Il Myanmar è il nuovo punto di attrito tra Ovest e Russia
Vice ministro difesa da Mosca in visita mentre scontri continuano
Sarà necessaria probabilmente una terza dose del vaccino Pfizer. E' il ceo della Pfizer, Albert Bourla, a delineare il quadro nelle dichiarazioni alla Cnbc. "Uno scenario probabile è che ci sarà bisogno di una terza dose, più o meno tra 6 e 12 mesi" dopo la seconda dose. "Da lì, poi, ci sarà un richiamo annuale. Ma tutto deve essere confermato. E, di nuovo, le varianti avranno un ruolo fondamentale", ha detto Bourla nelle dichiarazioni rilasciate il primo aprile ma diffuse oggi dell'emittente. L'ipotesi di un richiamo annuale, dice, deve essere ancora valutata. "E' estremamente importante eliminare il bacino delle persone che possono essere esposte al virus", aggiunge Bourla. Cnbc, sul proprio sito, ricorda che Pfizer all'inizio del mese ha diffuso ulteriori dati relativi alle qualità del vaccino: il farmaco ha un'efficacia superiore al 91& contro il coronavirus e superiore al 95% nel contrastare la forma grave della malattia anche 6 mesi dopo la somministrazione della seconda dose. I dati sono il prodotto di trial che hanno coinvolto oltre 12.000 persone.
Il negazionista norvegese Hans Kristian Gaarder è morto all’età di sessant’anni, a Gram, dopo essere risultato positivo al Covid.
Come è cambiata la vita degli italiani in un anno di pandemia di coronavirus? A delineare un quadro è una ricerca della Fondazione Italia in Salute, realizzata da Sociometrica, che quantifica su scala nazionale le conseguenze dell’epidemia sul sistema sanitario impegnato nelle patologie non-Covid. Il titolo dell’indagine è "Gli italiani e il Covid-19. Impatto socio-sanitario, comportamenti e atteggiamenti della popolazione Italiana". I risultati sono stati illustrati questa mattina nel corso di una conferenza stampa. Sono intervenuti Federico Gelli, Presidente della Fondazione Italia in Salute e da Antonio Preiti, direttore Sociometrica. Si tratta di un ampio studio condotto su un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta che affronta, oltre le patologie non-Covid, anche l’impatto sui comportamenti collettivi, lo stato psicologico del Paese e l'atteggiamento di fiducia o di diffidenza verso i vaccini. In un anno di pandemia, 35 milioni di italiani hanno avuto problemi a utilizzare servizi e prestazioni sanitarie per patologie non-Covid. In particolare, le cancellazioni e rinunce hanno coinvolto circa 10 milioni di persone. Di queste circa 400mila hanno rinunciato (o visto cancellare) interventi di ricovero; 600mila non hanno potuto fare interventi chirurgici e circa 1 milione di persone non hanno avuto le prestazioni di day hospital. Il servizio a cui hanno dovuto rinunciare maggiormente sono le visite specialistiche, cancellate o a cui hanno dovuto rinunciare circa 7 milioni di Italiani. Da segnalare che la cancellazione o rinuncia delle visite specialistiche ha riguardato in specifico l’83,9% degli over 65 anni. Molti Italiani, anche al di là delle disposizioni di legge, hanno modificato spontaneamente alcuni comportamenti quotidiani. Il 63,3% evita di prendere mezzi pubblici, oltre la metà non frequenta più negozi, bar e ristoranti; circa 7 persone su 10 hanno scelto di non vedere più amici e conoscenti dentro casa. Altre modifiche comportamentali e d’impatto sullo status psicologico messe in rilievo dalla ricerca sono il 49,1% della popolazione che avverte una crescita dello stress; il 43,9% che ha smesso, o fortemente ridotto, l’attività fisica; il 28,8% che ha difficoltà del sonno; il 27,1% che ha malesseri