“Con il nuovo governo si comincia a vedere un deciso cambio di passo. Nel decreto Sostegno ci saranno risposte concrete”. Così il sottosegretario all’Economia, Claudio Durigon, nel corso del Digital Debate 'Welfare e mercato del lavoro, analisi del rapporto tra occupazione, innovazione sociale e reddito universale', organizzato da Consenso Europa - società del gruppo Hdrà specializzata in Public Affairs e Comunicazione strategica - cui hanno preso parte l'eurodeputato Pierfrancesco Majorino (Pd), il coordinatore nazionale di Base Italia ed ex segretario Fim-Cisl Marco Bentivogli, il segretario generale Confsal Angelo Raffaele Margiotta, la direttrice generale di Formazienda Rossella Spada, ed Enrico Zucchi, segretario generale di Sistema Impresa. “I nuovi indennizzi non prevederanno più i codici Ateco - ha detto Durigon - ed è previsto un ristoro specifico per le attività di montagna che hanno subito danni dalle chiusure invernali. Prevediamo inoltre la costituzione di un Polo farmaceutico per la produzione dei vaccini, con cui rafforzare anche distribuzione e somministrazione”. “Sui vaccini l’Europa ha sottovalutato il tema della produzione e della distribuzione. Che vanno necessariamente potenziate, se non si vuole prendere la strada della sospensione della proprietà intellettuale dei brevetti”, ha sostenuto l’europarlamentare Pierfrancesco Majorino, che ha poi sottolineato la necessità di utilizzare le risorse del Next Generation Eu per investimenti che garantiscano davvero la crescita dell’economia. Incentrato sul lavoro l’intervento di Marco Bentivogli: “Il blocco dei licenziamenti aiuta a guadagnare tempo, ma bisogna favorire, in contemporanea, la sostituzione delle politiche passive con le politiche attive del lavoro. Il rinnovo generalizzato della cig Covid e del blocco dei licenziamenti rischia di peggiorare la situazione. Occorre differenziare azienda per azienda e non solo settore per settore, e collegare gli interventi di sostegno alle politiche attive". “Sotto molti punti di vista, il Paese - ha sottolineato Enrico Zucchi, nel corso del suo intervento - ha sorretto il peso economico della pandemia. Ora c’è il bisogno di razionalizzare la distribuzione delle tutele dei decreti Ristori, salvaguardando gli autonomi e le micro-imprese che più di altri hanno risentito dell’instabilità dell’ultimo anno. La stessa riforma degli ammortizzatori sociali deve includere il paradigma dell’universalità supportando i titolari di partita Iva in termini strutturali e duraturi”. Secondo il segretario Confsal, Angelo Raffaele Margiotta, “la stagione di riforme che si apre deve puntare superare la frammentarietà, e l'asse portante deve essere la riforma del lavoro"." Bisogna superare la politica degli interventi temporanei, e inquadrare i provvedimenti dentro uno schema di riforma organica che leghi i vari elementi del mondo del lavoro. Inclusi gli investimenti in formazione continua dei lavoratori, per la formazione di nuove competenze necessarie alla ricollocazione”, ha aggiunto. “Entro il 2025 - ha analizzato Rossella Spada, direttore generale di Formazienda - l’automazione farà perdere milioni di posti di lavoro nel mondo, perciò è necessario investire sin da ora sulla formazione. La nostra missione è finanziare i piani formativi finalizzati alla competitività delle imprese e a dare maggiori garanzie di occupabilità ai lavoratori. L’importanza di riqualificare e riconvertire le competenze professionali è sempre maggiore, perché ci troviamo in un mercato del lavoro sempre più alla ricerca di nuove competenze. Nel momento in cui ci approcciamo allo sblocco dei licenziamenti diventa essenziale accompagnare i lavoratori ad una nuova collocazione e investire nella formazione dei lavoratori interni al nostro tessuto economico costituito da micro e piccole imprese, aiutando a mantenere i livelli valoriali delle aziende".
''Il viaggio del Papa in Iraq è sicuramente importante perchè riporta l'attenzione deii cristiani che vivono in altre parti del mondo, compresa l'Europa, sul fatto che l'Iraq è un paese in cui i cristiani sono stati in questi anni fortemente perseguitati e ridotti al lumicino anche in termini demografici. E più il Papa si spingerà oltre l'ipocrisia della politica internazionale e farà cenno alle questioni umane e alle condizioni della popolazione reale, più questo viaggio avrà un vero significato''. Cosi', all'Adnkronos il ricercatore universitario piemontese Davide Grasso, ex combattente Ypg (Unità di Protezione Popolare), commenta il viaggio del Pontefice cominciato oggi in terra irachena. ''Tempo fa, prima di andate in Siria - ricorda Grasso - anch'io sono stato nelle zone dove andrà nei prossimi giorni il Papa, per fare reportage giornalistici indipendenti e ho avuto modo di intervistare le comunità cristiane di diversi campi profughi, tra cui Ankawa ed Erbil , e loro continuavano a chiedere anche a me in quanto italiano di riportare in Italia il messaggio dei cristiani iracheni come comunità sotto assedio da parte di gruppi fondamentalisti che le perseguitavano e quindi di chiedere ai cristiani europei di non dimenticarli. Per questo sono sicuro che in questo momento saranno felicissime'' ''Credo però - aggiunge - che il viaggio del Pontefice sarà tanto più importante se oltre a riportare l'attenzione sulla realtà dei cristiani, richiamerà l'attenzione anche su altri problemi: il Papa in questi sette giorni si trova in un Paese dove vengono commessi omicidi politici contro gli studenti, incontrerà gli yazidi che hanno subito un genocidio pochi anni fa , e dove, a nord, sulle montagne, ci sono bombardamenti illegali turchi contro il movimento di liberazione curdo Pkk. Se facesse dei cenni a queste cose sarebbe una cosa eccezionale''.
Esponente Psi, era stato ministro con Goria, De Mita e Andreotti
Sostiene smembramento delle Big Tech e neutralità della rete
Pressing delle Sardine sul Pd, dopo l'addio di Nicola Zingaretti - che giovedì si è dimesso da segretario del Partito democratico - con un appuntamento al Nazareno per sabato alle 12. "Domani - spiegano le Sardine in un comunicato - andremo al Nazareno. Non ci andremo come sardine ma come semplici cittadine, attivisti, militanti di altri partiti, lavoratrici, disoccupati, antifasciste, femministe, pensionati e disillusi. Le stesse persone che riempivano le piazze un anno fa. Un corpo eterogeneo come è l’elettorato di un partito che dovrebbe rivolgersi anche a noi ma la cui voce spesso non arriva oltre le stanze dei bottoni". "Non ci andremo sfondando le porte ma chiedendo di aprirle. Se il Pd non va al Paese, il Paese andrà al Pd - si legge nel testo - . Le dimissioni di Nicola Zingaretti si possono leggere in tanti modi, ma il punto rimane. Se Piazza Grande e l’allargamento del partito non si è mai realizzato è anche colpa di tanti di noi, che hanno atteso un invito troppo a lungo, che hanno finito per innamorarsi delle proprie etichette esattamente come i dirigenti di partito si innamorano dei loro blocchi di potere". "Possiamo fare di meglio - assicurano dal movimento - possiamo fare di più, lo facciamo tutti i giorni nelle nostre battaglie politiche sul clima, sul diritto all’abitare, per la difesa dei rider e nelle vertenze sindacali, nel dare voce agli invisibili e alle vittime della cattiva politica, nelle parrocchie, nei centri sociali e nei centri diurni. Ci sporchiamo le mani ogni giorno, ma non basta. C’è una sfida politica enorme che ci attende e serve un nuovo colpo di reni". "Frammentati non si va da nessuna parte, insieme possiamo spostare montagne. Proporremo a Valentina Cuppi di portare il partito nel mare aperto del confronto, di aprire le porte delle sezioni, a partire dalla sede nazionale. Di non accontentarsi di siglare l’ennesima resa tra correnti tralasciando gli 'esclusi'. Di invitare a priori per evitare di dover spiegare a posteriori. Se il Partito democratico non è capace di essere il perno della ricostruzione del campo progressista, può almeno favorirne la ricostruzione", avvertono dal movimento. "Non siamo forza di governo né lista elettorale, conosciamo bene il nostro ruolo, ma siamo bravi negli inviti e il Pd, così come tanti altri partiti, ha un disperato bisogno di tornare a fare inviti credibili. Poi starà a noi decidere se vorremo contribuire a costruire la nuova casa dei progressisti o se continuare ad annoverarci tra chi punta il dito all’infinito. Senza forze fresche non si cambia l’inerzia del gioco. Domani avremmo tutti di meglio da fare, noi per primi. C’è una pandemia in atto, ne siamo consapevoli. Ma non è più tempo per la politica da social e tra vent’anni vogliamo poter dire che almeno ci abbiamo provato, invece che trovarci nel 2040 a lamentarci del nuovo ventennio subito passivamente. Sarà un flop? Non dipenderà da noi. L’invito è lanciato, ciascuno deciderà per sé. Ma il momento è ora - conclude il comunicato -. Ci vediamo alle 12 al Nazareno (tamponati!)".
