Ecco le pagelle dell'esibizione dei 4 cantanti della sezione Nuove Proposte e dei 13 cantanti della sezione Big in gara nella prima serata del festival di Sanremo 2021, redatte 'a caldo' in esclusiva per AdnKronos dall'ex tastierista dei Matia Bazar, Mauro Sabbione. Le pagelle verranno via via compilate durante la diretta di Rai1 dopo le esibizioni dei singoli artisti. NUOVE PROPOSTE GAUDIANO - Polvere da sparo. E cominciamo con Gaudiano, la direzione ed il probabile arrangiamento di Chiaravalle è già di per se' una garanzia di qualità. E la qualità c'è, Gaudiano ha una bellissima ed interessantissima voce, ed il suo testo è perfetto nella stesura metrica, un rap-pop molto efficace. Sicuramente in finale. Voto 9 ELENA FAGGI - Che ne so Meno male è tornato Peppe Vessicchio. Brano in famiglia, col fratello compositore. Sembra Arisa all'inizio di carriera. Voce talmente limpida che potrebbe ricordare altre narrative e cantanti clamorose, ma il pezzo non decolla melodicamente. Quello che passa è il vestito da Alice nel paese delle meraviglie. Voto 6 AVINCOLA - Goal Il primo cantautore, sua la melodia e il testo. Un moderno e recente Tricarico o meglio Stefano Rosso, del quale è riuscito a fregiarsi del premio omonimo. Sicuramente alternativo, sicuramente in finale per confermare il personaggio e perchè abbiamo bisogno di cantautori così. Voto 8 FOLCAST - Scopriti Altro autore sia del testo che della musica. Ottimo arrangiamento e costruzione ragionata e precisa dell'equilibrio strofa/ritornello anche troppo english-correct. Il tempo accattivante, come del resto quello degli altri, fa intendere una grande predisposizione per la diffusione radiofonico e/o internet delle canzoni che ascolteremo. Questo sarà sicuramente il senso di questo Sanremo. Voto 7 BIG ARISA – Potevi fare di più Ormai Arisa non deve né dimostrare, né farsi giudicare, ma stupire e ci riesce benissimo. Ad essere cattivelli finalmente D’Alessio ha trovato la voce giusta per le sue canzoni. Nuovo look e nuova immagine curata dalla super stylist Rebecca Baglini, molto efficace. La canzone non credo abbia la possibilità di vincere, ma si piazzerà in centro classifica. Voto 7 COLAPESCE DIMARTINO – Musica leggerissima Grandi amici e collaboratori di altri artisti, insieme sul palco di Sanremo, con questa canzone che decisamente parla di molti argomenti, anche contemporanei, con una leggerezza estrema come la musica leggerissima che la supporta, appunto. I siciliani sono strani, riescono ad estrarre talenti dal loro meraviglioso paese pieno di cultura. Ma da Battiato a Mario Venuti, dagli Aretuska alla Consoli, siamo abituati a musiche che lasciano il segno. Voto 5 AIELLO – Ora Finalmente l’impennata che ci voleva. Bellissima canzone che non concede nulla a Sanremo, ma va dritta per la sua narrativa. Aiello è particolarissimo e trasversale alla scena musicale, sicuramente pop ma anche street e urban, è sembrato anche emozionato, ma il suo Sanremo sarà sicuramente positivo. Outsider e piazzato nei primi sei. Voto 8 MICHIELIN e FEDEZ - Chiamami per nome E qui siamo già al podio, non solo per i personaggi, ma per l'aurea dalla quale sono avvolti sui social. Il pezzo appunto è la perfezione del mainstream e sicuramente da domani sarà diffuso a stecca nelle radio. Nessuna gelosia della Ferragni, perchè la bellissima compagna di Fedez, per fortuna non canta. Ma la Michielin è cresciuta come interprete ancor di più che lo scorso anno. Voto 8 MAX GAZZE' e TRIFLUOPERAZINA MONSTERY BAND - Si può fare Ecco la postmoderna e tipica canzone del menestrello distopico, che ha sempre dei ritornelli esplosivi. Ormai un veterano del festival e questa volta si presenta con dei cartonati di musicisti, catarsi e raffinatissima denuncia contro la dimenticanza della politica per gli aiuti allo spettacolo, si intende a mio parere, mi piacerebbe vederlo salire un po' in alto nelle charts festivaliere. Pensate Primo Max Gazzè e Trifluoperazina Monstery Band! Voto 8 NOEMI - Glicine Non facile neanche per Noemi, anche lei veterana musicale, essere proiettata di colpo come riserva di Irama che speriamo sia negativo e che non perda il festival. Bella ed eterea, sempre sul suo binario musicale appena rinnovato, che la identifica come rock, nell'anima e nell'energia. Forse sarà il suo Sanremo, aspettiamo di vedere l'esito e le canzoni della concorrenza. Il brano mi piace, è molto ben costruito ed è perfettamente studiato per il festival. Voto 9 MADAME - Voce Quando uno viene presentato con 100 milioni di visualizzazione, non lascia spazio ai rivali. Bella presenza, canzone interessantissima, nelle prossime sere vedremo quanto varrà il suo entourage discografico. Mi piace molto, anche se mi ricorda Dua Lipa e Gianna Nannini fuse insieme. Ma in lei c'è qualcosa di inquietante, anche la scelta curiosa del nome d'arte, attraverso un generatore di nomi per drag queen. Ed apprezzo pure il vestito di Dior e i piedi nudi sul palco è dal tempo di Sandie Shaw, per chi se la ricorda, che non si vedevano in TV! Voto 10 MANESKIN - Zitti e buoni Ed ecco il rock, nel senso delle schitarrate rock. Vedo che quest'anno il look Bowie/Ziggie la fa da padrone, da Fiorello a Lauro. Questo pezzo mi convince parecchio, loro sono ormai cresciuti e sdoganati e spero vaccinati. Molto bello ovviamente l'arrangiamento e l'inserto orchestrale a meta del brano è notevole. Il brano cresce comunque, sia nella sua stesura, cioè da metà in poi, sia nell'ascolto successivo. Questo può voler dire