Governo, Zingaretti: fase nuova, Draghi uomo di grande valore
Pd contribuisca al successo di questo governo
Fiammetta La Guidara, volto noto del giornalismo sportivo e, in particolare, della Formula 1 e del Motomondiale, è deceduta a Varese all'età di cinquant'anni.
Caldo e temperature primaverili per tutta la settimana. Ma domenica 28 febbraio il tempo cambia. Da qualche giorno sull'Italia si è imposta una mastodontica figura di alta pressione, un imponente anticiclone che ha conquistato praticamente anche tutta l'Europa. Anticiclone che ha origine sub-tropicali e sta scaldando l'atmosfera su tutte le regioni dove le temperature stanno lievitando gradualmente fino a raggiungere punte di 23°C. Stiamo parlando di valori sopra la media del periodo di quasi 12°C. Il team de iLMeteo.it avvisa che le temperature fino ad almeno sabato 27 avranno caratteristiche tipicamente primaverili. I valori massimi, dove sarà soleggiato, toccheranno i 19-20°C su molte città italiane come ad esempio Torino, Milano, Bologna, Verona, Trento, Frosinone, Ascoli Piceno, Perugia, Latina, Napoli, Taranto, Catanzaro. Punte di 22-23°C invece potranno essere raggiunte al Centro come in Toscana e in Sicilia come ad esempio a Firenze, Prato, Pistoia, Ragusa e Catania. Le cose cambieranno a partire da domenica quando aria più fredda dai Balcani comincerà ad affluire su molte regioni provocando un calo termico di 5-7°C e riportando le temperature grossomodo in media con il periodo. Oggi - Al nord: cielo sereno o poco nuvoloso. Al centro: bel tempo. Al sud: nubi sulle coste tirreniche, sole altrove. Domani - Al nord: sole e clima primaverile. Al centro: soleggiato. Al sud: cielo sereno o poco nuvoloso. Venerdì 26 - Al nord: torna qualche nebbia in pianura, ma il cielo sarà poco nuvoloso. Al centro: cielo poco nuvoloso. Al sud: bel tempo. Weekend - sabato ancora soleggiato e mite, domenica calo termico generale.
Andrea Zenga è stato l’ultimo eliminato dalla casa del Grande Fratello Vip. La sua eliminazione è arrivata a pochi giorni dalla finalissima e, ospite di Casa Chi, il figlio di Walter Zenga ha fatto il punto sulla sua esperienza e ha svelato particolari inediti sulla sua relazione con Rosalinda Cannavò, iniziata proprio tra le mura della casa del reality show condotto da Alfonso Signorini. Innanzitutto, Zenga ha sottolineato l’accoglienza del pubblico una volta abbandonato il gioco: “Fuori ho trovato un affetto incredibile, mi stanno inondando di messaggi bellissimi e non me lo aspettavo, è una cosa davvero incredibile”. Sulla Cannavò ha poi raccontato: "Ho vissuto da dicembre nella casa e da quando c’ero io Rosalinda è sempre stata se stessa, senza scheletri nell’armadio e mi baso su quello che ho vissuto e provato, ma ho conosciuto una persona vera e mi baso su quello, quindi tutto quello che è successo prima cerco di non prenderlo in considerazione". L’ex concorrente del Grande Fratello Vip ha poi spiegato cosa è davvero successo a letto con l’attrice dal momento che tutti hanno parlato di un rapporto intimo tra i due: "Ci sono stati baci perché c’è chimica, magari abbracci un po’ più intensi, ma niente di più. Andare oltre mi sembrava eccessivo, dei grattini, carezze sulla schiena". Inoltre, Andrea Zenga ha anche detto la sua su Dayane Mello che, durante l’ultima puntata del reality show di Canale 5, ha rivolto una dichiarazione d’amore a Rosalinda Cannavò: "L’ho detto anche in puntata non ci ho capito niente, è stata una spina nel fianco in quel momento. Magari Dayane poteva essere più incuriosita da Rosalinda, non ho capito bene il ‘ti amo’ alla fine, ma penso fosse più un ‘ti voglio bene’. Il bacio tra me e Dayane? Non c’è mai stato nessun interesse: abbiamo più giocato e io penso di essere stato chiaro dall’inizio perché non è il mio tipo di donna, infatti la ragazza che piace a me è il suo completo opposto. Ci vedo molto distanti, non siamo mai andati oltre una cosa estetica". Infine, sul destino della sua storia con la Cannavò, Andrea Zenga ha dichiarato: “Nella casa è tutto ovattato e le conseguenze di quello che fai le paghi fuori, ma credo che Rosalinda abbia preso una decisione importante e io le starò vicino se vorrà, partiamo da una buona base e spero di costruire qualcosa fuori, è una cosa che deve nascere perché come coppia ci siamo vissuti solo una settimana". (in collaborazione con ultimora.news)
La variante brasiliana potrebbe essere più pericolosa perché in grado di mettere fuori gioco il vaccino.