La lista dei super-ricchi nel "parlamento" di Pechino
"Il sistema sanitario si confronta drammaticamente sui numeri e", di fronte alla denatalità, "occorrerà ridisegnare un sistema" delle nascite che è ancora "tarato sul 'baby boom', sugli anni '50 e '60, una realtà di famiglie piene di speranza e di figli. Oggi, se va bene, una famiglia di figli ne fa uno". Invoca il ricorso anche alla "tecnologia e alla creatività" l'ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin, analizzando le dinamiche che hanno portato l'Italia ad avere nel 2020 un numero di nati inferiore ai decessi registrati nel Paese e le conseguenze di questo trend che dura da anni. "Il tema della denatalità sta alla società come il tema dei cambiamenti climatici sta al pianeta - spiega la deputata Pd durante l'evento online 'Denatalità e crisi dell'ostetricia: il diritto di venire al mondo', la prima di una serie di iniziative promosse dalla Casa di Cura Santa Famiglia di Roma sul tema - ma questo tema non lo avvertiamo, è come se lo avessimo rimosso perché le cause sono profonde e radicate in questa società e in questa dimensione culturale. O agiamo lì o non ci sono misure di politica attiva che tengano". "Oggi siamo attorno al parto e alla salute della puerpera è stato costruito un sistema molto medicalizzato e tecnico" che rende il parto sicuro ma è un'organizzazione "molto onerosa e tecnicamente all'avanguardia. Ma avere centri nascita dove non nascono bambini li destina a essere cattedrali nel deserto. Medici e operatori sanitari diventano come il grande pianista che non si allena e se un centro fa un paio di parti a settimana non può esistere. Oggi anche importanti punti nascita non sono già nella misura richiesta. Serve dunque uno sforzo di riorganizzazione del sistema. Dobbiamo immaginare anche grazie alla tecnologia di ricambiare nuovamente impostazione". La società cambia, prosegue Lorenzin. "E occorre seguire la donna e il bimbo dopo il parto in un altro modo, un tempo questo era compito della comunità allargata di donne che circondava la neo mamma". Mancano ostetriche e ginecologi, e i concorsi nelle aree rurali e geograficamente difficili vanno deserti? "Bisogna trovare un sistema di rotazioni, come per i magistrati perché non possiamo pensare che chi abita in aree rurali sia abbandonato dai servizi essenziali", propone. Anche qui poi entra in gioco la tecnologia: con il 5G e la telemedicina oggi possiamo fare una visita specialistica a una persona in cima a una montagna avendo il top in una situazione virtuale che è lì presente. Dobbiamo anche ripensare il sistema di assistenza tramite applicazioni tecnologiche che già ci sono e faranno la differenza fra chi saprà applicarle e chi meno". Altro tema la medicina difensiva: "Dopo 4 anni purtroppo siamo ancora in attesa di decreti attuativi dopo aver fatto una legge che puntava proprio ad evitare la medicina difensiva". Servono tanti tasselli, conclude, e "c'è anche tutta una parte economica e finanziaria, dall'assegno unico a misure come i congedi parentali: ora con l'emergenza Covid tante mamme sono a casa nelle zone arancioni e rosse. Siamo ancora in una società in cui una donna fatica a immaginarsi madre perché vuol dire ancora oggi rischiare di perdere il lavoro, o non trovarlo proprio. Se non togliamo l'ipocrisia di fondo, il problema non lo risolviamo".
"Credo sia giusto fare un appello" al governo Draghi. "Io credo che questo governo e il presidente Mario Draghi debbano piegare il mercato e l'economia allo sviluppo del Paese partendo dai più piccoli e dai più giovani, perché noi anziani abbiamo bisogno di loro, ancor prima dell'aiuto economico. Ci piace essere nonni e non solo anziani". Sono le parole che il monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, rivolge al nuovo Esecutivo. Un appello ad affrontare il problema della denatalità, lanciato oggi dall'esperto durante l'evento online 'Denatalità e crisi dell'ostetricia: il diritto di venire al mondo', prima di una serie di iniziative promosse dalla Casa di Cura Santa Famiglia di Roma per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni "sull'importanza di intervenire" per arginare questo fenomeno. Ed è proprio questo il messaggio lanciato da monsignor Paglia: "Vorrei evitare che il futuro fosse solo degli anziani, senza che siano nonni - sottolinea - E' decisivo che in una società degna di questo nome le generazioni si sviluppino e si integrino, perché nessuna può vivere da sola e staccata dalle altre. E' un problema di civiltà: per la prima volta nella storia nel mondo vivono 4 generazioni unite" nello stesso momento e "stiamo rischiando che la prima generazione, quella dei piccoli, diminuisca" inesorabilmente. "Il futuro - incalza - comincia da oggi, non possiamo aspettare con le mani in mano o stando ai bordi del fiume mentre la storia cammina. Già da oggi dobbiamo immaginare il futuro di questo nostro Paese". Bisogna, aggiunge monsignor Paglia, "che le autorità e tutte le articolazioni della società prendano a cuore questo. Serve una rivoluzione culturale, che deve divenire anche politica", oltre che "spirituale e religiosa". E' "decisivo riscoprire e dare avvio, dopo l'inverno demografico di cui ha parlato anche Papa Francesco, una nuova primavera". E "il primo problema - avverte monsignor Paglia - non è economico. E' l'affievolirsi dei sogni, della speranza, di quel noi che comprende tutte le generazioni. Siamo entranti nel nuovo millennio senza sogni". Di fronte al rarefarsi dei rapporti l'esperto invita a una riflessione anche sulle lezioni della pandemia: "Covid ci ha fatto sbattere la faccia al muro, ci ha detto che siamo tutti connessi, che non esiste uno sciolto dall'altro. Comprendiamo che è indispensabile una rivoluzione, anche economica e politica". "Vedo - prosegue - un grande problema nella mia piccola esperienza: tanti giovani che vorrebbero sposarsi e fare figli". Cosa impedisce tutto questo? "Non è solo una questione economica, ma di desiderio di continuità e familiarità. E' la cultura dei rapporti troppo liquidi che intristisce e toglie speranza". Contro questo, conclude, è "importante ritrovare l'identità dell'Italia che non è quella di chiudersi in se stessa ma di allargarsi e crescere nel numero di relazioni, nei legami politici e verso altri Paesi. Siamo arrivati in Cina, siamo andati alla scoperta dell'America: l'Italia deve ritrovare questa energia per ricostruirsi". E come "una squadra di calcio forte" ha "bisogno di allievi, questo è vero anche per il Paese, che si deve riedificare".
La sottosegretaria al Premio Industria Felix
Nella Repubblica democratica del Congo (Rdc) è stato "ucciso in una imboscata il procuratore che indagava sulla morte del nostro ambasciatore" Luca Attanasio, "del carabiniere di scorta" Vittorio Iacovacci "e del loro autista" Mustapha Milambo "nel nord Kivu". Lo rende noto su Twitter GeopoliticalCenter, un gruppo di analisi strategica, militare, politica ed economica indipendente basato in Italia. Il procuratore, riportano i media congolesi, si chiamava Mwilanya Asani William ed è stato assassinato in un'imboscata nel territorio di Rutshuru, nel Nord Kivu. La notizia, secondo 'Mnctv Congo', è stata confermata in una nota delle forze armate, nella quale si attribuisce la responsabilità a militari ribelli del 3416esimo reggimento. L'emittente, tuttavia, non precisa se il procuratore stesse lavorando all'inchiesta sull'uccisione di Attanasio e Iacovacci. David Beasley, direttore esecutivo del Wfp, ha intanto incontrato a Kinshasa il presidente della Repubblica democratica del Congo, Felix Tshisekedi. Lo riportale il portale di notizie 'Actualite', precisando che i due hanno parlato dell'imboscata avvenuta a Kibumba,
"Fatto passo di lato, ora spero confronto possibile"
"Ho fatto un passo di lato, ma non scompaio. Ripensamento? Non ci sarà ". Nicola Zingaretti parla all'indomani delle annunciate dimissioni da segretario del Pd. "Salvini stia tranquillo, il governo Draghi è forte, solido, andrà avanti, nessuno lo metterà mai in discussione, anzi. Troverà il Pd al 1000 per 1000% al servizio per portare avanti quel programma", spiega quindi il leader dem dopo le parole del numero uno leghista. preoccupato che il terremoto in casa Pd possano avere ripercussioni sull'esecutivo appena nato. "Io mi sono dimesso per spingere il gruppo dirigente a un confronto più schietto, ma anche plurale, solidale e senza ipocrisie - continua il presidente della Regione Lazio - che permetta alla nostra comunità di affrontare i nodi che abbiamo davanti sulle scelte che si dovranno fare per avere una visione comune dell'Italia. Io ce l'ho messa tutta - continua - ma non ce l'ho fatta, perché più del pluralismo ha prevalso la polemica. Ho fatto un passo di lato, continuo a fare il presidente della Regione, non scompaio, parteciperò alla vita politica, ma mi auguro che questo mio gesto aiuti il Pd a ritrovare quella voglia di discutere anche con idee diverse ma con più solidarietà, rispetto ed efficacia per amore dell'Italia e di quella comunità che continuo a sentire mia". "Il tema - spiega - non è dunque un mio ripensamento, ma far fare un salto in avanti al Pd nella capacità di essere più sincero, aperto all’esterno per costruire un disegno sul futuro del nostro Paese". Ora, continua il dem, "ci sarà assemblea e qualunque scelta si farà la rispetterò. E' indubbio che si era maturata l’idea che il problema potessi essere io, ora l’ho tolto a tutti". "La mia candidatura a sindaco di Roma? Sono