Nel suo ultimo giorno da presidente degli Stati Uniti, theDonald ha graziato 73 persone e commutato 70 sentenze. Snowden e Assange esclusi dai provvedimenti
Nelle due classi a cui era stata assegnata, però, aveva evidenziato comportamenti contrari alle regole adottate da tutti gli istituti. Dopo la protesta dei genitori era stata sospesa e poi espulsa
La senatrice, moglie di Clemente Mastella, conferma il suo sostegno al Governo Conte
Lo sconfinamento del mezzo nell'altra corsia sarebbe stato "trascurabile"
L'ex governatrice aveva giudicato come "irresponsabile" un ritorno alle urne in questo momento. Tajani: "Non ci aveva detto nulla"
AGI - Nel suo ultimo giorno da presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha perdonato il suo ex consigliere, Steve Bannon ed altre 72 persone ed ha commutato 70 sentenze. C'è anche un italiano tra i graziati. Si tratta dell'imprenditore fiorentino Tommaso Buti, sul quale era stata aperta negli Usa un'inchiesta per frode in merito alla bancarotta della catena di ristoranti 'Fashion Cafe'', inchiesta che non ha finora portato a nessuna condanna. L'uomo d'affari 54enne ha avuto parecchi guai con la giustizia italiana. Lo scorso maggio il tribunale di Firenze ha condannato Buti a cinque anni e dieci mesi per bancarotta fraudolenta della società 'Sfere', collegata all'azienda di orologeria che portava il nome dell'imprenditore. Due mesi dopo la stessa corte aveva inflitto a Buti un'altra pena di quattro anni e sei mesi per il fallimento del lussuoso locale fiorentino 'Nove'. Buti, un noto playboy, era salito alla ribalta delle cronache rosa per le storie d'amore con modelle famose tra cui Naomi Campbell Gli altri atti di clemenza Tra le figure che hanno beneficiato del perdono presidenziale ci sono i rapper Lil Wayne e Kodak Black e l'ex sindaco di Detroit Kwame Kilpatrick. Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, e la 'talpa' dell'Nsa, Edward Snowden sono invece tra gli assenti eccellenti nella lista delle 147 persone che hanno ricevuto l'annullamento o la riduzione della pena. Trump non ha perdonato se stesso, come alcuni media avevano suggerito stesse meditando di fare, ne' il suo avvocato Rudolph Giuliani.
L'indagine è partita nel 2015: si tratta di un 24enne che ha combattuto in Siria e in Iraq con alcuni gruppi vicini ad Al Qaeda
Gli aggiornamenti in tempo reale sull'emergenza coronavirus in Italia.
Conte attaccato al telefono per gli ultimi indecisi. Ma la vera trattativa è solo all'inizio
Lo scrive Matteo Renzi nella sua ultima enews
Un team di ingegneri della Penn State University ha sviluppato una batteria al litio ferro fosfato con un'autonomia di 250 miglia (circa 400 chilometri) e che si ricarica in 10 minuti. "Abbiamo sviluppato una batteria per i veicoli elettrici del mercato di massa che raggiungeranno la parità di costi con i veicoli con un motore a combustione", ha affermato Chao-Yang Wang, professore di ingegneria chimica e professore di scienza e ingegneria dei materiali, nonché direttore dell'Electrochemical Engine Center presso la Penn State. "Non ci sarà più ansia da autonomia e questa batteria è davvero conveniente." I ricercatori sostengono anche che la batteria dovrebbe avere una durata complessiva di 2 milioni di miglia (più di 3 milioni di chilometri). Secondo il loro studio riportato su “Nature Energy”, la chiave per una lunga durata e una ricarica rapida è la capacità della batteria di riscaldarsi rapidamente fino a 140 gradi Fahrenheit, e quindi raffreddarsi quando non è in funzione. "La ricarica molto rapida ci consente di ridurre le dimensioni della batteria senza incorrere in rischi di ansia da autonomia", ha affermato Wang. La batteria utilizza un approccio per l'autoriscaldamento precedentemente sviluppato nel centro di Wang. Il team di Wang suggerisce che utilizzando questo metodo di autoriscaldamento, si possono utilizzare materiali a basso costo per il catodo e l'anodo della batteria e un elettrolita sicuro a bassa tensione. "Questa batteria ha peso, volume e costo ridotti", ha detto Wang. "Sono molto felice che abbiamo finalmente trovato una batteria che andrà a vantaggio del mercato di massa". Secondo Wang, queste batterie possono produrre una grande quantità di energia con il riscaldamento: 40 kilowattora e 300 kilowatt di potenza. Un veicolo elettrico con questa batteria potrebbe andare da zero a 60 miglia all'ora (circa 100 chilometri all'ora) in 3 secondi. "È così che cambieremo l'ambiente", ha rilevato Wang. "Faremo in modo che tutti si permettano i veicoli elettrici".
