Fonseca: "Abbiamo pagato le assenze"
Il mister portoghese analizza il rendimento diverso della sua squadra tra Serie A ed Europa League.
L’artista Annalisa Minetti potrà presto recuperare la vista avvalendosi di due occhi elettronici che sfruttano una tecnologia di ultima generazione.
La duchessa di Sussex, Meghan Markle, non ha potuto recarsi a Londra per il funerale del principe Filippo ma ha seguito le esequie dalla California.
"A Salvini direi 'Tu ti vuoi qualificare come un politico che deve guidare questo Paese verso il futuro? Bene, allora comincia a ragionare su te stesso, fatti delle domande tue, vere. Lascia stare che ti mettano in carcere oppure no, cosa che non credo accadrà, usa la sensibilità prima di ogni altra cosa e poi, solo poi, ti fai parte attiva nei confronti dell'Europa'. In Africa ci sono delle persone, degli esseri umani e che si scappi per persecuzioni politiche o per fame, che differenza fa? In un caso o nell'altro si può forse dire, allora crepa?!". Nella giornata del rinvio a giudizio per Matteo Salvini sul caso Open Arms Moni Ovadia affida le sue riflessioni all'Adnkronos. "Salvini e tutti i politici - dice l'uomo di teatro e di cultura - dovrebbero chiedersi: quale essere umano voglio essere e quale politico voglio essere, perché se c'è da raschiare qualche elettore prima o poi la parabola si spegne. C'è differenza, infatti, tra il vero politico e, diciamo così, il partitico. Il vero politico è uno che ha un orizzonte importante davanti a sé, anche nel campo della cultura, dell'istruzione, dell'educazione, mentre il politico 'partitico' cerca di scamparla per la prossima elezione, ma è una vita triste quella di chi si occupa solo di raschiare voti. E visto che Salvini aspira ad essere un leader importante, scavi dentro di sé, perché il nostro peggior nemico spesso siamo noi stessi. E a nulla servono i litigi televisivi. Dobbiamo, piuttosto, tutti insieme ritrovare il senso. Non possiamo vivere in un finto conflitto di chiacchiere che poi non cambia niente, né per gli uni né per gli altri. E' ora di svoltare, di progettare un modello di società. Né si va avanti con rimedi costrittivi o repressivi. Bisogna progettare in quale società vogliamo vivere!". "Non voglio entrare nel merito del processo di Salvini - tiene a sottolineare Ovadia - ma della questione che considero prioritaria, quella di un politico che si candida ad essere un politico importante, perché - spiega - finché la Lega aveva consensi limitati si poteva capire la scelta di un certo estremismo propagandistico, per farsi le ossa, per prendere voti. Ma quando si è segretario di un partito che ha un consenso così ampio nel Paese, si deve avere un orizzonte più ampio. E' ora che si comprenda come, al di là delle collocazioni a destra, a sinistra o al centro, vi sia una priorità assoluta e cogente ed è la priorità della sensibilità umana. Se ci sono delle persone ferme su una barca che vengono da un viaggio, che sono stremate, stanche, la prima cosa da fare è farli sbarcare, poi si dà loro assistenza e conforto, perché sono esseri umani che hanno bisogno delle prime cure cui ha diritto qualsiasi essere umano, fosse anche il peggiore dei criminale, figuriamoci uno che non ha commesso reati. Tutti, e Salvini in particolare, si devono interrogare e chiedersi: perché ho tenuto quella gente ferma in mare?". "Doveva farli sbarcare - rimarca Moni Ovadia - e poi fare i dovuti controlli, decidendo cosa fare in base alle leggi e alla Costituzione repubblicana alla quale anche Salvini si appella, anche Giorgia Meloni, anche Ignazio La Russa si appella. E allora se ci si appella alla Costituzione - argomenta lo scrittore - bisogna sapere che la Costituzione è un patrimonio integro e indiviso e allora bisogna praticare quei concetti espressi che vengono da un orizzonte ideale: gli uomini sono tutti uguali, gli uomini hanno i diritti universali sanciti anche