Femminicidio a Vicenza, ipotesi trappola del killer alla compagna: “Mi serve la tua auto”
Mentre le autorità continuano ad indagare sul doppio femminicidio di Vicenza, inizia ad emergere qualche dettaglio relativo alla modalità e ai tempi del delitto: una delle ipotesi è che il killer, Zlatan Vasiljevic, abbia teso una trappola all’attuale compagna chiedendole se potesse passarlo a prenderlo con la sua auto.
Femminicidio a Vicenza: ipotesi trappola del killer per avere l’auto
Gli inquirenti hanno infatti ipotizzato che l’uomo abbia domandato un passaggio in auto alla fidanzata Gabriela dopo che, causa guida in stato di ebbrezza, gli era stata ritirata la patente. Zlatan l’avrebbe convinta a raggiungerlo a Dueville, suo ultimo domicilio, per aiutarlo in una sua ipotetica fuga confermata dalla presenza dei bagagli.
Qui la pista potrebbe prendere due direzioni: l’uccisione immediata della donna per agevolare l’agguato contro l’ex moglie oppure subito dopo, per neutralizzare la sua reazione o eliminarla in quanto testimone. Gli investigatori propenderebbero per la seconda opzione dato che Gabriela è stata trovata accasciata dietro il sedile del guidatore con il suo assassino suicida a fianco. Sapendosi braccato, Vasiljevic potrebbe dunque essersi fermato in autostrada (dove ha gettato due bombe a mano), essersi sedersi dietro e aver ucciso la donna e se stesso.
Femminicidio a Vicenza: il giallo delle armi
Altro punto da chiarire riguarda le armi in possesso di Zlatan. L’uomo aveva con sé due pistole calibro 22, numerosi proiettili e tre vecchie bombe a mano anti-uomo M52 di fabbricazione slava. Secondo gli artificieri sono reperti bellici dell’ex Jugoslavia che si sarebbe procurato là, ma la Procura indaga anche sul crescente traffico clandestino di armi simili nel Nordest per capire se avesse complici in Veneto.