Secondo quanto riporta il ‘Sun’, a causa della candela, la casa di una donna inglese rischiava di andare a fuoco.
Il 4 gennaio i due insegnanti in pensione erano andati a fare una passeggiata nei boschi di Bolzano per non fare più ritorno a casa.
Il 32enne avvocato Antonio Montinaro il 17 gennaio 2019 rimase paralizzato precipitando da una balaustra
Il fisico Battiston sottolinea all'HuffPost come, al di là della media anagrafica, al momento in Italia "ci sono 500mila infetti attivi: con Rt sopra 1, i contagi rischiano di esplodere"
“E' tosta eh..” è il commento perplesso di Francesco Totti quando Pietro Castellitto gli comunica che lo hanno preso per “fare la parte tua”. La genesi di ‘Speravo de morì prima', la serie sul mitico capitano della Roma che arriverà su Sky e in streaming su Now tv a marzo, è la protagonista della prima clip appena rilasciata, con le immagini di Pietro Castellitto allo stadio in versione Totti che fa da sfondo alla gag tra lui e il campione seduti a tavola in un ristorante, con tanto di sottotitoli per il romanesco tottiano. Castellitto junior gli comunica l'ingaggio e incassa la sua benedizione dopo aver scherzando sul suo piede sinistro dominante con il calciatore dal destro letale: “So' pure mancino...” gli confessa, beccandosi un “Allora nun la poi fa' la parte mia, so' destro..”. “Si può pure girare la tv, ribaltano le immagini... la posso fare la serie secondo te? “Sei bravo..” acconsente il mito. Viste le premesse ci sarà da divertirsi con le altre clip che accompagneremmo il debutto della serie in sei episodi sugli ultimi due anni di carriera del leggendario numero 10 della Roma, tratta dall'opera “Un capitano” di Francesco Totti e Paolo Condò, (edita da Rizzoli) . Nella prima Castellitto, romanista sfegatato, confessa quindi al campione essere cresciuto con il suo poster in camera: “Ci parlavo e ogni tanto mi rispondeva pure” , “Allora mi metti qualche dubbio, se parlavi con un poster...”, non si fa scappare la battuta il mito di Roma. Diretta da Luca Ribuoli e prodotta da Mario Gianani per Wildside, del gruppo Fremantle, con Capri Entertainment di Virginia Valsecchi, The New Life Company e Fremantle, la serie racconterà la fine del lungo percorso del capitano della Roma con la maglia giallorossa, rimasta sempre la stessa per ventisette anni. Le immagini d'archivio dei momenti più esaltanti della sua carriera correderanno il racconto del tormentato periodo prima del ritiro e quello della vita privata del calciatore simbolo e bandiera della capitale Oltre a Castellitto junior ('I predatori', 'Freaks Out', 'Non ti muovere,' 'La profezia dell'armadillo') nei panni di Totti, nel cast ci sono anche Greta Scarano che sarà Ilary Blasi, sua moglie, Gianmarco Tognazzi (Luciano Spalletti, ultimo allenatore della sua carriera) Monica Guerritore (la madre di Totti, Fiorella) Giorgio Colangeli (che interpreterà il padre del calciatore). Primo Reggiani sarà Giancarlo Pantano, amico storico di Totti, e Alessandro Bardani si trasformerà in Angelo Marrozzini, cugino del capitano, Gabriel Montesi e Marco Rossetti saranno rispettivamente Antonio Cassano e Daniele De Rossi, Massimo De Santis interpreterà Vito Scala. Eugenia Costantini e Federico Tocci sono invece i genitori di Totti da giovani. La serie è scritta da Stefano Bises, Michele Astori e Maurizio Careddu. Fremantle è il distributore internazionale.