Si sarebbe sposato nell’estate del 2021 il carabiniere Vittorio Iacovacci morto nell’attacco insieme all’ambasciatore Attanasio.
Chiara Ferragni ha lanciato il suo personalissimo uovo di Pasqua in edizione limitata: ecco quanto costa e dove acquistarlo
AGI - Un giovane indiano ha avvelenato tre ragazze appartenenti alla casta più bassa (i "dalit", o "paria") dopo essere stato respinto dalla maggiore, 17 anni, l'unica sopravvissuta. Le altre due, entrambe sue parenti, di 14 e 15 anni, sono invece decedute. Il delitto è avvenuto nel villaggio di Bahuhara, nello Stato dell'Uttar Pradesh. La polizia locale ha spiegato che l'assassino, un ventottenne, si era dichiarato nel giorno di San Valentino alla giovane, che non aveva però accettato la sua corte. Due giorni dopo, l'uomo si era recato con un amico per incontrare le tre ragazze, alle quali aveva offerto cibo e acqua avvelenata con un pesticida. Le fanciulle erano state poco dopo ritrovate prive di sensi, con mani e piedi legati con i loro stessi vestiti. Per le più giovani non c'era ormai più nulla da fare ma la maggiore, recuperata la coscienza, è stata in grado di denunciare l'omicida alla polizia. La vicenda, rivelata solo oggi dalle forze dell'ordine, è solo uno dei tanti esempi delle violenze che i paria subiscono dai membri delle caste superiori, che non li considerano esseri umani a pieno titolo e li ritengono un bersaglio facile. Il fenomeno è particolarmente grave nello Stato dell'Uttar Pradesh, in particolare nel distretto di Unnao. Nel dicembre 2019 un parlamentare regionale del Bjp, il partito del premier Narendra Modi, fu condannato all'ergastolo per aver violentato due anni prima a Unnao un'adolescente il cui padre era stato nel frattempo percosso a morte dai seguaci del politico. Ancora a Unnao, lo stesso anno, un'altra donna era stata bruciata viva mentre si recava a denunciare gli uomini che l'avevano violentata. Lo scorso settembre un'altra giovane dalit era stata stuprata e ridotta in fin di vita in un villaggio dell'Uttar Pradesh da membri di caste superiori. Morta dopo settimane di agonia, la ragazza fu cremata dalla polizia senza che la famiglia avesse la possibilità di tenere un funerale. La violenza nei confronti delle donne e dei dalit è un problema endemico in India, dove solo nel 2018 sono stati denunciati 33.977 stupri. Il numero reale sarebbe però molto più alto, dal momento che le donne, soprattutto quelle appartenenti alla casta più bassa, hanno il giustificato timore di essere uccise dai loro aguzzini.
