Andrea Orlando, non c’è un solo tema su cui il governo non sia diviso: Fondo salva Stati, Ilva, prescrizione. Con molta franchezza: come si può andare avanti così?
Con altrettanta franchezza, noi l’abbiamo detto dall’inizio: questo stato delle cose è la conseguenza della mancanza di un metodo, e il metodo, a sua volta, è frutto della mancanza di una coalizione. Se si governa con l’idea del giorno per giorno, facendo finta di non conoscersi, queste sono le conseguenze.
Ecco, e dunque?
Dunque, torniamo sempre al punto: trasformare una maggioranza in una coalizione. Che consenta di avere un minimo di ambizione e di respiro politico.
Cioè Conte dovrebbe chiamare tutti e dire ci vuole un po’ di disciplina per stare insieme, fissiamo almeno qualche punto.
No, non è questione di disciplina. È questione di processi politici. Sbaglieremmo a sottovalutare quello che ha annunciato ieri Grillo nel suo blog, convocando i cosiddetti “Stati Generali del Movimento”, una cosa che noi, partito tradizionale, definiremmo “Congresso”. È un fatto politico, frutto anche dalla nostra iniziativa.
Si spieghi meglio.
È il luogo in cui inevitabilmente dovranno sciogliere alcune contraddizioni e definire quali istanze rappresentare: non si può rappresentare il blocco di chi paga le tasse e strizzare l’occhio agli evasori, non si può raccogliere una spinta ambientalista e poi avere paura di affrontare le conseguenze di alcune riforme, avere alcuni elementi di europeismo e ammiccare al sovranismo, insomma non si può volere il cambiamento e lo status quo al tempo stesso. Questo anno ha spogliato il re. Adesso il re è nudo.
Pensa che inevitabilmente i Cinque stelle siano destinati a dividersi? Semplifico: Conte e Grillo con la sinistra, Di Maio con Salvini.
Non lo so e ho grande rispetto per il dibattito di un altro partito. Dico che quel Movimento ha raccolto spinte diverse, le ha tenute insieme con l’antipolitica nella sua fase dell’opposizione e nella prima...