il presidente della Regione Lazio. Dobbiamo affrontare l’emergenza sanitaria come stiamo facendo, in maniera straordinaria. Grazie all’impegno di tutti", ha detto ancora Zingaretti, oggi dell’inaugurazione del Playground di Torre Gaia, a Roma. "Nei prossimi giorni andrò a fare la tessera del Partito democratico - perché ancora non l'avevo fatta -, perché resto convinto che sia la forza popolare che può garantire al Paese il buon governo e l'alternativa alle destre, che cavalcano i problemi e non li risolvono", assicura Zingaretti. "Un grandissimo grazie a tutte e a tutti coloro che in queste ore, da ieri sera, mi hanno scritto e mi stanno scrivendo. Nei prossimi giorni andrò a rinnovare la tessera del Pd per il 2021, perché rimango convinto che sia la grande forza popolare che può garantire a questo Paese il buon governo e l’alternativa alle destre che cavalcano i problemi e non li risolvono", scrive poi su Facebook. "Il Governo Draghi è forte e andrà avanti. Per quanto riguarda me, la questione non è quella di un mio ripensamento: non è un tema di ripensamento che non c’è e non ci sarà. Piuttosto penso debba essere il gruppo dirigente a fare un passo in avanti nella consapevolezza di avere un confronto più schietto, franco e plurale ma anche solidale sul ruolo del Pd, sui valori di riferimento, sulla nostra idea dell’Italia e dell’Europa. Io non ce l’ho fatta ad ottenerlo, perché più che il pluralismo ha prevalso la polemica. Ho fatto dunque un passo di lato. Spero che ora questo confronto sia possibile". "Continuo a fare e continuerò a fare il presidente della mia Regione. Stamattina a Torre Gaia, nella periferia di Roma, abbiamo inaugurato nuovi spazi pubblici e servizi per i cittadini. Dirò la mia e parteciperò alla vita politica. Mi auguro che questo mio gesto aiuti il Pd a ritrovare quella voglia di discutere anche con idee diverse ma con più solidarietà, più rispetto e più efficacia per amore dell’Italia". Si riunisce la segreteria nazionale del Pd, con la partecipazione dei segretari regionali. Alla riunione non parteciperà, a quanto si apprende, Nicola Zingaretti. L'incontro sarà presieduto dal vicesegretario Andrea Orlando. Una presa di distanza anche fisica. E' sguarnito oggi il Nazareno. Zingaretti non si presenta, lavora da presidente di Regione. Uffici vuoti. Per i corridoi si aggirano Gianni Cuperlo, Cecilia D'Elia e qualche membro della segreteria, Stefano Vaccari e Marco Furfaro. C'è una riunione in corso, appunto, della segretaria allargata ai regionali e presieduta dal vicesegretario Andrea Orlando ma non è in presenza, è su Zoom. E il palazzo resta silente in attesa di capire come colmare il vuoto lasciato. Perché stamattina è chiaro a tutti che il segretario fa sul serio. "Non ci sarà ripensamento, lo sappiamo per certo", dicono da Base Riformista che pure sino a ieri sera caldeggiava la tesi della mossa tattica, la 'mossa del cavallo' per anticipare la discussione, spiazzare gli 'avversari' interni e chiuderla definitivamente in assemblea spazzando via il congresso anticipato. Una lettura che stamattina non convince più. Ed allora tutti i dirigenti dem si pongono la stessa domanda: "Ora che facciamo?". Al momento le risposte non ci sono ancora. Se ne discuterà anche nella riunione in corso della segreteria da cui potrebbe uscire un ulteriore appello al ripensamento. Nel caso in cui la strada fosse stoppata dalla fermezza del segretario, davanti ai dem si aprono le strade indicate dallo Statuto in condizioni simili. La prima, in caso di ripensamento: Zingaretti arriva dimissionario (la lettera, a quanto si apprende, non sarebbe ancora stata spedita alla presidente Valentina Cuppi), ma per la richiesta coram populo di rivedere la decisione, si ricandida e viene rieletto segretario. Se invece Zingaretti non ci ripensa, l'assemblea può eleggere un nuovo segretario o, altra soluzione ancora, può eleggere un segretario reggente fino alla data del congresso che viene stabilita in assemblea.
Target Pil +6%, inflazione al 3%, spesa militare +6,8%
Tutte le tappe del viaggio di Francesco da oggi a lunedì
Come nasce l’esecutivo di Mario Draghi, con l’impegno condiviso con il Capo dello Stato, Sergio Mattarella. E cosa può rappresentare: l’ultima possibilità di rilancio per il Paese e, forse, la fine del sovranismo. (continua a leggere) Blockchain, pronti alla svolta Il 2020 ha ridimensionato i numeri della blockchain in Italia. Eppure, ha anche dato alla tecnologia dei registri distribuiti una prospettiva più concreta, più orientata alle applicazioni sul campo. In attesa della consacrazione europea. (continua a leggere) Le nuove città e il diritto ai 15 minuti Chi abita nei centri storici, generalmente ha, tra gli altri, un diritto aggiuntivo: avere scuola, lavoro, svago, insomma il proprio quotidiano, nello spazio di 15 minuti a piedi (o in bicicletta) dalla propria abitazione. Chi vive così non può capire la vita dei milioni di pendolari quotidiani italiani. (continua a leggere) Le parole di Draghi, da Francoforte al Quirinale Ho seguito Mario Draghi per anni, prima da Governatore della Banca d’Italia e poi da Presidente della Bce. Decine e decine di interventi e di conferenze stampa. Si ricordano soprattutto quelle nei momenti drammatici per la storia dell’Euro e dell’Europa. Le frasi celebri, il tono di voce, la capacità di rassicurare i mercati e i governi, grazie all’utilizzo chirurgico delle parole. (continua a leggere) Chi è Andy Jassy, il nuovo Ceo di Amazon Di Jonathan Vanian – Nei suoi 20 anni in Amazon, Andy Jassy si è guadagnato la reputazione di mago della gestione aziendale, ma con spiccate doti tecniche. Ha trasformato l’attività di cloud computing del titano dell’e-commerce in un’operazione gigantesca, che alimenta le infrastrutture tecnologiche di un lungo elenco di multinazionali. (continua a leggere) Pa, reclutare oggi i dirigenti che servono domani Guardando al quadro al complesso delle amministrazioni che dovranno misurarsi con forme di organizzazione del lavoro che, nel post pandemia, diventeranno strategiche, appare evidente che l’obiettivo è dar corpo e sostanza all’idea di PA che serve, da domani, al Paese. Si tratta di una gigantesca opportunità che pone, tuttavia, una domanda alla quale va data urgente risposta: chi cerchiamo e per far cosa? (continua a leggere) La missione di Biden, non basta cancellare Trump Se ne va il peggiore di tutti. Il peggiore di sempre, Donald Trump. E arriva alla Casa Bianca un presidente, Joe Biden, che ha un compito essenziale: riportare alla normalità una democrazia profondamente lacerata da anni di decisioni sbagliate, di strappi e di oltraggi, culminati nell’assalto a Capitol Hill. La missione del nuovo Presidente passa da una premessa, cancellare Trump, ma deve avere un orizzonte più ambizioso, fare i conti con il trumpismo e dare le risposte che servono per tornare su un percorso progressista. (continua a leggere) Jack Ma è tornato a farsi vedere in pubblico Il miliardario del tech cinese Jack Ma è tornato a mostrarsi al pubblico mercoledì, dopo che la sua assenza di due mesi dai riflettori e la sua discussa battaglia con i regolatori cinesi avevano sollevato domande su dove effettivamente si trovasse. (continua a leggere) Vaccini, la via stretta dell'azione legale contro Pfizer I tagli nella distribuzione dei vaccini all’Italia da parte di Pfizer (29% in meno questa settimana) non sono andati giù al governo che, prima attraverso il commissario straordinario Domenico Arcuri, e poi il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, ha annunciato di voler avviare azioni legali nei confronti dell’azienda farmaceutica statunitense. Una via che tuttavia, secondo quanto riferiscono fonti ben informate, appare assai stretta, sia per ragioni di tipo tecnico, che di merito. (continua a leggere) Non solo Trump, la realtà via social Non solo Trump, la realtà via socialLe decisioni di Twitter e Facebook, che hanno scelto di chiudere i canali di comunicazione abituali di Donald Trump, hanno innescato un dibattito interessante intorno alla censura e al potere concentrato nelle mani dei privati, i grandi Fondi e Mark Zuckerberg. Il Presidente degli Stati Uniti che usa i social network per istigare i propri sostenitori più estremisti ad assaltare il cuore della democrazia americana, Capitol Hill, è la fotografia di un problema ancora più ampio: la rappresentazione, e la mistificazione, della realtà via social network. (continua a leggere) Come si studiano le mutazioni del Coronavirus? La laura in medicina a Napoli, la specializzazione in pediatria, poi il grande salto: la ricerca all'estero per scovare i geni responsabili di specifiche malattie. È allora che Andrea Ballabio inizia a costruire la sua fama di gene hunter, di cacciatore di geni che causano malattie rare, prima in Inghilterra, quindi negli Stati Uniti, dove a inizio anni '90 gli viene affidata la direzione di un laboratorio al Baylor College of Medicine di Houston. (continua a leggere) Cosa rischiano i rivoltosi pro Trump Di Jonathan Vanian – I rivoltosi pro Donald Trump potrebbero dover affrontare gravi sanzioni per aver cercato di sovvertire le procedure istituzionali delle elezioni presidenziali americane. Secondo le forze dell'ordine, più di 60 persone sono state arrestate mercoledì dopo che i rivoltosi hanno fatto breccia nel Campidoglio statunitense, aggredito ufficiali e rubato oggetti, tra cui laptop governativi. Inoltre, il laptop rubato potrebbe contenere "informazioni sensibili