I fan del GF Vip hanno accusato il programma di aver volutamente tagliato e censurato alcune frasi dei concorrenti.
Francesco Sarcina ha rivelato un episodio che gli sarebbe capitato dopo la scomparsa di suo padre.
Quanto guadagnano i ministri del governo Draghi? La politica fa crescere il reddito? In generale è così, ma non sempre. C'è anche chi con l'approdo in Parlamento vede scendere le entrate. E' quanto emerge dall'inchiesta de le Iene sui redditi dei parlamentari e dei ministri, basata sul raffronto tra l'ultimo imponibile dichiarato e l'ultimo imponibile prima dell'ingresso in politica. E così si scopre che Luigi Di Maio, tra i ministri in carica, è quello che ha incrementato di più il proprio reddito, 74.471 euro. L'attuale ministro degli Esteri, indicato come giornalista pubblicista, nel 2012 non risulta dichiarazione dei redditi, quindi il suo imponibile è considerato pari a zero. Nel 2019 il suo imponibile arriva a 98.471 euro (-24.000 restituzioni), a cui si aggiunge una Rover Mini Cooper e una quota del 50% (pari a 50.100 euro) della società Ardima srl. Al contrario il titolare della Cultura, Dario Franceschini ha visto calare il proprio reddito di 94.467 euro. Franceschini, alla guida dei Beni culturali prima con Conte e ora con Draghi, nel 2000 (all'epoca era sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri) aveva un imponibile di 173.012 euro (334.998.000 lire). Nel 2019, Franceschini dichiara 78.545 euro, oltre a un fabbricato a Ferrara in comproprietà al 50% (eredità), una Suzuki wagon r, una Fiat Idea, una moto Bmw 100/7 del 1979. Scende anche il reddito di Mara Carfagna, ministro del Sud con Draghi, anche se solo di 406 euro. L'azzurra nel 2005 dichiarava un reddito imponibile di 131.256 euro, appena superiore ai 130.850 dell'imponibile 2019. Nella dichiarazione di Carfagna anche un fabbricato a Roma e una VolksWagen Up tsi. Passata dal ministero della pubblica amministrazione nel governo Conte bis al ministero delle politiche Giovanili con Draghi, Fabiana Dadone registra un incremento di 72.916 euro. Anche lei nel 2012 aveva un imponibile pari a zero (non c'è dichiarazione) mentre nel 2019 sale a 98.471 euro (-25.555 restituzioni). Il dirigente d'azienda Federico D'Incà, ministro dei rapporti con il Parlamento sia con Conte che con Draghi, vede il suo imponibile 'crescere' di 26.146 euro dal suo debutto in politica. Nel 2012 il suo imponibile era di 25.847 euro, mentre nel 2019 arriva a 77.173 euro (-25.180 restituzioni), oltre a una VolksWagen Golf, immatricolata nel 1999. L'ingegnere grillino Stefano Patuanelli, passato dallo Sviluppo economico all'Agricoltura, ha visto il suo reddito rivalutato negli anni di 30.717 euro. Nel 2017 il suo imponibile era di 46.339 euro, balzato nel 2019 a 101.056 euro (-24.000 restituzioni). Patuanelli inoltre ha in comproprietà al 50% un fabbricato a Trieste, un'altra comproprietà al 25% di un terreno a Trieste, più una Peugeot. Il reddito del leghista Giancarlo Giorgetti, commercialista e revisore dei conti, neo ministro per lo Sviluppo economico 'cresce' di 55.201 euro rispetto all'epoca del suo ingresso in politica. Nel 1995 il suo reddito imponibile era di 25.887 euro (50.125.000 lire); nel 2019 il suo reddito imponibile è 95.300 euro, oltre a fabbricato e terreni agricoli a Cazzago Grabbia, una Fiat Punto in comproprietà (eredità), 10 quote soc coop pescatori Lago Varese, più una quota consorzio Votto d’Amore e 1536 quote euroholding. Sale di 66.030 euro rispetto al suo debutto in politica, il reddito di Andrea Orlando, ministro del Lavoro. Nel 2005 le sue entrate erano 37.229 euro mentre la dichiarazione relativa al 2019 segna un reddito imponibile di 103.259 euro, più la proprietà di 2 appartamenti e parcella terreno condominiale a La Spezia. Inoltre una Fiat Bravo, più l'80% (pari a 16.000 euro) della das srl (La Spezia).