dalla Dichiarazione Universale dell'Uomo. Questa è la riflessione che io propongo. La questione centrale è avere sensibilità verso gli esseri umani chiunque essi siano e poi farsi parte attiva nei confronti dell'Europa, che - osserva Ovadia - stenta ad essere l'Europa che dovrebbe essere". "I partiti di destra dicono che occorre aiutarli a casa loro. Bene, ma - chiede Ovadia - come si fa aiutarli a casa loro? Non gli mandiamo di certo l'elemosina! Andiamo a casa loro, piuttosto, e diciamo che tutti i paesi occidentali e ora anche la Cina li stanno depredando. E diciamo basta a tale depredazione. Qui in Italia le nostre destre dicono l'Italia agli italiani. Va bene, ma anche l'Africa agli africani. Se le multinazionali che hanno origini in Italia, e quelle cinesi, americane, inglesi, francesi, olandesi e chi più ne ha più ne metta gli portano via tutto, allora stiamo compiendo una truffa. Smettiamo, quindi, di depredare e facciamo un vero piano in cui tutte le forme di sfruttamento vengono bandite nei confronti dell'Africa e ognuno si occupi di quelle forme di sfruttamento che hanno origine nel proprio paese. Se, invece. aiutarli significa, invece, foraggiare i peggiori dittatori africani, riempire i loro conti nelle banche svizzere e vendergli le armi, allora qualcosa non funziona. O l'uno o l'altro, altrimenti, è una truffa". "Loro vengono qui perché scappano da guerre, da fame, da depredazione. I cinesi - fa un esempio preciso Ovadia - ora stanno facendo il land grabbing, il cosiddetto furto delle terre per coltivarci biocarburanti e altre cose. Ma dove coltivano gli africani? Basta!", tuona Ovadia che sottolinea: "Io credo in tre valori fondamentali. La pace (occorre bandire la guerra in tutte le sue forme), la giustizia sociale e l'uguaglianza, ma l'uguaglianza che non significa vivere tutti con la divisa di Mao Tse-tung in un loculo. L'uguaglianza è, piuttosto, pari dignità, pari diritti, pari opportunità, pari accesso all'eccellenza conoscitiva. Questi sono i pilastri dell'uguaglianza che non vuol dire essere identici, ma uguali nelle opportunità". (di Veronica Marino)
AGI - Tre regioni in rosso e tutte le altre, più le due province autonome di Trento e Bolzano, in arancione. E' questa l'Italia a colori che, da lunedì 19 aprile a domenica 25, segnerà l'ultima settimana senza territori in zona gialla o bianca. Da lunedì 26 aprile, infatti, il governo guidato da Mario Draghi avvia "l'operazione riaperture", seppur graduale e con una serie di regole ancora da mantenere. Torna pienamente operativo il cosiddetto sistema semaforo, quindi torna la zona gialla nelle regioni a minor rischio e con una serie di parametri (alcuni nuovi rispetto ai criteri precedenti) nel rispetto delle norme. Resta, però, la chiusura per tutti dalle 22 alle 5, con il coprifuoco. Il piano per le riaperture Le principali novità, secondo quanto previsto dal Governo in seguito alla riunione della cabina di regia, dal 26 aprile torna la didattica in presenza, nelle zone gialle e arancioni, in tutte le scuole di ogni ordine e grado; riaprono bar e ristoranti, ma solo con il servizio all'aperto, sia a pranzo che a cena nelle zone gialle; sarà possibile lo spostamento tra regioni gialle e solo con un "pass" per spostamenti possibili anche tra regioni di diverso colore, musei di nuovo aperti. Sempre da lunedì nelle zone gialle riapriranno i musei, e anche teatri, cinema e spettacoli aperti con misure di limitazione della capienza. Il capitolo riaperture, successivamente, consentirà dal 15 maggio l'apertura delle piscine, solo all'aperto; dal primo giugno ristoranti con tavolo al chiuso, solo a pranzo, con nuove linee guida, e anche le palestre, sempre con nuove linee guida; dal primo luglio al via fiere e congressi con nuove linee guida, l'attività di stabilimenti termali e parchi tematici, con nuove linee guida. Resta il coprifuoco, in tutto il Paese, dalle 22 