che si paleserà un ottimo piazzamento. Voto 6 GHEMON - Momento perfetto Anche dal titolo, dal vestito, dallo swing, dalle movenze e dalla voce il ricordo mi cade inevitabilmente nelle braccia del 'Sabato Italiano' per eccellenza:il mitico Sergio Caputo. Anche se qui il rotolare delle parole è rap e non pop. Purtroppo lo swing non rientra nel deja vù degli anni 80, ritmo e groove troppo marcato e caratteristico. Non sarà un successo. Voto 5 COMA COSE - Fiamme negli occhi Il mio gruppo outsider preferito. Dal tempo del palco del 1maggio gli seguo con attenzione. Bella narrativa, bel ritmo e belle voci e mi piace molto il fatto che non fingano la presenza del pubblico, che non c'è, ma cantano verso di loro stessi, verso il loro amore, verso il loro groove. Vediamo se sarà un Sanremo coraggioso e non influenzato ed influenzabile. Voto 9 ANNALISA - Dieci Ormai queste sono voci che non danno sorprese, perfette interpreti di canzoni che a mio parere sono troppo pre-confezionate dalla solita manciata di autori sovvenzionati dalle solite tre major italiane. Non so se Annalisa creda nel suo festival, probabilmente si, ma io no. Voto 4 FRANCESCO RENGA - Quando trovo te Ed ecco gli ultimi cantanti in senso temporale, ma quest'anno non c'è il pubblico, ma l'una di notte si avverte comunque. Non è proprio bello esibirsi cosi tardi, soprattuto con un pezzo che non coinvolge minimamente l'emotività di chi ascolta. Francesco, che è un caro amico, ormai ha perso la verve pop e secondo me dovrebbe ripiegare su un repertorio più trasversale, tornasse Timoria almeno per un brano. Voto 6 FASMA - Parlami Finalmente una canzone che parte col pianoforte, che fino allo scorso imperversava, come l'autotune quest'anno. Fasma se ripete l'exploit dello scorso anno, dopo aver vinto le nuove proposte, potrebbe infilare la vittoria, succede spesso ai neofiti e blasonati cantori del palco nuove proposte, in ogni caso si piazzerà bene. Per questa sera il brano però non decolla. Voto 6
Due aziende italiane potrebbero produrre nel nostro Paese il vaccino russo Sputnik V e una terza nel Canton Ticino, trattative sono in corso con il Fondo sovrano russo (Rdif), ma bisogna accelerare se si vuole avviare al più presto la produzione ed aumentare la copertura vaccinale in Italia. A mediare tra l’Rdif e le tre aziende è la Camera di Commercio italo-russa, presieduta da Vincenzo Trani, che, in un’intervista all’Adnkronos, esorta “la politica a farsi da parte, a non farsi guidare da considerazioni geopolitiche, ma a considerare qual è la priorità, vale a dire la salute pubblica nazionale: se possiamo importare gas e petrolio dalla Russia perché non il vaccino?". “Abbiamo avviato dei rapporti tra l’Rdif e due società italiane di cui non posso dire il nome e questi colloqui sono iniziati un mese fa – rivela Trani, che già a novembre ha ricevuto la dose di Sputnik, grazie alla quale “posso viaggiare e muovermi senza paura” – e la scorsa settimana abbiamo presentato un terzo produttore che si trova nel Canton Ticino, ma è di origine italiana”. Di queste tre aziende, spiega il presidente della Camera di Commercio italo-russa, “una ha già le infrastrutture, ma produrrà un vaccino concorrente, e questo potrebbe essere un problema, perché il Fondo sovrano russo chiede che produca esclusivamente lo Sputnik V, l’altra non ha ancora le attrezzature e potrebbe cominciare a produrre non prima dei prossimi sei mesi, mentre quella in Canton Ticino sarebbe già pronta”. Ma perché queste aziende dovrebbero produrre il vaccino russo piuttosto che quello di Pfizer, Moderna o gli altri? “Semplicemente perché Sputnik sarebbe disposto a cedere il brevetto per la produzione – sostiene Trani – e questa è una differenza importante rispetto agli altri vaccini, che al momento non mi pare abbiano detto di voler produrre i sieri nel nostro Paese”. E ancora, rispetto alle obiezioni ‘politiche’ sul vaccino russo, il presidente della Camera di Commercio si chiede quale sia il problema: “Se importiamo dalla Russia petrolio e gas, perché non possiamo importare lo Sputnik?”. L’Ema dice che non ha avuto accesso ai siti produttivi? “Non mi pare che l’Agenzia europea per il farmaco abbia avuto accesso a quelli di Pfizer e Moderna”, incalza Trani, che si dice “molto preoccupato per la lentezza della campagna vaccinale” nel nostro Paese. Parlando del ruolo della Camera di Commercio italo-russa, il presidente spiega che il suo compito è quello di “fare sviluppare il business tra i due Paesi e negli ultimi anni, sulla base della dinamica ‘locale’ che ha soppiantato quella ‘globale’, il made in Italy è diventato made with Italy, una logica adesso applicata anche alla produzione dei vaccini”. “Il vantaggio è che la Russia – sottolinea Trani – non cerca solo chi compra il vaccino, cerca anche chi lo può produrre e per questo sono disponibili a investire capitali con il loro Fondo sovrano per aumentare in questo caso le capabilities delle aziende italiane”. Secondo il presidente della Camera di Commercio, “viene così fuori una logica interessante, non solo di aiuto alle imprese italiane per produrre il nuovo prodotto che in Italia non c’è, ma è addirittura previsto un finanziamento in conto capitale. In sostanza, non dipendiamo solo da Pfizer, Moderna e gli altri, ma sviluppiamo anche una piattaforma produttiva in settore che ne ha molto bisogno, dal momento che negli ultimi anni la produzione dei vaccini aveva subito una discesa ripida, diventando abbastanza marginale”.
