Meno CO2? Intanto le banche finanziano le industrie di combustibili fossili
A sei anni dall'Accordo di Parigi, le banche continuano a finanziare il business del fossile: accordati finanziamenti per 3,8 trilioni di sterline
L'ennesima aggressione di Vittorio Brumotti durante un servizio per Striscia la Notizia ha provocato il commento scioccante di Chef Rubio
La preoccupazione della nota virologa: "Si sono vaccinate le persone sbagliate". E sulle riaperture lancia un allarme.
Quanto guadagna Francesca Cipriani in televisione e come opinionista di Barbara D'Urso? La stima dei compensi della bombastica showgirl
La showgirl di "Avanti un altro" si mostra senza veli su Instagram.
Una vacanza all’insegna della pura trasgressione è quella sponsorizzata da Malena per il resort di lusso Desnuda in Cilento
Raimondo Todaro ha deciso di partecipare ad Amici per tentare di riconquistare la sua ex moglie, Francesca Tocca?
Obiettivo "creare la competizione più bella del mondo"
Un uomo vede una lince rossa che attacca la moglie e si fionda sull’animale: la vicenda ha dell’incredibile.
"Dopo settimane da incubo mi hanno appena comunicato che mi dimettono e sabato torno a casa da mia moglie e dai miei amici". Ad annunciarlo all'Adnkronos è Emilio Fede che, dall'ospedale San Raffaele di Milano, commenta così la notizia appena ricevuta che, dopo due mesi di ricovero, il suo incubo ospedaliero sta per finire. Il giornalista era stato ricoverato tempo fa nel nosocomio milanese per una caduta, occorsagli in conseguenza di una fragilità alle articolazioni rimasta proprio in seguito al covid: "La scienza del personale medico e paramedico del San Raffaele di Milano ha reso possibile un miracolo". "Sono state settimane terribili di terapia intensiva -dice il giornalista, che il 24 giugno prossimo compirà 90 anni- durante i quali ho visto persone non fermarsi un attimo, accudirmi con dedizione e professionalità, e fare così con tutti i pazienti. Sabato torno a casa da mia moglie, non mi sembra vero. La sensazione, essendo io astemio, è quella dell'euforia di chi ha bevuto", aggiunge. Fede ricorda poi la sua odissea avuta con il virus: "Non è facile affrontare questa malattia -ammette- Io ho avuto una grande forza d'animo, ma anche un personale medico e paramedico di fronte al quale bisogna togliersi il cappello". E commentando la notizia delle prossime riaperture graduali del paese, l'ex direttore del Tg4 si anima: "C'è la riapertura, sì, ho letto tutto -scandisce- ma la prudenza non è mai troppa. Prudenza, prudenza, prudenza, invito tutti ad averla, io stesso farò di tutto per evitare qualunque rischio. Perché riaprire ad un certo punto si dovrà fare, è giusto, ma attenzione, perché il tranello c'è sempre. Io ho avuto la fortuna di essere in mani straordinarie, ma il mio consiglio è di non fare nulla che possa mettere a rischio la salute. Soprattutto in questo momento". E se gli si chiede se sia fiducioso sul debellamento della pandemia, Fede risponde così: "No, non credo finirà. La gente vuole essere libera, e ne ha anche il diritto, ma non credo che riusciranno a resistere alle tentazione di uscire. Mi auguro facciano attenzione", conclude.
