Mihajlovic: "Simy è come Lukaku per l'Inter"
Il tecnico avvisa i suoi: "Non dobbiamo sottovalutare il Crotone"
L’artista Annalisa Minetti potrà presto recuperare la vista avvalendosi di due occhi elettronici che sfruttano una tecnologia di ultima generazione.
Il Principe William e il Principe Harry al termine del funerale del Principe Filippo si sono rivolti la parola. Potrebbero aver fatto pace?
"A Salvini direi 'Tu ti vuoi qualificare come un politico che deve guidare questo Paese verso il futuro? Bene, allora comincia a ragionare su te stesso, fatti delle domande tue, vere. Lascia stare che ti mettano in carcere oppure no, cosa che non credo accadrà, usa la sensibilità prima di ogni altra cosa e poi, solo poi, ti fai parte attiva nei confronti dell'Europa'. In Africa ci sono delle persone, degli esseri umani e che si scappi per persecuzioni politiche o per fame, che differenza fa? In un caso o nell'altro si può forse dire, allora crepa?!". Nella giornata del rinvio a giudizio per Matteo Salvini sul caso Open Arms Moni Ovadia affida le sue riflessioni all'Adnkronos. "Salvini e tutti i politici - dice l'uomo di teatro e di cultura - dovrebbero chiedersi: quale essere umano voglio essere e quale politico voglio essere, perché se c'è da raschiare qualche elettore prima o poi la parabola si spegne. C'è differenza, infatti, tra il vero politico e, diciamo così, il partitico. Il vero politico è uno che ha un orizzonte importante davanti a sé, anche nel campo della cultura, dell'istruzione, dell'educazione, mentre il politico 'partitico' cerca di scamparla per la prossima elezione, ma è una vita triste quella di chi si occupa solo di raschiare voti. E visto che Salvini aspira ad essere un leader importante, scavi dentro di sé, perché il nostro peggior nemico spesso siamo noi stessi. E a nulla servono i litigi televisivi. Dobbiamo, piuttosto, tutti insieme ritrovare il senso. Non possiamo vivere in un finto conflitto di chiacchiere che poi non cambia niente, né per gli uni né per gli altri. E' ora di svoltare, di progettare un modello di società. Né si va avanti con rimedi costrittivi o repressivi. Bisogna progettare in quale società vogliamo vivere!". "Non voglio entrare nel merito del processo di Salvini - tiene a sottolineare Ovadia - ma della questione che considero prioritaria, quella di un politico che si candida ad essere un politico importante, perché - spiega - finché la Lega aveva consensi limitati si poteva capire la scelta di un certo estremismo propagandistico, per farsi le ossa, per prendere voti. Ma quando si è segretario di un partito che ha un consenso così ampio nel Paese, si deve avere un orizzonte più ampio. E' ora che si comprenda come, al di là delle collocazioni a destra, a sinistra o al centro, vi sia una priorità assoluta e cogente ed è la priorità della sensibilità umana. Se ci sono delle persone ferme su una barca che vengono da un viaggio, che sono stremate, stanche, la prima cosa da fare è farli sbarcare, poi si dà loro assistenza e conforto, perché sono esseri umani che hanno bisogno delle prime cure cui ha diritto qualsiasi essere umano, fosse anche il peggiore dei criminale, figuriamoci uno che non ha commesso reati. Tutti, e Salvini in particolare, si devono interrogare e chiedersi: perché ho tenuto quella gente ferma in mare?". "Doveva farli sbarcare - rimarca Moni Ovadia - e poi fare i dovuti controlli, decidendo cosa fare in base alle leggi e alla Costituzione repubblicana alla quale anche Salvini si appella, anche Giorgia Meloni, anche Ignazio La Russa si appella. E allora se ci si appella alla Costituzione - argomenta lo scrittore - bisogna sapere che la Costituzione è un patrimonio integro e indiviso e allora bisogna praticare quei concetti espressi che vengono da un orizzonte ideale: gli uomini sono tutti uguali, gli uomini hanno i diritti universali sanciti anche dalla Dichiarazione Universale dell'Uomo. Questa è la riflessione