Il pallone racconta - Inter-Milan apre i quarti di Coppa Italia
Per la rubrica “Il pallone racconta”, l’editorialista di Italpress, Franco Zuccalà, presenta le sfide dei quarti di finale di Coppa Italia al via con il derby tra Inter e Milan. gm
Salta l'omaggio a Stefano D'Orazio dalla finale di Sanremo e i Pooh s'infuriamo. La serata finale di Sanremo 2021 prevedeva un omaggio allo storico batterista dei Pooh, D'Orazio, che è saltato, probabilmente per la lunghezza eccessiva dello show, andato ben oltre le 2 di notte. L'omaggio al musicista e paroliere scomparso nel novembre scorso, quando già in cura per una patologia molto seria ha contratto il Covid, prevedeva che Fiorello e Amadeus cantassero 'Uomini Soli' e poi ricordassero D'Orazio, autore di diversi successi dei Pooh. Ma dalla scaletta è saltato quando evidentemente gli 'sforamenti' facevano presagire una durata davvero troppo lunga per il gran finale del Festival. Furioso il compagno di band Red Canzian, che all'Adnkronos ha dichiarato: "È stata una cosa orrenda, davvero molto brutta. Sapevamo che doveva esserci questo omaggio e siamo rimasti molto male quando non l'abbiamo visto. Perché credo che Stefano D'Orazio meritasse quel ricordo. In cinque serate piene di qualsiasi cosa, tre minuti si potevano trovare", ha detto Red. Che poi ha rincarato la dose: "Per provocazione potrei dire che il tempo si poteva trovare persino al posto degli ultimi cinque in classifica, la cui assenza non avrebbe cambiato la storia della musica. Credo che Stefano in 50 anni abbia dato tanto alla musica italiana e che qualcosa poteva essergli restituito da quel palco. Non si può essere onorati solo quando si serve a qualcuno", ha concluso con amarezza.
Orietta Berti si è scusata con i Maneskin dopo avere involontariamente storpiato il loro nome.
Suicidio assistito in Svizzera, Roberto è morto come voleva, il 34enne sardo affetto da Sla ha deciso di morire con dignità in una struttura elvetica
Il premier Mario Draghi ha scelto la società americana McKinsey come consulente per il Recovery Plan: la decisione ha generato polemiche tra i politici.
Misteriosi boati nel sottosuolo di Orte, paura fra i residenti e indagini in corso. Non sarebbero di origine sismica ma carsica
"Fantastici Maneskin". Vasco Rossi incorona i Maneskin, vincitori di Sanremo 2021. Su Instagram il rocker di Zocca posta anche un video della band e una parte del testo della canzone in gara 'Zitti e buoni': "Parla la gente purtroppo Parla non sa di che cosa parla Tu portami dove sto a galla Che qui mi manca l'aria Parla la gente purtroppo Parla non sa di che cazzo parla !!".
I Maneskin hanno vinto il Festival di Sanremo 2021 e hanno deciso di dedicare la loro vittoria a quel prof che diceva loro di stare zitti.
"Io non faccio affari con i rom, io non metto i soldi nelle buste del pane, la notizia è inventata". Lo dice Giorgia Meloni, nel corso di una diretta Facebook, dopo le accuse riportate dalla stampa di un suo presunto contributo da 35mila euro a un clan di nomadi per la campagna elettorale del 2013. "Devo pensare che gli inquirenti l'abbiano considerata infondata altrimenti mi avrebbero chiesto conto di una notizia che mi infanga - argomenta Meloni - e mi chiedo come sia possibile che una rivelazione del genere sia finita su Repubblica, senza che nessuno abbia inteso chiedermi un punto di vista". "E' strano che nessuno tra i media abbia chiesto il mio punto di vista, neanche il giornalista di Repubblica che ha scritto l'articolo", sottolinea Meloni: "E' strano - aggiunge - che questa notizia arrivi mentre siamo l'unico partito di opposizione, l'unico partito che cresce". "Gli ultimi sondaggi - ricorda - ci danno sopra il 18%". "Contro di me - fa il paragone Meloni - le stesse accuse che in Myanmar, quelle di truffa elettorale, sono metodi che ricordano quel regime, ma noi siamo in democrazia, difenderemo la democrazia". Poi la leader di Fdi aggiunge: "In Italia piacciono le persone serve e ricattabili, noi siamo persone libere e non abbiamo paura, perché non abbiamo fatto del male. Potete prenderci tutti casa per casa, ma continueremo a dire la nostra". Poi conclude: "Ovviamente annuncio querela contro chi dichiara cose false".