psicologici di tipo generale; il 25,7% che mangia di più o ha smesso di controllare la propria dieta; il 16,5% che accusa sintomi di depressione. La ricerca promossa da Fondazione Italia In Salute ha un focus anche sulle conseguenze dell’epidemia sui minori. Quasi il 60% dei genitori intervistati ritiene che la pandemia abbia avuto un impatto psicologico sui figli minorenni. Per 1 genitore su 4, i minori sono stati “colpiti molto pesantemente”, soprattutto nel caso di famiglie poco istruite. La ricerca rivela, al proposito, una “legge di proporzionalità” tra livello di istruzione dei genitori e impatto sui minori: più basso è il titolo di studio dei genitori e più grave è l’effetto dell’epidemia sui minori. Discorso tutto particolare per i vaccini. Gli italiani mostrano un atteggiamento molto differenziato: il 7,5% non intende farlo, il 9,9% attende di capire di più, mentre il 7,6% vorrebbe poter scegliere quale vaccino fare. Un italiano su quattro, però, “non vede l’ora” di fare il vaccino e il 40,5% attende tranquillamente il proprio turno. Le persone che però hanno patologie di vario tipo vogliono tutte essere vaccinate, e anche dal punto di vista sociale ci sono significative differenziazioni, perché sono le persone più istruite a essere più favorevoli ai vaccini. Il pericolo del contagio ha determinato effetti psicologici anche sull'utilizzo dei servizi sanitari, perché il 63,9% della popolazione preferisce evitare di frequentare ospedali e ambienti della sanità. Solo il 13,8% non ha timore a entrare in strutture mediche. La paura maggiore si riscontra tra la popolazione più giovane. "Abbiamo cercato di andare oltre i dati già sconvolgenti del numero dei decessi, dei ricoveri e dei contagi, per fare un'analisi a tutto campo di quel che l’epidemia sta provocando nella società italiana - commenta Federico Gelli, Presidente di Fondazione Italia in Salute - Ci siamo chiesti quale impatto abbia sui malati non-Covid, quali conseguenze ci siano sugli stili di vita che si possano trasformare in comportamenti dannosi e portare anche a nuove patologie. Siamo convinti che dalla ricerca e dalle consapevolezze che ne derivano, possa arrivare un contributo importante per il conseguimento dell'obiettivo comune: uscire dalla pandemia al meglio e al più presto". "Scopriamo un'Italia in grande sofferenza – afferma Antonio Preiti – non solo sul piano economico e sociale, ma sul piano molecolare, delle singole persone, che non salva nessuno e nessun aspetto della vita com’eravamo abituati a viverla. Avere cognizione dell'ampiezza e della profondità del ‘male oscuro’ innescato dal Covid è fondamentale, se vogliamo uscirne senza traumi sociali permanenti".
Cosa accadrebbe se il ministro Speranza dovesse essere indagato dalla Procura di Bergamo nel caso sui documenti dell'Oms? Per alcuni dimissioni.
Can Yaman è sparito da Instagram: cosa è successo al fidanzato di Diletta Leotta?
Alfonso Signorini ha confermato che sarà il conduttore del Grande Fratello Vip 6 e ha svelato chi potrebbe essere un nuovo volto dello show.
L’influencer Chiara Ferragni ha mostrato sui suoi canali social la nuova manicure arcobaleno, prossima tendenza del periodo primaverile ed estivo.
(Elimina refuso) MILANO (Reuters) - In Italia sono stati registrati 11 casi di trombosi rare con quattro decessi dopo l'inoculazione del vaccino Vaxzevria, prodotto da AstraZeneca contro il Covid-19. Lo si legge nel terzo rapporto dell'Aifa sulla sorveglianza dei vaccini contro il Covid nel quale si sottolinea che sono pervenute, tra il 27 dicembre 2020 e il 26 marzo scorso, 46.
