Gasperini: "Non ho mai perso la mia Atalanta"
L'allenatore dei nerazzurri è contento della gara e del carattere mostrato dai suoi ragazzi.
L'attrice 87enne, ospite a "Live non è la D’Urso" ha raccontato della sua storia d’amore con Alessandro Rorato di 49 anni.
AGI - Circa 6.000 honduregni che fanno parte della carovana di migranti da giorni in cammino verso gli Stati Uniti sono bloccati da ieri, domenica, su un'autostrada nel Guatemala orientale, dove le forze di sicurezza hanno bloccato loro la strada. I migranti honduregni sono fermi da sabato nello stesso punto nel dipartimento di Chiquimula, a circa 200 chilometri a est della capitale guatemalteca. All'alba italiana, alle 21:55 ora locale, l'Instituto Guatemalteco de Migracion, ha reso noto che la carovana non si era mossa e che "il coordinamento dei rimpatri volontari continua" (tra l'altro anche il Messico ha messo a disposizione autobus per riportare indietro i migranti). I migranti hanno deciso domenica sera, con l'arrivo della notte, che avrebbero trascorso di nuovo la notte in strada, dove si erano inginocchiati e messi a pregare tentando senza successo di avanzare e superare la barriera formata dalle forze di sicurezza. Gli honduregni fanno parte di una carovana di migranti di oltre 9 mila connazionali, che ha lasciato San Pedro Sula, nel nord dell'Honduras, in diversi momenti tra mercoledì, giovedì e venerdì della scorsa settimana. Il gruppo bloccato è composto da circa 6 mila migranti, mentre altre tremila persone circa, sempre honduregni, sono riusciti in alcuni casi ad avanzare mentre altri si sono dispersi o hanno intrapreso il viaggio di ritorno verso il proprio Paese. La carovana di persone si era intrufolata ed era riuscita a oltrepassare tra venerdì e sabato il valico di frontiera di El Florido, nello stesso dipartimento di Chiquimula e a soli 20 chilometri da dove poi la gran parte del gruppo è stata fermata dalle forze di sicurezza guatemalteche. Le guardie di frontiera di El Florido, a 200 chilometri dalla capitale guatemalteca, non sono riusciti a contenere la marea umana, che poi si è rimessa in viaggio attraverso il territorio del dipartimento con l'intenzione di proseguire il viaggio verso il Messico. Ma vicino al villaggio di Vado Hondo, l'esercito e gli agenti di polizia guatemaltechi li hanno accolti con lacrimogeni e manganelli e sono riusciti a fermarli. Adesso i migranti si rifiutano di fare marcia indietro: il loro obiettivo è quello di raggiungere gli Stati Uniti, con la speranza di trovare una vita migliore, lontano dalla povertà e dalla violenza che affliggono l'istmo centroamericano, soprattutto dopo che la pandemia da Covid-19 e, a novembre, gli uragani Eta e Iota, hanno messo in ginocchio l'intera regione.
La donna è accusata di due violenze sessuali assieme al compagno
Botta e risposta a distanza in diretta tv, a base di insulti ed improperi, tra Clemente Mastella e Carlo Calenda
La donna che ha subito il furto nel parcheggio dell'ospedale era affetta da sclerosi
Il 36enne californiano è stato adesso arrestato. Indagini in corso
Conte si recherà alla Camera nella giornata di lunedì prossimo per chiedere la fiducia a seguito della crisi di governo.