L'Italia si avvia ad essere "travolta" dalla terza ondata del covid. Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, delinea lo scenario dalle pagine di Avvenire. "Avevamo avvertito e non siamo stati ascoltati, e ora l’Italia si avvia a essere travolta da una terza ondata epidemica, resa più impetuosa dalla contagiosità delle varianti virali e dalla irresponsabile arrendevolezza di molti decisori politici, a livello sia nazionale sia locale, che anziché anticipare il virus basando le decisioni sull’evidenza scientifica lo inseguono sulla base di fallaci opinioni o di pressioni di lobby di diversa tipologia", afferma, prima di stigmatizzare valutazioni e giudizi in tema di vaccini forniti da soggetti incompetenti. "Naturalmente, molti di loro avrebbero saputo negoziare molto meglio della più brava negoziatrice dell’Unione Europea e avrebbero acquistato o prodotto milioni di dosi in pochi giorni per vaccinare tutti gli italiani", dice, puntando il dito anche contro colo che "avrebbero immediatamente comprato milioni di dosi di Sputnik, il vaccino russo e perché no, anche di quello cinese, e a chi importa sapere dove e come vengono prodotti". Ce n'è anche per chi punterebbe sulla somministrazione di una sola dose di vaccino ad un numero più ampio di persone, rinviando la seconda dose: "Il primo ministro britannico, a detta dei più autorevoli scienziati di Sanità Pubblica inglesi, sta giocando d’azzardo. Dopo aver portato il Paese a una situazione drammatica con decisioni tardive e limitate, ha forzato le conoscenze e le competenze degli scienziati, correndo il rischio di dare a milioni di cittadini una copertura che non dura abbastanza e, al contempo, favorire l’emergere di nuove varianti virali ancora più aggressive".
Già dalla prossima settimana il nuovo Dpcm entrato in vigore sabato 6 marzo potrebbe subire modifiche.
"Un sogno! Che felicità". Così Fedez sui social dopo essere arrivato secondo a Sanremo 2021. L'artista, insieme a Francesca Michielin, ha portato al Festival la canzone 'Chiamami per nome' con la quale si è piazzato dietro ai Maneskin e davanti a Ermal Meta. "Siamo commossi e felici" dice ancora in una brevissima storia su Instagram Fedez mentre, accanto a lui, Francesca Michielin tra le lacrime a stento riesce a parlare: "Grazie, non riesco a dire nulla, ciao". A stupire i social l'appello in un'altra storia, mentre la gente sta ancora votando. Insieme ai Maneskin, che Fedez ha conosciuto in quanto giudice di X Factor nel 2017 quando la rock band arrivò seconda (il loro giudice era Manuel Agnelli) dice prima: "Votate solo Maneskin". E subito dopo: "E anche noi... un po' e un po' dai".
L'outfit di Casadilego a Sanremo ha creato non poche polemiche sul web.