Galli verso la pensione che scatterà il 31 ottobre: "Farò il mio meglio fine alla fine".
Fausto Iannone ha scritto un post di cordoglio per la scomparsa di Fausto Gresini, stroncato dal Covid a 60 anni.
“Ebbene sì” ha scritto l’artista a corredo dello scatto
Si fa sempre più concreta l'ipotesi di una revisione del meccanismo del cashback da parte del governo: nel mirino il superbonus e le microtransazioni.
AGI - Tra vent'anni si sarà ridotto della metà, tra trenta sarà la metà della metà. Poi sempre meno, poi più niente, e allora in questo mondo violento e mercenario del profumo di Dio non ci sarà più nemmeno traccia. Svanito nel nulla, sparito dalla faccia di una Terra che, se non ci sbrighiamo a trovare il rimedio, sarà secca e arida perché da essa non si leverà verso il Cielo la sua fragranza più nobile e sacra. E allora sarà non Eden, ma bolgia di esalazioni, officina di Messer Satanasso, fabbrica di orchi tolkeniani al servizio del traditore Saruman e della sua testa fatta di metallo e di ingranaggi. Potenza del profumo, miracolo dell'incenso: trasforma l'ignobile nel sublime, l'umano nel trascendente, il troppo umano nel divino. Speriamo sopravviva, ma non è mica scontato. Lo si legge in una rivista specializzata, “Nature Sustainability”: di incenso ce n'è sempre meno, lo si produce quasi a stento e ne consuma troppo. Il duplice assunto dà, alla fine dell'equazione, un pari a zero. È solo questione di tempo. Lo si produce tra Somalia, Yemen, Etiopia, Sudan e India settentrionale. Non c'è una di queste lande che non sia piagata dalla guerra, o almeno non sia a forte rischio. Campi distrutti, raccolti bruciati, commercio in nero. Nemmeno fosse oro, o rame. Lande che sanno di racconti straordinari e di viaggi avventurosi: il Prete Gianni, Sinbad il Marinaio. Menelik il figlio misterioso di Salomone e della Regina di Saba. Carovaniere battute da silenziosi dromedari, nel silenzio mistico del deserto. Poteva avere altra scaturigine, il cammino dell'incenso? È fatto di gocce di linfa, chiara come l'acqua e scesa giù, lentamente, dalla tenera corteccia della boswellia incisa oggi allo stesso modo in cui si faceva già tremila anni prima di Cristo, come rugiada sul Monte di Sion. Diventa quasi un'ambra, si indurisce come l'ambra ma se l'ambra era considerata fuoco solidificato, le gocce solide di incenso fuoco sono destinate a tornare, e allora si sprigiona la fragranza che all'Altissimo rende omaggio e onore, perché solo Lui poteva non solo creare, ma anche semplicemente immaginare qualcosa di così ultraumano. Già il Salmo gli rende grazie equiparandolo alla pura preghiera. I Greci lo scoprirono dopo. I poveretti, figli di una civiltà speculativa ma non contemplativa, agli dei dedicavano la parte migliore del sacrificio: il fumo della vittima poggiata sulle fiamme. Soluzione non priva di devota ingegnosità, ma tutto sommato poca cosa: l'effetto è riproducibile in qualsiasi casa contemporanea che sia dotata di giardino. Basta accendere il barbecue. Il cibo dell'Araba Fenice Solo il contatto ellenistico con Babilonia li rese edotti della forza mistica di quell'essenza, che comunicarono ai Romani tramite Teofrasto ed al suo trattato sugli aromi. Plinio e Virgilio sostenevano fosse il nutrimento dell'Araba Fenice, e sulla loro scorta lo avrebbe sostenuto Dante: più mirabile sintesi di cibo dell'anima, di salvazione nella sconfitta della Morte non poteva essere data. Venne Cristo sulla Terra e tre