sulla sicurezza nazionale", ha riferito CBS News. (continua a leggere) Il vaccine day è propaganda necessaria La diretta tv del camion che porta il vaccino a destinazione poteva essere evitata, così come tutta la retorica che ruota intorno al vaccine day? Poteva l’inizio della fine di un incubo essere trattato come un evento normale, un passo dovuto e per nulla eccezionale? La risposta, più ragionata che istintiva, è ‘no’. Quello che sta avvenendo intorno alle prime vaccinazioni contro il Coronavirus è narrazione, è retorica, ma è una narrazione, retorica, necessaria. Per diverse ragioni. (Continua a leggere) Brexit, errore di un'altra epoca L’accordo appena raggiunto tra Ue e Regno Unito serve a limitare i danni. Serve a contenere le conseguenze negative di un errore, Brexit, che arriva da un’altra epoca. Il referendum di quattro anni e mezzo fa avrebbe oggi un risultato ribaltato. (Continua a leggere) Turismo, come uscire dall'anno nero del Covid? Sono oltre 60 milioni in totale i turisti persi nell’ultimo anno sul territorio italiano, corrispondenti a circa il 13% del nostro PIL. Numeri impressionanti che fanno riflettere, ma che soprattutto vanno studiati attentamente per cercare di capire se e come poterli recuperare e quali saranno gli investimenti e le strategie nei prossimi anni per fare in modo di riconquistare la sostenibilità economica di tutto il settore turistico. Ad analizzare dati e nuovi scenari ci pensa da un po’ di tempo Parsifal, un’evoluzione di think tank nato nel 2014 dall’unione di un pool di professionisti con esperienza almeno ventennale operanti nei settori dell’ospitalità, multi-use real estate, education e sviluppo, per condividere il proprio expertise e dar vita ad una advisory boutique firm volta a sviluppare business nei mercati emergenti inEuropa, East Africa e Cina. (Continua a leggere) Coronavirus, il weekend dice che il problema siamo noi Ognuno di noi è incline a contestare le norme che lo costringono a rinunciare a un pezzo di libertà, a causa del Coronavirus. C’è chi lo fa per andare strumentalmente contro il governo, chi lo fa perché una decisione presa da un altro si può discutere sempre e comunque. C’è chi lo fa platealmente e chi privatamente, nelle scelte che fa tutti i giorni. La stragrande maggioranza di noi si schiera istintivamente contro le prescrizioni e i divieti. Vale quando le cose sono semplici, e vale a maggior ragione quando le cose, come in questa fase, sono estremamente complicate. (continua a leggere) L'Italia del Coronavirus: Milano, la capitale dei rider La giornata di lavoro di Osasele inizia intorno alle 11 di mattina, quando arriva il primo ordine sulla app di Just Eat, per la quale lavora dal 2017. Per quell’ora lui deve essere già a Milano: a causa degli affitti stellari, vive a Lentate sul Seveso, comune della Brianza a una trentina di chilometri del capoluogo. A casa, Osasele ci torna solo dopo la mezzanotte: l’ultima consegna non è mai prima delle 23.30. Dodici ore di lavoro al giorno, tutti i giorni della settimana, estate, autunno, primavera e inverno. (continua a leggere) L'Italia del Coronavirus: Roma e le guide senza turisti Roma, città d’arte, è vuota. Musei e aree archeologiche chiusi, strade del centro storico senza frotte di turisti a passeggiare con il naso all’insù o intenti a scattare selfie e fotografie. Americani, cinesi, russi, giapponesi, coreani, inglesi, tedeschi, francesi, spagnoli e scandinavi si sono volatilizzati. Gli italiani alla scoperta della capitale si contano sulla punta delle dita. E la città non è più la stessa. Il turista, in tempo di Covid, è merce rara, anzi rarissima. (continua a leggere) Comune di Roma, quasi 9 mld di debiti dimenticati Non si tratta del solito pulviscolo sotto lo zerbino. Ma piuttosto di una montagna, di dimensioni tali da nascondere anche il tappeto di un salone da ballo. Quasi 9.000.000.000 (9 miliardi) di euro di nuovi debiti, dimenticati, sospesi e contestati, che il Comune di Roma, messo alle strette dalla Corte dei Conti, ha dichiarato di aver scoperto nelle carte dell’Assessorato al patrimonio e all’urbanistica e di cui non c’era traccia nei suoi bilanci. (continua a leggere) Coronavirus, la disfatta in video degli improvvisati Prima c’erano le smentite, le rettifiche, le ritrattazioni. Oggi ci sono i video che inchiodano alle proprie responsabilità. La lista degli ‘improvvisati’ che fanno una pessima fine per la disinvoltura che mostrano di fronte a una telecamera si allunga di giorno in giorno, con l’emergenza Coronavirus che amplifica e spettacolarizza comportamenti pessimi, che appartengono a tutte le stagioni. (continua a leggere) Tremolada (Spotify): siamo nell'Era dei podcast La pandemia che ci ha costretto tutti a casa ha portato a un aumento esponenziale dello streaming di tutti i tipi, video ma anche e soprattutto audio. Il mondo dello streaming musicale si è evoluto anche in relazione al recente lockdown, e ha visto negli ultimi mesi emergere una consistente crescita del fenomeno podcast. Di questo ci parla Federica Tremolada, Managing Director Southern & Eastern Europe Spotify, intervenendo nel ciclo di incontri ‘Ricostruzione’ di Fortune Italia. (continua a leggere) Coronavirus, si fatica a chiamarli governatori Vorrebbero decidere, sempre. Ma senza assumersi la responsabilità di prendere le decisioni più difficili. I governatori, anche se si fatica a chiamarli governatori, stanno diventando l’anello più debole della catena di comando che deve trasmettere al Paese le regole di comportamento indispensabili per affrontare la seconda ondata dell’epidemia del Coronavirus. (continua a leggere) Coronavirus, arriva l'encomio per i contribuenti solidali Roberto Gualtieri si mette sulle orme del senatore a vita Mario Monti, che da presidente del consiglio si compiaceva dei suoi versamenti all’erario. Pagare le tasse è bello o comunque non è un’attività di cui vergognarsi. Anzi, il ministro dell’Economia ha deciso di premiare con una segnalazione, un encomio pubblico, in un apposito elenco, i contribuenti che hanno scelto di non avvalersi dei tre rinvii dei pagamenti che il governo ha deciso, nel 2020, a causa dell’emergenza da Coronavirus. (continua a leggere) Scorporo rete Tim inizia percorso all'AgCom Siamo al preliminare del preliminare, ma intanto la pratica è tornata sul tavolo dell’Autorità garante per le comunicazioni. Accolta con il più cauto ottimismo. Al prossimo Consiglio, l’Agcom deciderà l’avvio della consultazione pubblica, l’ascolto di tutti gli operatori concorrenti, sul progetto di scorporo della rete di accesso da Tim per farla confluire in FiberCop. Poi si passerà all’esame approfondito. (continua a leggere) Coronavirus, la (mezza) verità di Arcuri Domenico Arcuri è il Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19. Ruolo ingrato, il suo. L’impegno che si è assunto è gravoso. Le parole che usa oggi hanno un peso e vanno ascoltate. Ma non possono cancellare tutte le responsabilità, sue e non solo sue, per quello che non è stato fatto per preparare la seconda ondata dell’epidemia del Coronavirus. (continua a leggere) Coronavirus, i fiancheggiatori della piazza violenta Le rivolte di piazza non vanno mai sottovalutate. Quando ci sono le condizioni perché la rabbia e il disagio possano trovare nella violenza l’unico sfogo possibile, c’è da preoccuparsi. Il semi-lockdown che ci ha imposto la seconda ondata dell’epidemia del Coronavirus colpisce più persone di quelle censite tramite una partita iva o un contratto di lavoro. (continua a leggere) La crisi del petrolio e il paradosso delle elezioni americane Di Katherine Dunn – Dal fracking della Pennsylvania ai deserti dell’Arabia Saudita, il 2020 è stato un anno brutale per i produttori mondiali di petrolio e gas. E le elezioni presidenziali americane della prossima settimana non cambieranno le cose. (continua a leggere) Coronavirus, lockdown e scenario avverso Lo ‘scenario avverso’ riportato della Nadef, che prevede una caduta del Pil del 10,5% nel 2020, “non è con l’attuale incremento dei contagi, che stiamo governando e contenendo. Mostra una situazione molto peggiore, che non è quella che riteniamo più probabile”. La puntualizzazione del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri è particolarmente significativa. Non tanto perché punta a rassicurare, a escludere un nuovo lockdown causa Coronavirus, e ‘mitigare’ le parole inserite nella Nota di aggiornamento al Def. Ma perché aiutano a capire come sia cambiato il clima in via XX Settembre. (continua a leggere) Raggi e Zingaretti, in conti non tornano La Corte dei Conti ha trovato riscontro nei bilanci di partite irrisolte per alcune centinaia di milioni fra il Comune di Roma di Virginia Raggi e la Regione Lazio di Nicola Zingaretti. Questo articolo, a firma di Alberto Sisto, è stato pubblicato sul numero di Fortune Italia di ottobre 2020. (continua a leggere) Mose, il meglio e il peggio dell'Italia Finalmente. Il Mose oggi ha protetto Venezia dall’acqua alta. Per la prima volta, una delle infrastrutture più discusse della storia italiana, ha fatto il suo dovere. Un’opera avveniristica, tartassata da anni di tangenti e malaffare. Insieme, il meglio e il peggio che sa produrre questo Paese. Doveva essere finita prima, doveva costare meno. Ma oggi, finalmente, c’è. Va completata e altri soldi andranno spesi ma oggi resterà una data importante. (continua a leggere) Nexia e Sia, nasce colosso pagamenti digitali L’accordo tra il gruppo dei pagamenti digitali Nexi