AGI - Le sirene dell'allerta tsunami hanno risuonato in Australia, Nuova Zelanda, Nuova Caledonia, Vanuatu e Perù a seguito di un insieme di potenti terremoti che hanno scosso l'Oceano Pacifico nelle ultime 24 ore. Le scosse, con una magnitudo tra 6.9 e 8.1, sono state registrate soprattutto a largo dell'isola settentrionale della Nuova Zelanda mentre, quello più potente, vicino alle isole Kermadec, a mille chilometri dalle coste dell'arcipelago kiwi. Pur senza registrare danni ingenti o feriti, le autorità di alcuni di questi Stati hanno preferito far scattare i piani di evacuazione. Gli abitanti delle città lungo le coste sono stati invitati ad abbandonare la loro casa per dirigersi verso l'entroterra. L'intera città neozelandese di Opotiki, circa 4mila persone, è stata completamente svuotata in poche ore. La guardia costiera, inoltre, ha ordinato a centinaia di barche che si trovavano al largo di dirigersi, per precauzione, verso acque più profonde. L'insieme delle scosse sismiche ha dato vita a un cluster insolitamente forte anche per l'anello di fuoco del Pacifico, dove le placche tettoniche della Terra si scontrano. Gli allarmi tsunami sono stati revocati in diverse isole del Pacifico permettendo a decine di migliaia di sfollati di tornare a casa. Alcuni casi di disidratazione sono stati segnalati a Tahiti a causa delle lunghe code di automobili, sciolte solo dopo molte ore, che si sono formate nelle strade dell'isola. Le onde più rilevanti, poco più di un metro, sono state individuate nelle isole Loyalty della Nuova Caledonia mentre alcune testimonianze nella capitale di Vanuatu, Port Vila, hanno raccontato di aver assistito all'arrivo di alcune onde, leggermente più alte del normale, che hanno invaso il lungomare e parte del marciapiede. Il Pacific Tsunami Warning Center ha detto che la minaccia non si e' conclusa completamente. "In media, un terremoto di magnitudo otto o più grande si verifica solo una volta all'anno in tutto il mondo - ha detto Adam Pascale, capo scienziato della ESS Earth Sciences - quindi questo è un terremoto significativo e ad una profondità e magnitudo in grado di generare potenzialmente uno tsunami". I fenomeni delle ultime ore hanno spaventato la popolazione della Nuova Zelanda che ha recentemente commemorato il decennale della catastrofe di Christchurch quando, una scossa di magnitudo 6,3, provoco' 185 morti.
Cambio di colore delle regioni da domani, lunedì 8 marzo: Campania in zona rossa, Friuli Venezia Giulia e Veneto in zona arancione. L'epidemia di coronavirus non frena anzi accelera e la situazione in Italia peggiora con l'indice Rt che sale a 1,06, come evidenzia il report Iss, superando la soglia di 1 dopo 7 settimane. La Lombardia nel frattempo è entrata in zona arancione rafforzata, come buona parte del Piemonte. L'Emilia Romagna è in zona arancione, ma la zona rossa già adottata per le province di Bologna e Modena è destinata ad estendersi anche altre province. Lazio e Liguria rimangono in zona gialla. Il quadro è complesso: "Dieci regioni e province autonome hanno un Rt puntuale maggiore di 1". Si tratta di Basilicata, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Trento, Toscana, Valle d'Aosta e Veneto. "Si osserva un peggioramento anche nel numero di Regioni e Province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e aree mediche sopra la soglia critica: sono 9, erano 8 la settimana precedente", evidenzia ancora l'Iss sottolineando: "Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è complessivamente in aumento (26% rispetto al 24% della scorsa settimana). Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in netto aumento da 2.146 (23 febbraio) a 2.327 (02 marzo). Il numero di persone ricoverate in aree mediche è passato da 18.295 a 19.570". Zona rossa: Campania, Molise, Basilicata. Zona arancione: Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Abruzzo, Piemonte, Emilia Romagna, Piemonte, Umbria, Toscana, province autonome di Bolzano e Trento. Zona gialla: Lazio, Liguria, Calabria, Puglia, Sicilia e Valle d'Aosta. Zona bianca: Sardegna. Campania zona rossa da domani dunque con il bollettino di sabato 6 marzo che registra 2.842 contagi e 13 decessi. Il tasso di positività nella regione è dell'11,22%. "Come era ampiamente prevedibile ormai siamo in zona rossa perché questo livello di contagio non si può più reggere, perché la ricaduta sulla rete ospedaliera diventa grande e alla lunga insostenibile", ha detto il governatore Vincenzo De Luca. Il Veneto passa in