"Doveva essere un servizio mirato a seguito di una estorsione ed invece si è tramutato in un massacro. Tre persone di nazionalità rumena avevano organizzato un'estorsione e gli agenti sono intervenuti nella flagranza del reato su un treno fermo alla stazione di Minturno, in provincia di Latina. Uno si è dato alla fuga mentre una donna spingeva a terra la collega ed un terzo, ventenne, una furia che per assicurarsi l’impunità, usava una violenza inaudita mandando 4 poliziotti all’ospedale. Gli agenti sono riusciti a fermarlo dopo una lunga colluttazione che ha visto coinvolta anche una quinta persona, una insegnante che si trovava sullo stesso treno e che veniva ferita dalla violenza del giovane". Lo racconta Andrea Cecchini, Segretario Generale del Sindacato di Polizia Italia Celere, in una nota. "In un attimo si passa dalla paura del tribunale alla certezza dell’ospedale - spiega - ormai uno status quo per chi con la divisa indosso ha l’obbligo di far rispettare la legge. Come rispondere a chi usa violenza contro di te e tu sei un rappresentante delle Forze dell’Ordine? Di certo con forza, con la forza pubblica che ci è stata riconosciuta e che non ci è permessa di usare nel rispetto della scriminante della legittima difesa. Ma è normale una situazione del genere? Se i Poliziotti, continua Cecchini, avessero usato la forza e le tecniche frutto degli addestramenti oggi sarebbero già indagati, invece dobbiamo ringraziare la politica e le Istituzioni per essere finiti all'ospedale". "Il motivo delle nostre battaglie sui protocolli operativi - aggiunge - sulle regole d’ingaggio e sull’istituzione del reato di fuga è proprio questo, evitare di finire davanti ad un giudice, a meno che non si ecceda ed allora lì chi sbaglia paga, o finire in ospedale passando anche per stupidi. Continuando su questa falsariga aumenta il senso di insicurezza per i cittadini, a cui di certo diventa sempre più difficile assicurare la tranquillità, basti vedere cosa è capitato all’insegnante che si trovava suo malgrado su quel treno". "Avessero avuto il taser - prosegue il Segretario di Italia Celere Cecchini - oggi i colleghi avrebbero immediatamente arrestato la violenza dell’avventore senza coinvolgere inermi cittadini nella colluttazione, fosse stato preso già in esame il reato di fuga, proposto da Italia Celere oramai da anni, oggi il giovane romeno avrebbe un altro capo di imputazione, purtroppo non è così ed anche oggi ci ritroviamo con quattro feriti senza che questo mobiliti le coscienze della politica". "Con delle regole di ingaggio - conclude - sicuramente l’epilogo sarebbe stato diverso, ma queste mancano, ma non manca la dedizione del personale delle forze dell’ordine che anche in questa occasione hanno dimostrato cosa significhi il motto esserci sempre". LA TESTIMONIANZA ALL'ADNKRONOS - "Sono un po' messo male, ho il labbro spaccato e molto gonfio dopo aver ricevuto un pugno, ma nel complesso sto abbastanza bene" dice all'Adnkronos Emilio Maddaloni, uno dei 4 poliziotti aggrediti oggi alla stazione di Monturno, in provincia di Latina, da 3 rumeni fermati per una tentata estorsione. "Uno dei miei colleghi ha avuto la peggio ed ha rimediato 5 punti di sutura. Uno dei tre ragazzi romeni era davvero prestante dal punto di vista fisica. Un fascio di nervi, è stata dura fermarlo". "Erano le 7.30 di mattina - racconta Maddaloni che è anche sindacalista di Italia Celere e dunque attento ai problemi dei colleghi - ed eravamo impegnati in un'attività anti estorsione segnalataci da un anziano e siamo intervenuti per bloccare i 3 ragazzi. Uno è fuggito, una ragazza che abbiamo bloccato ha colpito un collega spingendola a terra, il terzo era il più scatenato. Non ci potevamo di certo mettere a competere, altrimenti passa per brutale la polizia, così, alla fine, dopo esser stati colpiti più volte, siamo riusciti ad afferrarlo per mani e piedi e bloccarlo. Non utilizziamo le tecniche della polizia americana, non abbiamo i taser né altro". L'agente-sindacalista è convinto che "ci vorrebbe una tutela maggiore nei nostri confronti, per avere quantomeno più sicurezza. Si era parlato della dotazione dei taser, ma al momento non c'è nulla di concreto. Abbiamo chiesto le body cam, così tutti possono vedere che il nostro interesse non è certo far male...Quando abbiamo fermato e arrestato una persona segnalata il nostro compito è finito. Certo, a 57 anni, quando ti trovi di fronte un ragazzo di 21, giovane e in forma, diventa difficile così. Per fortuna è andata bene", conclude Maddaloni.
La Regina Elisabetta ha perso uno dei suoi più cari ed intimi amici a pochi giorni dalla tragica scomparsa di suo marito Filippo.