alle 5, che potrebbe rimanere anche per tutto il mese di maggio. Aspettando il giallo, nell'Italia a colori da lunedì 19 a domenica 25 aprile, le regioni in zona arancione sono: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto, la provincia autonoma di Bolzano e la provincia autonoma di Trento. Le regioni in zona rossa, invece, sono: Puglia, Sardegna e Valle d'Aosta. Quasi 7 milioni di studenti tornano in aula Da lunedì 19 saranno 6 milioni e 850 mila gli alunni presenti nelle aule sugli 8,5 milioni delle scuole statali e paritarie. In pratica, 291 mila in più della scorsa settimana, tutti della Campania che è uscita dalla zona rossa per passare nella fascia arancione. Restano in zona rossa Puglia, Sardegna e Val d'Aosta con 390 mila alunni in didattica a distanza, secondo i calcoli di Tuttoscuola. In tutto saranno quasi un milione e 657mila quelli ancora a casa in Dad la prossima settimana. Complessivamente per la prossima settimana, con l'80,5% alunni in presenza, si ritorna ai dati del febbraio scorso quando in presenza si erano sfiorati i 7 milioni in classe. Nelle tante regioni in zona arancione la percentuale di alunni in presenza oscilla tra l'81% e l'86%, mentre nelle tre in zona rossa si ferma al 51%. Il quadro sul territorio si fa più omogeneo. Sempre secondo le elaborazioni di Tuttoscuola, gli alunni in presenza raggiungono l'84% al Nord, l'83% al Centro, il 76% nelle Isole (con un calo dovuto alla Sardegna), e il 74% nelle regioni del Sud. Le province autonome di Bolzano e Trento confermano complessivamente la più alta percentuale di alunni in presenza (87%). Sileri: dati buoni, ma ancora troppi contagi "I numeri attuali, seppur migliori, non sono ancora così buoni da abbattere tutte le restrizioni. Portare l'Rt di molto sotto lo 0,8 permetterà di alleggerire alcune misure e allungare il coprifuoco fino a toglierlo del tutto, ma non corriamo troppo. L'incidenza di contagi è ancora alta. Dobbiamo scendere sotto i 5 casi ogni 10 mila abitanti". Lo dice il sottosegretario alla salute, Pierpaolo Sileri, in una intervista a 'La Stampa', in merito al coprifuoco, dalle 22 alle 5, destinato a restare in vigore almeno per tutto il mese di maggio. Gelmini: immunità di gregge a settembre "Con questo ritmo nelle vaccinazioni nell'arco di un paio di mesi, tra agosto e settembre, potremmo raggiungere l'immunità di gregge". Lo ha detto Mariastella Gelmini, ministri per gli Affari regionali, durante il programma "Il caffè della domenica", su Radio24. "L'obiettivo - ha aggiunto - è arrivare tra 450 e 500 mila vaccinazioni a fine aprile" Sempre la Gelmini, in una intervista al Corriere della Sera, ha dichiarato: "Io ho fiducia negli italiani, in questo anno di duri sacrifici hanno rispettato le regole con pazienza. Ora deve scattare un senso ulteriore di responsabilità, bisogna che tutti assumano comportamenti corretti", sostiene la ministra degli Affari regionali. In merito all'allarme terapie intensive ed alla posizione critica di alcuni virologi sulle riaperture, la ministra sottolinea che le terapie intensive occupate "sono 3.340, ma una settimana fa sfioravano i 4.000. I dati della relazione che il Comitato tecnico scientifico ha fatto in cabina di regia ci dicono che abbiamo conquistato degli spazi di libertà, da gestire con grande prudenza. Draghi ha parlato di rischio calcolato per tre fattori, l'espansione della quota di popolazione anziana e fragile vaccinata, gli effetti delle misure e l'arrivo della bella stagione". "Il Paese non ce la fa più, dobbiamo convivere con il virus e stiamo comunque mantenendo il sistema delle fasce di colore, sarà giallo solo chi avrà i numeri per esserlo. Avevamo stabilito che avremmo fatto un tagliando ad aprile e abbiamo mantenuto la parola. Le riaperture - conclude Gelmini - dovranno essere graduali e in sicurezza, non possiamo permetterci errori. La differenza la faranno i comportamenti".