zona arancione con un bollettino quotidiano, per quanto riguarda sabato 6 marzo, di 1.505 nuovi contagi e 25 morti. "Siamo zona arancione. Il dato fa comprendere quanto corra velocemente l'infezione. Le proiezioni sono preoccupanti. Siamo davanti ad una mutazione del virus che è dal 43% al 100% più contagioso. Speriamo sia l'ultima", le parole del governatore Luca Zaia. Per il Friuli Venezia Giulia, il passaggio dal giallo alla zona arancione si concretizza mentre vengono registrati 12 morti e 823 nuovi contagi. "L'ingresso in zona arancione dall'8 marzo -dice il governatore Massimiliano Fedriga - è riconducibile non tanto all'indice Rt quanto al repentino e vistoso aumento dei contagi nel nostro territorio regionale che ci colloca a rischio alto". La Sardegna, unica regione in zona bianca, da domani vara controlli anti Covid 19. Tutti coloro che vogliono raggiungere l’Isola, prima di imbarcarsi su linee aeree o marittime, devono registrarsi nel sito della Regione e presentare copia della ricevuta di avvenuta registrazione con la carta d’imbarco e il documento d’identità in corso di validità. Nella piattaforma istituzionale, i passeggeri in arrivo possono dimostrare l'avvenuta vaccinazione (prima e seconda dose) o di essersi sottoposti a tampone molecolare, con esito negativo, eseguito non oltre le 48 ore dalla partenza. Chi arriva senza aver fatto il test né il vaccino, una volta sbarcato dovrà sottoporsi al tampone rapido nelle aree che saranno predisposte nei porti e negli aeroporti. In caso di risultato negativo, il passeggero dovrà ripetere l’antigenico dopo 5 giorni, mentre nel caso risultasse positivo, dovrà sottoporsi a tampone molecolare, a proprie spese e ha l’obbligo di isolamento fiduciario, dall’ingresso in Sardegna per i successivi dieci giorni. L’ordinanza resterà in vigore fino al 24 marzo. Sempre in serata, il presidente Solinas ha firmato anche una seconda ordinanza che mantiene immutate le disposizioni sulla didattica a distanza per le scuole Superiori e sul contingentamento dei posti sui mezzi pubblici regionali.
"Sono convinto che non avrebbe avuto paura del Covid". Così il presidente di Stellantis, John Elkann, in un'intervista alla Stampa parla del nonno, l'avvocato Gianni Agnelli che il 12 marzo compirebbe 100 anni. "Avrebbe esercitato la massima attenzione, questo sì, nei confronti del virus e delle sue conseguenze. Ma soprattutto avrebbe cercato di aiutare chi è nel bisogno, e avrebbe incoraggiato a usare l'ingegnosità per trovare soluzioni. Sarebbe stato felice di ricevere questo vaccino realizzato a tempo di record: un atto di fiducia in uno straordinario risultato della ricerca e della cooperazione internazionale", ha aggiunto. E ha ipotizzato quali sarebbero state le strategie attuate dal nonno per uscire da questo tunnel: "Avrebbe ragionato sulle strategie necessarie a vincere la paura e l'incertezza. Ci avrebbe sollecitato ad usare al meglio la tecnologia e ad affrontare la sfida ambientale. Ci avrebbe stimolato a trovare soluzioni creative e credibili. Soprattutto: avrebbe puntato molto sui giovani". "Sarebbe stato molto orgoglioso di un presidente del Consiglio come Mario Draghi. Avrebbe cercato di aiutare l'Italia a gettare le basi dello sviluppo con il Recovery Plan e la transizione ecologica. Soprattutto avrebbe espresso una forte fiducia nel futuro", ha detto ancora Elkann. Gianni Agnelli "ha amato profondamente l'Italia, e l'Italia lo ha molto amato - dice Elkann - Le tante manifestazioni di affetto che abbiamo visto in occasione dei suoi funerali sono state straordinarie: il lungo abbraccio degli italiani, che hanno voluto salutarlo così". Elkann spiega che nel rapporto tra l'azienda e il Paese il "saldo" tra il dare e l'avere "è stato positivo per tutti, e lo è tuttora. I vantaggi sono evidenti, basta guardare al contributo dato in più di 100 anni di attività imprenditoriale, ma anche al ruolo svolto dalla Fondazione Agnelli, oltre alle attività sociali e solidali realizzate dalla mia famiglia. Un impegno che continua soprattutto in questo momento difficile che il nostro Paese sta affrontando". "Sarebbe deluso, come lo siamo tutti noi tifosi della Ferrari. Ma io sono ottimista, perché abbiamo due piloti giovani: non sono 'abituati a vincere', ma hanno tanta voglia di allenarsi per vincere. Con la loro umiltà e determinazione stanno contagiando tutta la squadra", ha affermato poi Elkann.
L'attrice conquista i telespettatori di Sanremo 2021
Cosa staranno combinando le due amiche e icone sexy?