che io propongo. La questione centrale è avere sensibilità verso gli esseri umani chiunque essi siano e poi farsi parte attiva nei confronti dell'Europa, che - osserva Ovadia - stenta ad essere l'Europa che dovrebbe essere". "I partiti di destra dicono che occorre aiutarli a casa loro. Bene, ma - chiede Ovadia - come si fa aiutarli a casa loro? Non gli mandiamo di certo l'elemosina! Andiamo a casa loro, piuttosto, e diciamo che tutti i paesi occidentali e ora anche la Cina li stanno depredando. E diciamo basta a tale depredazione. Qui in Italia le nostre destre dicono l'Italia agli italiani. Va bene, ma anche l'Africa agli africani. Se le multinazionali che hanno origini in Italia, e quelle cinesi, americane, inglesi, francesi, olandesi e chi più ne ha più ne metta gli portano via tutto, allora stiamo compiendo una truffa. Smettiamo, quindi, di depredare e facciamo un vero piano in cui tutte le forme di sfruttamento vengono bandite nei confronti dell'Africa e ognuno si occupi di quelle forme di sfruttamento che hanno origine nel proprio paese. Se, invece. aiutarli significa, invece, foraggiare i peggiori dittatori africani, riempire i loro conti nelle banche svizzere e vendergli le armi, allora qualcosa non funziona. O l'uno o l'altro, altrimenti, è una truffa". "Loro vengono qui perché scappano da guerre, da fame, da depredazione. I cinesi - fa un esempio preciso Ovadia - ora stanno facendo il land grabbing, il cosiddetto furto delle terre per coltivarci biocarburanti e altre cose. Ma dove coltivano gli africani? Basta!", tuona Ovadia che sottolinea: "Io credo in tre valori fondamentali. La pace (occorre bandire la guerra in tutte le sue forme), la giustizia sociale e l'uguaglianza, ma l'uguaglianza che non significa vivere tutti con la divisa di Mao Tse-tung in un loculo. L'uguaglianza è, piuttosto, pari dignità, pari diritti, pari opportunità, pari accesso all'eccellenza conoscitiva. Questi sono i pilastri dell'uguaglianza che non vuol dire essere identici, ma uguali nelle opportunità". (di Veronica Marino)
Maria Finizio, lontana dal mondo dello spettacolo, è la moglie di Amedeo Grieco. La coppia ha avuto due figli, Federico e Alice.
AGI - Tre regioni in rosso e tutte le altre, più le due province autonome di Trento e Bolzano, in arancione. E' questa l'Italia a colori che, da lunedì 19 aprile a domenica 25, segnerà l'ultima settimana senza territori in zona gialla o bianca. Da lunedì 26 aprile, infatti, il governo guidato da Mario Draghi avvia "l'operazione riaperture", seppur graduale e con una serie di regole ancora da mantenere. Torna pienamente operativo il cosiddetto sistema semaforo, quindi torna la zona gialla nelle regioni a minor rischio e con una serie di parametri (alcuni nuovi rispetto ai criteri precedenti) nel rispetto delle norme. Resta, però, la chiusura per tutti dalle 22 alle 5, con il coprifuoco. Il piano per le riaperture Le principali novità, secondo quanto previsto dal Governo in seguito alla riunione della cabina di regia, dal 26 aprile torna la didattica in presenza, nelle zone gialle e arancioni, in tutte le scuole di ogni ordine e grado; riaprono bar e ristoranti, ma solo con il servizio all'aperto, sia a pranzo che a cena nelle zone gialle; sarà possibile lo spostamento tra regioni gialle e solo con un "pass" per spostamenti possibili anche tra regioni di diverso colore, musei di nuovo aperti. Sempre da lunedì nelle zone gialle riapriranno i musei, e anche teatri, cinema e spettacoli aperti con misure di limitazione della capienza. Il capitolo riaperture, successivamente, consentirà dal 15 maggio l'apertura delle piscine, solo all'aperto; dal primo giugno ristoranti con tavolo al chiuso, solo a pranzo, con nuove linee guida, e anche le palestre, sempre con nuove linee guida; dal primo luglio al via fiere e congressi con nuove linee guida, l'attività di stabilimenti termali e parchi tematici, con nuove linee guida. Resta il coprifuoco, in