AGI - "Vaccino principale contro la disinformazione", l'esercizio del giornalismo è "totalmente o parzialmente bloccato" in più di 130 paesi. E' l'allarme lanciato da Reporter Senza Frontiere (Rsf) in una fase in cui la crisi sanitaria sta rendendo ancora più difficile la copertura informativa. Secondo la classifica mondiale annuale sulla libertà di stampa, pubblicata dall'Ong, il 73% dei 180 paesi valutati sono caratterizzati da situazioni ritenute "gravissime", "difficili" o "problematiche" per la professione. Solo 12 paesi su 180, ovvero il 7%, contro l'8% del 2020, mostrano una "buona situazione". Una "zona bianca" che "non è mai" stata "così piccola dal 2013", avverte Rsf. La pandemia di Covid-19 ha rappresentato per i governi "una forma di opportunità per limitare la libertà di stampa", ha spiegato alla France Presse il segretario generale di Rsf, Christophe Deloire. La repressione si è quindi aggravata ulteriormente nei Paesi dove la libertà di stampa è più compromessa, come l'Arabia Saudita e la Siria, rispettivamente al centosettantesimo e al centosettantatreesimo posto della classifica. La pandemia ha anche "provocato un enorme blocco degli accessi" al territorio e alle fonti per i giornalisti ", in parte legittima, quando si trattava di precauzioni sanitarie, ma anche illegittima, ha avvertito Deloire. La situazione è tanto più preoccupante in quanto il giornalismo è il principale baluardo contro la "viralità della disinformazione oltre confine, sulle piattaforme digitali e sui social network", a volte alimentata dal potere. I presidenti Jair Bolsonaro in Brasile (111/ma posizione, -4) e Nicolas Maduro in Venezuela (148/ma posizione, -1) hanno così "promosso farmaci la cui efficacia non è mai stata dimostrata dal mondo medico", ricorda la Ong. In Iran (174/ma posizione, -1) le autorità "hanno moltiplicato le condanne dei giornalisti per minimizzare meglio il numero di morti legate" al Covid-19. L'Egitto (166/ma posizione), da parte sua, vieta "la pubblicazione di dati sulla pandemia diversi da quelli del ministero della Salute". La Malaysia, che segna l'arretramento più netto (119/ma posizione, -18), ha recentemente approvato "un decreto anti-fake news" che concede al "governo il diritto di imporre la propria versione della verità". E in Ungheria (92/ma posizione, -3), dove il regime di Viktor Orbán "porta avanti in modo sfacciato" la repressione della libertà di stampa, le informazioni sul coronavirus sono "bloccate" in particolare dalla legislazione di emergenza in vigore da marzo 2020 che criminalizza "la diffusione" di false informazioni". In fondo alla classifica ci sono ancora la Cina (177/mo posto), davanti a Turkmenistan (178/mo posto, +1), Corea del Nord (179/mo posto, +1) ed Eritrea (180/mo posto, -2). In testa alla classifica, la Norvegia mantiene il primo posto per il quinto anno consecutivo, davanti a Finlandia e Svezia, tornata terza a scapito della Danimarca. Da notare l'uscita della Germania (13/mo posto, -2) dalla zona bianca perché decine di giornalisti sono stati attaccati "da manifestanti vicini a movimenti estremisti e complottisti durante manifestazioni contro le restrizioni sanitarie". L'Europa rimane la regione più sicura, ma si sono moltiplicate le aggressioni e gli arresti abusivi, soprattutto in Francia (34/mo posto) durante le manifestazioni contro le restrizioni, in Italia (41/mo posto), Polonia (64/mo posto, -2), Grecia (70/mo posto, -5), Serbia (93/mo posto) e Bulgaria (112/mo posto, -1). Dall'altra parte dell'Atlantico la situazione resta "piuttosto buona" negli Stati Uniti (44/mo posto, +1) "anche se l'ultimo anno di mandato di Donald Trump è stato caratterizzato da un numero record di aggressioni (quasi 400) e di arresti di giornalisti (130). La zona rossa ora accoglie il Brasile, dove "insulti, stigmatizzazione e orchestrazione delle umiliazioni pubbliche dei giornalisti" sono "diventati il segno distintivo del presidente Bolsonaro". Lascia sempre a desiderare la situazione in Russia (150/mo posto, -1), nazione che si è adoperata per "limitare la copertura" delle "manifestazioni legate all'oppositore Aleksei Navalny". Infine, pur rimanendo il continente "più violento" per i giornalisti, l'Africa sta registrando alcuni miglioramenti in nazioni come il Burundi (147/mo posto, +13), la Sierra Leone (75 /mo posto, +10) e il Mali (99/mo posto, +9).