"Le dichiarazioni di Zingaretti, nella loro gravità, non lasciano adito ad alcun dubbio. Ora, dopo le dimissioni, Zingaretti ha una strada obbligata". Massimo Cacciari si esprime così, a Otto e mezzo, dopo le dimissioni di Nicola Zingaretti da del Pd. "Lui ritiene che il Partito Democratico non sia ingrado di mettere in campo l'azione richiesta dalla situazione e dice che il PD è un partito di poltronari. Zigaretti ha un'unica strada, arrivare all'assemblea e porre le sue condizioni, dicendo che con questo gruppo dirigente inadeguato a al congresso deve fare una battaglia per rifondare il partito", dice Cacciari. "Ha una strada obbligata, non ne ha altre, altrimenti fa una figura tremenda. E' come un ristoratore che esce dal suo ristorante e dice 'amici, in questo locale fa schifo'. Ma chi lo vota un partito in cui il segretario dice che è un partito di poltronari? L'unica strada che ha Zingaretti porta a rifondare un partito che non è mai nato. Deve ripetere quello che ha detto e candidarsi a guidare un nuovo partito", aggiunge.
La Juve riesce a ribaltare lo svantaggio iniziale e passa sulla Lazio per 3-1. L'Udinese batte il Sassuolo in casa per 2-0 e interrompe la serie positiva degli emiliani. Finisce in parità (1-1) la sfida tra Spezia e Benevento. Questi i primi tre verdetti della 26esima giornata di serie A. La Juve prima soffre poi passa, 3-1 alla Lazio Nonostante le assenze in difesa, Ronaldo partito dalla panchina e una formazione quasi completamente rivoluzionata, la Juventus si prende una vittoria di forza e carattere ai danni di una Lazio bella a sprazzi. Allo Stadium finisce 3-1 in rimonta, con Correa che apre le danze ma non basta ai capitolini, ribaltati da Rabiot e dalla doppietta di Morata. Pirlo ed i suoi si portano momentaneamente a -1 dal Milan secondo, mentre la formazione di Inzaghi resta settima alle spalle del Napoli. Migliore l'inizio dei biancocelesti, che al quarto d'ora sfruttano l'erroraccio di Kulusevski per sbloccare la gara. Lo svedese sbaglia un passaggio lanciando Correa verso la porta, l'attaccante laziale è bravo a superare Demiral battendo Szczesny con un destro sul primo palo. I padroni di casa non ci stanno e reagiscono provando subito ad aumentare i giri del motore, recriminando anche per un presunto rigore non fischiato al 24': Hoedt devia con il braccio in area in maniera abbastanza netta, ma per arbitro e Var non ci sono gli estremi per il penalty. La squadra di Pirlo continua a spingere e dopo aver sfiorato il pari con Morata, trova comunque l'1-1 con Rabiot che calcia di potenza sotto la traversa sorprendendo Reina da posizione defilata. L'avvio di ripresa è scoppiettante, con Chiesa che si mette in proprio andando vicino ad un super gol, mentre dall'altra parte Milinkovic è sfortunato nel colpire una traversa con un colpo di testa. Al 57' colpisce ancora la Juventus e lo fa con Morata, bravissimo nel concludere alla perfezione un contropiede perfetto nato da un'altra bella giocata di Chiesa. Passano giusto un paio di minuti e lo spagnolo fa doppietta su calcio di rigore, conquistato da Ramsey per fallo di Milinkovic. Una mazzata per la squadra di Inzaghi, che con orgoglio prova comunque a restare in partita, ma tutti gli sforzi saranno vani fino alla fine. Udinese-Sassuolo 2-0, friulani lontani da zona salvezza L'Udinese batte il Sassuolo in casa per 2-0 e interrompe la serie positiva degli emiliani reduci da tre risultati utili consecutivi, culminati nell'ultimo turno con il pareggio contro il Napoli. Anche i friulani venivano da tre risultati positivi, ma l'ultima gara, il pareggio col Milan, aveva un sapore amaro perchè erano stati raggiunti in extremis su calcio di rigore. Gotti, privo degli infortunati Samir, Jajalo e Pussetto, preferisce Stryger Larsen a Zeegelaar sulla sinistra e in attacco lancia dal primo minuto Llorente. De Zerbi deve fare a meno di Romagna, Chiriches, Bourabia e Boga. Sulla sinistra Kyriakopoulos ha la meglio su Rogerio, mentre Traorè vince il ballottaggio