tutto il Paese, dalle 22 alle 5, che potrebbe rimanere anche per tutto il mese di maggio. Aspettando il giallo, nell'Italia a colori da lunedì 19 a domenica 25 aprile, le regioni in zona arancione sono: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto, la provincia autonoma di Bolzano e la provincia autonoma di Trento. Le regioni in zona rossa, invece, sono: Puglia, Sardegna e Valle d'Aosta. Quasi 7 milioni di studenti tornano in aula Da lunedì 19 saranno 6 milioni e 850 mila gli alunni presenti nelle aule sugli 8,5 milioni delle scuole statali e paritarie. In pratica, 291 mila in più della scorsa settimana, tutti della Campania che è uscita dalla zona rossa per passare nella fascia arancione. Restano in zona rossa Puglia, Sardegna e Val d'Aosta con 390 mila alunni in didattica a distanza, secondo i calcoli di Tuttoscuola. In tutto saranno quasi un milione e 657mila quelli ancora a casa in Dad la prossima settimana. Complessivamente per la prossima settimana, con l'80,5% alunni in presenza, si ritorna ai dati del febbraio scorso quando in presenza si erano sfiorati i 7 milioni in classe. Nelle tante regioni in zona arancione la percentuale di alunni in presenza oscilla tra l'81% e l'86%, mentre nelle tre in zona rossa si ferma al 51%. Il quadro sul territorio si fa più omogeneo. Sempre secondo le elaborazioni di Tuttoscuola, gli alunni in presenza raggiungono l'84% al Nord, l'83% al Centro, il 76% nelle Isole (con un calo dovuto alla Sardegna), e il 74% nelle regioni del Sud. Le province autonome di Bolzano e Trento confermano complessivamente la più alta percentuale di alunni in presenza (87%). Sileri: dati buoni, ma ancora troppi contagi "I numeri attuali, seppur migliori, non sono ancora così buoni da abbattere tutte le restrizioni. Portare l'Rt di molto sotto lo 0,8 permetterà di alleggerire alcune misure e allungare il coprifuoco fino a toglierlo del tutto, ma non corriamo troppo. L'incidenza di contagi è ancora alta. Dobbiamo scendere sotto i 5 casi ogni 10 mila abitanti". Lo dice il sottosegretario alla salute, Pierpaolo Sileri, in una intervista a 'La Stampa', in merito al coprifuoco, dalle 22 alle 5, destinato a restare in vigore almeno per tutto il mese di maggio. Gelmini: immunità di gregge a settembre "Con questo ritmo nelle vaccinazioni nell'arco di un paio di mesi, tra agosto e settembre, potremmo raggiungere l'immunità di gregge". Lo ha detto Mariastella Gelmini, ministri per gli Affari regionali, durante il programma "Il caffè della domenica", su Radio24. "L'obiettivo - ha aggiunto - è arrivare tra 450 e 500 mila vaccinazioni a fine aprile" Sempre la Gelmini, in una intervista al Corriere della Sera, ha dichiarato: "Io ho fiducia negli italiani, in questo anno di duri sacrifici hanno rispettato le regole con pazienza. Ora deve scattare un senso ulteriore di responsabilità, bisogna che tutti assumano comportamenti corretti", sostiene la ministra degli Affari regionali. In merito all'allarme terapie intensive ed alla posizione critica di alcuni virologi sulle riaperture, la ministra sottolinea che le terapie intensive occupate "sono 3.340, ma una settimana fa sfioravano i 4.000. I dati della relazione che il Comitato tecnico scientifico ha fatto in cabina di regia ci dicono che abbiamo conquistato degli spazi di libertà, da gestire con grande prudenza. Draghi ha parlato di rischio calcolato per tre fattori, l'espansione della quota di popolazione anziana e fragile vaccinata, gli effetti delle misure e l'arrivo della bella stagione". "Il Paese non ce la fa più, dobbiamo convivere con il virus e stiamo comunque mantenendo il sistema delle fasce di colore, sarà giallo solo chi avrà i numeri per esserlo. Avevamo stabilito che avremmo fatto un tagliando ad aprile e abbiamo mantenuto la parola. Le riaperture - conclude Gelmini - dovranno essere graduali e in sicurezza, non possiamo permetterci errori. La differenza la faranno i comportamenti".
