Morto Scalfari, Mieli: "Gli devo tutto"
(Adnkronos) - "Scalfari, pur essendo di una generazione diversa, ĆØ stato un grande amico e gli devo tutto, perchĆ© fu lui che, quando avevo 18 anni, nel 1967, mi assunse allāEspresso. Poi ho lavorato allāEspresso e a Repubblica per altri 18 anni, quindi quando smisi di lavorare con lui e passai alla Stampa, calcolai che metĆ della vita lāavevo fatta con i miei genitori e metĆ con Scalfari. Inutile dire che ĆØ stato un giornalista che univa le doti di scrittura di Indro Montanelli, il più grande del secolo, e il talento di Luigi Albertini come organizzatore di un giornale che ha portato ad essere il primo dāItalia. Ma in questo momento ĆØ lāamico di una vita ed ĆØ raro un amico con cui si ha un debito cosƬ forte". CosƬ allāAdnKronos lāex direttore del Corriere della Sera Paolo Mieli.
"Ci sono tanti ricordi personali ā aggiunge Mieli - rammento il giorno in cui lāho conosciuto, ne avevo grandissima soggezione, poi il giorno in cui lāho lasciato per andare alla Stampa fu affettuoso, simpatico, ironico. Non lāho mai visto meschino. Un giornalista di grandissima razza. E poi con lui ho tantissimi ricordi privati, serate trascorse insieme. Io avevo 25 anni meno di lui, però mi sono sentito come adottato da Scalfari". "A Scalfari si possono rimproverare le stesse cose che io posso rimproverare a me stesso ā osserva Mieli -, di essere tendenzioso e cocciuto; tutte obiezioni che faccio a me stesso ogni giorno. Forse un eccesso di disincanto, ma ripeto, sono tutte cose che obietto a me stesso: grande disincanto, una punta di cinismo, però almeno in privato una grandissima capacitĆ di riconoscere i propri errori, i propri torti".
"Lui ā prosegue Mieli - non ha mai fatto la scena che molti facevano e molti fanno ancora oggi, di dire che cāĆØ una linea retta che sta lƬ per tutta la loro vita. Scalfari riconosceva che al referendum fra Monarchia e Repubblica avevo votato per la Monarchia, che da giovane era stato fascista, e ne ha parlato con grande franchezza. Questo mi piaceva di lui, ne parlava con franchezza, mentre quando io ero ragazzo tutti nascondevano di essere stati fascisti da giovani. Scalfari lo raccontava in modo molto franco e spiritoso, aggiungendo sempre particolari buffi". "Scalfari ā conclude Mieli - ĆØ stato pure un uomo che nella vita ha anche costruito un monumento di se stesso, però un monumento diventato grande grazie anche alla sua capacitĆ di prendersi in giro".