di un massimo di 30 persone al funerale, ciascun partecipante si è dovuto sedere accanto alle persone del proprio nucleo familiare. Il principe Carlo e la principessa Anna, alle loro spalle i fratelli Andrea ed Edoardo. William era seduto accanto alla moglie Kate, mentre Harry era da solo, poiché la moglie Meghan è rimasta a Los Angeles, a causa dell'avanzato stato di gravidanza. Alle esequie hanno preso parte tra gli altri i parenti tedeschi di Filippo: Bernhard, principe ereditario di Baden, Philipp, principe di Hohenlohe-Langenburg e il principe Donato d'Assia. Anche Patricia, contessa Mountbatten di Burma, oltre ad alcuni dei consorti dei figli e dei nipoti della famiglia reale. Quella di oggi è stata una cerimonia funebre molto ristretta, alla presenza dei soli parenti più vicini a causa delle restrizioni imposte dal Covid - ma anche per volontà dello stesso duca di Edimburgo da sempre contrario ai funerali di Stato - con un ruolo speciale riservato ai militari, l'altra 'famiglia' di Filippo, con una presenza complessivamente ben più consistente, 730 unità. Il duca, un eroe di guerra decorato per il suo servizio nella seconda guerra mondiale, rinunciò a una fiorente carriera navale per dedicarsi ai suoi doveri reali. I partecipanti alla cerimonia indossavano tutti le mascherine. In linea con le attuali norme anti Covid, alla funzione c'erano solamente trenta persone, in maggioranza membri della Royal Family, seguendo le regole del distanziamento. Un coro di quattro persone, seduto lontano dalle persone nella navata, cantava una selezione di musiche scelte dal duca. Tra queste, l''Eternal Father', particolarmente cara alla Royal Navy, nella quale Filippo ha prestato servizio tra il 1939 e il 1951, e 'The Rhosymedre', di Vaughan Williams, suonata anche ai matrimoni di William e Kate e di Harry e Meghan, e al funerale della principessa Diana. Altri due brani, 'The Jubilate' e 'Psalm 104', sono stati commissionati dallo stesso Filippo. Il primo, nel 1961, al compositore Benjamin Britten e il secondo, nel 1996, al chitarrista e compositore William Lovelady. Dopo la funzione religiosa, la salma è stata tumulata nella Volta Reale della cappella e benedetta dall'arcivescovo di Canterbury. Con l'inno nazionale, 'God Save the Queen', intonato dal coro, si sono conclusi i funerali del principe Filippo. La regina Elisabetta è stata accompagnata fuori dalla cappella dall'arciprete di Windsor e dall'arcivescovo di Canterbury. La sovrana è poi salita su una Bentley di stato che l'ha riaccompagnata negli appartamenti reali del Castello di Windsor, mentre anche gli altri membri della Royal Family lasciavano la cappella. Non è sfuggita alle telecamere e agli obiettivi dei fotografi la chiacchierata tra il principe Harry con il fratello William e la cognata Kate, al termine dei funerali del principe Filippo. I tre sono stati visti conversare all'uscita dalla Cappella di San Giorgio, dove si è svolta la funzione religiosa. Secondo le norme anti covid, Harry, giunto dagli Usa per partecipare al funerale, dovrà ora rientrare in autoisolamento.
Felix Silla è morto: era il Cugino Itt della Famiglia Addams.
Il programma di Simona Ventura, Game of Games, non decolla, per questo la Rai ha preso una decisione importante.
Un libro che getta nuova luce su uno degli aspetti meno conosciuti della seconda guerra mondiale, un documento destinato a far discutere. Il memorandum di Darmstadt, sui crimini alleati perpetrati contro il popolo tedesco dal '45 al '47, per la prima volta tradotto in italiano, è adesso pubblicato nel libro "1945 Germania anno zero. Atrocità e crimini di guerra Alleati" a cura di Massimo Lucioli, edito da Italia Storica. Nel volume vengono descritti gli episodi raccontati da alcuni dei 24mila prigionieri tedeschi del campo di internamento americano 91 a Darmstadt. Nel 1946, in segreto, su richiesta del collegio di difesa di Norimberga, fu formato un comitato di lavoro di avvocati internati, davanti al quale circa 6mila testimoni diretti fecero dichiarazioni giurate sulle violazioni delle leggi e delle regole di guerra da parte degli Alleati. Questo materiale, che era stato accuratamente controllato e compilato in sei copie, doveva essere presentato al tribunale militare internazionale di Norimberga ma gli Alleati non lo permisero e il memorandum venne sequestrato; tuttavia, una copia fu trafugata e pubblicata in Argentina nel 1953 e successivamente in Germania. Per la prima volta tale raccolta viene integralmente tradotta e pubblicata in italiano, assieme a una sconvolgente raccolta di immagini, molte delle quali inedite. IL CURATORE LUCIOLI: "L'HO TROVATO UN ANNO FA, DOCUMENTO SCONVOLGENTE" - "Il libro esce adesso perché ho reperito il Memorandum soltanto un anno fa e non era mai stato tradotto in italiano - dice all'Adnkronos Massimo Lucioli, pilota di aerei e scrittore, che si è