Soggetti "più anziani", con età media di 62 anni, tra i nove casi di trombosi anomala e due casi di problemi di coagulazione associati al vaccino AstraZeneca in Francia, con 4 decessi, tra il 2 e l'8 aprile. Sono le news e i dati diffusi dall'agenzia francese del farmaco (Ansm) e riportati da Le Parisien. Dall'inizio delle vaccinazioni contro il coronavirus, in Francia sono stati segnalati "23 casi" di trombosi o di problemi di coagulazione e "8 decessi" su 2.725.000 dosi del farmaco somministrate all'8 aprile. Gli ultimi 9 casi riguardano soggetti che presentano "un profilo differente" rispetto a quello di persone individuate in precedenza. L'età dei pazienti "è più alta: si tratta di 4 donne e 5 uomini più anziani (età media 62 anni)" che hanno presentato sintomi riconducibili a trombosi addominale. "I nuovi elementi saranno condivisi con l'Ema", l'agenzia europea del farmaco, "nell'ambito della valutazione europea". In Francia, "il bilancio precedente faceva riferimento a 12 casi di trombosi" successivi alla vaccinazione "e a 4 decessi". Dal 19 marzo in Francia il vaccino AstraZeneca non viene più somministrato a soggetti di età inferiore a 55 anni. Per gli under 55 che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca, sottolinea Le Parisien, si raccomanda una seconda dose di Pfizer o Moderna.
AGI - La campagna vaccinale accelera e, con ieri, tocca il record giornaliero di 347.279 dosi somministrate. Un cambio di ritmo sottolineato dal ministro della Salute Roberto Speranza già nella sua informativa di giovedì alla Camera. Secondo il report settimanale del governo, nell'ultima settimana sono state oltre 10,1 milioni di prime dosi somministrate, una media di 291mila al giorno. Le dosi inoculate sono l'83,8% di quelle consegnate (14,3 su 17,1 milioni). A oggi, gli over 80 che hanno ricevuto la prima dose di vaccino sono il 76,09% e quelli già immunizzati poco meno della metà (il 45,19%) mentre quasi un quarto, il 23,9% - in numeri assoluti poco più di un milione - è ancora in attesa della prima dose. Le percentuali di immunizzati cominciano a essere davvero considerevoli - in media tre su 4 - sia tra gli operatori sanitari sia tra gli ospiti delle Rsa. Incassati i successi per queste categorie, il grosso della campagna vaccinale è tutto da realizzare. Solo un italiano su 6 oggi ha ricevuto la prima dose di vaccino anti-Covid. Preoccupa soprattutto che tra i 70-79enni, ovvero coloro che sono più a rischio, quelli che hanno ricevuto la prima dose sono il 30,14%, quelli che hanno avuto entrambe le dosi appena il 3,4%. Mentre 4,2 milioni di persone appartenenti a questa fascia d'età sono ancora in attesa della prima. Tra gli obiettivi più ardui del governo c'è quello di somministrare entro giugno "la prima dose al target sopra i 60 anni, dove si sono concentrati il 95% dei decessi". Eppure l'obiettivo, ribadito dal commissario per l'emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, resta quello di vaccinare ogni giorno mezzo milione di persone. Per riuscirci, però, è fondamentale che sia rispettato il calendario delle forniture. Tra dicembre e marzo sono arrivate 14 milioni di dosi, da qui a giugno dovremmo riceverne oltre il triplo, sempre stando alle previsione del commissario Figliuolo. Ma il ritmo con cui si procederà a immunizzare gli italiani dipenderà molto dalle valutazioni dell'Ema sul siero Johnson & Johnson, attese per martedì.
Il Principe William e il Principe Harry al termine del funerale del Principe Filippo si sono rivolti la parola. Potrebbero aver fatto pace?
