Musa Tv n. 12 del 24 marzo 2021
Il regista Francesco Apolloni racconta com’è nato il suo film ‘Addio al nubilato’. Matteo Costanzo racconta la genesi del singolo ‘Eterno’.
Intanto la bella 38enne conquista un altro naufrago dell'Isola dei Famosi...
Perugia, prete lascia la Chiesa dopo essersi innamorato di una donna: l'annunciano durante la messa domenicale il vescovo e il sacerdote stesso.
"Quale canzone vi ha tenuto più compagnia negli ultimi mesi?", scrive la showgirl a corredo della foto
Il padre di Denise Pipitone si chiama Pietro Pulizzi. I due hanno il cognome diverso e in molti si sono chiesti il motivo.
Dopo l'eliminazione da Amici 2021, la bella Enula è tornata dal suo fidanzato famoso: ecco di chi si tratta
Gli aggiornamenti in tempo reale sull'emergenza coronavirus in Italia.
“Rifiutare una figlia è contronatura”. Fedez accanto a Malika, la ragazza cacciata di casa da genitori dopo aver fatto coming out. La ragazza 22enne di Castelfiorentino nei giorni scorsi ha raccontato le umiliazioni subite in famiglia dopo il suo coming out, per aver annunciato ai genitori di essere innamorata di una coetanea. La procura di Firenze ha aperto un fascicolo di indagine. Sulla base della denuncia presentata dalla giovane il pubblico ministero Giovanni Solinas ha delegato gli accertamenti ai carabinieri. La notizia è riportata dalla stampa locale. "Se torni ti ammazziamo, meglio 50 anni di carcere che una figlia lesbica", le hanno detto i suoi genitori. "Meglio una figlia drogata che lesbica - sempre le loro parole - Mi parli di altra gente? Son fortunati perché hanno figli normali, e solo noi s'ha uno schifo così". Tantissime le manifestazione di solidarietà arrivate a Malika, 22 anni, e anche la politica si è mossa, sollecitando l'approvazione del disegno di legge Zan. Il caso arriverà anche in Consiglio regionale e il sindaco di Castelfiorentino, Alessio Falorni, si è impegnato ad aiutare la giovane. "Mi avete inviato in tanti la terribile e assurda storia di Malika", ha scritto Fedez sui social, tornando sulla vicenda con un'ulteriore riflessione: "La famiglia tradizionale -ha scritto nelle stories-. E la domenica tutti in chiesa dove il tuo prete di fiducia può benedire le armi ma non le coppie omosessuali (tutto vero)".
"Nessun incidente per strada né tantomeno interventi chirurgici e nessuna reinfezione da Covid. Papà ha avuto al rientro da Napoli problemi di deambulazione e di conseguenza cadute varie in casa. E’ stato quindi ricoverato al San Raffaele dove purtroppo la situazione, dati gli anni e la condizione fisica, si è aggravata. Abbiamo temuto il peggio. Invece da combattente qual è, ce l’ha fatta". Lo ribadisce all'Adnkronos Sveva Fede, figlia di Emilio Fede ricoverato al San Raffaele. L'ex direttore del Tg4 ieri, dopo qualche giorno di ricovero, ha fatto la prima telefonata alla figlia. "Ieri ho ricevuto la sua prima telefonata da quando è stato ricoverato - spiega Sveva Fede - Mi ha chiesto 'come sta la mamma?', e ha aggiunto: 'appena esco voglio andare da lei a Napoli e portarla a mangiare gli spaghetti alle vongole sul lungomare'. Dobbiamo ringraziare lo staff medico del San Raffaele e gli amici più cari che ci sono sempre stati vicini", conclude.
Maria De Filippi, durante la puntata del serale di Amici, ha rimproverato Rudy Zerbi perché continuava a fissare la ballerina professionista Francesca
La Regina Elisabetta piange il suo amato consorte, il Principe Filippo, scomparso il 9 aprile 2021 a 99 anni.
Nuovo richiamo del Ministero della Salute. Lotto di Speck ritirato dal commercio per il rischio di listeria.