È morto il cugino Itt della Famiglia Addams, l’attore Felix Silla, aveva 84 anni e da tempo lottava contro un tumore
Non è un gioiello scelto a caso, la spilla indossata da Elisabetta II nel giorno del funerale del marito Filippo, ha infatti due particolari significati
Il processo nell'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo
Intervistato dal Corriere della Sera, Paolo Bonolis racconta di aver voluto intraprendere la carriera diplomatica, citando il caso Erdogan.
Soggetti "più anziani", con età media di 62 anni, tra i nove casi di trombosi anomala e due casi di problemi di coagulazione associati al vaccino AstraZeneca in Francia, con 4 decessi, tra il 2 e l'8 aprile. Sono le news e i dati diffusi dall'agenzia francese del farmaco (Ansm) e riportati da Le Parisien. Dall'inizio delle vaccinazioni contro il coronavirus, in Francia sono stati segnalati "23 casi" di trombosi o di problemi di coagulazione e "8 decessi" su 2.725.000 dosi del farmaco somministrate all'8 aprile. Gli ultimi 9 casi riguardano soggetti che presentano "un profilo differente" rispetto a quello di persone individuate in precedenza. L'età dei pazienti "è più alta: si tratta di 4 donne e 5 uomini più anziani (età media 62 anni)" che hanno presentato sintomi riconducibili a trombosi addominale. "I nuovi elementi saranno condivisi con l'Ema", l'agenzia europea del farmaco, "nell'ambito della valutazione europea". In Francia, "il bilancio precedente faceva riferimento a 12 casi di trombosi" successivi alla vaccinazione "e a 4 decessi". Dal 19 marzo in Francia il vaccino AstraZeneca non viene più somministrato a soggetti di età inferiore a 55 anni. Per gli under 55 che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca, sottolinea Le Parisien, si raccomanda una seconda dose di Pfizer o Moderna.
La conduttrice di “Quelli che il Calcio”, Mia Ceran, ha annunciato in diretta tv la propria gravidanza: la donna, infatti, aspetta il suo primo figlio.
Funerali del principe Filippo, l'ultimo saluto oggi nella Cappella di San Giorgio al Castello di Windsor. A trasportare il feretro è stata la Land Rover che lo stesso duca ha contribuito a progettare. A officiare il rito, l'arciprete di Windsor, David Conner. La lunga vita di Filippo "è stata una benedizione per noi" e "le nostre vite sono state arricchite", ha detto Conner all'inizio della cerimonia. "Siamo qui oggi nella Cappella di San Giorgio per consegnare nelle mani di Dio l'anima del suo servo, il principe Filippo, duca di Edimburgo. Con in cuori grati, ricordiamo i tanti modi in cui la sua lunga vita è stata per noi una benedizione. Siamo stati ispirati dalla sua incrollabile fedeltà alla regina, dal suo servizio alla nazione e al Commonwealth, dal suo coraggio, dalla sua forza e fede", ha proseguito l'arciprete di Windsor. "Le nostre vite sono state arricchite dalle sfide che ci ha posto, dalla sua gentilezza, dal suo umorismo e dalla sua umanità. Per questo preghiamo Dio che ci dia la grazia di seguire il suo esempio e che, col nostro fratello Filippo, alla fine possiamo conoscere le gioie della vita eterna", ha detto ancora Conner. Secondo le norme anti Covid, che hanno imposto la presenza di un massimo di 30 persone al