e Sia, società europea nei servizi tecnologici e nelle infrastrutture di pagamento, controllata da Cassa Depositi e Prestiti tramite CDP Equity, è fatto. I consigli di amministrazione delle due società hanno annunciato di aver sottoscritto un memorandum of understanding per l’integrazione dei due gruppi da realizzarsi tramite la fusione per incorporazione di SIA in Nexi. (continua a leggere) Camerano (Poste): ora servono manager attenti alle persone Come possono essere orientate alle persone, oltre che ai risultati, le scelte organizzative e le politiche di welfare di una grande azienda? E come può un manager lavorare per tutelare la salute mentale dei suoi collaboratori? Siamo partiti da questa domanda per affrontare il tema del welfare aziendale (e della salute mentale dei dipendenti) insieme a Fabio Camerano, Head of Organization and Development di Poste Italiane. Lo abbiamo fatto nell’ambito della serie di podcast prodotti da Fortune Italia e Lundbeck, 'Al fianco del manager'. (continua a leggere) Passera e Sella, un'alleanza da seguire L’ingresso di illimity in Hype, grazie all'accordo con Fabrick del Gruppo Sella, è stata presentata come la prima operazione di consolidamento industriale dell’open banking italiano. Vero. Ma non è solo questo. È anche un passaggio che potrà rivelarsi centrale per il futuro del mondo del credito. Si uniscono due realtà che hanno scommesso su una rivoluzione comune: l’open innovation. Vuol dire ragionare in un’ottica diversa, capovolgendo le tradizionali categorie del mercato. La concorrenza e la competizione, che restano centrali, diventano compatibili con l’apertura e la condivisione. (continua a leggere) A Oracle e Walmart il 20% di TikTok (ma senza algoritmo) Le nuvole addensate sul futuro di TikTok si stanno (forse) schiarendo. La società cinese proprietaria dell’app, Bytedance, ha scelto di fare chiarezza, con una nota nella quale sottolinea come la società manterrà l’80% della proprietà dell’app e venderà una fetta complessiva del 20% ai colossi Usa Oracle e a Walmart. TikTok Global, la nuova società, sarà responsabile di tutti i servizi per gli utenti negli Usa ed anche per molti nel resto del mondo. L’amministrazione Trump ha approvato la gestione della tecnologia da parte di Oracle Corporation, che ha annunciato di essere stata scelta per diventare il fornitore di cloud sicuro di TikTok. (continua a leggere) La battaglia per lo stress da lavoro I lavoratori di Facebook, negli Usa, hanno ottenuto indennizzi per 50 mln di dollari. In Italia, è tutto più difficile: le richieste vanno all’Inail e la sindrome da stress non è ancora una malattia professionale. La versione completa di questo articolo, a firma di Alberto Sisto, è disponibile sul numero di Fortune Italia di Settembre. (continua a leggere) Conte e Draghi, mancano i fatti Draghi ha ricordato le responsabilità della politica economica di fronte alla crisi aperta dal Coronavirus. Conte avrebbe potuto presentarsi di fronte alla platea di imprenditori e manager di Cernobbio con qualche indicazione puntuale, una data, un provvedimento, una misura che potesse dare una prospettiva concreta. Sono arrivate, invece, una serie di rassicurazioni di circostanza. Le stesse che hanno preceduto il silenzio dell’estate e che ruotano tutte intorno all’impegno di utilizzare bene le risorse del Recovery Fund. (continua a leggere) Videogiochi, il dominio incontrastato della Playstation I videogames sono svago ma anche sport e lavoro. Per i più giovani e anche per le famiglie. La crescita del settore, grazie anche ai social e all’abbraccio con il grande pubblico, non conosce ostacoli. E c’è un protagonista assoluto: la Playstation. (continua a leggere) Facebook pagherà per disattivare account durante le elezioni Facebook sembra voler rispondere alla fatidica domanda una volta per tutte: quanto peso ha il social media nel muovere le intenzioni di voto? La piattaforma ha pubblicato sul suo blog un articolo in cui spiega che è in contatto con un gruppo di ricercatori per capire se e in che modo l’app influenzi attitudini politiche e comportamenti, specialmente in vista delle elezioni presidenziali che si terranno negli Usa nel prossimo novembre. Ebbene, stando a quanto riportato dalla corrispondente dalla Silicon Valley del Washington Post, Elizabeth Dwoskin, il social di Mark Zuckerberg, pagherà i suoi utenti per disattivare il proprio account nei giorni cruciali dell’elezione. (continua a leggere) Elon Musk è più ricco di Mark Zuckerberg Elon ha sorpassato Mark. Con il suo patrimonio che ha raggiunto ormai i 115 miliardi di dollari, il ceo di Tesla (ma anche di SpaceX e altre società) Elon Musk ha raggiunto il terzo posto della classifica Bloomberg delle persone più ricche al mondo. Viene dopo Jeff Bezos, che è recentemente entrato nel record come uomo più ricco della storia recente, e dopo Bill Gates, ma prima di Mark Zuckerberg che scende così al quarto posto (per la cronaca, al quinto si posiziona invece Bernard Arnault, il ceo del gruppo francese di lusso LVMH). (continua a leggere) Draghi non è l'uomo buono per tutti Il fronte trasversale pro Draghi c’è. Rispetto a quanto sia ampio e quanto sia sincero, e non strumentale, restano dubbi fondati. Ma il tema, rovesciando il punto di vista, può essere un altro. A prescindere da chi lo invoca e da chi alimenta la suggestione di un suo intervento, a quali condizioni l’ex presidente della Bce potrebbe realmente diventare l’ultima risorsa spendibile per arginare la crisi innescata dal Covid-19? (continua a leggere) Zoom è cresciuta del 355% nel secondo trimestre Il periodo d’oro di Zoom prosegue. Nel secondo trimestre del 2020 la piattaforma per le video call di gruppo fondata dal cinese ex manager di Cisco Eric Yuan, che ha avuto un boom durante il lockdown mondiale, ha riportato una crescita delle entrate anno su anno del 355%. Numeri che hanno superato anche quelli, da record, del primo trimestre, quando Zoom aveva segnato un +169%. In seguito alla diffusione dei dati, le azioni di Zoom sono cresciute del 23%. (continua a leggere) Il nuovo appello di Draghi, non togliamo il futuro ai giovani Da un intervento chiave a un altro. In pieno lockdown e oggi, con una faticosa ricostruzione tutta da portare avanti. Mario Draghi, così come ha fatto dalle colonne del Financial Times per dire che era il momento di lasciar correre il debito pubblico per affrontare la crisi innescata dal Covid-19, al meeting di Rimini sceglie parole chirurgiche, per un richiamo fermo: dobbiamo fare di più per i nostri giovani. (continua a leggere) Cesare Romiti, il Dottore e la 'sua' Fiat Ogni volta che rispondeva al cellulare, già ultra novantenne, usava la stessa formula: “Mi chieda quello che vuole ma non le parlo della Fiat”. Poi bastavano pochi secondi di conversazione perché lui stesso esprimesse giudizi, quasi sempre affilati, sulla ‘sua’ Fiat. Il legame tra Cesare Romiti, scomparso oggi a 97 anni, e il Lingotto è stato semplicemente indissolubile. Nei venticinque anni vissuti da protagonista, dal 1974 al 1998, è stato amministratore delegato e presidente. Sopratutto, è stato l’uomo che Gianni Agnelli ha voluto al timone della casa automobilistica come suo alter ego. Un ruolo che lo ha reso uno dei manager più influenti del Novecento. (continua a leggere) Banche, tre nuove sfide secondo McKinsey Le banche si trovano ad affrontare tre nuove sfide: le pressioni sui ricavi e sui profitti derivanti dalle incertezze causate dalla crisi di COVID-19, l’accelerazione della domanda di servizi digitali da parte dei clienti e il passaggio al lavoro a distanza. È quanto emerge dal nuovo report di McKinsey dal titolo “The future of private banking in Europe: Preparing for accelerated change”, che analizza l’andamento del comparto Private Banking in Europa nel 2019 e nel primo trimestre del 2020. (continua a leggere) L'estate sarà un lusso per pochi Stiamo attraversando settimane decisive per capire la reale entità dei danni economici prodotti dalla crisi innescata dal Covid-19. Finito il lockdown, iniziata la fase 2 di convivenza con il virus, lavoratori e imprese stanno prendendo le misure con la nuova realtà. Una ripresa, rispetto allo stop quasi totale di marzo, aprile e di una parte di maggio, ci sarà. Ma ci sono una serie di incognite. (continua a leggere) Ricostruzione, Parmitano: il lancio di SpaceX uno stimolo per l'Europa Pochi giorni fa SpaceX ha portato i suoi due astronauti alla Stazione Spaziale Internazionale: di fatto, il primo lancio ‘privato’ di umani in orbita. Ma l’industria dello Spazio si è aperta ormai da tempo a una dimensione più commerciale. Perché allora, quello compiuto dalla Nasa e dall’azienda di Elon Musk viene definito come un punto di svolta? Lo abbiamo chiesto all’astronauta dell’Esa Luca Parmitano, in collegamento da Houston per il ciclo di video interviste del progetto Ricostruzione di Fortune Italia. (continua a leggere) Perché la rivolta negli Usa stra bruciando i negozi di streetwear Gli Stati Uniti (e non solo) sono in fiamme. La miccia è stata un 25 maggio a Minneapolis, in Minnesota, quando l’agente di polizia Derek Chauvin ha arrestato e ucciso George Floyd. Floyd era stato fermato dopo aver acquistato un pacchetto di sigarette. Il tabaccaio ha pensato che la banconota usata da Floyd fosse contraffatta ed è intervenuta la polizia. Un video spietato ha ripreso la scena: l’agente ammanetta e atterra Floyd, premendo il ginocchio sul collo dell’uomo per quasi 9 minuti, nonostante questo