sapienti glielo porsero in regalo insieme all'incenso e alla mirra, nel racconto di Matteo. Re del Mondo, Uomo destinato alla morte ma siccome anche Dio teso alla Resurrezione. Ragion per cui i miseri eredi orientali di Augusto vollero che l'incenso cesaropapista bruciasse alle Blacherne di Costantinopoli, ben dopo il Concilio di Nicea. La Chiesa Latina seguì l'esempio solo dopo aver chiarito i rapporti con gli imperatori franchi, e si era fatto l'Anno Mille, ma siccome le lingue romanze portano con sé i loro residui morenici della storia, ecco che l'incenso in inglese si dice ancora oggi franchincenso, come nel francese antico, ad indicare la purezza e la libertà dell'uomo in preghiera di fronte al suo Unico Signore. L'altro, il signore degli uomini, la corona la deve al Papa, che è capo dei credenti. Ecco l'ultima tappa del cammino dell'incenso, la Chiesa. In quelle orientali vi si ricorre con gran scialo, anche in quella cattolica il consumo non è indifferente. Non che se ne faccia abuso: lo si brucia di fronte all'altare in occasioni particolari e solenni. Ma il numero delle stecche di essenza moltiplicato per il numero delle funzioni e poi per quello delle chiese dà comunque il capogiro. Su Internet lo si trova a tutti i prezzi, ma soprattutto nella sua versione orientaleggiante parabuddista. Troppo New Age per essere ortodosso, troppo al ribasso per non puzzare – sì, puzzare – di imitazioni, se non di strani traffici non sempre confessabili. Su certi siti, che si presentano con nomi di santuari, la quotazione è ben altra: 100 euro al chilo. Non è oro, ma bene di lusso sicuramente sì. Studiosi della Johns Hopkins sostengono, sulla base dell'immancabile ricerca universitaria, che contenga sostanza atte ad alleviare ansia e depressione, ed in tempi di coronavirus la notizia è rassicurante. Ma la circostanza potrebbe portare all'impennata dei consumi con conseguente peggioramento delle prospettive di sopravvivenza. Sarebbe meglio non far circolare la notizia, ma è impossibile. La si consideri quindi non un'esortazione a correre verso il rimedio salvifico alle nostre materialistiche notti insonni, ma alla riflessione su come la paura e l'irresponsabilità potrebbero indurci, per l'ennesima volta, a comportamenti sconsiderati. Stephen Johnson, un biologo americano esperto in materia, ha rassicurato il Catholic News Service: “basta ripristinare, per evitare il peggio, una sorta di controllo sulla catena di produzione”, basato sulla perfetta tracciabilità della provenienza dei prodotti e l'eventuale sostituzione della coltura eticamente riprovevole con una produzione autogestita. Magari in attesa che gli scenari politici, in certe zone dell'Africa e del Medioriente, tornino ad essere ragionevolmente tranquilli. Insomma, orti di boswellia nei giardini e sui cigli delle strade. Un po' come le foreste create in Scandinavia per produrre la carta senza intaccare l'ecosistema generale. Ma l'idea sa vagamente di semplice sostituzione della fonte primaria di produzione in un normale ciclo produttivo. Già per la vaniglia del Madagascar sarebbe difficile sostenere l'eticità di spostare la produzione fuori del suo territorio naturale, con conseguenze incalcolabili per gente che da secoli non coltiva altro; figuriamoci con l'incenso. Che intanto continua a bruciare, ad maiorem Dei gloriam, perché quello è il suo profumo. O almeno lo sarà, fino a quando l'uomo non commetterà l'ennesima offesa alla Sua volontà.