Il sindaco di Milano ha deciso di commentare non solo il "caso Moratti"
AGI - Un gruppo di ricercatori dell'ISS, in collaborazione con i colleghi dell'IDI-IRCCS e del Campus Biomedico di Roma, ha individuato e descritto in uno studio pubblicato su Biomedicines, nuovi meccanismi che spiegano, almeno in parte, il grave problema della resistenza ai farmaci nel melanoma, la forma più letale di cancro della pelle, il cui tasso di incidenza e' in rapido aumento. "Nonostante i recenti progressi delle nuove opzioni terapeutiche ne abbiano significativamente modificato l'esito clinico - dichiara Francesco Facchiano che ha coordinato lo studio - sono sempre molto frequenti i melanomi cutanei resistenti agli inibitori della proteina BRAF (BRAFi), una chinasi che risulta mutata in circa il 50% del totale dei casi di melanoma, e diverse evidenze suggeriscono che i cambiamenti nel microambiente tumorale giochino un ruolo fondamentale nei meccanismi di resistenza acquisiti". Gli studiosi, partendo da dati ottenuti in vitro con cellule tumorali e confermati su campioni biologici di pazienti, hanno focalizzato l'attenzione sull'insieme delle proteine secrete (secretoma) dalle cellule del melanoma resistenti al vemurafenib, un farmaco antitumorale noto inibitore della proteina BRAF. "I nostri dati confermano che le cellule resistenti al BRAFi mostrano un comportamento più aggressivo, con un'aumentata produzione di interferone-, interleuchina-8 e del VEGF (fattore di crescita dei vasi sanguigni) - afferma il dr. Claudio Tabolacci, primo autore dell'articolo e ricercatore sostenuto dalla Fondazione Umberto Veronesi - inoltre, abbiamo dimostrato che le cellule del melanoma resistenti al vemurafenib possono influenzare l'attività delle cellule dendritiche, modulando la loro attivazione e la produzione di citochine che possono facilitare la crescita del melanoma". "La comprensione di questi meccanismi è di grande importanza per mettere a punto nuove opzioni terapeutiche in grado di superare la resistenza ai farmaci antitumorali", concludono i ricercatori.
AGI - E' una sentenza "storica per il calcio femminile" quella con cui la Corte Federale d'Appello ha sospeso per tre anni Maurizio Fossati, l'ex allenatore della Novese Calcio nella stagione 2019/2020 che all'epoca militava in serie B e C. Così la connota 'Change the game', l'associazione che ha affiancato le famiglie di alcune giovani calciatrici impegnate nella ricerca della verità sui rapporti tra le figlie e il loro allenatore. "Non offese ma frasi omofobe" Nelle motivazioni al verdetto della giustizia sportiva, si legge che quelle usate da Fossati non erano espressioni “meramente offensive”, come stabilito in primo grado, ma “omofobe e/o sessiste” in relazione all'orientamento sessuale delle sue calciatrici e che il contestato stalking nei confronti di una giocatrice "trova puntuale riscontro nelle dichiarazioni rese dalle compagne”. I giudici spiegano le ragioni per cui hanno accolto l'appello della Procura Federale che chiedeva di aumentare la condanna a nove mesi pronunciata in primo grado a dicembre dalla Commissione Disciplinare quando il mister era stato scagionato dall'accusa di avere perseguitato una calciatrice. In primo grado era emerso che la Procura Federale si era dimenticata di allegare le possibili prove in merito al capo d'imputazione, tra cui delle foto intime della ragazza. Per i giudici che hanno aggravato la sanzione, “alcune espressioni usate da Fossati come ‘siete qua solo per leccare la f…' trascendono dalla loro natura meramente offensiva per essere qualificate alla stregua di espressioni omofobe e/o sessiste, in quanto denigratorie del genere femminile e dell'orientamento sessuale delle atlete e indice di pensieri e comportamenti avversi all'omosessualità ovvero alle persone omosessuali”. "Mi chiamava nello spogliatoio per le sue ossessioni" Quanto al secondo capo d'imputazione, la Corte d'appello non fa riferimento al materiale probatorio carente, come i giudici precedenti, perché ritiene basti “l'esame delle audizioni tenutesi con le calciatrici che in fase di indagini denotano un quadro preciso e concordante sotto il profilo probatorio”. Tra queste quelle della calciatrice che racconta del suo “rifiuto” a baciarlo di fronte ai tentativi di Fossati. “Mi chiamava nello spogliatoio per parlare delle sue ossessioni nei miei riguardi e faceva esplicito riferimento al fatto che le ragazze avrebbero dovuto preferire rapporti con uomini….”. "L'ho accolta notando gli occhi lucidi, era particolarmente scossa dall'episodio - la conferma di una compagna -. Mi ha chiesto più volte di non lasciarla sola nello spogliatoio. Era evidente la gelosia morbosa di lui come quando arrivò a mandare qualcuno per verificare se fosse uscita di notte, dicendo di rilevare il calore della sua auto mettendo una mano sul cofano".
L'attore e la presentatrice condividono le stesse frasi e le medesime canzoni su Instagram. Il 31enne ha persino messo like all'account di Ofelia, la madre della bella catanese.