dicesse “I can’t breathe”, “non riesco a respirare”. Floyd non ce l’ha fatta: morto per asfissia un giorno che era andato a comprare le sigarette. (continua a leggere) Fase 3, il regno dei fantastiliardi È ormai diventato una sorta di sport nazionale. Tutti a discutere dei 25 mld del primo decreto legge Cura Italia, dei 200 mld di garanzie sul credito offerti dallo Stato, dei 55 mld del decreto Rilancio. Ma poi: quanto ci tocca dei 100 mld del programma ‘Sure’ lanciato dalla Commissione europea? Almeno un’altra quindicina di miliardi. Ai quali si aggiungono i 37 mld del Meccanismo europeo di Stabilità, e i chissà quanti del futuro Recovery Fund. Per quelli fra di noi meno giovani, può essere utile trasformare in vecchie lire ad esempio i 55 mld di euro del decreto rilancio: 110 migliaia di miliardi, cioè 11 seguito da tredici zeri. Siamo entrati nel mondo dei fantastiliardi. (continua a leggere) Ricostruzione: Malacrida (Adecco), a rischio 3 mln di posti Nel medio termine, si rischia una perdita di “tre milioni di posti di lavoro”. Parte da questo dato Andrea Malacrida, amministratore delegato The Adecco Group Italia, per descrivere l’impatto dell’emergenza Coronavirus sull’economia e l’occupazione italiana. Con lui, per il progetto Ricostruzione di Fortune Italia, abbiamo parlato del ruolo della politica, degli aggiustamenti necessari per prepararsi al futuro, ora che entriamo nel pieno della fase 2, delle trasformazioni in corso nelle aziende e nella stessa Adecco, che sul mercato lavorativo può vantare un punto di vista privilegiato. (continua a leggere) Gaudioso (Cittadinanzattiva): sulla salute scelte importanti ma il difficile viene ora Ce la faremo? E’ una domanda che ci stiamo ponendo tutti da mesi. Da quando abbiamo realizzato che l’arrivo del covid 19 avrebbe cambiato, nostro malgrado, le nostre vite. Non sappiamo quello che ci aspetta, lo stiamo scoprendo giorno dopo giorno, e ci diciamo che in qualche modo dobbiamo essere preparati perché stiamo camminando su un terreno assolutamente inesplorato che mette a dura prova il nostro coraggio, le nostre speranze, le nostre paure, i progetti di vita sognati o coltivati in anni di sacrifici.Tra tanti dubbi qualche certezza inizia ad emergere, neanche tanto faticosamente, ed è legata al fatto che abbiamo una modalità di funzionamento dell’apparato istituzionale del nostro paese che non è all'altezza delle enormi sfide che come singoli e come comunità abbiamo davanti a noi, non solo nei prossimi mesi ma nei prossimi anni. (continua a leggere) Il prestito deve impegnare Fca per il lavoro in Italia La richiesta di prestito c’è, come conferma Fca. E c’è anche tutta l’intenzione di concederlo, come previsto dalle norme del decreto Liquidità e come spiegato dal premier Giuseppe Conte. Si chiariscono in serata i contorni di un affaire che aveva subito sollevato perplessità. È possibile che una multinazionale con sede legale fuori dall’Italia, in Olanda per giunta, e sede fiscale in Gran Bretagna, addirittura fuori dalla Ue con Brexit, possa ottenere un aiuto miliardario garantito dallo Stato italiano? La risposta è evidentemente sì e la motivazione ha una sua logica: serve a tutelare il lavoro in Italia. (continua a leggere) Ricostruzione: Dattoli (Talent Garden): oltre all'Alitalia si pensi alle startup “Abbiamo spostato tutte le nostre attività di community online” ma non per questo la grande comunità di Talent Garden si è fermata, ci dice Davide Dattoli, ceo e founder della grande rete di campus e co-working in Europa che viene abbreviata come Tag, intervenendo nel ciclo di incontri Fortune ‘Ricostruzione’. “Quando parliamo di lavoro, la cosa che ci ha insegnato il coronavirus è che lo smart working funziona. Lavorare da casa può essere una valida alternativa e lo faremo ancora per molto tempo. Ora ne abbiamo capito il valore mentre prima ne avevamo paura”. (continua a leggere) Coronavirus, il ruolo delle donne non merita ipocrisie Come da copione, a un certo punto, ci si accorge che il ruolo delle donne non è quello che dovrebbe essere. Succede in tempi ‘normali’ e anche l’emergenza Coronavirus non fa eccezioni. Si fanno le task force senza donne, gli uomini continuano a prendere decisioni, spesso sbagliate, fino a quando non diventa ‘conveniente’ occuparsi del problema. Arrivano gli appelli, gli hashtag e le campagne d’opinione. Poi, quando hanno fatto abbastanza rumore, arriva anche la risposta istituzionale. (continua a leggere) Coronavirus, ecco perché conviene ripartire dalle rinnovabili La costruzione di infrastrutture per l’energia pulita crea il doppio dei posti di lavoro per dollaro speso rispetto agli investimenti nei combustibili fossili. Ma la convenienza economica degli investimenti in energie rinnovabili rispetto a quelle fossili, secondo una nuova analisi dell’università di Oxford, non si ferma all’aspetto occupazionale. Include vari aspetti economici nella sua valutazione dei benefici strategici delle politiche verdi in ottica ripartenza economica post-Coronavirus. (continua a leggere) Ricostruzione: Catarci, abbiamo riscoperto il valore della competenza/Video “Forse l’unica cosa positiva di tutta questa sciagurata situazione in cui ci troviamo è la rivalutazione della competenza. Improvvisamente non si beve neanche un bicchiere d’acqua se non l’ha detto un professore con laurea e dottorato. Un professore più spesso maschio, ma questo è un altro discorso”. Tiziana Catarci è professore ordinario della Sapienza e dirige il DIAG, Dipartimento di Ingegneria informatica, automatica e gestionale dell’ateneo. Con lei, per il ciclo di appuntamenti ‘Ricostruzione’ di Fortune Italia, abbiamo parlato dell’impatto dell’emergenza Coronavirus sull’università, ma anche di trasformazione digitale, contact tracing e parità di genere. (continua a leggere) Foodracers aumenta gli ordini del 189% Foodracers è la startup di food delivery fondata nel 2016 da Andrea Carturan, nata con l’idea di portare il servizio di consegna di pasti a domicilio nei capoluoghi di provincia e nelle cittadine italiane, che spesso vengono trascurate dagli altri operatori del settore. Foodracers si è focalizzata, dunque, a diventare il punto di riferimento del food delivery a livello locale. Con l’avvento dell’epidemia di coronavirus e con l’aumento esponenziale della domanda di servizi a domicilio, Foodracers ha registrato un incremento di ordini in continua crescita dall’inizio del lockdown: nel mese di aprile, infatti, le richieste alla startup hanno segnato un +189% rispetto al mese di marzo. (continua a leggere) Ricostruzione: Passera, servono più misure straordinarie “Non si stanno usando abbastanza le modalità straordinarie”. In Italia, dove servono misure capaci di assicurare la “resistenza finanziaria” di famiglie e imprese, e in Europa, dove “deve prevale la capacità e il coraggio” di tutti di “guardare al proprio interesse: tornare a crescere come una unica area economica”. Corrado Passera, fondatore e Ceo di Illimity, durante un’intervista del ciclo ‘Ricostruzione’ di Fortune Italia, parla della ripartenza del Paese, facendo riferimento anche al piano ‘ReopenItaly’, un’agenda aperta che ha lanciato per superare l’emergenza sanitaria e quella economica. Si regge su “quattro ruote: il controllo del contagio, le strutture sanitarie e assistenziali, la finanza d’emergenza per famiglie e imprese, il rilancio economico”. (continua a leggere) Ricostruzione: De Masi, il vero criterio keynesiano è rimboccarsi le maniche “Ci siamo ritrovati nello smart working come naufraghi, come persone che non hanno deciso nulla. E invece potevamo decidere”. Secondo il sociologo e professore emerito dell’Università Sapienza di Roma Domenico De Masi l’Italia ha potuto finalmente sperimentare largamente lo smart working, tema su cui si è concentrata la sua ricerca negli ultimi decenni. Il professore è stato ospite del ciclo di incontri Ricostruzione di Fortune Italia. (continua a leggere)
Dimissioni di Zingaretti? Nel Pd "ci sono state tante discussioni, nel passato, tante scissioni, questa volta hanno pesato le tante indiscrezioni finite sui giornali, la discussione interna al Pd fa bene, non mi pare che nessuno abbia messo in discussione che debba avvenire con Nicola alla guida". Così Graziano Delrio, capogruppo del Pd alla Camera, a Radio Immagina. "Non ha senso logorare il segretario, collaborare sempre, anche quando la segreteria non è quella che ci aspettiamo, Cuperlo, ad esempio, non ha mai fatto scissioni, ha sempre discusso", spiega poi il dem riferendosi all'opposizione di sinistra nel partito. "Spero che la sua amarezza rientri, le sue parole non vanno sottovalutate, ma lui è il primo a capire che il momento è grave per il paese, l'agenda Draghi è importante per il Pd". "Spero che ci sia altra riflessione, resti alla guida, abbiamo bisogno di lui e di continuare a discutere insieme a lui, c'è bisogno di più politica", continua Delrio, che a proposito del governo Draghi dice: "Mai detto che mi fidavo politicamente da Salvini, ho detto che va giudicato dagli atti che fa". "Se ci sono evoluzioni in senso democratico - aggiunge - sono contento, perché migliora la democrazia italiana". "Non credo che neanche Bonaccini abbia voluto strizzare l'occhio a Salvini, né credo che questo governo abbia una propensione a svoltare a destra, l'agenda Draghi è la nostra agenda, il suo programma è fortemente orientato ai nostri principi, a una cultura liberale e socialista", conclude il capogruppo dem a Montecitorio.