AGI - Chelsea, Real Madrid e Manchester City, tre club che hanno aderito al progetto di Super League, "dovrebbero essere espulsi dalla Champions League di questa stagione": lo ha detto alla tv danese DR il presidente della Federcalcio danese e membro del comitato esecutivo Uefa, Jesper Moller. La decisione, ha riferito Moller, sarà presa venerdì in una riunione straordinaria del comitato esecutivo. "I club stanno uscendo, e mi aspetto che accada venerdì. Poi dobbiamo vedere come finire la Champions League", ha detto. Riunione straordinaria della Lega Serie A alla quale hanno partecipato anche Juventus, Milan e Inter, nel giorno dell'annuncio della creazione della Super League di cui i tre club faranno parte. A quanto si apprende, la riunione si è conclusa ribadendo la posizione espressa nelle ore precedenti attraverso un comunicato congiunto con Uefa, le federazioni inglese, spagnola, Premier League, Liga e Figc, e cioè, di contrarietà al progetto. Alla riunione erano presenti tutti i club, collegati. E per la Juventus, a quanto si apprende, è intervenuto Andrea Agnelli che avrà un ruolo chiave nella Super League appena costituita e che è stata al centro del dibattito. E' emersa la contrarietà al progetto da parte degli altri club non coinvolti. Le Lega di Serie A tornerà a riunirsi martedì prossimo. Chi sono i fondatori Tre club italiani - Milan, Juventus e Inter - insieme con Arsenal, Atletico Madrid, Chelsea, Barcelona, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Real Madrid e Tottenham Hotspur hanno aderito in qualità di Club Fondatori. È previsto che altri tre club aderiranno come Club Fondatori prima della stagione inaugurale, che dovrebbe iniziare "non appena possibile", si legge in una nota. In futuro, i Club Fondatori auspicano l'avvio di consultazioni con Uefa e Fifa "al fine di lavorare insieme cooperando per il raggiungimento dei migliori risultati possibili per la nuova Lega e per il calcio nel suo complesso". La Uefa minaccia l'espulsione La Uefa e le autorità calcistiche dei tre paesi - Italia, Spagna e Inghilterra - hanno avvertito che i club saranno esclusi dalle competizioni nazionali e dalla Champions League e che ai giocatori dei club partecipanti "potrebbe essere negata l'opportunità di rappresentare le proprie nazionali". "Aiuteremo il calcio ad ogni livello e lo porteremo ad occupare il posto che a ragione gli spetta nel mondo" ha detto Florentino Perez, presidente del Real Madrid CF e primo presidente della Super League "Il calcio è l'unico sport davvero globale con più di quattro miliardi di appassionati e la responsabilità di noi grandi club è di rispondere ai loro desideri". Un nuovo modello di sviluppo “I 12 Club Fondatori hanno una fanbase che supera il miliardo di persone in tutto il mondo e un palmares di 99 trofei a livello continentale" ha detto Andrea Agnelli, presidente della Juventus e vicepresidente della Super League, "In questo momento critico ci siamo riuniti per consentire la trasformazione della competizione europea, mettendo il gioco che amiamo su un percorso di sviluppo sostenibile a lungo termine, con un meccanismo di solidarietà fortemente aumentato, garantendo a tifosi e appassionati un programma di partite che sappia alimentare il loro desiderio di calcio e, al contempo, fornisca un esempio positivo e coinvolgente”. La Juventus ha diffuso una nota in cui avverte che "i club fondatori faranno tutto quanto possibile per realizzare il progetto nel più breve tempo possibile" Tuttavia, "la Società non può al momento assicurare che il progetto sarà effettivamente realizzato né prevedere in modo preciso la relativa tempistica" e "non dispone quindi allo stato di tutti gli elementi necessari al fine di svolgere valutazioni di dettaglio sull'impatto che la Super League potrà avere sulle sue condizioni e performance finanziarie ed economiche". Joel Glazer, co-chairman del Manchester United e vicepresidente della Super League, ha aggiunto che "mettendo insieme i più grandi club e giocatori del mondo ad affrontarsi per tutta la stagione, la Super League aprirà un nuovo capitolo per il calcio