Da vero difensore delle norme anti-assembramento, Alessandro Gassmann ha mandato la polizia dal suo vicino di casa: il gesto dell'attore che divide i fan
Cristian Imparato si è sottoposto ad una liposuzione per far togliere un filler dal suo volto.
Nella puntata di Amici, andata in onda sabato 10 aprile, è andato in onda un altro scontro tra Arisa e Rudy Zerbi. La cantante non ha apprezzato.
Elisa ha espresso via social il suo dolore per un tragico lutto: la cantante ha perso i suoi adorati zii a causa del Covid.
AGI - In Gran Bretagna più della metà delle persone positive al test per Covid-19 è asintomatica. Lo rivelano i dati dell'Office for National Statistics (Ons), secondo i quali il 53 per cento di coloro a cui è stato diagnosticato il virus ha dichiarato di non avere sintomi, comprese febbre e tosse. L'indagine, che ha esaminato 10mila persone in tutto il Regno Unito tra dicembre 2020 e marzo 2021, suggerisce che la trasmissione asintomatica è più comune di quanto si temesse in precedenza. Tra le persone positive sintomatiche, i dati britannici rivelano che i segnali più comuni sono la stanchezza, seguiti da mal di testa e tosse. Tuttavia, l'NHS (il servizio sanitario britannico) elenca tra i sintomi rivelatori dell'infezione solo febbre, tosse continua e perdita di gusto e olfatto. Ma meno di un quinto delle persone, cioè il 18 per cento, ha segnalato perdita di gusto e olfatto come unico sintomo. "La nostra analisi oggi evidenzia la gamma di sintomi che le persone possono sperimentare con Covid", spiega Sarah Crofts esperta di statistica dell'Ons. I classici sintomi stanchezza, mal di testa e tosse sono quelli più comunemente segnalati da coloro che sono stati contagiato dal virus, mentre solo circa uno su cinque sperimenta unicamente la perdita del gusto o dell'olfatto. "Circa la metà di coloro che abbiamo testato non ha riportato alcun sintomo anche se erano presenti livelli elevati di virus nel corpo", dice Crofts. "Questo sottolinea che le persone possono inconsapevolmente contrarre il virus nella comunità e potenzialmente trasmetterlo ad altri. È fondamentale - prosegue - continuare a misurare i livelli di infezione nella popolazione e raccogliere informazioni sui sintomi in modo da poter identificare eventuali cambiamenti che altrimenti potrebbero passare inosservati". I sintomi meno comuni sono risultati invece dolore addominale, diarrea e nausea o vomito. Inoltre, i dati mostrano un aumento di tutti i sintomi da dicembre a febbraio. Se infatti circa il 55 per cento delle persone risultate positive al test ha riferito di non avere sintomi a dicembre, la percentuale è leggermente diminuita a gennaio (46 per cento) e a febbraio (47 per cento), ma è aumentata nuovamente al 53 per cento lo scorso marzo. Tutti i dati si riferiscono alle persone che non sono finite in ospedale, case di cura e altri contesti istituzionali.
AGI - Ha sparato e ucciso moglie, figlio disabile e i due proprietari di casa all'interno della propria abitazione e poi ha tentato di togliersi la vita. È successo a Rivarolo Canavese, paese in provincia di Torino, intorno alle 3.15 circa di questa notte. Una strage per ora senza un vero motivo, frutto probabilmente della disperazione ma che non sembra spiegare l'omicidio dei vicini di casa. Ad intervenire i carabinieri della Compagnia di Ivrea che hanno trovato i cadaveri delle 4 persone uccise dai colpi esplosi da Renzo Tarabella, 83 anni che ha ucciso, con una pistola calibro 9 regolarmente detenuta, la moglie Rosaria Valovatto di 79 anni, il figlio di 51 anni Wilson, disabile psichico e la coppia di coniugi proprietari della loro abitazione, Osvaldo Dighera di 74 anni e Liliana Heidempergher, di 70 che abitavano al piano di sopra. All'arrivo dei militari e dei vigili del fuoco, allertati da un parente dei padroni di casa, l'omicida ha rivolto la pistola contro di se e si sparato al volto. È rimasto gravemente ferito ed è stato trasportato in ospedale a Torino in gravi condizioni. I carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Torino, insieme al medico legale nominato dalla Procura di Ivrea, stanno effettuando i rilievi nell'appartamento. Altri militari stanno ascoltando vicini di casa e parenti per ricostruire le fasi del pluriomicidio. "Quello che stiamo cercando di capire è perché l'omicida abbia ucciso i vicini di casa, non risulta che i rapporti fossero tesi", spiega il procuratore capo di Ivrea Giuseppe Ferrando all'AGI. A cadere sotto i colpi dell'83enne prima l'uomo, quindi la moglie, maestra dell'elementari in pensione. "Se l'uccisione della moglie e del figlio può rientrare in un dramma familiare - spiega ancora Ferrando - è più difficile capire perché siano stati coinvolti i vicini. Nelle prossime ore controlleremo i tabulati telefonici per cercare di ricostruire i momenti che hanno preceduto la strage".