I 70 anni dell'attore: "Con i soldi sono un disastro, mia moglie mi dà la paghetta. Giro ancora in motorino per capire il presente"
Il post di un dentista di Procida che nel 1957, a due anni, venne colpito da poliomielite riportando paralisi a una gamba
AGI - Sono state ore di terrore quelle vissute a ottobre scorso a Ragusa da una prostituta, rapinata in casa da tre uomini e stuprata da uno di loro. Era stato il minore italiano S.S., successivamente arrestato per rapina pluriaggravata e lesioni personali, a chiamare in piena la donna e prendere un appuntamento di natura sessuale. Al suo posto, però, si è presentato un tunisino, che ha chiesto una prestazione gratis. Al rifiuto della donna, ha fatto finta di andarsene e in realtà ha aperto il portone ad altri due uomini, che sono entrati in casa. Lei ha cercato scampo in camera da letto, ma i tre l'hanno raggiunta e scaraventata a terra. Poi hanno messo a soqquadro l'abitazione e da un giubbotto in un armadio hanno rubato 50 euro e due anelli d'oro. Due di loro, poi, sono andati via mentre il tunisino è rimasto e ha obbligato la donna per ore ad avere rapporti sessuali con lui. Al termine di una indagine, scaturita dalla denuncia della donna, la squadra mobile di Ragusa ha individuato quello che le aveva telefonato. Il suo arresto è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minorenni di Catania, su richiesta del Pm.
Gli aggiornamenti in tempo reale sull'emergenza coronavirus in Italia.
AGI - "Non riuscirà il tentativo di far cadere il governo, non ce lo possiamo permettere". Così il vicesegretario Pd Andrea Orlando a mattino 5 su Canale 5. "Pensiamo che ci siano in Parlamento forze che hanno a cuore l'interesse del Paese, ci sono tutte le forze moderate e liberali che sono in Parlamento che penso si vedranno quando l'Italia ha bisogno, ci sarà il modo di migliorare e rafforzare ma non si migliora con un governo in crisi". Renzi, dicendo che il Pd preferisce Mastella alla ex ministra Bellanova "scambia la causa con l'effetto - prosegue Orlando - non è il Pd che ha tolto la Bellanova, è Renzi che l'ha dimessa. Abbiamo tenuto la mano tesa fino all'ultimo e la risposta è stata la conferenza stampa che abbiamo visto". "Se si giocasse a risiko sarebbe un bellissimo discorso, invece siamo in una crisi del virus e dell'economia, noi abbiamo detto che non si può migliorare partendo da una crisi di governo, perche' metterebbe l'Italia in una situazione critica sui mercati internazionali".
La nota: "Reazioni comuni a tutti i vaccini con mRNA, come febbre e nausea, potrebbero aver aggravato pazienti anziani"
Andiamo a vedere, zona per zona, cosa è consentito fare e cosa no
AGI - Le varianti del Covid in circolazione rappresentano "un problema serio" e "vanno considerate seriamente". Ne è convinto l'immunologo americano Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseas. "Quella inglese è una variante più contagiosa che porterà più infezioni, più ricoveri e più decessi", ha spiegato, in collegamento con 'Che tempo che fa', su Raitre . E ha aggiunto: sul fronte del vaccino "siamo nella gamma di protezione, ma il problema delle mutazioni è da prendere seriamente in considerazione". Fauci si è poi detto "molto preoccupato" per il rifiuto del vaccino da parte di alcuni operatori sanitari. "Serve una campagna di informazione reale tra la gente per convincere tutti a considerare le ragioni del perché fare o non fare il vaccino. Se il personale medico rifiuta di vaccinarsi, tutti possono sentire di avere il diritto di dire 'io non prendo il farmaco". "I vaccini in generale sono tra gli interventi più sicuri che si possano effettuare in medicina". ha assicurato. "A eccezion fatta di reazioni allergiche e anafilattiche