con Djuricic. In avanti maglia da titolare per Raspadori, con Caputo che parte dalla panchina. De Paul e compagni battono 2-0 il Sassuolo e tengono alta la guardia fino alla fine senza soffrire l'attacco da 40 gol stagionali di De Zerbi. L'Udinese sale a quota 32 punti in classifica e si lascia forse definitivamente alle spalle la lotta salvezza. Il Sassuolo resta a 36 punti con una partita da recuperare. Gotti si affida a Pereyra alle spalle di Llorente, entrambi a segno. E la rete dell'1-0 è proprio frutto del fiuto del gol dello spagnolo che tanto è mancato nella prima parte di stagione. Al 42' Molina crossa dalla destra, Ayhan trattiene Llorente che in caduta riesce a deviare il pallone quel che basta per beffare Consigli. è il gol che decide una prima frazione di gioco. Nella ripresa ritmi più lenti con l'Udinese che tiene bene il campo contro un Sassuolo che alla mezz'ora cambia modulo: Defrel al posto di Ayhan e la difesa a tre lascia il posto al più collaudato 4-2-3-1. Un cambio che pero' non incide, anzi, nel finale l'arbitro Maggioni prima concede un rigore ai friulani per un mani di Locatelli e poi cirregge la sua decisione per un fuorigioco rilevato dal Var. Doppio vantaggio solo riviato: l'Udinese trova il gol con una ripartenza che si chiude al 93' col destro vincente di Pereyra da posizione ravvicinata. Spezia-Benevento 1-1, Verde risponde a Gaich Finisce in parità (1-1) la sfida tra Spezia e Benevento valida per la 26esima giornata di serie A: gli uomini di Italiano e quelli di Pippo Inzaghi restano appaiati a 26 punti al 14esimo posto. Inizio aggressivo dei padroni di casa ma la prima occasione è del Benevento, con il centravanti argentino Gaich all'esordio dall'inizio: il suo tiro finisce fuori. La replica ligure è affidata all'esterno difensivo Bastoni ma tocca proprio a Gaich, al 24', firmare lo 0-1 su imbeccata di Viola. La reazione dei padroni di casa non produce risultati mentre un nubifragio si abbatte sul Picco e il gioco diventa spezzettato. Nel secondo tempo lo Spezia alza il ritmo e dopo la traversa centrata da Gyasi raggiunge il pari al 71' con Verde che risolve un batti e ribatti in area innescato da una incursione di Farias: il Var esclude tocchi di mano. Aumenta il nervosismo e fioccano i cartellini gialli: seconda traversa dello Spezia, con Erlic, ma anche gli ospiti non rinunciano a cercare il colpaccio. L'assalto finale dei liguri nei minuti di recupero non cambia il risultato.
AGI - "Bisogna sempre pensare che quel che fa Bergoglio ha sempre alle spalle una serie di passaggi compiuti da altri Pontefici prima di lui, compreso Benedetto XVI": a parlare è il professor Enzo Pace, ordinario di Sociologia generale e docente di Sociologia delle Religioni all'Università degli studi di Padova, nell'analizzare con l'AGI la visita del Papa in Iraq. "Si tratta di un viaggio molto rilevante", sottolinea. "La cosa importante è che questo incontro arriva dopo il documento sulla 'Fratellanza umana per la pace nel mondo', siglato ad Abu Dhabi con il rappresentante dell'università di Al-Azhar al Cairo. Questa volta Bergoglio ha invece incontrato, non a caso, un personaggio come Al Sistani, che invece rappresenta lo sciismo. Dal punto di vista geopolitico, con l'Iran lo sciismo entra nei conflitti, ed è come se il Papa avesse voluto dare un segnale e dire 'Siete divisi, si', però per me siete persone con cui si puo' dialogare. Ovviamente Bergoglio lo ha fatto selezionando accuratamente gli interlocutori". "Non è andato in Iran a cercarsi uno degli Ayatollah molto conservatori che ormai sono al potere", prosegue Pace. "Al Sistani rappresenta quella corrente dello sciismo che ritiene che andare al potere è tradire la visione anche teologico-escatologica dello sciismo. Lo sciismo si definisce nella sua concezione teologica verso il X secolo quando un teologo elaborò la teoria per cui l'Ultimo Imam - il dodicesimo non era morto ma era solamente scomparso agli occhi visibili - tornerà. E tornerà per rendere giustizia. Ma