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Arrivano nuove espulsioni alla Camera nelle file del M5S. Secondo quanto apprende l'Adnkronos, sono stati raggiunti dal provvedimento di espulsione dal gruppo i deputati che risultavano "assenti non giustificati" in occasione del voto di fiducia sul governo Draghi. Si tratta di Cristian Romaniello, Yana Ehm e Simona Suriano. La posizione dei tre deputati, spiegano fonti parlamentari, "sarebbe assimilabile a quella di chi ha votato contro o si è astenuto in occasione della fiducia al governo Draghi. In particolare le loro stesse dichiarazioni pubbliche hanno tolto ogni dubbio a proposito delle ragioni delle loro assenze durante il voto". "L'espulsione? Sono scioccata, non me lo aspettavo" dice all'Adnkronos la deputata Suriano. "Se faremo ricorso? Valuterò da domani tutte le opzioni. Questa sera me la prendo per riflettere. Secondo me l'espulsione è esagerata, io ho sempre chiesto il dialogo, un confronto. Ma si preferisce epurare...". "Commento questa espulsione con sofferenza e dispiacere, perché il M5S è stata la mia casa per 12 anni" dice all'Adnkronos il deputato Romaniello. "Ho cercato di comportarmi sempre bene rispettando le istituzioni e il nostro programma. Se aver fatto un ragionamento politico porta all'espulsione, beh, questo denota chiaramente una grande debolezza: una forza politica forte non attuerebbe una cosa del genere. E con questa debolezza - insiste - non si va lontano, neanche se arriva un uomo come Conte, che solo per il fatto di abbracciare un Movimento lo fa crescere di 7 punti. Spero che il Movimento cambi". "Sono ancora scossa da questa decisione che accolgo con molto dispiacere. In questi due anni ho lavorato con passione e dedizione, non risparmiandomi mai e tenendo alti i valori e principi del Movimento 5 Stelle. Non mi sono altresì risparmiata fino all'ultimo nel promuovere il dialogo e confronto costruttivo. Ora ci vorrà tempo e riflessione", dice all'Adnkronos la deputata Yana Ehm. A chi le chiede se presenterà ricorso per chiedere il reintegro, la parlamentare risponde: "Sto valutando".
Romanzo internazionale edito da Giunti
A gennaio 2021 -14,4 milioni di pernottamenti, -80% su base annua
Il ricevimento dei Patti laternanensi dominato dal tema pandemia
Il direttore partecipa a appello video dei Lincei su Recovery Plan
Vincenzo Spadafora non esclude la possibilità di candidarsi a sindaco di Napoli. "Finché sono stato ministro l'ho sempre escluso", ha detto l'esponente M5S, ospite di 'Omnibus' su La7. "E' una sfida avvincente, non so ancora quali saranno le regole in base alle quali si deciderà, è la città dove sono nato e cresciuto, vediamo", ha poi aggiunto. "Il tema delle Comunali è un tema fondamentale, perché sarà il test vero dove noi potremo capire se possiamo continuare a sperimentare questa alleanza, come io immagino , con il Pd", ha affermato ancora Spadafora. "Credo che dipenderà - ha spiegato - da un lato dal fatto di fare un tavolo a livello nazionale e quindi di decidere per tutte le città insieme e non per ogni singola città". L'Alleanza tra Pd e M5S "la daremo per definitiva con l'arrivo del presidente Conte. Mi sembra difficile chiedere al presidente Conte di guidare un Movimento 5 stelle che si collochi in un'area politica diversa da quella del centrosinistra", ha detto poi l'ex ministro aggiungendo: "Se resta questa legge elettorale, ma anche se dovesse arrivare un sistema proporzionale è inevitabile che noi si dialoghi nell'ambito del centrosinistra". "Sono un po' preoccupato per tutte queste espulsioni così immediate, anche se tra queste persone ci sono persone che all'interno del Movimento 5 stelle hanno sempre criticato il mio operato o il fatto che provenissi da altre esperienze", ha affermato l'ex ministro. "Credo che persone come la Lezzi, come Morra -ha aggiunto- abbiano avuto e hanno all'interno del Movimento un ruolo, fanno parte della storia di questo movimento, anche discutibili o meno le loro posizioni che anch'io non ho condiviso molte volte. Oggi, se stiamo parlando di una rifondazione, di una evoluzione del Movimento, essere un po' tutti insieme a capire verso che direzione andiamo sarebbe meglio". "Applicare in maniera così rapida e rigida le regole quando abbiamo visto che quando le vogliamo cambiare le cambiamo in 24 ore, mi auguro che possa esserci anche un ripensamento e trovare almeno in questa fase, in cui dobbiamo decidere davvero cosa fare da grandi e come collocare il Movimento 5 stelle nel panorama politico futuro, anche un momento di chiarimento. Il momento delle espulsioni - ha sottolineato Spadafora- si sarebbe evitato se chi ha gestito le trattative avesse avuto più cautela e attenzione a coinvolgere tutto il Gruppo parlamentare". "Bisogna avere delle regole del dissenso, il problema -ha aggiunto - è che molte volte non le abbiamo, abbiamo le famose regole non scritte, credo che questa fase sia finita". "Conte può essere di grande aiuto", a patto "che non sia solo un'operazione di comunicazione. Non deve, ma lo dico nell'interesse del presidente Conte che rispetto moltissimo, arrivare solo per coprire magari le nostre contraddizioni, i nostri problemi", ha detto poi l'esponente M5S. "Credo -ha aggiunto- che al di là di quello che si legge sui giornali, di poter dire che stia ancora valutando molto attentamente". "E' ovvio -ha proseguito - che il percorso ormai è avviato, però il come, il quando, in che modo, con quali ruoli e soprattutto con quali garanzie non solo di autonomia, credo che il presidente Conte stia valutando, anche insieme ad una squadra, ai suoi consiglieri, anche tutte le cose prettamente organizzative del Movimento: il simbolo, l'associazione, il rapporto con Rousseau, tutto quello che fino ad oggi è stata l'organizzazione del Movimento 5 stelle è che però ha dimostrato di avere delle lacune oggettive che oggi non possono essere non prese in considerazione". Occorre "capire come Conte vorrà orientare la piattaforma Rousseau, se la vorrà ancora utilizzare. Credo che sia importante che il Movimento 5 stelle non cambi ogni volta le regole in base alla necessità o alle persone ma si dia delle regole democratiche che possano essere adatte almeno per i prossimi dieci anni, indipendente da chi pro tempore potrà decidere di guidarlo". "Se parliamo di un Movimento che punti su una progettualità, su un'organizzazione, su delle regole chiare, credo che Grillo lascerà questo ruolo a Giuseppe Conte, se lo accetterà -ha concluso Spadafora- sarà lui che guiderà questo percorso, ma speriamo che lo faccia coinvolgendo tutte le persone che hanno voglia di dare il loro contributo al Movimento".