"In 40 anni di tv si è trattato quasi sempre di dare forma a cosa ho dentro, ai miei pensieri... Per me ha senso fare una tv che ti appartiene, non mi interessa essere un maggiordomo di idee altrui ma il narratore di ciò che sono". Paolo Bonolis si racconta in un'intervista al 'Corriere della Sera', in cui rivela che se non avesse fatto il conduttore avrebbe tentato la carriera diplomatica. "Studiavo per fare la carriera diplomatica: fortunatamente per questo Paese ho intrapreso un'altra strada. Ho molta pazienza ma in certi contesti viene meno. Erdogan lo avrei diplomaticamente mandato al diavolo", aggiunge. L'esordio televisivo si deve ad un caso: "Nel 1981, solo perché avevo il motorino, ho accompagnato un mio amico a un provino in Rai. Studiavo Istituzione e diritto romano. Lì mi hanno detto: e tu non lo fai? Poco dopo mi hanno proposto di prendere parte a una trasmissione per ragazzi: mi davano 12 milioni di lire per un anno. A casa non si navigava nell'oro, non ho esitato. Poi ho capito che mi piaceva". Quanto all'ottimo esordio di 'Avanti un altro! Pure di sera', il conduttore dice: "Il 20 per cento della prima puntata mi ha fatto piacere. Credo ci sia bisogno di uno sgrossamento dell'ansia. La leggerezza fa bene. Ma successi o fallimenti spesso dipendono dall'esuberanza eccessiva nelle aspettative". "Sia Avanti un altro che Ciao Darwin non sono partiti in tromba: sono privi di antenati, hanno dovuto imparare a camminare. A volte sono stati guardati con diffidenza", conclude.
Il processo nell'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo
La conduttrice di “Quelli che il Calcio”, Mia Ceran, ha annunciato in diretta tv la propria gravidanza: la donna, infatti, aspetta il suo primo figlio.
AGI - “I famigliari vivono l'isolamento dal momento del ricovero, non vedono né il proprio caro, né la struttura in cui viene ricoverato, né i medici che lo prendono in cura, né il corpo del proprio caro: una verifica quotidiana che può aiutare - lungo il progredire della malattia - a raggiungere consapevolezza e a prepararsi, nei casi più gravi, a elaborare il lutto. È un dolore che non può acquisire una forma: sconcerta, mina qualunque sicurezza”. E' solo una delle riflessioni raccolte in un libro che assomiglia ad una sorta di diario collettivo. Si chiama “Le ferite della cura” e raccoglie i ricordi e le testimonianze sul lavoro che il Servizio di Psicologia dell'Asl di Vercelli ha svolto e tuttora svolge per intervenire sulla grave situazione di disagio emotivo per pazienti, familiari e persone in difficoltà a causa del Covid. Un racconto a più voci che restituisce il clima di grande disorientamento e di disordine sociale della prima fase della pandemia, a Vercelli come nel resto d'Italia. Un tempo del quale non sempre si è avuta la reale percezione di quanto stesse accadendo. "Per questo motivo – spiega Patrizia Colombari, Direttore della Psicologia dell'Asl Vercelli e responsabile del progetto editoriale – 'Le ferite della cura' non rappresenta solo un diario che archivia un'esperienza, ma è uno scrigno che raccoglie le sensazioni e le riflessioni, gli smarrimenti e le angosce che gli psicologi dell'Asl di Vercelli hanno elaborato durante l'emergenza, dal momento della crisi più acuta fino alla sua drammatica dilatazione che minaccia ancora tragicamente la nostra quotidianità. In quella tempesta che ha travolto tutti, si sono cercati spazi per ascoltare, parole per offrire una vicinanza anche quando l'angoscia era così forte che generava solo rabbia. Gli operatori sono stati “connessioni” per riallacciare i legami tra i familiari e i loro parenti ricoverati in isolamento, in un contesto in cui il personale sanitario e i pazienti erano confinati nella stessa disperazione". E non a caso non mancano nel racconto i riferimenti personali, alle vite e alle storie dei terapeuti. “Mancano solo tre mesi alla pensione – si legge per esempio in una delle pagine di diario - ma sento che qualcosa non va. Le notizie che arrivano dalla Cina mi preoccupano e mi spaventano, ma in fondo in fondo sento che sono lontane, ma… meglio pensare a come festeggiare. A mantenere viva l'inquietudine contribuisce il mantra del solito collega: 'Vedrai che non ti mandano in pensione'… Poi arriva marzo e lo tsunami si abbatte su tutti noi. Tutto ciò che ci aveva sempre fatto sentire bene e vivi diventa 'il pericolo': lo stare insieme, il calore di un abbraccio, il rapporto con le persone più care". Il libro, edito da Effedì edizioni, è disponibile nelle librerie vercellesi e nei bookstore online in tutta Italia. I proventi della vendita andranno all'Ambulatorio per i bambini affetti da autismo e all'Ambulatorio per i ragazzi con disturbo della condotta alimentare gestiti dall'Asl.