europeo, assicurando una competizione e strutture di prim'ordine a livello mondiale, oltre a un accresciuto supporto finanziario per la piramide calcistica nel suo complesso". La creazione della Super League arriva in un momento in cui la pandemia, secondo i soci fondatori, ha accelerato l'instabilità dell'attuale modello economico del calcio europeo. "La pandemia ha evidenziato la necessità di una visione strategica e di un approccio sostenibile dal punto di vista commerciale per accrescere valore e sostegno a beneficio dell'intera piramide calcistica europea" si legge nella nota, "In questi ultimi mesi ha avuto luogo un ampio dialogo con gli stakeholders del calcio riguardo al futuro formato delle competizioni europee. I Club Fondatori credono che le misure proposte a seguito di questi colloqui non rappresentino una soluzione per le questioni fondamentali, tra cui la necessità di offrire partite di migliore qualità e risorse finanziarie aggiuntive per l'intera piramide calcistica". Come si disputerà la Super League Il format della competizione prevede 20 club partecipanti di cui 15 Club Fondatori e un meccanismo di qualificazione per altre 5 squadre, che verranno selezionate ogni anno in base ai risultati conseguiti nella stagione precedente. Saranno giocate partite infrasettimanali con tutti i club partecipanti che continueranno a competere nei loro rispettivi campionati nazionali, "preservando il tradizionale calendario di incontri a livello nazionale che rimarrà il cuore delle competizioni tra club". Ad agosto il calcio di inizio L'inizio è previsto ad agosto, con i club partecipanti suddivisi in due gironi da dieci squadre, che giocheranno sia in casa che in trasferta e con le prime tre classificate di ogni girone che si qualificheranno automaticamente ai quarti di finale. Le quarte e quinte classificate si affronteranno in una sfida andata e ritorno per i due restanti posti disponibili per i quarti di finale. Il formato a eliminazione diretta, giocato sia in casa che in trasferta, verrà utilizzato per raggiungere la finale a gara secca che sarà disputata alla fine di maggio in uno stadio neutrale. Si punta anche a una Super League femminile Dopo l'avvio della competizione maschile, non appena possibile, verrà avviata anche la corrispettiva lega femminile, "per contribuire allo sviluppo e al progresso del calcio femminile". L'obiettivo è fornire "una crescita economica significativamente più elevata ed un supporto al calcio europeo tramite un impegno di lungo termine a versare dei contributi di solidarietà senza tetto massimo, che cresceranno in linea con i ricavi della lega". Chi la finanzia L'accordo prevede "l'impegno di ciascun club a sottoscrivere una quota del capitale sociale della società, con un investimento iniziale di 2 milioni di euro incrementabili, ove necessario, fino a ulteriori 8 milioni". All'avvio effettivo della Super League e a seguito della commercializzazione dei diritti audiovisivi relativi alla competizione, in base all'accordo è previsto che i club fondatori ricevano nel complesso un contributo indicativamente di 3,5 miliardi, che verrà erogato in un'unica soluzione. Questa somma, che sarà ripartita tra i club fondatori secondo percentuali da definire "in base al numero definitivo di club fondatori, sara' resa disponibile attraverso adeguati strumenti di finanziamento sottoscritti da primarie istituzioni finanziarie internazionali". I club francesi e tedeschi, compresi i campioni d'Europa in carica del Bayern Monaco e il Paris Saint-Germain, vincitore della finale di Champions League della scorsa stagione, non risultano ancora tra i fondatori della Super League. "Ringraziamo quei club di altri paesi, in particolare i club francese e tedesco, che si sono rifiutati di firmare per questo", ha detto la Uefa. Il presidente della Liga, Javier Tebas, ha paragonato i club della Super League agli ubriachi che lasciano un bar alle cinque del mattino "intossicati dall'egoismo e dalla mancanza di solidarietà". Il capo della Bundesliga Christian Seifert ha detto che la fuga potrebbe "danneggiare irreparabilmente i campionati nazionali".