Per tentare di risolvere la carenza di semiconduttori per il settore automotive, già duramente provato dalla crisi dovuta alla pandemia globale di Covid-19, scendono in campo il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e una delle principali multinazionali statunitensi del settore, Intel. Nel corso di un incontro con i vertici di 19 grandi aziende operanti a livello globale (tra cui Mary Barra di General Motors, Jim Farley di Ford e Carlos Tavares del gruppo Stellantis) tenutosi lunedì, il governo degli Stati Uniti ha dichiarato di aver predisposto uno stanziamento da 50 miliardi di dollari per sostenere il settore dei semiconduttori e risolvere le criticità che stanno affliggendo numerosi comparti industriali, a partire dall'auto. Il presidente Biden ha promesso in primis il sostegno bipartisan ad una legislazione denominata "Chip for America" che favorisca le attività di ricerca-sviluppo e produzione negli Stati Uniti. «La crisi dei chip minaccia anche la sicurezza nazionale visto il loro pervasivo utilizzo nel campo delle telecomunicazioni e delle nuove tecnologie. Anche per questo motivo nei prossimi giorni la commissione per il Commercio del Senato terrà un primo incontro su una misura bipartisan per rafforzare la ricerca e affrontare soprattutto la concorrenza cinese» ha dichiarato Biden. L’iniziativa ha spinto Intel, tra i maggiori produttori globali di semiconduttori, ad annunciare un ambizioso piano per risolvere la carenza dei componenti destinati al settore automobilistico. L'azienda ha intenzione di mettere a disposizione di altri produttori una parte della sua capacità produttiva per risolvere le attuali carenze nelle forniture nel breve termine. A questo scopo avrebbe già avviato trattative con realtà specializzate nella progettazione di semiconduttori per l’automotive al fine di avviare entro i prossimi sei/nove mesi la produzione in alcuni impianti USA (Oregon, Arizona e New Mexico), così come oltreoceano, in Israele e Irlanda. L'amministratore delegato di Intel Pat Gelsing ha spiegato che «La soluzione di aprire gli stabilimenti a terze parti sarebbe decisamente più rapida rispetto, ad esempio, alla costruzione di nuove fabbriche, che richiederebbe dai tre ai quattro anni di lavoro. Per il futuro, dato l’aumento della domanda da parte delle Case automobilistiche ed il crescente utilizzo di microprocessori legato all’elettrificazione e alla digitalizzazione, serviranno comunque nuovi impianti e Intel intende realizzarne tra gli Stati Uniti e l’Europa, con il chiaro obiettivo di contrastare l’attuale predominio asiatico».
Era il bambino biondo con il naso schiacciato, amico di uno dei cani più famosi della storia del cinema: Rin Tin Tin. Lee Aaker, star della serie televisiva "Le avventure di Rin Tin Tin", è morto in Arizona, da indigente, il primo aprile scorso. La notizia è stata data dal suo amico, Paul Peterson. "Per dire arrivederci a Lee Aaker - ha scritto sui social - devi avere una certa età e ricordare Rin Tin Tin. Lee è morto in Arizona, solo e dimenticato, classificato come 'deceduto indigente'". Nato a Inglewood, California, il 25 settembre '43, figlio della proprietaria di una scuola di ballo, Aaker venne scoperto dal leggendario regista Fred Zinnemann e fatto recitare in un corto del '51, "Benjy", destinato alla raccolta fondi per un ospedale ortopedico di Los Angeles. Voce narrante di Henry Fonda, nel breve film Aaker interpretava il ruolo di un bambino con la scoliosi che ha la possibilità di sottoporsi a una cura decisiva, ma solo se ottiene il permesso dai genitori che lo avevano abbandonato. Il film vinse l'Oscar come miglior documentario. Da bambino prodigio a tossicodipendente Dopo aver fatto la comparsa in 'Mezzogiorno di fuoco', senza apparire nei credits, Aaker conquistò la celebrità nel ruolo di 'Rusty', il giovane amico di Rin Tin Tin, nella serie televisiva prodotta dal '54 al '59 dalla Abc, e ispirata al celebre pastore tedesco del cinema degli anni '20. Rin Tin Tin divenne l'alternativa a Lassie, e Aaker, che cantava e ballava dall'età di 4 anni, il beniamino del pubblico. Dopo qualche apparizione in alcuni film, tra cui 'Hondo', con John Wayne e Geraldine Page, l'ex bambino prodigio spese tutti i soldi accumulati, girando il mondo come una sorta di 'figlio dei fiori', finendo per ritirarsi in Arizona, dove ha combattuto per anni la dipendenza dalla droga e dove ha trovato la morte.
La Campania si avvia verso la zona arancione: l'incidenza dei casi è ancora alta ma ricoveri e contagi mostrano segni di discesa.
La direttrice dell'agenza del farmaco della Danimarca Tanja Erichsen è svenuta dopo aver annunciato lo stop al vaccino AstraZeneca nel paese.