AGI - "Ho eseguito un bonifico da 300 euro a un'assicurazione in modalità home banking, poi, qualche ora dopo, mi è arrivato un messaggio whatsApp sul telefono nell'ambito del servizio di messaggistica dell'istituto di credito che mi invitava a seguire una procedura per completare il bonifico. Ho cliccato sul link indicato ed è stato l'inizio della nostra fine". "In fumo i risparmi per le nostre figlie" Luca e la moglie Giovanna hanno perso 15mila euro, i risparmi di una vita destinati alle due figlie piccole. Vogliono che la loro storia venga divulgata per evitare che altri cadano nella stessa trappola, che tecnicamente si chiama phishing, mentre la loro legale, Giorgia Antonia Leone, sta cercando di recuperare il maltolto in quella che è comunque una procedura molto ostica e delicata. Luca e Giovanna non sono degli sprovveduti, ma professionisti che vivono e lavorano a Cinisello Balsamo, in provincia di Milano, e pensavano di avere messo al sicuro i loro averi. "Quello che mi aveva fatto stare tranquillo - prosegue Luca - è che, dopo avere cliccato sul link e inserendo il codice numerico apparso, mi ero ritrovato nella schermata della mia banca. Invece ho scoperto poi che l'hacker conosceva i dati del mio conto e l'importo del bonifico al destinatario. Si è perciò infilato con estrema facilità". "In questi casi - spiega all'AGI il loro avvocato che ha sporta denuncia in Procura - si parla di 'sms evoluto, a intendere che la truffa è davvero credibile. La domanda è: quanto sono adeguati i sistemi impiegati e le conoscenze acquisite dagli istituti di credito per fronteggiare questi reati?". "La banca ci ha avvertito solo dieci giorni dopo" Nella denuncia, i coniugi reclamano anche la responsabilità civile della banca perché esiste un'incrinatura nel suo sistema informatico che ha reso possibile la captazione dei dati del correntista. Ma c'è dell'altro: l'istituto li ha avvertiti diversi giorni dopo la disavventura non impedendo in tempo utile che il conto venisse prosciugato, limitando il danno economico. "Quando siamo stati avvertiti dalla banca - spiegano le vittime - abbiamo provato sconcerto, rabbia, incredulità. Tutto il nostro lavoro, i nostri risparmi in mano a quelli che consideriamo dei delinquenti che forse non verranno mai identificati. E la banca non ci ha tutelati". Per diverso tempo, Luca è stato dilaniato dai sensi di colpa, attraversando un momento molto duro a livello psicologico. “La sottrazione dei dati del correntista mediante tecniche e attività fraudolente – ricorda l'avvocato Leone – rientra nell'area del rischio dell'impresa e in forza di tale principio la banca, prima di dare corso a un'operazione, deve sempre accertarsi che essa sia attribuibile al cliente. L'istituto di credito è obbligato a risarcire il correntista vittime di truffe a meno che non dimostri la legittimità dell'operazione online, provando che ci sia una condotta colposa dei danneggiati. Esistono troppi casi – conclude – come quello vissuto da questa coppia ed è grave che tutto ciò possa ancora accadere, sebbene gli stessi istituti ne siano consapevoli e avvertano costantemente i loro clienti".