rarissime (6 per un milione) non ci sono stati eventi avversi che abbiamo notato. L'incidenza degli effetti avversi è talmente bassa che i benefici sono sicuramente meglio dei rischi". Secondo l'immunologo, però, è importante che anche i vaccinati continuino a portare la mascherina poiché non si conosce la capacità di contenere il contagio. "Non sappiamo ancora se i vaccini possono contenere la capacità di trasmettere il virus, se uno ne è colpito", ha osservato, "sia col prodotto Moderna che con quello Pfizer è garantita una copertura tra il 94 e il 95 per cento", ed è quindi lecito dire che non ci si ammala in modo grave. La protezione c'è, ma è importante continuare a portare la mascherina perché nessuno può sapere se, anche senza sintomi, anche con il vaccino, risulta contagioso o meno".Le farmacie sono "uno dei luoghi ideali per somministrare il vaccino anti-Covid e noi negli States stiamo espandendo i centri", ha aggiunto, spiegando che la creazione di nuovi centri dove inoculare le dosi del vaccino "è uno dei programmi del presidente Joe Biden". Dopo l'assalto a Capitol Hill "la sicurezza a protezione mia e di mia moglie sono state raddoppiate", ha raccontato Fauci. "È inaccettabile e una vergogna" che ci sia bisogno di proteggere scienziati e alti funzionari. "Negli Stati Uniti siamo in un momento di divisione estrema, come dimostra l'assalto al Campidoglio. Ma il presidente Biden non lascerà che la politica interferisca con la scienza, saranno i dati medici e scientifici ad essere seguiti" nella lotta alla pandemia. Il presidente lo ha detto pubblicamente e anche in privato al nostro team"., ha aggiunto Fauci. L'obiettivo del nuovo presidente Usa, con cui "ci sentiamo ogni giorno", sarà "accelerare nelle vaccinazioni" anche grazie al miglioramento della "collaborazione tra il Governo federale e il governo dei vari Stati", ha garantito.
AGI - Nel suo ultimo giorno alla Casa Bianca, domani, il presidente Usa Donald Trump sarebbe intenzionato a concedere la grazia a un centinaio di persone. Lo scrivono i media americani, dando per la prima volta una data precisa di un'intenzione che era nell'aria da settimane. Secondo la Cnn, che cita tre fonti ben informate, il presidente non dovrebbe inserire se stesso tra le persone da mettere al riparo da interventi giudiziari. Trump ha già distribuito la grazia a una serie di persone del suo 'inner circle' prima di Natale (tra gli altri, l'ex responsabile della sua campagna elettorale, Paul Manafort; Charles Kushner,il consuocero, padre del genero Jared Kushner; Roger Stone) ma nei giorni successivi si è concentrato sulla questione dei conteggio dei voti nel collegio elettorale. Ora, dopo l'assalto del 6 gennaio al Campidoglio degli Stati Uniti, sarebbe tornato sul dossier. Martedì dovrebbe essere il giorno del passo a meno che non decida all'ultimo momento, proprio a ridosso del giuramento del suo successore, Joe Biden, di graziare anche se stesso e i suoi più stretti familiari. La tornata di graziei, secondo Axios, non riguarderà solo persone a lui legate.
(AGI) - "Nel momento in cui puoi fare qualcosa e non lo fai sei complice. Come si fa a guardare da un'altra parte? Che si tratti di un terremoto, di una catastrofe umanitaria o di persecuzioni politiche sei davanti ad un nemico da combattere con strumenti e armi proporzionali: tempo, soldi o la propria stessa vita". Sembra una frase retorica eppure per chi per sette mesi ha combattuto contro Isis come foreign fighter al fianco delle milizia Ypg durante l'assedio di Raqqa ha tutt'altro significato. Di nuovo in partenza Claudio Locatelli, 33 anni, padovano, giornalista, attivista lo dice chiaramente: "Una volta che fai parte dello Ypg (in curdo 'Unità di protezione del