Vaccino Johnson & Johnson e rari casi di trombosi negli effetti collaterali, per l'Ema c'è un "possibile collegamento". Questa una delle affermazioni nel nuovo 'verdetto' dell'agenzia europea sul farmaco, che tuttavia non ravvisa fattori di rischio specifici. Ma per quali sintomi e quando chiamare il medico se si ravvisano degli effetti indesiderati? A rispondere è sempre l'Ema al termine delle sue conclusioni. "Fiato corto, dolore al petto, gonfiore alle gambe, dolore addominale persistente, sintomi neurologici come mal di testa forte e persistente o visione offuscata, minuscole macchie di sangue sotto la pelle in zone diverse dal sito di inoculo". In presenza di questi sintomi "nelle 3 settimane successive" alla vaccinazione anti-Covid, "parla con il tuo medico o contatta le autorità sanitarie nazionali competenti", raccomanda l'Agenzia europea del farmaco Ema. Nelle informazioni rivolte alla popolazione, l'ente regolatorio Ue spiega che "casi di insoliti trombosi con piastrine basse si sono verificati in persone che hanno ricevuto il vaccino Covid-19 di Janssen negli Stati Uniti. Il rischio di avere questo effetto collaterale è molto basso, ma le persone che riceveranno il vaccino dovrebbero comunque essere consapevoli dei sintomi in modo da poter ottenere un trattamento medico tempestivo per aiutare il recupero ed evitare complicazioni".
Giulia Salemi ha seguito con grande disappunto l’ultima puntata dell’Isola dei Famosi, dove Valentina Persia ha pesantemente attaccato sua madre
A “Uomini e Donne”, Gemma Galgani si è trasformata in Madonna in occasione della sfilata a tema “Come una star”, attirando le critiche di Tina.
AGI - Regolarmente stipendiato senza avere mai lavorato nemmeno un giorno in quindici anni. È la storia di Salvatore Scumace, 67 anni, dipendente dell'ospedale “Pugliese” di Catanzaro. L'uomo avrebbe percepito regolarmente la retribuzione, per più di 538 mila euro complessivi, pur non essendosi mai recato in servizio. Sono state le indagini condotte dai militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro, su disposizione della Procura, a svelare il reiterato assenteismo, coinvolgendo dipendenti, funzionari e dirigenti dell'ospedale. L'operazione denominata “Mezzo servizio”, oltre a Scumace, residente a Botricello, nel Catanzarese, ha permesso di evidenziare anche il ruolo di altre sei persone, tutte indagate. A tutti è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari nell'ambito dell'inchiesta per assenteismo dei pubblici dipendenti. Le indagini, dirette dal sostituto procuratore Domenico Assumma, con il coordinamento del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e del procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, hanno condotto all'iscrizione a vario titolo delle sette persone sul registro degli indagati in relazione ai delitti di abuso d'ufficio, falso ed estorsione aggravata. Gli accertamenti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro hanno consentito di rilevare che Scumace, già in organico all'Azienda, nel 2005 era stato assegnato al Centro Operativo Emergenza Incendi dell'ospedale catanzarese. Tuttavia, come ricostruito attraverso l'esame dei tabulati di presenza, dei turni di servizio e delle testimonianze di alcuni suoi colleghi e superiori, Scumace, pur percependo regolarmente la retribuzione, per oltre 15 anni non si è mai recato in servizio. Per raggiungere il suo obiettivo, peraltro, Scumace aveva fatto ricorso anche a condotte estorsive, perpetrate tramite altre persone nei confronti dei propri superiori. Nel 2005, quando, secondo quanto ricostruito dalle indagini, “una persona molto distinta” si sarebbe introdotta senza preavviso nell'ufficio della responsabile del C.O.E.I. (oggi in congedo ed estranea alle indagini) e, operando velate ma inequivocabili minacce all'incolumità sua e dei suoi familiari, l'avrebbe costretta a soprassedere dalle segnalazioni disciplinari nei confronti del dipendente assenteista. Successivamente, al