Caso Gregoretti, in corso la nuova udienza preliminare nell'aula bunker del carcere Bicocca di Catania, a carico dell'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini, imputato per sequestro di persona. Il giudice per le udienze preliminari Nunzio Sarpietro dovrà decidere se accogliere la richiesta delle parti civili di ascoltare in aula, come testimone, l'ex Presidente dell'Anm Luca Palamara. Terminata intanto la deposizione dell’ambasciatore Maurizio Massari, che ha lasciato l’aula bunker a bordo di un taxi. Adesso c’è un corso la camera di consiglio per decidere sulla deposizione di Luca Palamara come chiesto da una parte civile. “L’ammissione del teste Palamara avrà riflessi importanti sulla tenuta di credibilità delle nostre istituzioni di giustizia e di tutti i suoi attori principali, magistratura, avvocatura, Csm, tenuto conto della lente di lettura che offre l’intervista del dottor Palamara e del clima nel quale si sono consumate le frasi del procedimento odierno”, ha scritto il l’avvocato di parte civile Corrado Giuliano che rappresenta l’associazione AccoglieRete nella richiesta al gup. Secondo le parti civili “dalle dichiarazioni di Palamara emergono inquietanti profili di orientamento della giurisdizione in relazione agli indirizzi conterrizi interni alla magistratura nelle sedi giudiziarie e istituzionali che si sono occupate dell’odierno giudizio, sia nel senso del non luogo a procedere che in quello del rinvio a giudizio". Ieri le parti civili, tra cui Legambiente, Arci e l'associazione AccoglieRete, hanno depositato la richiesta formale anticipata nella scorsa udienza. I legali chiedono di ascoltare Palamara "autorevole figura di snodo istituzionale tra Csm, Anm, Presidenza della Repubblica e figure politiche e di governo di primo piano" per "fare chiarezza" su "uno spazio grigio, una preoccupante zona d'ombra" in "ragione dell'importanza del presente giudizio" e "del clima nel quale si sono consumate le fasi del procedimento". A presentarla ieri l'avvocato Corrado Giuliano, di legale dell'associazione AccoglieRete. Nella memoria depositata ieri dai legali di parte civile, gli avvocati fanno riferimento ad una domanda posta dal gup all’ex premier Giuseppe Conte il 28 gennaio scorso durante la deposizione a Palazzo Chigi. E che riguarda proprio Palamara. Il gup ha chiesto se da premier fosse a conoscenza di "progetti di esponenti della magistratura o del CSM contro determinati assetti politici e contro Salvini in particolare?". Secondo le parti civili "dalle dichiarazioni di Palamara emergono inquietanti profili di orientamento della giurisdizione in relazione agli indirizzi correntizi interni alla magistratura nelle Sedi giudiziarie e istituzionali che si sono occupate dell’odierno giudizio" "sia nel senso del non luogo a procedere che in quello del rinvio a giudizio. "L’ammissione del teste Palamara avrà riflessi importanti sulla tenuta di credibilità delle nostre istituzioni di giustizia e di tutti i suoi attori principali, magistratura, avvocatura, Csm, tenuto conto della lente di lettura che offre l’intervista del dottor Palamara e del clima nel quale si sono consumate le frasi del procedimento odierno", così l’avvocato di parte civile, Corrado Giuliano. Le parti civili insistono sul rinvio a giudizio del leader della Lega. Mentre l'accusa ha chiesto "una sentenza di non luogo a procedere". I legali hanno depositato una memoria difensiva. "Le inchieste siciliane sulle ong? Siamo solo all’inizio...", ha detto Matteo Salvini prima di entrare nell’aula bunker. "La mia convinzione è che noi abbiamo rispettato le leggi, nessuno si è fatto male, ma abbiamo difeso il diritto degli italiani a difendere i propri confini", fa il punto, ribadendo di aver agito nell'interesse del paese, da ministro dell'Interno. Il leader leghista, arriva di fronte al gup Sarpietro, per la quinta udienza, dopo la richiesta di giudizio fatta dal Tribunale dei ministri di Catania, richiesta che ha ottenuto il via libera del Senato il 12 febbraio di un anno fa. L'accusa formulata è quella di aver "abusato dei suoi poteri privando della libertà personale 131 migranti a bordo dell’unità navale Gregoretti della guardia costiera italiana dalle 00:35 del 27 luglio 2019 fino al pomeriggio del 31 luglio", quando fu disposta l’autorizzazione allo sbarco nel porto di Augusta, nell’ambito di un accordo per la distribuzione dei migranti in altri cinque paesi Ue. Sul caso Gregoretti la Procura etnea, guidata da Carmelo Zuccaro, si era già pronunciata per il non luogo a procedere, ritenendo che "l’attesa di 3 giorni per uno sbarco" non possa "considerarsi un’illegittima privazione della libertà" dei migranti a bordo della nave. Inoltre, per gli inquirenti sulla nave vennero "garantiti assistenza medica, viveri e beni di prima necessità" e "lo sbarco immediato di malati e minorenni", come ribadito dallo stesso Salvini nella sua memoria difensiva, depositata a Catania alla prima udienza. Al contrario, il Tribunale dei ministri, chiedendo invece il processo, sottolineò come Salvini fosse stato responsabile di aver "determinato consapevolmente l’illegittima privazione della libertà personale" dei migranti, "costretti a rimanere in condizioni psicofisiche critiche" a bordo. I tre giudici per i reati ministeriali hanno inoltre sostenuto come "non vi fossero ragioni tecniche ostative all'autorizzazione allo sbarco", aggiungendo che "le persone soccorse potevano tempestivamente essere sbarcate e avviate all'hot spot di prima accoglienza per l'identificazione, salvo poi essere smistate secondo gli accordi eventualmente raggiunti a livello europeo". Accordi a livello Ue su cui insiste anche la difesa di Salvini, con concetti ribaditi nella memoria difensiva, in quello che sembra uno dei nodi dirimenti della vicenda. Di fronte a una strategia politica, voluta da Salvini (e dal governo di allora), con l'obiettivo di spingere i paesi Ue a intervenire per la ricollocazione dei migranti, l'atto di trattenerli a mare, secondo lo stesso Salvini era esclusivamente finalizzato al risultato politico. Al punto da dire che "la permanenza a bordo" era "funzionale solo a consentire la conclusione della procedura di redistribuzione" in Europa dei migranti. Altro nodo, ancora, quello sui motivi di ordine pubblico, che avrebbero determinato lo stop allo sbarco in Sicilia. Per l'accusa i migranti non rappresentavano una minaccia in tal senso ("non ci sono informazioni sulla possibile presenza, tra i soggetti soccorsi, di persone pericolose per la sicurezza e l'ordine pubblico nazionale"). Tema su cui Salvini ha tirato fuori, nell'ultima memoria, una nuova prova, parlando di un "Gps per l'orientamento in mare che dopo il salvataggio fu trovato uno zainetto" a dimostrazione di "una probabile presenza a bordo, tra i migranti, degli scafisti responsabili del traffico". "Due scafisti - conclude la difesa di Salvini - che furono poi identificati e fermati". Salvini ribadisce più volte che "non ci fu alcun sequestro di persona, non essendosi verificata alcuna illecita privazione della libertà personale nei giorni in cui i migranti rimasero a bordo della Gregoretti, in attesa dell’organizzazione del loro trasferimento presso la destinazione finale". "A tutte le persone a bordo della nave furono garantite cure e assistenza adeguate al caso di specie, nonché un continuo controllo delle condizioni di salute", ricorda l'ex titolare del Viminale. Nella linea difensiva, infine, nessuna chiamata in correo di Conte, al di là della condivisa - secondo Salvini - responsabilità politica dell'allora presidente del Consiglio. Nonostante il nome di Conte sia citato più volte nella memoria, la chiamata in causa del premier non ci sarà: "Perché - ribadisce nelle piazze girate in questi giorni lo stesso Salvini - il fatto non sussiste, ci sono norme precise per mettere in salvo i naufraghi e nessuno di noi li lasciò in balia delle onde". Nel corso dell'udienza preliminare sono stati ascoltati la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e gli ex ministri Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta.
Lo ha annunciato premier Li Kegiang
Ibra costretto all'autostop, problemi tecnici e audio
Guerra totale tra Movimento 5 Stelle e Rousseau, con lo spettro della scissione che si avvicina sempre di più. L'Associazione di Davide Casaleggio, che gestisce la piattaforma del M5S, annuncia per mercoledì 10 marzo la presentazione del manifesto "ControVento": "Non è più tempo di accontentarsi. Non è più tempo di limitare l'immaginazione. Non è più tempo di tenere i sogni a terra. Non è più tempo di avere sogni moderati. E' tempo di confronto, di idee ribelli, di sogni che non siano bollati di utopia da chi non ha capacità, voglia o coraggio di realizzarli", il guanto di sfida lanciato da Rousseau sul Blog delle Stelle. A stretto giro arriva la 'risposta' di Beppe Grillo, che sul proprio sito presenta il 'suo' manifesto, dal titolo: "La rivoluzione Mite del M5S". L'iniziativa di Casaleggio coglie di sorpresa i vertici pentastellati, che parlano di "vero e proprio blitz" da parte del guru. Nelle chat dei parlamentari scoppia la rivolta: "Basta, cancelliamo l'iscrizione dalla piattaforma", "questa volta hanno passato il segno", si sfogano alcuni eletti. La sfida ora riguarda il controllo del 'tesoretto' rappresentato dai dati degli iscritti, finora custodito da Casaleggio. "Se Rousseau vuole il suo ecosistema è ovviamente libero di farselo aprendo la campagna iscrizioni alla sua Associazione e dando vita al suo progetto, qualunque esso sia, senza più attingere a sua totale discrezione a risorse e iscritti del Movimento 5 Stelle", dice all'Adnkronos Roberta Lombardi, componente del Comitato di garanzia 5 Stelle da tempo in rotta di collisione con Casaleggio. "Per quanto mi riguarda - insiste la consigliera in Regione Lazio - è più di un anno che è arrivato il momento di dire basta ad un malsano e volutamente opaco intreccio di competenze e ruoli tra M5S e Associazione Rousseau". "Forse la legittima richiesta di trasparenza e ridefinizione dei ruoli da parte del M5S ha causato le continue provocazioni di questi mesi, a partire dalla convocazione degli Stati Generali, per arrivare allo strappo scomposto di oggi", punge Lombardi, che del congresso grillino è stata l'organizzatrice. "Mi pare chiaro che l'Associazione Rousseau abbia deciso di spiegare le vele e andare per conto suo. Buona fortuna!", commenta su Twitter Sergio Battelli, presidente della Commissione Politiche Ue della Camera, mentre la collega Federica Dieni prende atto "che Rousseau è diventato un partito con un proprio manifesto anche se avrebbe dovuto essere uno strumento del M5S finanziato da noi eletti. Credo che il nostro percorso insieme sia ufficialmente finito qui". Nel M5S ora si contano amici e nemici e ci si chiede chi saranno i seguaci di Casaleggio. Il senatore espulso Elio Lannutti annuncia la sua adesione "convinta" al manifesto di Rousseau, "per rispetto e riconoscenza verso Gianroberto Casaleggio". Il collega Nicola Morra si affida alle parole di Luis Sepulveda ("...vola solo chi osa farlo"), mentre Barbara Lezzi, altra senatrice espulsa, cita Lucio Dalla: "Navigando controvento non sai cosa troverai. Ma, se hai qualcosa dentro, capirai". Intanto Grillo prova a compattare il M5S e lancia la sua "rivoluzione Mite", che prende il nome dal Ministero per la Transizione ecologica da lui fortemente voluto. "Il Movimento 5 Stelle promuove il cambiamento del Paese. Sia per il 2021, sia per il 2050", scrive il garante pentastellato, spiegando le ragioni che lo hanno spinto ad appoggiare il governo di Mario Draghi. "Starà a lui e a noi 5 Stelle di dimostrare chi dovrà cambiare opinione su quello che egli farà. Non su quello che ha fatto". Per Grillo sarà fondamentale "l'istituzione del Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica, il Cite, sotto la responsabilità diretta del Presidente del Consiglio". "Conta il peso, non il numero dei Ministeri", prosegue Grillo sul Blog, ribadendo la sua fiducia nel sindaco di Roma Virginia Raggi e indicando l'ex premier Conte come perno del nuovo progetto pentastellato. "Un mese fa - ricorda Grillo - Giuseppe Conte ha detto 'per il Movimento 5 Stelle ci sono e ci sarò'. E' un impegno che ha preso pubblicamente e che intende onorare. Gli è stato chiesto di scrivere insieme un progetto per il futuro del Movimento. Non parliamo di un futuro a breve termine ma dell'unico orizzonte che una forza politica moderna deve considerare: il 2050". Nei prossimi giorni Conte scioglierà la riserva e illustrerà al garante la sua proposta. (di Antonio Atte)
"Mi ero limitato a fare due battutine su Zingaretti e lui cosa fa? Si dimette?! Mi sento in colpa". Fiorello e i sensi di colpa a Sanremo 2021 per le dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario del Pd. Nella prima serata del Festival, Fiorello ha regalato una serie di battute sul quadro politico facendo riferimento, tra gli altri, anche al Pd e a Zingaretti. "Amici del Pd, vi abbraccerei tutti. Vi dico cosa succederà. Giornalisti, prendete appunti. Il ministro della Cultura, Franceschini, diventa segretario del Pd. Zingaretti ha due opzioni: o si candida a sindaco di Roma o fa l'opinionista dalla D'Urso. Questa non è satira politica, è realtà".