popolo', ndr) lo sei per tutta la vita e proteggere un popolo, qualunque popolo, significa intervenire in prima persona consapevoli che le cose cambiano solo quando si agisce". L'AGI lo ha incontratolo a Padova di ritorno dalla Bosnia e a pochi giorni da una terza nuova partenza. Una mobilitazione inimmaginabile "Cerco sempre di dare un senso 'operativo' al Natale, ma a causa del Covid ero bloccato a casa - racconta - poi il 29 c'è stato il terremoto in Croazia ed è stata la conferma che bisognava fare qualcosa. Ho quindi subito lanciato la missione, il 30 ho raccolto i materiali e il 31 siamo partiti. Quello che è accaduto è stata una mobilitazione inimmaginabile: il 30 c'era talmente tanta gente davanti al mio condominio che la polizia voleva bloccare la strada. Un'anziana del quartiere mi ha guardato e detto che quella era la più bella coda di persone del 2020. Ed era vero". Dodici furgoni e 40 volontari In un giorno, un solo giorno, grazie al tam tam sui social network Locatelli raccoglie così l'equivalente di 12 furgoni di materiali, la disponibilità di 40 volontari di Solidarity Action e donazioni da 500, 600 persone ("impossibile avere un numero preciso perché all'inizio registravamo tutto e tutti ma siamo stati presto travolti dalle donazioni", spiega). A quel punto, con garage, cantine e marciapiede invasi da giacche invernali, torce, pantaloni, scarpe e derrate alimentari sorge il problema dello stoccaggio. "Accade allora l'incredibile, di nuovo: il responsabile di uno noto stadio di atletica leggera di Padova passa per di là facendo jogging - racconta - ci ha visto, ci ha chiesto cosa stesse accadendo e ci ha subito messo a disposizione la sua palestra". Alla mattina del 31 dicembre il primo convoglio parte da Padova (non a caso nominata Capitale Europea del volontariato 2020) e mentre il mondo è impegnato a brindare e a far scoppiare fuochi artificiali alla mezzanotte Locatelli e altri volontari iniziano a scaricano i materiale raccolto in Croazia. "Sono arrivati a casa mia da tutto il Veneto con borse e zaini pieni di cose da donare ma mi hanno chiamato anche dalla Calabria e dalla Lombardia e a loro ho chiesto di fare donazioni economiche per acquistare derrate di cibo in Croazia in modo da aiutare l'economia locale", spiega ancora Locatelli. Il dramma della Bosnia Il resto della missione è poi proseguita in Bosnia. "Lì la situazione si è fatta veramente drammatica ma soprattutto è drammatico il fatto che nessuno stia pensando ad una soluzione - racconta il volontario padovano - abbiamo trovato migliaia di persone nascoste nei boschi e nelle fabbriche abbandonate, in mezzo alla neve. Ho saputo di una persona a cui hanno dovuto amputare le dita dei piedi congelate. Alcuni sono nelle neve in ciabatte, sono fuggiti da guerre e ora pure maltrattati e derubati. Come puoi pensare di lasciare che qualcuno rischi di morire di freddo e di fame e girarti dall'altra parte?". In Siria contro Isis rischiando la vita ogni istante, ora in Bosnia, ma prima in Armenia durante la guerra nell'Artsakh e in Bielorussia dove è stato anche arrestato e prima ancora in Abruzzo, Emilia, Amatrice in occasione dei terremoti o in Grecia per aiutare i migranti che hanno invaso Salonicco e al più presto, garantisce, di nuovo in Armenia: un ritmo e un impegno che agli occhi di Locatelli non ha nulla di poi così eccezionale. "Il vero problema è che qui in Italia c'è l'adagio per cui la beneficenza debba essere silenziosa - ha spiegato - nulla di più sbagliato, io voglio dirlo, urlarlo quello che faccio per coinvolgere sempre più persone. Non sono ricco, non sono più fortunato di altri. Penso semplicemente che ci siano cose di fronte alle quali non possiamo girarci dall'altra parte".