AGI - Un uomo di 45 anni, filippino, con precedenti per reati contro la persona e droga, è stato ucciso la notte scorsa a Milano da un agente di polizia, che era stato aggredito con un coltello. Il fatto ha riportato d'attualità il dibattito sulla mancata dotazione del taser, sorta di pistola elettrica che trasmette una forte scossa, che immobilizza il soggetto ma senza conseguenze più gravi. A chiederne l'utilizzo sono stati il sindacato Fsp della Polizia, poi con forza il leader della Lega, Matteo Salvini: “Spero che adesso nessuno se la prenda coi poliziotti, che sono stati costretti a intervenire per evitare altra violenza – ha detto Salvini - una preghiera per il morto, con l'auspicio che le Forze dell'Ordine vengano dotate della pistola a impulsi elettrici che viene usata in molti Paesi in tutto il mondo (ma ancora non in Italia)". Secondo la ricostruzione della questura, l'uomo attorno a mezzanotte ha aggredito alcuni passanti. A segnalare quanto stava avvenendo alla centrale operativa sono stati alcuni abitanti del quartiere. Sul posto è arrivata la volante Forlanini e gli uomini del commissariato sono riusciti a individuare l'aggressore grazie anche alle indicazioni dei cittadini alle finestre: il 45enne si trovava dietro una siepe e aveva con sé un grosso coltello da cucina. Lo scontro con i poliziotti è avvenuto subito dopo, quando il 45enne si è scagliato anche contro di loro. La pattuglia ha cercato di bloccarlo e farlo desistere con l'uso dello sfollagente. Nell'indietreggiare, il capo pattuglia è caduto sbattendo la testa ed è rimasto a terra. L'aggressore ha poi rivolto il coltello verso l'autista della volante Monforte, intervenuta in ausilio: quest'ultimo, per difendersi, ha esploso dei colpi contro l'aggressore, uccidendolo. Il poliziotto caduto a terra è stato portato in codice giallo al Policlinico. “E' un giorno orribile quando un poliziotto è costretto a mettere mano all'arma per salvare la vita di un collega. E' giorno buio perché, in un sistema in cui la violenza nelle strade è sempre più cieca e inarrestabile, tutti devono porsi la drammatica domanda se un banale taser avrebbe consentito di evitare il peggio”. Così Valter Mazzetti, segretario generale del sindacato Fsp della polizia. “Oggi – aggiunge - ci aspettiamo che si ragioni con serietà e senso di responsabilità su questi interrogativi. Non vorremmo davvero che si aprisse la solita criminalizzante ridda di analisi e commenti sulla dinamica di un episodio in cui un fatto è certo: vedere un malintenzionato pronto ad uccidere, che non si ferma nonostante tutti i tentativi di dissuaderlo messi in campo, e oltre tutto mentre un collega è svenuto e ormai in balìa della sua furia, non lascia molta scelta in quelle terribili e frenetiche frazioni di secondo. Non un altro giorno deve trascorrere, intanto, senza che si acceleri concretamente sulle procedure burocratiche necessarie a fornire agli operatori di polizia i taser, che sono strumenti finalizzati a salvare vite”. “La tragedia con ogni probabilita' si sarebbe potuta evitare – ha commentato Riccardo De Corato, assessore regionale alla Sicurezza - se gli agenti avessero avuto in dotazione i taser, strumento di difesa tolto alle Forze dell'Ordine lo scorso 21 luglio dal Ministro Lamorgese dopo il periodo di sperimentazione".