funerale, ciascun partecipante si è dovuto sedere accanto alle persone del proprio nucleo familiare. Il principe Carlo e la principessa Anna, alle loro spalle i fratelli Andrea ed Edoardo. William era seduto accanto alla moglie Kate, mentre Harry era da solo, poiché la moglie Meghan è rimasta a Los Angeles, a causa dell'avanzato stato di gravidanza. Alle esequie hanno preso parte tra gli altri i parenti tedeschi di Filippo: Bernhard, principe ereditario di Baden, Philipp, principe di Hohenlohe-Langenburg e il principe Donato d'Assia. Anche Patricia, contessa Mountbatten di Burma, oltre ad alcuni dei consorti dei figli e dei nipoti della famiglia reale. Quella di oggi è stata una cerimonia funebre molto ristretta, alla presenza dei soli parenti più vicini a causa delle restrizioni imposte dal Covid - ma anche per volontà dello stesso duca di Edimburgo da sempre contrario ai funerali di Stato - con un ruolo speciale riservato ai militari, l'altra 'famiglia' di Filippo, con una presenza complessivamente ben più consistente, 730 unità. Il duca, un eroe di guerra decorato per il suo servizio nella seconda guerra mondiale, rinunciò a una fiorente carriera navale per dedicarsi ai suoi doveri reali. I partecipanti alla cerimonia indossavano tutti le mascherine. In linea con le attuali norme anti Covid, alla funzione c'erano solamente trenta persone, in maggioranza membri della Royal Family, seguendo le regole del distanziamento. Un coro di quattro persone, seduto lontano dalle persone nella navata, cantava una selezione di musiche scelte dal duca. Tra queste, l''Eternal Father', particolarmente cara alla Royal Navy, nella quale Filippo ha prestato servizio tra il 1939 e il 1951, e 'The Rhosymedre', di Vaughan Williams, suonata anche ai matrimoni di William e Kate e di Harry e Meghan, e al funerale della principessa Diana. Altri due brani, 'The Jubilate' e 'Psalm 104', sono stati commissionati dallo stesso Filippo. Il primo, nel 1961, al compositore Benjamin Britten e il secondo, nel 1996, al chitarrista e compositore William Lovelady. Dopo la funzione religiosa, la salma è stata tumulata nella Volta Reale della cappella e benedetta dall'arcivescovo di Canterbury. Con l'inno nazionale, 'God Save the Queen', intonato dal coro, si sono conclusi i funerali del principe Filippo. La regina Elisabetta è stata accompagnata fuori dalla cappella dall'arciprete di Windsor e dall'arcivescovo di Canterbury. La sovrana è poi salita su una Bentley di stato che l'ha riaccompagnata negli appartamenti reali del Castello di Windsor, mentre anche gli altri membri della Royal Family lasciavano la cappella. Non è sfuggita alle telecamere e agli obiettivi dei fotografi la chiacchierata tra il principe Harry con il fratello William e la cognata Kate, al termine dei funerali del principe Filippo. I tre sono stati visti conversare all'uscita dalla Cappella di San Giorgio, dove si è svolta la funzione religiosa. Secondo le norme anti covid, Harry, giunto dagli Usa per partecipare al funerale, dovrà ora rientrare in autoisolamento.
Gli aggiornamenti in tempo reale sull'emergenza coronavirus in Italia.
Durante la quinta puntata del Serale, in onda su Canale 5, è stata eliminata Martina.
