“Nadia Toffa ha avuto un tipo di tumore per il quale la ricerca sta lavorando molto a livello internazionale, ma anche in Italia”. Lo afferma Stefania Gori, presidente degli oncologi dell’Aiom, l’Associazione italiana di oncologia medica, interpellata dall’Agi sulla malattia della storica conduttrice delle Iene, deceduta a 40 anni dopo una lunga battaglia contro il cancro.
“Su alcune forme tumorali dobbiamo acquisire ancora maggiori conoscenze - ammette l’oncologa - ma anche per queste la ricerca sta avendo notevoli progressi. In generale la ricerca oncologica ha fatto molti passi avanti - osserva Gori - il 60% dei pazienti con una diagnosi di tumore ha una sopravvivenza di 5 anni, e per il carcinoma alla mammella e alla prostata la percentuale di sopravvivenza sfiora il 90%”.
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Il cammino è ancora lungo ma oggi, proprio grazie alla ricerca, si comincia a parlare di guarigione, “un concetto che fino a due anni fa non si prendeva in considerazione”.
“C’è un esercito di persone - sottolinea la presidente dell’Aiom - che hanno avuto un tumore e che oggi sono vive in Italia e sono oltre 3 milioni e 400mila”.
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Ma quand’è che ci si può considerare guariti? “Una certa quota di pazienti - spiega Gori - può essere considerata guarita perché ha raggiunto, dopo un numero di anni dalla diagnosi che è diverso a seconda della neoplasia dalle quale era affetto, la stessa aspettativa di vita di una persona della stessa età e dello stesso sesso che non ha mai avuto un tumore”.
“Il messaggio più forte che è arrivato da Nadia Toffa è che non si è nascosta dietro la malattia, ha vissuto e convissuto con essa. E’ stata una Iena fino in fondo, la stessa determinazione che aveva nella sua professione l’ha avuta per combattere la malattia”.
Lo ha dichiarato all’Agi Fabrizio Nicolis,...