AGI - “Salvini credo di avere dimostrato di poterlo anche battere quando sembrava invincibile poco più di un anno fa” nelle elezioni in Emilia Romagna, “e quando si voterà per le politiche Pd e Lega si torneranno a dividere avendo idee diverse su tante cose”. Detto questo “non vedo perché anche con un avversario politico, laddove dica cose che credo possano avere un senso, non si possa discutere e dialogare”: così il governatore Stefano Bonaccini, ospite di Mattino 5, è tornato sulla proposta condivisa con il segretario della Lega, di tenere aperti i ristoranti anche a cena nelle zone a minore rischio di contagi. “Da ieri sera - ha aggiunto Bonaccini - sto ricevendo un sacco messaggi di persone che mi dicono 'hai fatto bene e non rinunciare all'idea che in politica anche persone distanti dal punto di vista del pensiero possano condividere e lavorare insieme'. Non ho deciso io che nascesse il governo Draghi sostenuto non solo più dal centrosinistra perché non c'erano i numeri in Parlamento. Poi ricordo che credo di aver dato una mano in un momento molto difficile per il centrosinistra quando il 26 gennaio di un anno fa battemmo la destra” nelle elezioni in Emilia Romagna". Il motivo del dialogo, secondo Bonaccini, appare chiaro. “I cittadini hanno bisogno di sentire le istituzioni vicine.- spiega - Rischiamo che la pandemia sanitaria sfoci in una pandemia economica e sociale. Ci sono settori di cui non parla nessuno come la cultura, dove non lavorano da un anno. C'è il tema dello sport come le piscine e le palestre”. L'epidemia intanto morde, tanto che anche 14 Comuni dell'Emilia Romagna, da domani all'11 marzo, diventeranno arancione scuro. “Non so se sia l'inizio della terza ondata- spiega ancora il governatore dell'Emilia Romagna - Stiamo monitorando la situazione territorio per territorio. Laddove ci sono problemi bisogna
Nato dalla straordinaria penna di Andrea Camilleri e interpretato da Luca Zingaretti, Il Commissario Montalbano torna protagonista su Rai1 con 'Il metodo Catalanotti', un nuovo attesissimo film tv, tratto dall’omonimo romanzo (Sellerio Editore), per la regia di Alberto Sironi e Luca Zingaretti. Una produzione Palomar con la partecipazione di Rai Fiction, prodotta da Carlo Degli Esposti, Nora Barbieri e Nicola Serra con Max Gusberti, in onda in prima visione e in prima serata lunedì 8 marzo. Ad affiancare Luca Zingaretti ritroveremo ancora una volta l’affiatatissimo gruppo di attori che ha reso negli anni “Montalbano” un vero e proprio cult: Cesare Bocci nei panni di Mimì Augello, Peppino Mazzotta in quelli di Fazio, Angelo Russo nelle vesti dell’agente Catarella e la partecipazione di Sonia Bergamasco nel ruolo di Livia, l’eterna fidanzata di Salvo Montalbano. Nel nuovo capitolo di indagini, il commissario e i suoi uomini sono chiamati a fare luce sull’omicidio di un uomo, ucciso con una coltellata al petto. Tutto parrebbe condurre al giro dell’usura, ma troppe cose non tornano. Per venire a capo della matassa di indizi e assicurare alla giustizia il colpevole, Salvo dovrà andare oltre le apparenze e indagare nelle pieghe della vita del defunto e nelle sue “ossessioni” per il teatro e l’arte tragica. Intanto l’arrivo di una nuova giovane collega, interpretata dall’affascinante Greta Scarano, scuote profondamente Montalbano. Tratto dal romanzo Il metodo Catalanotti, di Andrea Camilleri Carmelo Catalanotti è stato assassinato con una pugnalata al petto, ma quest’ammazzatina, fosse anche solo per la strana compostezza della salma e l’assenza di sangue, presenta subito qualcosa di strano. Presto Montalbano scopre che la vittima era uno strozzino, benché a suo modo “equo” o almeno non particolarmente esoso. Ma Catalanotti non era solo