L'auto le è stata riconsegnata con tanto di scuse da parte dei ladri
AGI - Bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio a Palermo: tre arresti e sequestrati due società e un negozio di abbigliamento dello storico marchio Mazzara. Su delega della procura, i finanzieri del Comando provinciale hanno eseguito gli arresti domiciliari e la misura interdittiva del divieto di esercizio di attività d'impresa per dodici mesi. I destinatari del provvedimento cautelare sono i fratelli Vito e Vincenzo Mazzara, di 61 e 59 anni, e il 'rampollo' della famiglia che ha vestito generazioni di palermitani, Marco Mazzara, 27 anni, ai quali vengono contestati a vario titolo i reati di bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio e reimpiego di capitali illeciti. Le indagini condotte dagli investigatori del Gruppo Tutela Mercato Capitali del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Palermo hanno permesso di fare luce su un complesso sistema di società, cui hanno fatto riferimento nel tempo sette punti vendita nelle zone Resuttana-San Lorenzo e Politeama. Gli indagati svuotavano ciclicamente le aziende mediante cessioni e affitti di rami d'azienda. Le società fallivano, ma l'attività di vendita al dettaglio di abbigliamento continuava con una nuova compagine appositamente costituita. Sono tre le società fallite tra il 2015 e il 2018 che hanno accumulato un passivo fallimentare per circa 4,5 milioni di euro a danno dei fornitori e dell'Erario (nei cui confronti il debito è pari ad oltre 2 milioni di euro). Lo schema è stato replicato con due società di recente costituzione, che hanno già accumulato altri debiti pari a oltre 400 mila euro, oggetto dell'attuale provvedimento di sequestro insieme all'unico punto vendita ancora attivo nel centro di Palermo.
AGI - L'asportazione totale delle mammelle e il rischio di perdere anche le ovaie per un tumore non hanno scoraggiato una donna che in Sardegna, passando per l'incubo e la chemioterapia, è riuscita ad avere una figlia. La piccola Margherita è nata a Cagliari il 30 ottobre scorso, dopo che sua madre Giorgia, 35 anni, ha dovuto affrontare un difficile percorso di guarigione e ricostruzione, inclusa una mastectomia bilaterale, lo stesso tipo di intervento al quale aveva scelto di sottoporsi, a scopo preventivo, l'attrice Angelina Jolie. "A febbraio del 2017 mi sono accorta di avere un nodulo al seno, è iniziato tutto da lì'", racconta Giorgia Sanna, paziente di Andrea Figus, direttore della Chirurgia plastica e microchirurgia del Policlinico universitario di Cagliari. Due mesi dopo la donna è stata operata la prima volta per la rimozione del tumore. All'intervento è seguita la radioterapia. "In quei giorni ho deciso di sottopormi a un test genetico dove è stata evidenziata una mutazione del gene BRCA 1, che aumenta il rischio dell'80% di sviluppare tumore mammario durante tutto l'arco della vita", ricorda la donna. "Per questo motivo, dopo averci pensato su, ho optato per una mastectomia profilattica bilaterale, trovando, però, difficoltà per l'intervento di ricostruzione, in quanto qua a Cagliari mi veniva proposta solamente la ricostruzione con le protesi". Ma poi Giorgia ha incontrato il chirurgo che le avrebbe restituito la speranza. "Con lui ho avuto la possibilità di poter fare un altro tipo di intervento che mi avrebbe permesso in un unico tempo di ridurre i rischi dovuti all'inserimento della protesi in una mammella irradiata". L'anno scorso, conclusa la radioterapia, racconta Andrea Figus, "Giorgia è stata sottoposta a un intervento durato 8 ore: le sono state asportate le ghiandole mammarie e contestualmente è stato prelevato il tessuto dall'interno delle cosce (Pap flap bilaterale) per poi ricostruire entrambi i seni, con un risultato positivo sia dal punto di vista clinico sia estetico". Col marito Mauro Frau, 36 anni, Giorgia ha affrontato paure e dolori e poi la gioia della nascita di Margherita. "Si prospettava l'eventualità dell'ovariectomia, uno degli interventi da mettere in atto per la profilassi e per evitare l'insorgenza di nuovi tumori", ricorda Mauro. "Purtroppo la mutazione espone a una probabilità maggiore di un'insorgenza di tumori a carico dell'ovaio. Avevamo una finestra di tempo molto ristretta e fortunatamente lei", dice pensando a Margherita, "è arrivata, non si è fatta attendere".