"La restituzione del vitalizio a Formigoni non è altro che l'ultimo tassello della sua indegna riabilitazione". Lo scrive Alessandro Di Battista in un lungo post su Facebook. "Una riabilitazione che parte da lontano. In un certo senso inizia ancor prima che Formigoni fosse condannato. E' sempre la stessa storia, la casta politico/mediatica che protegge se stessa -dice l'ex deputato M5S-. I politici di centro-destra hanno fatto leggi su leggi per impedire che alcuni dei loro culi illustri e flaccidi finissero dietro le sbarre. Il centro-sinistra quelle leggi non le ha toccate. Non l'ha fatto sia per non disturbare gli uomini del 'principale esponente dello schieramento a loro avverso' e sia perché un giorno, chissà, le natiche sarebbero potute diventar le loro". "Formigoni il carcere l'ha visto poco, troppo poco", scrive tra l'altro Di Battista aggiungendo: "Ma è l'Italia, per l'appunto, il Paese della riabilitazione dei corrotti e della demonizzazione dei disperati che urlano la loro disperazione".
Modella precipita dalla finestra di un B&B: è successo a Roma, dove le indagini sono ancora in corso. Per il momento non si esclude alcuna pista.
Il Principe Harry e suo fratello William si rivedranno per la prima volta - dopo circa 1 anno - al funerale del loro nonno, il Principe Filippo.
Nek è tornato alla sua grande passione - il lavoro in campagna - a pochi mesi dal terribile incidente da lui avuto alla mano.
Brasile, mancano i sedativi: pazienti intubati svegli, il cupo racconto al sito G1 di un'infermiera dell'ospedale Albert Schweitzer di Realengo
AGI - Roberto Formigoni ha diritto, per legge, alla pensione. Lo ha stabilito la commissione Contenziosa del Senato dando ragione all'ex governatore della Lombardia ed ex senatore che aveva fatto ricorso contro la sospensione del suo vitalizio dopo la condanna definitiva a a 5 anni e 10 mesi per corruzione. Alla luce della legge del 2019 che ha convertito il dl sul Reddito di cittadinanza, i cittadini a cui va sospeso il pagamento dei trattamenti previdenziali sono coloro che, condannati in via definitiva (per reati che non sono di stampo mafioso o terroristico) si siano resi latitanti o siano evasi. Il che non corrisponde al caso di Formigoni che sta scontando la sua pena ai domiciliari. I problemi con la giustizia dell'ex parlamentare ed ex presidente della Regione Lombardia risalgono all'aprile del 2012 quando scoppiò il caso Maugeri, una delle eccellenze della sanità lombarda. La procura di Milano dispose l'arresto di cinque persone, accusate di aver sottratto 56 milioni di euro dalle casse della Fondazione Maugeri. Tra gli arrestati, anche l'uomo d'affari Pierangelo Daccò, amico di Formigoni e uomo vicino a Comunione e Liberazione, di cui fa parte l'allora presidente della Lombardia. L'inchiesta si allarga coinvolgendo anche il San Raffaele. Il processo si apre il 6 maggio 2014: secondo i pm di Milano, dalle casse della Maugeri sarebbero usciti soldi confluiti sui conti delle società di Daccò, che avrebbero garantito a Roberto Formigoni circa 8 milioni di euro tra contanti, viaggi, e la disponibilità di tre yacht. In cambio, Formigoni avrebbe favorito la Maugeri e il San Raffaele garantendo rimborsi indebiti. I pm chiedono 9 anni di carcere per Formigoni, imputato per associazione a delinquere e corruzione. La sentenza arriva nel dicembre 2016 con la condanna a 6 anni di reclusione. Pena aggravata dalla Corte d'Appello di Milano a 7 anni e 6 mesi. Poi la sentenza definitiva del 21 febbraio 2019 con la decisione della Corte di Cassazione che condanna il 'Celeste' a 5 anni e 10 mesi, con un leggero sconto di pena per prescrizione. Formigoni finisce nel carcere di Bollate dal 22 febbraio al 22 luglio 2019, quando viene concessa la detenzione domiciliare, in quanto ultrasettantenne, come richiesto dalla difesa. Oggi un nuovo tassello.
Nel corso della nona puntata de L'Isola dei famosi la naufraga Elisa Isoardi si è mostrata con un occhio bendato. Ecco cosa è successo.