AGI - “I famigliari vivono l'isolamento dal momento del ricovero, non vedono né il proprio caro, né la struttura in cui viene ricoverato, né i medici che lo prendono in cura, né il corpo del proprio caro: una verifica quotidiana che può aiutare - lungo il progredire della malattia - a raggiungere consapevolezza e a prepararsi, nei casi più gravi, a elaborare il lutto. È un dolore che non può acquisire una forma: sconcerta, mina qualunque sicurezza”. E' solo una delle riflessioni raccolte in un libro che assomiglia ad una sorta di diario collettivo. Si chiama “Le ferite della cura” e raccoglie i ricordi e le testimonianze sul lavoro che il Servizio di Psicologia dell'Asl di Vercelli ha svolto e tuttora svolge per intervenire sulla grave situazione di disagio emotivo per pazienti, familiari e persone in difficoltà a causa del Covid. Un racconto a più voci che restituisce il clima di grande disorientamento e di disordine sociale della prima fase della pandemia, a Vercelli come nel resto d'Italia. Un tempo del quale non sempre si è avuta la reale percezione di quanto stesse accadendo. "Per questo motivo – spiega Patrizia Colombari, Direttore della Psicologia dell'Asl Vercelli e responsabile del progetto editoriale – 'Le ferite della cura' non rappresenta solo un diario che archivia un'esperienza, ma è uno scrigno che raccoglie le sensazioni e le riflessioni, gli smarrimenti e le angosce che gli psicologi dell'Asl di Vercelli hanno elaborato durante l'emergenza, dal momento della crisi più acuta fino alla sua drammatica dilatazione che minaccia ancora tragicamente la nostra quotidianità. In quella tempesta che ha travolto tutti, si sono cercati spazi per ascoltare, parole per offrire una vicinanza anche quando l'angoscia era così forte che generava solo rabbia. Gli operatori sono stati “connessioni” per riallacciare i legami tra i familiari e i loro parenti ricoverati in isolamento, in un contesto in cui il personale sanitario e i pazienti erano confinati nella stessa disperazione". E non a caso non mancano nel racconto i riferimenti personali, alle vite e alle storie dei terapeuti. “Mancano solo tre mesi alla pensione – si legge per esempio in una delle pagine di diario - ma sento che qualcosa non va. Le notizie che arrivano dalla Cina mi preoccupano e mi spaventano, ma in fondo in fondo sento che sono lontane, ma… meglio pensare a come festeggiare. A mantenere viva l'inquietudine contribuisce il mantra del solito collega: 'Vedrai che non ti mandano in pensione'… Poi arriva marzo e lo tsunami si abbatte su tutti noi. Tutto ciò che ci aveva sempre fatto sentire bene e vivi diventa 'il pericolo': lo stare insieme, il calore di un abbraccio, il rapporto con le persone più care". Il libro, edito da Effedì edizioni, è disponibile nelle librerie vercellesi e nei bookstore online in tutta Italia. I proventi della vendita andranno all'Ambulatorio per i bambini affetti da autismo e all'Ambulatorio per i ragazzi con disturbo della condotta alimentare gestiti dall'Asl.
Il programma di Simona Ventura, Game of Games, non decolla, per questo la Rai ha preso una decisione importante.
Kate Middleton duchessa di Cambridge e 'regina' dei social. Spopola su Twitter la consorte del principe ed erede al trono d'Inghilterra William, apprezzata per l'eleganza e la sobrietà anche in uno dei giorni più tristi per la monarchia britannica, quello dei funerali del principe Filippo. Non sono passati inosservati, infatti, la parure di perle - con l'iconico girocollo della collezione della Regina già indossato nel 1982 da Diana - e l'elegante abito nero indossati dalla 39enne nel corso della cerimonia funebre. Uno stile definito dai più "sobrio" che ha reso la duchessa se possibile "ancora più bella", "splendida", "incantevole", "di classe". Inevitabile fra gli utenti il paragone con Meghan Markle, 'rea' per alcuni di rappresentare al contrario "l'ineleganza": "Ne deve magna’ de #fishandchips l’americana - scrivono -. #KateMiddleton fuoriclasse". "Competere con #KateMiddleton è impossibile! Perfetta, perfetta, perfetta sempre! Io me la sarei tenuta vicina come cognata... almeno per brillare di luce riflessa.. Ma non siamo tutti uguali", sottolineano. Del resto, la futura principessa consorte già "ha vinto", scrivono: "Questa foto - veletta nera, occhi in primo piano e girocollo in vista - la incorona regina di casa #Windsor e presto d’Inghilterra. Fermezza, Stile e ragion di Stato, sono il sale di lunga vita degli Imperi. E delle famiglie". E ancora: "Questa scatto esprime a pieno la bellezza, la classe, l'eleganza e la consapevolezza di Kate Middleton. Splendida!", affermano, citando anche una celebre massima di Dior: "L’eleganza deve essere la giusta combinazione di distinzione, naturalezza, cura e semplicità. Fuori da questo, credetemi, non c’è eleganza. Solo pretesa". E ancora: "Kate Middleton di una classe ed eleganza unica. Non me ne volete ma... È l’unica degna di essere nominata Regina dopo Queen Elisabeth". Ma nei commenti c'è chi si spinge ancora più in là: "Questa donna - sostengono - è già Regina".