Amato più all'estero che in patria, malato, continua a promuovere il dialogo
Pandemia non ha fermato crescita export della Ue
La competizione globale AI: in alcuni campi Pechino è già avanti
La polemica per i suoi rapporti con l’Arabia Saudita, la crisi del 5 Stelle, la rimozione di Arcuri. Sono alcuni dei temi toccati da Matteo Renzi in un'intervista a 'Il Giornale'. In particolare per il leader di Italia Viva, "stanno strumentalizzando la tragedia di Kashoggi perché non hanno altro a cui aggrapparsi in Italia. Nel merito ho risposto su tutti i giornali, dal Financial Times a Le Monde: ciò che faccio può essere discusso da chiunque, ma è perfettamente lecito, pubblico e legittimo. La questione saudita è stata posta da quel noto statista di Di Battista, uno che apprezzava Maduro e definiva Obama golpista e non capisce che l'Arabia è il baluardo contro il fondamentalismo. E ovviamente dai più rancorosi del Pd. Credo di essere la loro ossessione. Se parlassero un po' più di idee e un po' meno di me, ci guadagnerebbero almeno in salute". "Sento un clima d'odio nei miei confronti, la rabbia -spiega- per quello che è accaduto. Un desiderio di vendetta da parte di chi considerava il governo Conte un punto d'arrivo da difendere ad ogni costo. Eppure, malgrado tutti questi segnali di ostilità di cui sono stato oggetto quando ho mandato a casa Conte, ebbene, io lo rifarei non una, non dieci, ma cento volte. Perché l'unica bussola che perseguo è l'interesse del Paese e quell'equilibrio politico non lo salvaguardava. Per cui possono inviarmi tutte le minacce, in chiaro o sottintese, che vogliono, non mi scalfiscono se penso di essere nel giusto. Io non ho paura". Per Renzi "i 5stelle versano in una crisi profondissima che non sarà risolta dall'arrivo di Giuseppe Conte. Io sono felice per Conte, ma non penso che basti lui per tenere insieme e rimettere in piedi l'esperienza grillina. Semmai la scelta di Conte di accettare la guida del movimento rende ancor più palese la politica masochista del Pd e di Zingaretti. Si sono immolati sull'altare di Conte, mi hanno descritto come un nemico di classe per aver fatto cadere il governo guidato da lui, lo avevano indicato come il capo della coalizione giallorossa e ora se lo ritrovano leader dei 5stelle!? Leader di un partito concorrente. Non ho parole. Penso che sia stato il più spettacolare autogol nella storia della politica. Non ne sarebbe stato capace neppure un artista dell'autogol come Comunardo Niccolai. Appunto, a Zingaretti quest' anno daranno il premio Comunardo Niccolai". Quanto alla decisone "di rimuovere Arcuri e sostituirlo con le professionalità dell'Esercito, sono molto felice che una delle nostre battaglie storiche sia stata fatta propria da Draghi. Il motivo c'era. Giudico uno scandalo, ad esempio, che ci siano più di un milione di dosi di vaccini non utilizzate. Si può polemizzare con l'Europa perché non ci sono i vaccini, ma intanto inoculiamo quelli che abbiamo. Alla fine di tutto, quando saremo fuori dalla pandemia, sarà indispensabile quella commissione di inchiesta parlamentare che noi abbiamo chiesto già un anno fa". Lo sottolinea Matteo Renzi, in un'intervista a 'Il Giornale'. Infine, parlando del caos Procure, Renzi spiega che "Nello Rossi è uno degli esponenti più in vista di Magistratura democratica. Si può dire che ne è stato l'ideologo. Un personaggio che ha un lungo passato come magistrato. Ascoltatissimo ed influente non solo nella sua corrente. Non so, andrebbe approfondito, se nella sua carriera è mai venuto in contatto con il cosiddetto sistema Palamara, quello raccontato nel libro scritto con Sallusti". "L'uso dell'espressione cordone sanitario nei confronti di una persona che ha un ruolo nelle istituzioni parlamentari, che ricopre una carica importante in un partito della maggioranza di governo e che in passato è stato anche presidente del Consiglio, lo trovo -prosegue l'ex premier- a dir poco allucinante. Resto allibito ma non sorpreso, perché avverto un clima di odio e di rabbia che cova in una parte dell'establishment di questo Paese rimasto legato agli equilibri del governo passato che non si dà per vinto...".