Harry e William di nuovo insieme, ma separati da un cugino, in occasione dei funerali del principe Filippo che si terranno oggi alle 15, ora locale, nella cappella di San Giorgio al Castello di Windsor. A trasportare il feretro del principe consorte fino alla cappella, la Land Rover che lo stesso duca ha contribuito a progettare. Dietro, a piedi, il corteo composto da alcuni membri della famiglia fra cui il principe Carlo e i figli, che cammineranno nella stessa fila, ma separati dal primo cugino Peter Philips. Quella di oggi sarà una cerimonia funebre molto ristretta, alla presenza dei soli parenti più vicini a causa delle restrizioni imposte dal Covid - ma anche per volontà dello stesso duca di Edimburgo da sempre contrario ai funerali di Stato - e che vedrà riservato un ruolo speciale ai militari, l'altra 'famiglia' di Filippo, con una presenza complessivamente ben più consistente, 730 unità. Il duca, un eroe di guerra decorato per il suo servizio nella seconda guerra mondiale, rinunciò a una fiorente carriera navale per dedicarsi ai suoi doveri reali. Le prove militari per la processione cerimoniale si sono svolte a Pirbright, un centro di addestramento dell'esercito a sud-ovest di Londra, per tutta la settimana. Giovedì al Castello di Windsor si è svolta una prova generale separata. Per il principe si è scelta la formula della cerimonia reale, la stessa per cui si optò per la Queen Mother nel 2002 e per la principessa Diana nel 1997. Ma sarà una cerimonia iscritta nella tradizione e nel simbolismo. Il feretro dalla Cappella privata verrà trasferito questa mattina nella Inner Hall del Castello di Windsor per una preghiera del Decano prima dell'inizio della cerimonia. Alle 14.41 il feretro coperto dallo stendardo personale del duca sarà quindi prelevato dai portatori della Compagnia della Regina del primo Battaglione delle Guardie Granatiere. La spada e il berretto della Marina saranno posti sopra la bara, insieme a una ghirlanda di fiori. Alle 14.45 il corteo lascerà il quadrilatero, guidato dalla Banda del reggimento dei Granatieri di cui Filippo fu colonnello per 42 anni. La bara sarà quindi trasportata per il breve tratto fino alla cappella sulla Land Rover. Il principe Carlo e altri membri della famiglia reale seguiranno la Land Rover a piedi. William e Harry cammineranno nella stessa fila, ma separati appunto da dal primo cugino. La regina, accompagnata da una dama di compagnia, si recherà alla cappella in una Bentley. I membri della famiglia che non sono coinvolti nella processione, come la duchessa di Cornovaglia e la duchessa di Cambridge, si uniranno alla monarca di 94 anni per assistere alla parata funebre fuori dal portico della cappella. Tra questi anche i parenti tedeschi del duca, compresi i suoi pronipoti, il principe ereditario di Baden e il principe di Hohenlohe-Langenburg. Alle 14.53, il corteo si fermerà ai piedi della scalinata ovest della Cappella di San Giorgio. Alle 15.00, si terrà un minuto di silenzio prima che il feretro venga accolto dal Decano di Windsor e dall'Arcivescovo di Canterbury in cima ai gradini. L'arcivescovo celebrerà la cerimonia. Solo i membri della famiglia presenti al corteo funebre entreranno nella cappella seguendo il feretro. I partecipanti alla cerimonia terranno le mascherine per tutta la sua durata. Un coro di quattro persone - seduto lontano dalle persone nella navata - canterà una selezione di musiche scelte dal duca. Dopo la funzione religiosa, la salma verrà tumulata nella Volta Reale della cappella e benedetta dall'arcivescovo di Canterbury. In linea con le attuali norme anti covid, alla funzione potranno partecipare solamente trenta persone, in maggioranza membri della Royal Family, seguendo le regole del distanziamento e indossando la mascherina. Oltre alla regina Elisabetta II, i quattro figli della coppia reale e gli otto nipoti, alle esequie prenderanno parte tra gli altri i parenti tedeschi di Filippo: Bernhard, principe ereditario di Baden, Philipp, principe di Hohenlohe-Langenburg e il principe Donato d'Assia. Anche Patricia, contessa Mountbatten di Burma, parteciperà alla cerimonia, come alcuni dei consorti dei figli e dei nipoti della famiglia reale, ma non Meghan, moglie del principe Harry, rimasta negli Usa a causa della sua gravidanza.