Possibile svolta nella scomparsa di Stefano Barilli, il mistero del biglietto con una frase inquietante e la pista della "psico-setta"
AGI - La campagna vaccinale accelera e, con ieri, tocca il record giornaliero di 347.279 dosi somministrate. Un cambio di ritmo sottolineato dal ministro della Salute Roberto Speranza già nella sua informativa di giovedì alla Camera. Secondo il report settimanale del governo, nell'ultima settimana sono state oltre 10,1 milioni di prime dosi somministrate, una media di 291mila al giorno. Le dosi inoculate sono l'83,8% di quelle consegnate (14,3 su 17,1 milioni). A oggi, gli over 80 che hanno ricevuto la prima dose di vaccino sono il 76,09% e quelli già immunizzati poco meno della metà (il 45,19%) mentre quasi un quarto, il 23,9% - in numeri assoluti poco più di un milione - è ancora in attesa della prima dose. Le percentuali di immunizzati cominciano a essere davvero considerevoli - in media tre su 4 - sia tra gli operatori sanitari sia tra gli ospiti delle Rsa. Incassati i successi per queste categorie, il grosso della campagna vaccinale è tutto da realizzare. Solo un italiano su 6 oggi ha ricevuto la prima dose di vaccino anti-Covid. Preoccupa soprattutto che tra i 70-79enni, ovvero coloro che sono più a rischio, quelli che hanno ricevuto la prima dose sono il 30,14%, quelli che hanno avuto entrambe le dosi appena il 3,4%. Mentre 4,2 milioni di persone appartenenti a questa fascia d'età sono ancora in attesa della prima. Tra gli obiettivi più ardui del governo c'è quello di somministrare entro giugno "la prima dose al target sopra i 60 anni, dove si sono concentrati il 95% dei decessi". Eppure l'obiettivo, ribadito dal commissario per l'emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, resta quello di vaccinare ogni giorno mezzo milione di persone. Per riuscirci, però, è fondamentale che sia rispettato il calendario delle forniture. Tra dicembre e marzo sono arrivate 14 milioni di dosi, da qui a giugno dovremmo riceverne oltre il triplo, sempre stando alle previsione del commissario Figliuolo. Ma il ritmo con cui si procederà a immunizzare gli italiani dipenderà molto dalle valutazioni dell'Ema sul siero Johnson & Johnson, attese per martedì.
In Israele da oggi non è più obbligatorio l'uso della mascherina all'aperto. Una delle misure più importanti per contrastare i contagi di Coronavirus viene cancellata nel Paese grazie al boom delle vaccinazioni. L'uso della mascherina in Israele è ancora obbligatorio nei luoghi chiusi, ma secondo alcuni esperti anche questa regola potrebbe essere revocata entro il prossimo mese, visto il drastico calo dei contagi. La maggior parte delle scuole sono state completamente riaperte. Nelle aule sono comunque obbligatorie ancora le mascherine. Il numero di persone attualmente gravemente malate a causa del Covid-19 si aggira in Israele intorno alle 200. A fine gennaio la cifra era di circa 1.200. Circa 5,3 milioni dei 9 milioni di abitanti del paese hanno ricevuto almeno una dose del vaccino Pfizer/BioNTech. Quasi 5 milioni di abitanti hanno ricevuto le due dosi. Circa 1 milione di israeliani di età superiore ai 16 anni ancora non è stato vaccinato. Gli esperti hanno avvertito che il paese non ha ancora raggiunto l'immunità di gregge. Israele, che oggi registra appena 82 casi di Covid, dopo il successo della campagna vaccinale riapre anche le scuole di tutti i gradi in presenza piena. "Il livello di presenza del virus in Israele è molto basso, grazie al successo della nostra campagna vaccinale, e quindi possiamo revocare altre restrizioni", ha detto il ministro della Sanità, Yuli Eldestein, annunciando le misure. Ribandendo che la mascherina rimane lo strumento con cui "ci proteggiamo dal virus", ha spiegato che la decisione è stata presa sulla base della raccomandazione degli esperti che hanno detto che "non sono necessarie all'aperto".