Nuovo strumento per le sfide del Green Deal Europeo
Sono 279 le studentesse rilasciate in Nigeria e 38 mancherebbero ancora all'appello. Questa mattina Abubakar Dauran, commissario alla sicurezza di Zamfara, aveva dato l'annuncio della liberazione delle ragazze, rapite venerdì da uomini armati. Tuttavia non vi è chiarezza sui numeri dato che inizialmente si era parlato di 317 studentesse sequestrate dal collegio, mentre ne sono state rilasciate 279. Secondo il governatore dello Stato, Bello Matawalle, potrebbero esserci quindi ancora 38 ragazze da liberare. Il presidente nigeriano Muhammadu Buhari ha salutato con "grande gioia" su Twitter la liberazione delle ragazze. Tuttavia ha lasciato intendere che sia stato pagato un riscatto, circostanza negata da Matawalle. " I governatori - ha affermato - devono smetterla con la politica di ricompensare i banditi con denaro e veicoli. Tali politiche possono essere controproducenti con conseguenze disastrose. Stati e governi locali devono fare la loro parte, migliorando la sicurezza delle scuole". I rapimenti sono una piaga in Nigeria, dove i sequestri vengono perpetrati sia da gruppi jihadisti che da bande criminali. Non vi sono notizie di circa 300 allievi di una scuola maschile rapiti a dicembre nello stato nord occidentale di Katsina. La settimana scorsa sono stati invece liberati due gruppi sequestrati a febbraio nello stato centro occidentale di Niger: si tratta di una ventina di persone in viaggio per partecipare ad un matrimonio e 44 fra adulti e bambini rapiti in una scuola a Kagara. Il caso più noto è quello delle 250 ragazze di Chibok, nello stato nord orientale di Borno, rapite a scuola dagli jihadisti di Boko Haram il 14 aprile 2014. Costrette a 'sposare' i loro rapitori, negli anni alcune sono riuscite a scappare, altre sono state rilasciate grazie a negoziati o riscatti pagati. Di un centinaio di loro non si sono più avute notizie
Dopo Angelo Borrelli via anche Domenico Arcuri, mentre il premier Mario Draghi lima il nuovo Dpcm con le misure per limitare la diffusione del Covid e delle sue varianti e prepara la 'battaglia vaccini'. Arcuri arriva a Palazzo Chigi attorno all'ora di pranzo, va via in auto dall'uscita alle spalle della sede della presidenza del Consiglio dopo mezz'ora appena. La sabbia nella clessidra sembra aver terminato la sua corsa per il numero uno di Invitalia: "dead man walk", ironizza un ministro rispondendo a chi chiede se Arcuri, dopo Borrelli, sia prossimo all'uscita. Da Palazzo Chigi tacciono, non è dato sapere se l'ormai ex super commissario abbia visto Draghi, se sia stato il premier in persona a dargli il benservito. Che arriva a pochi minuti dalla chiusura del giuramento dei sottosegretari, un messaggino dello staff del premier avvisa la stampa che il generale Francesco Paolo Figliuolo è il nuovo commissario straordinario per l'emergenza Covid, con tanto di ringraziamenti del governo per "l'impegno e lo spirito di dedizione" con cui Arcuri ha svolto il compito affidatogli nel pieno dell'emergenza, quando di mascherine e respiratori non ce n'erano, le terapie intensive erano in affanno e il bollettino dei morti non arrestava la sua corsa. Come per Fabrizio Curcio, Draghi decide in solitaria. Ma a differenza dell'uscita di scena di Borrelli, quella di Arcuri era nell'aria. Oggi a chiederne 'la testa' è stata anche Forza Italia, accodatasi alla richiesta di Lega, Fdi e Italia Viva. Mentre ha taciuto il Pd e in silenzio è rimasto anche il M5S, lontani i tempi in cui Luigi Di Maio chiedeva che Arcuri non venisse confermato a capo di Invitalia. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata, da numero uno dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'imprese Arcuri è diventato il "commissario di tutto", come lo etichettavano i suoi tanti detrattori. Il presidente del Consiglio cambia gli 'attori protagonisti' per imprimere un nuovo corso alla strategia governativa per contrastare il Covid. Un nemico invisibile che non rallenta la sua corsa, anzi. La curva dei contagi è in risalita, lancia il grido d'allarme il ministro Roberto Speranza, "le prossime settimane non saranno facili e dobbiamo riconoscerle per quello che sono. Perché è dovere della politica e delle Istituzioni dire la verità". E la verità induce a confermare la stretta, le mosse sullo scacchiere ricalcano la strategia del governo Conte. Draghi riunisce la cabina di regia con le forze di maggioranza, al vertice prendono parte anche il coordinatore del Cts Agostino Miozzo e il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli. La bozza del Dpcm parla chiaro, di allentamenti non è tempo, fino al 6 aprile si prosegue con la linea dura, durissima. La partita che resta aperta è quella sulle scuole, una delle più delicate, con i contagi che corrono tra i ragazzi, preoccupando gli esperti. Non si esclude un ulteriore confronto con le Regioni prima della firma del decreto, che potrebbe avvenire martedì o al più tardi mercoledì. Ma se sulle misure anti-Covid lo schema di gioco resta lo stesso, sul piano vaccinale il governo, Draghi in primis, devono imprimere una accelerazione decisiva. Perché l'uscita dall'angolo per il paese passa da lì, dalla corsa per raggiungere l'immunità di gregge prima possibile. La sostituzione di Arcuri va letta in tal senso. Perché se è vero che l'ex numero uno della Bce preme per avere una risposta più incisiva dall'Europa sul numero di dosi, altrettanto vero è che ci sono fiale rimaste nei frigo, inutilizzate. Un errore che da molti viene considerato imperdonabile. E che Borrelli e Arcuri sembrano aver pagato a caro prezzo.