occupato come ricercatore anche dei crimini le truppe coloniali francesi in Italia, le 'marocchinate' - Mi è sembrato notevole e ho provveduto a farlo tradurre e a fare un'introduzione di carattere storico. Un argomento di interesse perché ritengo che la dicotomia vada un po’ rettificata per dimostrare che non tutto il bene era da una sola parte e tutto il male dall’altra. Quella perpetrata dagli Alleati è stata una violenza enorme e oltretutto gratuita e le testimonianze, mai prese in considerazione, di 6.000 soldati offrono un quadro davvero sconvolgente”. I fatti riportati furono elencati in ordine cronologico secondo le stesse dichiarazioni giurate degli internati e ricostruiscono dagli eccidi dei tedeschi etnici in Polonia nel 1939 alle uccisioni dei prigionieri di guerra da parte sovietica prima e Alleata poi, fino agli stupri di gruppo e massacri di massa sovietici nelle province orientali della Germania nel 1944-1945. Nel memorandum si ripercorrono i bombardamenti incendiari su quartieri popolari e centri storici delle città tedesche sino all’applicazione delle draconiane misure punitive del piano Morgenthau e della direttiva JCS-1067 statunitense contro le “forze nemiche disarmate” tedesche nei campi di prigionia in Germania e Francia e contro la popolazione tedesca stremata dalla guerra, che causarono la morte per fame, freddo e malattie di centinaia di migliaia di civili – specie anziani, bambini e donne – e prigionieri di guerra tedeschi nel periodo 1945-1947. LO STORICO CARDINI: "ANCHE DEMOCRAZIE HANNO MASSACRATO" - "Non è una novità che gli Alleati, anche loro, abbiano commesso atti infami, fatto morire centinaia di persone di fame, ucciso. Ma non è questo il problema. Anche se non piacerà, va da sé che di certe cose se ne è sempre parlato, che alcuni processi agli americani si sono conclusi con condanne e che le voci che circolavano, per esempio sulla faccenda delle 'marocchinate', con le truppe spedite dagli alti comandi francesi con intenti malvagi a massacrare, ci riportano alla realtà: la guerra non è mai gentile, la Seconda Guerra Mondiale, poi, è stata ancora più brutale perché è stata una guerra ideologica", dice all'Adnkronos lo storico Franco Cardini, commentando la pubblicazione del memorandum. "Che poi in questo libro, che devo ancora leggere, - dice - ci possano essere degli errori è plausibile, se l'autore ha distorto la realtà oppure no, se ha esagerato, verrà fuori. Però io il memorandum lo conosco e ci sono invecchiato insieme. Lo dicevo da anni e qualcuno insorgeva contro di me. Ormai certe verità uniche e menzogne sono diventate patrimonio dell'umanità. Si tratta di recuperare il tempo perduto e ristabilire un frammento di verità. Gli americani non hanno venduto solo cioccolato e caramelle. Ci vorrebbe più coraggio a dirlo, nessuno ha tutta la ragione in tasca. E questo non significa ridimensionare i crimini del nazismo, sia ben chiaro". "Sappiamo e abbiamo anche visto che i vincitori - spiega lo storico -quando hanno vinto, hanno fatto di tutto per imbiancare le loro coscienze e annerire quelle dei vinti. Oltre agli indegni e orribili campi di sterminio nazisti, ci sono stati massacri da parte dell'Unione Sovietica, c'è stata una bomba nucleare sganciata nel '45 quando non serviva e qualcuno ce l'ha raccontata come fosse stato fatto in termini umanitari. C'è stato tanto altro, ma abbiamo immagazzinato una tale potenza di accuse nei confronti dei vinti, alcune anche calunniose, da far paura". "Mi ricordo le proteste e le meraviglie che suscitai nei colleghi durante un convegno, quando portai la prova provata di alcune assoluzioni di personaggi nazisti di rilievo nel processo di Norimberga - ricorda Cardini - Nessuno ci credeva perché il battage dei mass media diceva altro". Insomma, secondo lo storico, "nel corso di tutti questi anni, abbiamo metabolizzato una quantità infinita di errori e inesattezze storiche incredibili" e solo "adesso, dopo 80 anni, si comincia a fare un po' di chiarezza, si comincia a fare i conti con la verità". Poi, certo, sottolinea, "ci saranno sempre gli isterici che dovranno negare per forza qualcosa. La frase 'le democrazie non possono essersi macchiate di tali crimini' l'avrò sentita centinaia di volte. Ma quando mai? Anche le democrazie hanno massacrato gente, e bisognerebbe prenderne atto". "Nei prossimi anni, nonostante le proteste e il battage pubblicitario, verranno sempre più a galla le verità storiche, anche se saranno affermate fuori tempo massimo", dice Cardini, che però mette in chiaro: "Attenzione, questo non giustifica per niente il revisionismo, il negazionismo o i tentativi ridicoli di santificare personaggi che sono stati condannati nell'inferno più buio. La storia è questa, bisogna abituarsi a questo. Dire che Churchill sia stato un mascalzone, non significa dire che Hitler aveva ragione...", conclude.