pensionamento della responsabile intimidita, le condotte assenteistiche di Scumace sono proseguite indisturbate in quanto sia Critelli, subentrato responsabile del C.O.E.I., sia i due dirigenti dell'Ufficio Risorse Umane (Prejanò e De Vito), tutti indagati in concorso con Scumace, per abuso d'ufficio, non controllavano l'effettiva presenza in servizio del dipendente, consentendogli di fatto di proseguire nel suo reiterato assenteismo. Nel luglio del 2020, quando sono iniziati gli approfondimenti investigativi della Guardia di finanza, anche attraverso l'analisi dei tabulati telefonici degli ultimi due anni dell'indagato, l'Azienda ha avviato un primo procedimento disciplinare nei confronti di Scumace, affidato a un'apposita commissione composta dagli ulteriori indagati Canino (Presidente), Molé e Fondacaro (Membri). La commissione, tuttavia, a fronte della palese condotta assenteistica di Scumace, ha dichiarato insussistente la possibilità di avanzare un addebito disciplinare nei suoi confronti. I tre sono stati iscritti nel registro degli indagati per il reato di falso in atto pubblico e abuso d'ufficio. Successivamente all'archiviazione del primo procedimento disciplinare, la Direzione Aziendale del nosocomio catanzarese ha promosso una seconda verifica che si concludeva, nel mese di ottobre 2020, con il licenziamento senza preavviso del dipendente.
Dayane Mello ha finalmente rotto il silenzio in merito al suo rapporto con Mario Balotelli e ai suoi sentimenti per Rosalinda Cannavò.
Diletta Leotta, nella puntata del 20 aprile 2021, riceverà il tanto ambito tapiro d’oro da Valerio Staffelli.
"Perché non li avete arrestati subito? Ce li avrei portati io in galera, a calci nel culo. Perché vi siete resi conto che non è vero niente, non c'è stato alcuno stupro. Una persona che viene stuprata la mattina, al pomeriggio va in kitesurf e dopo otto giorni fa la denuncia... Vi è sembrato strano. Bene, è strano". Beppe Grillo pubblica un video in cui prende le difese del figlio Ciro, accusato di stupro insieme ad altri suoi tre amici, e scatena reazioni e polemiche per le sue dichiarazioni. "Sei un papà e ti capisco. Spero che tutto si possa chiarire e alla svelta. Immagino siano stati due anni difficilissimi. Coraggio Beppe" scrive Alessandro Di Battista in un commento. "Ciò che prova Beppe a livello umano posso solo immaginarlo, e da mamma gli sono vicina. La Magistratura è al lavoro, perciò auspico che giornali e talk show lascino che questa vicenda si risolva, come giusto che sia, in tribunale. Serve rispetto: no a speculazioni da sciacalli" twitta la vicepresidente del Senato in quota M5S, Paola Taverna. "Sono e siamo umanamente vicini a Beppe Grillo, un uomo e un padre che sta vivendo un dramma che non è augurabile a nessuno - scrive su Facebook il reggente M5S Vito Crimi - Abbiamo fiducia nel lavoro della magistratura, che accerterà la verità. Quando si ha a che fare con la vita delle persone, con vicende di una tale delicatezza, è più che mai opportuno che i fatti vengano trattati dai media evitando conclusioni affrettate e la ricerca di sensazionalismi". Nel M5S c'è però anche chi, come la vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni, ritiene che "ogni donna debba poter denunciare in qualsiasi momento". "Io aspetto le sentenze - dice all'Adnkronos - Ho visto il video di Grillo questa mattina ed è chiaro che umanamente mi dispiace per Beppe come padre, è una vicenda familiare privata e immagino che i protagonisti di questa vicenda vogliano tenerla privata. Personalmente ritengo che ogni donna debba poter denunciare in qualsiasi momento". "Non posso commentare la situazione del figlio di Grillo, il fatto singolo. Io - sottolinea Spadoni - credo fermamente nel fatto che una donna ha il diritto di denunciare quando se la sente, perché ci vuole tempo per elaborare. Le leggi in vigore sono leggi giuste. Le domande che Grillo fa deve rivolgerle alle autorità competenti. Io non commento