un usuraio, era anzitutto un fervente e originale artista di teatro, anima e fondatore della Trinacriarte, attivissima compagnia di teatro amatoriale di Vigàta. La Trinacriarte non è una semplice filodrammatica, buona parte dei suoi soci sono letteralmente posseduti, quando non addirittura invasati dalla passione per il teatro. Carmelo Catalanotti era il guru di questo gruppo, un guru che sapeva essere geniale, ma anche crudele e sadico. Tanto che Montalbano si rende conto che proprio nella sua concezione dell’arte tragica e del suo personalissimo e inquietante Metodo è la soluzione del mistero della sua morte. A complicare questo già non facile caso ci si metterà l’incorreggibile Mimì Augello che, nel tentativo di sfuggire al marito cornuto della sua ennesima amante, si imbatterà in un cadavere che sorprendentemente non riuscirà più a ritrovare. Ne Il metodo Catalanotti, terz’ultimo romanzo della saga, ci sono tutti i temi cari a Camilleri. L’amore, che muove il mondo, il sesso, le corna, ma anche il teatro con l’eterno dilemma pirandelliano dello sdoppiamento dell’io e se sia più vera la realtà o la fantasia, la vecchiaia e il suo eterno tentativo di ghermire la giovinezza, la tragedia e il “tragediare” proprio della cultura siciliana. In questo romanzo Andrea ci diletta con trovate e aneddoti del suo inesauribile bagaglio, disegnando dei personaggi indimenticabili. Ma la più grande delle novità è la perdita di controllo del Commissario travolto dalla passione per una giovane collega. Salvo ci aveva abituato a pochi ma saldissimi punti fermi: l’amore per il suo lavoro, la devozione per Livia, l’imprescindibile attaccamento alla sua terra. Ebbene: qui viene messo tutto in discussione. Il Nostro è disposto a lasciare tutto e tutti pur di poter godere della vicinanza e dell’amore di una ragazza interpretata dalla splendida Greta Scarano. Per raccontare tutto questo occorreva un salto, bisognava marcare la differenza, trovare un dolore nuovo, un coraggio disperato. Penso di poter dire che ci siamo riusciti e di aver fatto, tutti quanti insieme, un gran bel lavoro. Luca Zingaretti Dal 1999, anno di messa in onda del primo episodio, Il ladro di merendine, il personaggio creato dalla magica penna di Andrea Camilleri e interpretato da Luca Zingaretti, è diventato amico imprescindibile del pubblico di Rai1, conquistando ad ogni film nuovi spettatori e consensi unanimi. Con questo nuovo episodio la più fortunata, premiata e acclamata tv movie collection arriva a 37 film complessivi. Le storie del commissario di Vigàta – oltre agli ascolti record delle prime visioni – hanno raggiunto nelle ultime stagioni punte superiori ai 12,9 milioni di spettatori con oltre il 45% di share. La collection, inoltre, ha consolidato il suo successo negli anni anche grazie alle repli che, che hanno allietato le serate degli italiani con oltre 200 prime serate, continuando a ottenere ascolti record anche dopo i ripetuti passaggi televisivi. Un successo che non si ferma all’Italia: Il commissario Montalbano, infatti, è stata la prima serie italiana venduta all’estero e negli anni è stata trasmessa in oltre 65 Paesi tra Europa e resto del mondo, ottenendo un ottimo successo di pubblico anche in territori molto diversi per audience, come ad esempio Gran Bretagna e Stati Uniti. Montalbano è andato in onda in tutti i continenti, dall’Asia al Sudamerica passando anche per l’Iran, facendo conoscere a tutto il mondo una vera e propria eccellenza audiovisiva italiana.
Dopo l'ultima diretta del Grande Fratello Vip, anche Stefania Orlando si è scagliata contro Dayane Mello dandole della falsa
Tiger Woods ha avuto un incidente d'auto. Trasportato in ospedale e operato d'urgenza, come sta?