Orfini: "Scorrettezza". Cassato odg su vice donna vicaria. Protesta donne
Nicola Zingaretti stasera si è tolto parecchi sassolini. Un lungo elenco, quasi un j'accuse sulle polemiche quotidiane, a mezzo stampa, che da giorni bombardano il quartier generale dem. E il segretario chiede e si chiede come sia pensabile andare avanti così mentre le altre forze si riorganizzano. Allora c'è da chiarirsi, dice Zingaretti, "va trovato un equilibrio perché sennò diventa un'altra cosa e cioè la rimessa in discussione di un progetto politico", un progetto peraltro condiviso nella gestione unitaria del Pd dell'ultimo anno. Per Zingaretti, anche alla luce di tutto questo, va aperta una discussione. A partire dell'assemblea del 13 e 14 marzo. "Io farò di tutto perché ci sia un dibattito libero e chiaro ma anche che spinga tutti verso la responsabilità di un destino comune" perché "non possiamo vivere i prossimi mesi con fuori una battaglia politica e noi implosi in una discussione tutta interna, occorre un salto in avanti". Quindi il segretario conferma che le primarie restano previste per il 2023. Insomma, nessun congresso anticipato. Apriti cielo. Insorge la minoranza dei Giovani Turchi. Ma uno stop arriva anche da Base Riformista che pure ha fatto parte della gestione unitaria di questi mesi. Dall'area Guerini-Lotti -domani in assemblea dalle 13 alle 15,30- si fa notare che se "si sposta al 2023" il congresso, "rischiamo di essere in un'altra era politica". Mentre "restiamo convinti che, subito dopo l'emergenza, vada aperta una discussione profonda di rango congressuale sull'identità del Pd e sul ruolo che deve avere nella nuova fase storica che si è aperta". E poi Matteo Orfini: "Chiedere di fare un congresso ora è da marziani ma lo è anche dire che faremo le primarie nel 2023. Ed è anche una incredibile scorrettezza che sono certo Zingaretti vorrà immediatamente correggere". Il segretario nell'intervento in Direzione ha spiegato che "le prossime primarie sono previste nel 2023" ma "io penso sia giusto, perché è cambiato tutto, aprire una discussione su di noi, sulla nostra idea e proposta di Paese e questa discussione andrà fatta anche con chiarezza e con franchezza utilizzando gli strumenti che abbiamo, dandoci delle regole, un modo di discutere". La stessa franchezza con cui Zingaretti chiede: "Ma davvero voi pensate di poter arrivare fino a ottobre e con i 5Stelle che si stanno organizzando, si stanno rifondando dandosi una nuova leadership con Conte, con Salvini che usa il potere ma bombarda il quartier generale come ai tempi del Papeete, con Fdi che sta all'opposizione ma poi si presenta compatto come una falange con il centrodestra alle amministrative? Ma davvero pensiamo di arrivare ad ottobre con un partito che il lunedì dice sui giornali che si sta dissolvendo, il martedì che è contro il codice degli appalti, il mercoledì che Salvini è un leader europeista però abbiamo problemi se nel M5S si apre un processo?". E prosegue: "Io ho annunciato l'assemblea nazionale come inizio di un momento di confronto perché ne sono convinto che dobbiamo tornare a discutere ma per mettere in campo una proposta credibile per l'Italia. Questo lo dobbiamo al nostro popolo e il gruppo dirigente deve sentire questa responsabilità sulle spalle" e quindi "dobbiamo verificare le condizione se da quell'appuntamento possa aprire un confronto positivo tra noi o si perde il filo". Il filo di una gestione condivisa in questi mesi. "Ho dei difetti ma non quello di non essere sensibile alla domanda di una direzione politica unitaria e collegiale", aggiunge dicendo di voler sgombrare il campo dalle polemiche sugli ex. "Abbiamo tutti una storia e non chiediamo certo abiure. Il pluralismo è una ricchezza, ma deve essere una ricchezza sul futuro non sul passato". Zingaretti parla di "gestione unitaria e collegiale" e questa potrebbe essere la strada che di qui all'assemblea nazionale porti alla condivisione di un percorso per i prossimi mesi da parte delle varie anime dem. Se Areadem di Dario Franceschini è piuttosto silente, c'è agitazione in Base Riformista e anche altre componenti sono in fibrillazione. Come quella dell'area Martina, 'Fianco a Fianco' che raccoglie tra gli altri Graziano Delrio, Matteo Mauri, Debora Serracchiani. Un nome, quest'ultimo, tra i potenziali per la carica di vicesegretaria che verrà votata in assemblea. Quel ruolo, a seconda di chi verrò indicato, potrebbe essere uno dei punti, o meno, per suggellare una nuova pax interna. L'eventuale elezioni di Cecilia D'Elia, presidente della donne dem e vicina a Zingaretti, potrebbe infatti suscitare ulteriori malumori. Intanto oggi tra le donne Pd c'è stata una certa tensione. Uno scontro femminile ma anche di corrente. Alessia Rotta di Base Riformista ha chiesto che per la vicesegretaria si ragioni "in un ottica di pluralismo". Giuditta Pini dell'area Orfini è tornata a chiedere le dimissioni di Andrea Orlando come fece Paola De Micheli a suo tempo quando le venne chiesto da Zingaretti. Una richiesta analoga, dice Orlando in Direzione, non gli sarebbe arrivata. "Sulla questione del vice segretario voglio essere molto semplice. Non la vivo come un fatto personale. Io penso che gli assetti siano funzionali o meno a un passaggio. Il segretario ha ritenuto che in questo passaggio fosse funzionale". Una coda di scontro c'è stata poi sull'odg di D'Elia: Pini ha presentato un emendamento perché fosse previsto che la vice donna fosse anche vicaria. "La presidenza ha detto che non era ammissibile. Ho chiesto di parlare per chiarire. Mi è stata tolta la parola. Bella questa gestione unitaria", scrive su twitter.