nel frattempo cosa si fa? Nel frattempo, si cerca di leggere i segni dei tempi di questo ritorno ma senza prefigurare un sistema politico che in qualche modo anticipi la giustizia, la quale verrà invece ristabilita in terra". Sistani, continua il professore Enzo Pace, rappresenta proprio "questa visione tradizionale, ma anche molto chiara, una visione alternativa a quella di Khomeini. Come al solito, in quel quadrante geografico, ogni questione teologica se viene usata politicamente ha dei risvolti sorprendenti. Khomeini cosa dice? Anticipiamo noi l'arrivo del Regno di Giustizia, tant'è che a un certo punto si farà chiamare persino 'imam', che nel linguaggio corrente e nel simbolismo religioso è un'appropriazione indebita di un titolo che spetterà a questo Salvatore destinato a ritornare in terra a rendere giustizia". In sintesi, dunque, l'incontro del Papa è il frutto di una selezione molto accurata del suo interlocutore: seleziona personaggi come Al Sistani, non va invece a parlare con altri sciiti molto più irruenti, per esempio, in Libano, Hassan Nasrallah, che ha una sua milizia perchè pensa che bisogna andare al potere e accelerare i tempi del ritorno del Salvatore. Per il professor Enzo Pace, Papa Bergoglio sta facendo perciò un'operazione politica: "Molto, ma molto politica. E anche coraggiosa, perché sa che va ad individuare un interlocutore nel mondo sciita che probabilmente non piace a Khamenei e a tutto l'establishment iraniano". Ma Papa Francesco, in verità, fa un'operazione che unifica o che distingue il grano dal loglio? "Intanto lui dice: 'che voi siate divisi tra sciiti e sunniti, a me basta che lavoriate per la pace, per uscire da questa logica terribile dei conflitto'. Non dimentichiamoci che Al-Sistani è d'origine iraniana ma vive in Iraq e ha visto sotto i suoi occhi quella terribile vicenda che non si è ancora chiusa, la lunghissima guerra irakena e poi la nascita dell'Isis. Bergoglio va lì e dice: 'Io sono con voi, vorrei lavorare per la pace e non mi interessa stare lì a distinguere tra sciiti e sunniti, purché mi diate la garanzia che non volete fare politica'. Quel che Francesco capisce, da politico, è che più le religioni si intromettono negli affari politici più diventano fonte loro stesse di conflitto politico. Finiscono per alimentare il conflitto". "Ovviamente lo scopo secondario, però importante - prosegue Pace - è quello di riuscire a salvare quel poco di comunità cristiane che esistono in loco. L'idea che lui ha - e questo è un altro elemento molto interessante - non è quella che i cattolici portano in giro per il mondo la verità, ma che invece laddove esiste una pluralità di comunità religiose questo è un valore aggiunto, anche per i cattolici. Quindi Bergoglio ha l'idea di salvare questo patrimonio culturale in Siria, in Iraq, Libano, Giordania perchè è come se si stesse perdendo un patrimonio culturale dell'umanità. Queste società sono state abituate per secoli a vedere cristiani, musulmani, sciiti, sunniti, ortodossi, maroniti e padre Dall'Oglio.... Sono abituati a considerare il pluralismo non come un'eccezione ma come la vita quotidiana. Questo è il punto. Il disastro, oggi, è che le guerre - prima in Iraq, poi la guerra civile in Siria, quindi la ciliegina avvelenata dell'Isis- hanno fatto collassare questa realtà quotidiana. La gente normale -con cui parlo normalmente, siriani, irakeni...- non riesce a rendersi conto di come siano spuntati fuori personaggi che dicevano: 'O siete musulmani come noi o vi facciamo fuori'". Di qui l'importanza di questo viaggio: "è come se questo viaggio volesse anche dire: 'Noi capiamo che i problemi sono molto complicati, pero' siamo qua anche per dire: salviamo questo tessuto plurale in cui cristiani e cattolici hanno un ruolo'. In Siria sappiamo tutti che fine ha fatto padre Dall'Oglio Ma ci sono anche tante altre figure di secondo ordine, tanti vescovi, abituati a svolgere un ruolo politico, per i quali il Papa teme. Per loro e per la loro sorte".