AGI - "Si sta considerando di allungare l'intervallo tra la prima e la seconda dose a 42 giorni e usare le dosi disponibili per aumentare il numero dei nuovi vaccinati". Lo ha dichiarato in una intervista alla Stampa Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico. "Anche il CDC (l'agenzia federale americana) ha suggerito questa soluzione - spiega - in caso di necessità. Non credo si rischi poi di restare senza vaccini per i richiami, perché Pfizer e Moderna hanno dimostrato di saper rispettare gli impegni presi sulle forniture". Sul tema del possibile aumento dei rifiuti del vaccino AstraZeneca da parte di over 60 - dopo la circolare del ministero della Salute che ha indicato un suo uso 'preferenziale' in quella fascia di età - il coordinatore del Cts è convinto che "se cominciamo a dire che va garantita un'alternativa rischiamo di alimentare paure e incertezze. Io dico che stiamo offrendo un vaccino sicuro ed efficace, che le persone devono accettare. Poi, se ci troveremo davanti a un numero disarmante di defezioni, riconsidereremo la questione". Per Locatelli "il vaccino di AstraZeneca è in grado di proteggere assai efficacemente dal rischio di malattia grave e di morte", e "non è vero che si è generata confusione nell'indicare un uso preferenziale delle dosi di AstraZeneca nelle diverse fasi". In un'altra intervista, questa volta al Corriere della Sera, il coordinatore del Comitato tecnico scientifico spiega ancora una volta il suo pensiero sul caso del vaccino anglo-svedese 'consigliato' agli over 60. "All'inizio del suo impiego, pur essendo approvato per tutti i pazienti maggiorenni, i dati disponibili sull'efficacia nelle persone anziane erano limitati e per questa parziale incertezza se ne è consigliato l'uso preferenziale nei soggetti sotto i 55 anni d'età", ha detto. "Ma il profilo di sicurezza oltre questo limite d'età non è mai stato in discussione. Una volta disponibili dati di notevole efficacia anche negli anziani si è estesa la raccomandazione anche a loro. Devono avere assoluta fiducia". Per Locatelli insomma chi ha più di 60 anni non deve avere alcun dubbio. "Certo, la protezione dal Covid-19 è fondamentale. Non solo. Oltre i 60 anni d'età l'incidenza di trombosi dei seni venosi cerebrali (l'effetto avverso di cui si ipotizza un legame tutto da dimostrare con il vaccino, precisa il Corriere della Sera) è da 5 a 10 volte più basso negli immunizzati con AstraZeneca rispetto al numero atteso nella popolazione di pari età. Infine, non vi sono evidenze per sconsigliare una seconda dose a chi ha ricevuto la prima senza problemi. Ad oggi non è stato osservato alcun evento tromboembolico dopo la seconda somministrazione", ha aggiunto. Il coordinatore del Cts sottolinea poi come "per la terza settimana consecutiva c'è una riduzione della diffusione del contagio. Ma guai se pensassimo che siamo completamente fuori dal problema. Ci ritroveremmo alla situazione di metà marzo avendo vanificato settimane di sacrifici per l'intero Paese". Sono in miglioramento sia l'incidenza cumulativa di tamponi positivi ogni 100.000 abitanti, dice Locatelli al Corriere, scesa al valore di 185 contro 239 della settimana precedente, sia "il valore di Rt pure diminuito a 0.92 dal precedente valore di 0.98". "Sono in ulteriore diminuzione anche i nuovi casi non associati a catene di trasmissione. Per la prima volta, questa settimana, per 3 giorni consecutivi si è ridotto il numero di pazienti in terapia intensiva". Aggiunge Locatelli nell'intervista: "Questi segnali indicano che, come atteso, le misure messe in atto hanno consentito di riportare la situazione sotto controllo riducendo la circolazione virale e la pressione sulle strutture sanitarie territoriali". Per Locatelli "le aperture vanno certamente fatte per rispondere alla crisi economica e sociale, ma devono essere ben ponderate in funzione dei numeri".
Ospite di Silvia Toffanin a “Verissimo”, Enrica Bonaccorti ha raccontato l’esperienza dell’aborto, vissuta poco dopo aver annunciato la gravidanza in tv.