"Danneggia cittadini e istituzioni"
"Con Renzi c'è un problema perché la politica non sono solo i contenuti ma anche i comportamenti e, a parte la vicenda dell'Arabia Saudita, Renzi ha fatto tutto e il contrario di tutto in questi mesi. Se Italia Viva continuerà ad essere guidata da Renzi non è una strada che possiamo percorrere assieme". Carlo Calenda, leader di Azione, parla così del leader di Italia Viva alla trasmissione L'Aria che Tira su La7. "Quello che ha fatto Renzi è gravissimo. Non c'è un precedente nella storia recente di parlamentari in carica, nessuno può essere pagato" da un paese straniero "se è pagato dai cittadini italiani per fare i loro interessi, non lo puoi fare", aggiunge Calenda. "Questo comportamento -precisa- non è vietato dalla legge, anche se è gravissimo da un punto di vista etico. C'è un buco normativo che bisogna colmare, ed è importante che lo dicano i liberali".
“Formuliamo ai tre sottosegretari all’Interno, Nicola Molteni, Ivan Scalfarotto e Carlo Sibilia, i nostri migliori auguri per un proficuo lavoro nel delicato ministero della sicurezza degli italiani. Al confermato ministro Lamorgese e al sottosegretario che riceverà la delega per i vigili del fuoco chiediamo, anche con il governo Draghi, di continuare quella importantissima attenzione politico-istituzionale che nel governo precedente ha consentito di conseguire importantissimi risultati di governo verso i vigili del fuoco e verso il soccorso pubblico agli italiani”. Cosi in una nota Marco Piergallini, segretario generale aggiunto del Conapo, il secondo sindacato per rappresentatività nella categoria dei vigili del fuoco, in riferimento alla cerimonia odierna di giuramento dei sottosegretari. “Per quanto riguarda i risultati del precedente governo - spiegano dal sindacato Conapo - i fatti parlano da soli: il sottosegretario Sibilia ha ricevuto il 17 agosto 2020 la delega per le materie di competenza del Dipartimento dei Vigili del Fuoco ed entro pochi mesi è riuscito a portare a compimento importantissimi risultati per la categoria". "Dalla epocale legge di armonizzazione delle retribuzioni dei vigili del fuoco - elenca - da sempre sottopagati rispetto a tutti gli altri Corpi dello Stato, approvata nel settembre 2020 con arrivo a tempo di record nelle tasche dei pompieri già nel novembre 2020, alla importantissima norma che estende anche ai vigili del fuoco la possibilità di far anticipare all’amministrazione le spese sanitarie necessarie per curarsi a seguito di infortuni avvenuti durante le attività operative, concessa nel 2003 alle Forze Armate e di Polizia ma mai sinora riconosciuta ai Vigili del Fuoco i quali, oltre a essere vittime di infortuni mentre prestavano soccorso agli italiani, dovevano far gravare le spese di cura sul loro bilancio familiare, segno che per troppo tempo i vigili del fuoco sono stati abbandonati dalla politica". "Per non parlare poi - aggiunge - della norma di assunzione straordinaria di ulteriori 750 unità del Corpo nazionale dei vigili del fuoco nel triennio 2021/2023 contenuta nell’ultima legge di bilancio, assunzioni che mitigheranno la grave sofferenza di organico dei Vigili del Fuoco innalzando contemporaneamente i livelli di sicurezza del paese. Oppure della importante modifica della norma di reinquadramento del personale elisoccorritore, la cui attuazione, ferma dal 2018 a causa di una errata valutazione legislativa dell’epoca, potrà ora sbloccarsi con conseguente potenziamento dei servizi di elisoccorso effettuati dai vigili del fuoco”. “Al premier Draghi e al ministro Lamorgese chiediamo di continuare questo percorso di attenzione - avverte - mediante l’attribuzione della delega per le materie di competenza del dipartimento dei vigili del fuoco a un sottosegretario che, indipendentemente dal nome o dal partito, abbia le necessarie competenze in materia e abbia la volontà di proseguire nel cammino per garantire ai vigili del fuoco la stessa dignità lavorativa degli altri Corpi dello Stato e per restituire agli italiani un Corpo all’altezza delle nuove sfide che il soccorso pubblico richiede, ivi compreso le opportunità che il Recovery Plan potrà portare in tema di riammodernamento di mezzi, attrezzature e sedi di servizio dei vigili del fuoco dopo i tagli lineari che un decennio fa hanno messo difficoltà i nostri servizi di soccorso". "Se nel governo Draghi dovesse venir meno questa rinnovata e doverosa attenzione verso vigili del fuoco da parte del ministero dell’interno, gli stessi pompieri non esiteranno a mobilitarsi”, conclude il sindacato Conapo.