la situazione particolare, posso dire che per me, le leggi che abbiamo in Italia per la protezione delle donne, sono leggi giuste", insiste la vicepresidente di Montecitorio. "Sono assolutamente d'accordo con la vicepresidente della Camera Spadoni quando dice che ogni donna deve poter denunciare quando se la sente. Questo dice la legge dello Stato: il codice rosso lo abbiamo approvato noi e lo rivendichiamo" dichiara all'Adnkronos la deputata M5S Valentina Barzotti. "Non entro nel merito della vicenda singola. Chiaramente esprimo solidarietà a Beppe. La mia vicinanza umana a Grillo per questo dramma familiare. Ma la legge è legge. Sarà la magistratura a esprimersi", conclude. Critiche al video di Grillo arrivano da più fronti. "Da condannare senza mezze misure - dice Titti Di Salvo del Pd parlando con l'Adnkronos. Qui non c'entra nulla il giustizialismo o l'essere padre. Gli argomenti che usa Grillo sono inaccettabili. Sono certa che i vertici del Pd stigmatizzeranno e spero che l'alleanza con i 5 Stelle, il confronto con i Stelle, non faccia da silenziatore rispetto a qualcosa di inaccettabile". "La ragazza è andata a fare kitesurf? Parole inaccettabili per chiunque ma ancora di più sulla labbra di un leader politico, uno che si definisce l'Elevato e si pregia della responsabilità di orientare un movimento. Il classico repertorio per cui è la vittima ad essere responsabile" sottolinea. "Condannare o assolvere il figlio di Grillo spetta alla magistratura. Ma non si può tacere sulle parole del padre: affermare che la veridicità di uno stupro dipenda dai tempi della denuncia è un’aberrazione e offende le vittime a cui è servito del tempo per denunciare l'aggressore" scrive su Twitter l'eurodeputata Pd Pina Picierno. "Il video di Grillo è allucinante. C'è dentro tutto quello che la politica non può e non deve essere" twitta anche Matteo Orfini del Pd. "'Ma se vieni stuprata, poi vai a fare kitesurf?'. Basterebbe questa frase di #Grillo - pura colpevolizzazione della vittima - a bandirlo per sempre da qualsiasi tavolo politico. Utile se avvenisse, anche per lavorare all'alleanza possibile con M5S senza il peso della sua barbarie" il tweet di Andrea Romano (Pd). Per Maria Elena Boschi di Iv il video di Beppe Grillo "è scandaloso. Non sta a me dire chi ha torto e chi ha ragione, per quello ci sono i magistrati. Ma che Beppe Grillo usi il suo potere mediatico e politico per assolvere il figlio è vergognoso" dice Boschi in un video sui social. Le parole di Beppe Grillo "sono piene di maschilismo. Quando dice che la ragazza che ha denunciato il figlio per stupro è sostanzialmente una bugiarda perché ha impiegato otto giorni a denunciare, fa un torto a tutte le donne vittime di violenza" afferma Boschi. "Perché - aggiunge - forse Beppe Grillo non sa il dolore che passa attraverso quelle donne che spesso non impiegano giorni ma settimane per trovare il coraggio di denunciare e superare anche magari la vergogna e l'angoscia". "A me piacerebbe che dentro il Movimento 5 Stelle qualcuno, magari qualche donna, prendesse le distanze da Beppe Grillo - dice Maria Elena Boschi - E non perché io debba condannare il figlio di Beppe Grillo, non sta a me farlo, io sono garantista con tutti anche verso di lui, per me vale la presunzione di innocenza anche per il figlio di Beppe Grillo". Replica la senatrice del M5S Alessandra Maiorino . "Il Movimento ha votato la legge sul codice rosso, il Pd all'epoca si è astenuto. Nel codice rosso sono inasprite le pene in materia di violenza sulle donne. Il limite temporale che una donna ha per denunciare è ancora troppo basso e quindi potremmo estenderlo. La Boschi, che all'epoca era ancora nel Pd, spieghi perché i dem si sono astenuti", rimarca Maiorino all'Adnkronos. "La capogruppo di Iv - prosegue - si butta come un avvoltoio su questa storia, mentre il suo leader va a glorificare una dittatura del Golfo dove i diritti delle donne sono inesistenti. Non è questa la partita da giocare".