Intervistato dal Corriere della Sera, Paolo Bonolis racconta di aver voluto intraprendere la carriera diplomatica, citando il caso Erdogan.
Gli aggiornamenti in tempo reale sull'emergenza coronavirus in Italia.
Fatale infortunio sul lavoro a Viserba (Rimini), deceduto un operaio 53enne campano schiacciato da una ruspa nel cantiere stradale di via Mazzini.
Il programma di Simona Ventura, Game of Games, non decolla, per questo la Rai ha preso una decisione importante.
Kate Middleton duchessa di Cambridge e 'regina' dei social. Spopola su Twitter la consorte del principe ed erede al trono d'Inghilterra William, apprezzata per l'eleganza e la sobrietà anche in uno dei giorni più tristi per la monarchia britannica, quello dei funerali del principe Filippo. Non sono passati inosservati, infatti, la parure di perle - con l'iconico girocollo della collezione della Regina già indossato nel 1982 da Diana - e l'elegante abito nero indossati dalla 39enne nel corso della cerimonia funebre. Uno stile definito dai più "sobrio" che ha reso la duchessa se possibile "ancora più bella", "splendida", "incantevole", "di classe". Inevitabile fra gli utenti il paragone con Meghan Markle, 'rea' per alcuni di rappresentare al contrario "l'ineleganza": "Ne deve magna’ de #fishandchips l’americana - scrivono -. #KateMiddleton fuoriclasse". "Competere con #KateMiddleton è impossibile! Perfetta, perfetta, perfetta sempre! Io me la sarei tenuta vicina come cognata... almeno per brillare di luce riflessa.. Ma non siamo tutti uguali", sottolineano. Del resto, la futura principessa consorte già "ha vinto", scrivono: "Questa foto - veletta nera, occhi in primo piano e girocollo in vista - la incorona regina di casa #Windsor e presto d’Inghilterra. Fermezza, Stile e ragion di Stato, sono il sale di lunga vita degli Imperi. E delle famiglie". E ancora: "Questa scatto esprime a pieno la bellezza, la classe, l'eleganza e la consapevolezza di Kate Middleton. Splendida!", affermano, citando anche una celebre massima di Dior: "L’eleganza deve essere la giusta combinazione di distinzione, naturalezza, cura e semplicità. Fuori da questo, credetemi, non c’è eleganza. Solo pretesa". E ancora: "Kate Middleton di una classe ed eleganza unica. Non me ne volete ma... È l’unica degna di essere nominata Regina dopo Queen Elisabeth". Ma nei commenti c'è chi si spinge ancora più in là: "Questa donna - sostengono - è già Regina".
Maria Finizio, lontana dal mondo dello spettacolo, è la moglie di Amedeo Grieco. La coppia ha avuto due figli, Federico e Alice.
Durante la quinta puntata del Serale, in onda su Canale 5, è stata eliminata Martina.
Possibile svolta nella scomparsa di Stefano Barilli, il mistero del biglietto con una frase inquietante e la pista della "psico-setta"