Aziende pugliesi potrebbero essere modello produttivo riferimento
"Piccoli schiavi invisibili" li ha chiamati Save The Children, vittime di sfruttamento sessuale, lavorativo o accattonaggio forzato. Tutti aspetti, comunque, di un fenomeno che spesso (ma non sempre) si incrocia con la tratta di esseri umani. Un fenomeno che rimane largamente sommerso, presente nei Paesi più avanzati, come l'Italia, e del quale è difficile dare un conto esatto. Come spiega il Rapporto 2020 di Save The Children, l'organizzazione che dal 1999 è impegnata in Italia e nel resto del mondo a dare ai bambini l’opportunità di crescere sani, ricevere un’educazione ed essere protetti, in Italia sono stati registrati 243 illeciti riguardanti l’occupazione irregolare di bambini e adolescenti, sia italiani che stranieri (dati 2019 dell’Ispettorato nazionale del lavoro, gli ultimi disponibili). La maggioranza delle violazioni riguarda il settore terziario (210), seguono settore secondario (20) e settore primario (13). "Ma la parola chiave per capire il fenomeno del lavoro minorile è 'sommerso' -spiega ad Adnkronos/Labitalia Antonella Inverno, responsabile Policy and Law di Save The Children- perché si riferiscono a pochi accertamenti di violazione, mentre sappiamo che il lavoro minorile è fenomeno più ampio e interessa sia stranieri che italiano". E la pandemia da Covid 19 può peggiorare le cose. "Temiamo molto -aggiunge Inverno- un peggioramento della situazione: con molte scuole chiuse e molte famiglie cadute in una condizione di povertà, lo sfruttamento dei minori può aumentare". In più, aggiunge l'esponente di Save The Children, "lo scenario diventa ancora più preoccupante con la fine del blocco dei licenziamenti". La scuola è il primo presidio a tutela dei bambini, sostiene Inverno: "Laddove le scuole rimangono aperte contrastano i rischi che i minori in situazione di disagio possono correre: e non si tratta solo di poter essere sfruttati in lavori pesanti, ma anche di finire nelle mani della criminalità", dice. I bambini intercettati dall'Ispettorato del lavoro erano impiegati in maniera illecita per la gran parte nei servizi di alloggio e ristorazione (142 violazioni ), mentre 36 violazioni riguardavano il settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio, 17 nell'attività artistica, sportiva, di intrattenimento e divertimento, 16 nella manifattura, 13 nel settore agricolo, 4 nell’edilizia (il restante in varie attività). L’emergenza sanitaria ha avuto un impatto significativo sulla gestione della filiera agricola e agroalimentare, facendo emergere con più forza che in passato la condizione di sfruttamento lavorativo a cui sono sottoposti i migranti nelle campagne italiane. Si tratta di persone giovani, che da anni versano in condizioni di sfruttamento nel settore agricolo e sono esposti alle dinamiche di intermediazione illecita (cosiddetto caporalato). "Il settore della ristorazione -dice ancora Inverno- andrebbe attenzionato così come quelli dell'agricoltura e dell'edilizia. Perché anche se i casi ufficiali sono pochissimi sappiamo che sono invece moltissime le violazioni che sfuggono ai radar dei controlli". "In particolare, per quanto riguarda l'agricoltura -conclude Inverno- c'è da rivedere il Piano nazionale contro il caporalato, ancora troppo poco focalizzato sui minori". Il Piano è stato adottato, sulla base degli orientamenti strategici definiti a livello europeo, dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali a gennaio 2020. Quattro le direttrici: prevenzione; vigilanza e contrasto; protezione e assistenza; reintegrazione socio-lavorativa. Save The Children rileva che, "sebbene sia stato adottato un approccio di genere che tiene in debito conto le esigenze delle donne, mancano rilevazioni specifiche su alcune categorie vulnerabili, quali i minorenni, siano essi non accompagnati o, più frequentemente, accompagnati, quando messi a lavorare con le rispettive famiglie". Sempre Save The Children ci dice che nel 2019 (dati ufficiali del Dipartimento per le Pari Opportunità - presidenza del Consiglio dei ministri e del Sistema informatizzato per la raccolta delle informazioni sulla tratta Sirit), nel 2019 risultano in carico al sistema anti-tratta ben 161 minorenni, il 7,9% del totale delle vittime prese in carico dal sistema anti-tratta (2.033). Per il 95% si tratta di ragazze (153), mentre per il 5% sono ragazzi (8). Con riguardo all’età, rispetto al totale, il 95% ha un età compresa tra i 15 e i 17 anni. Alcune sono poco più che bambine/i: il 5% ha un’età compresa tra i 13 e i 14 anni. Per lo più vengono dalla Nigeria (87%), seguite dai gruppi di origine ivoriana (2,5%) e tunisina (1,9%). Per quanto riguarda i minorenni, la regione principale di emersione è la Sicilia (29,8%), seguita da Liguria (14,3%), Piemonte (13,7%) e Campania (9,3%). La maggioranza delle segnalazioni è stata presentata dagli enti del privato sociale (17,4%) e dai servizi sociali (12,4%). "La pandemia Covid-19 ha scoperchiato un vaso di Pandora -si legge nel Rapporto Save The Children- sul quale in tanti, da tempo, richiedevano alla politica di intervenire. Nel nostro Paese sono state numerose le inchieste e le denunce, anche da parte del mondo del Terzo settore, sulle condizioni di sfruttamento lavorativo a cui sono sottoposte queste persone, costrette a vivere nel degrado dei cosiddetti ghetti, occupazioni informali, luoghi sovraffollati e le cui condizioni di vita spesso vanno oltre il limite della dignità umana". "La necessità di intervenire nei confronti di queste persone, spesso con un permesso di soggiorno scaduto o con un diniego di riconoscimento della protezione internazionale, è stata tanto urgente da spingere il Governo ad adoperarsi nel merito e non solo limitatamente al settore agricolo", spiega il rapporto facendo riferimento al dl Rilancio di luglio 2020 che ha consentito a cittadini stranieri e italiani di regolarizzare i loro eventuali rapporti di lavoro irregolari o di formalizzare nuove assunzioni. Per quanto riguarda il profilo dei minorenni vittime di sfruttamento lavorativo, i ragazzi provengono generalmente da Paesi dell’Africa sub-Sahariana, Tunisia (Sfax), Marocco (Banimalal e altre città) ed Egitto (dalle zone di Al Gharbeya, Minia e Assiut). Questi ragazzi sono poco scolarizzati e inseriti in attività a bassa specializzazione sin dall’infanzia, quali agricoltura, pastorizia ed edilizia. In Italia sono occupati o meglio sfruttati presso attività commerciali, manifatturiere, ristorazione e servizi. Sono noti i casi degli autolavaggi o mercati, magazzini o negozi ortofrutticoli aperte h24 nelle grandi città in cui lavorano ragazzi originari del Nord Africa o provenienti dal Bangladesh. Non sono rari i casi in cui ragazzi di origine albanese e dell’Est Europa sono sfruttati nell’edilizia o ristorazione. (di Mariangela Pani)