Nicola Zingaretti, a quanto apprende l'Adnkronos, aveva anticipato le sue intenzioni di dimettersi solo a pochi intimi al Nazareno. Solo i fedelissimi sapevano. Una decisione, si spiega, frutto di un'esasperazione verso lo stillicidio quotidiano delle ultime settimane. E di fronte al logorio interno, il segretario avrebbe deciso di dire basta, di rompere "un assedio ingeneroso", di uscire da una "morsa" divenuta insopportabile. Che sia io o un altro il segretario del Pd, non è questo il punto, ma ora tutti sono messi davanti alle loro responsabilità'ì, sarebbe stato il ragionamento, a quanto si riferisce. Il re è nudo. Quindi sono confermate le dimissioni che il segretario presenterà alla presidente dell'assemblea dem, Valentina Cuppi, come da Statuto. La mossa di Zingaretti, si assicura, non è stata una giocata di poker, una strategia per farsi riconfermare. "Nicola non ne vuole più sapere". Ma tra i suoi si spera che la mossa del segretario suoni la sveglia a tutti e che l'assemblea lo rielegga. Del resto, si stanno moltiplicando le dichiarazioni in questo senso. Da Dario Franceschini: "Abbiamo sulle spalle non solo il destino del Pd ma una responsabilità più grande nei confronti di un Paese in piena pandemia. Il gesto di Nicola Zingaretti impone a tutti di accantonare ogni conflittualità interna, ricomponendo una unità vera del partito attorno alla sua guida". A Luigi Zanda che auspica l'assemblea respinga all'unanimità le dimissioni del segretario. E poi ancora Andrea Orlando: "Occorre chiedere a Zingaretti unitariamente di ripensare la sua decisione. Il Pd in un momento così difficile ha bisogno di un riferimento affidabile per affrontare le sfide della fase che abbiamo di fronte". E quindi Goffredo Bettini: "La decisione di Nicola Zingaretti mi addolora. Ne comprendo le ragioni. Spero ci sia lo spazio per un ripensamento. Il Partito Democratico ha bisogno della sua onestà, passione e intelligenza politica". E anche dall'area Fianco a Fianco arriva il sostegno con Graziano Delrio: "In un momento così grave e difficile per il Paese il Pd ha bisogno che Nicola, che ha sempre ascoltato tutti, rimanga alla guida del partito. Il dibattito interno è fisiologico e non deve essere esasperato. Ritroviamo insieme la strada". Mentre, al momento, sono ancora silenti Base Riformista e l'area di Matteo Orfini tra le più critiche in queste settimane con Zingaretti e in prima linea nel chiedere il congresso anticipato. Sarebbero in corso delle riflessioni per valutare come reagire a una mossa, quella del segretario, che con l'annuncio via Facebook di oggi ha letteralmente colto di sorpresa tutti spiazzando dirigenti e parlamentari dem.
Nicola Zingaretti annuncia le dimissioni da segretario - "Nel partito si parla solo di poltrone, mi vergogno", scrive - e si alza il coro di 'no' fra i dem che chiedono al leader di ripensare alla decisione e di rimanere al suo posto. Da Boccia a Delrio e Franceschini, passando per Orlando e Provenzano, ecco chi vuole che Zingaretti non si dimetta. "Nel momento più drammatico della storia recente del Paese e nel momento più difficile della storia del Partito democratico, Nicola Zingaretti è stato un faro sia per il governo che per il Pd. Credo che nessuno possa mettere in dubbio fatti oggettivi, oltre alla sua serietà e alla sua lealtà verso la comunità dem. E penso che l'Assemblea nazionale abbia una sola strada: chiedergli di restare segretario del Pd che, grazie alla sua guida, è uscito da uno dei periodi più bui della sua storia", così su Facebook il deputato Pd, Francesco Boccia. "Abbiamo sulle spalle non solo il destino del Pd ma una responsabilità più grande nei confronti di un Paese in piena pandemia. Il gesto di Nicola Zingaretti impone a tutti di accantonare ogni conflittualità interna, ricomponendo una unità vera del partito attorno alla sua guida". Lo scrive Dario Franceschini su Twitter. "In un momento così grave e difficile per il Paese il Pd ha bisogno che Nicola, che ha sempre ascoltato tutti, rimanga alla guida del partito. Il dibattito interno è fisiologico e non deve essere esasperato. Ritroviamo insieme la strada". Lo scrive su Twitter il presidente dei deputati Pd Graziano Delrio. "Occorre chiedere a Zingaretti unitariamente di ripensare la sua decisione. Il Pd in un momento così difficile ha bisogno di un riferimento affidabile per affrontare le sfide della fase che abbiamo di fronte". Così ai microfoni di Rainews 24 il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando. "Spero che Zingaretti ritiri le dimissioni. In un partito democratico e libero come il nostro, è salutare avere anche idee diverse. Importante è essere uniti in una fase così difficile per l’Italia", scrive su Twitter il capogruppo Pd al Senato, Andrea Marcucci. "La decisione di Nicola Zingaretti mi addolora. Ne comprendo le ragioni. Spero ci sia lo spazio per un ripensamento. Il Partito Democratico ha bisogno della sua onestà, passione e intelligenza politica". Così Goffredo Bettini, membro della direzione nazionale del Pd, commenta con un post su Facebook. "Mi auguro davvero che Zingaretti ci ripensi e ritiri subito le sue dimissioni. Abbiamo tra pochi giorni un’Assemblea durante la quale, come sempre abbiamo fatto, discuteremo del futuro del nostro partito e anche del suo contributo fondamentale all’azione del Governo in un momento delicatissimo per il Paese. In un grande partito come il nostro è normale e legittimo che convivano posizioni diverse. Ciò di cui sono certo è che tutti abbiamo a cuore il Pd e ci sentiamo responsabili verso l’Italia e gli italiani”. Così, in una nota, il ministro Lorenzo Guerini. "Nicola Zingaretti ci ripensi, l’assemblea del Pd respinga le dimissioni del segretario. Ci ripensino anche quelli che, in queste ore, hanno logorato il Pd. Siamo in gran tempesta, serve un nocchiero e un equipaggio. Anche per discutere, insieme, di come cambiare a fondo". Lo scrive su Twitter l'ex ministro dem, Peppe Provenzano. "E’ un momento drammatico per il paese alle prese con la terza ondata della pandemia, ma oggi è un momento difficile anche per il Partito Democratico dopo le dimissioni annunciate da Zingaretti. Credo di capire i sentimenti di tanti nostri iscritti, elettori, militanti che chiedono un partito capace di reggere l’urto della crisi e le responsabilità che ci spettano". Lo scrive Gianni Cuperlo su Facebook. "La politica purtroppo riserva anche durezze, per questo credo di intuire i pensieri di Nicola a fronte di scelte discusse in ogni passaggio negli organismi dirigenti e formalmente condivise da tutti. Anche per questo ho condiviso l’indicazione offerta dal segretario all'ultima direzione per un percorso democratico in vista di un congresso da tenere quando le condizioni lo renderanno possibile". "Ora è giusto e importante che il Pd abbia una guida condivisa per affrontare i prossimi mesi e per questo mi auguro che l’assemblea convocata per il 13 e 14 marzo respinga le dimissioni di Nicola". "#dimissioniZingaretti. A forza di tirarla la corda si rompe. Da Nicola Zingaretti ancora una volta un atto di responsabilità e generosità dopo gli appelli dei giorni scorsi caduti nel vuoto di interviste e accuse mentre la gente muore per il Covid. L’assemblea nazionale ne discuterà". Così Stefano Vaccari, responsabile organizzazione Pd, su Twitter. "Il segretario a febbraio aveva proposto un Congresso sull'identità del partito, negli ultimi due mesi ha fatto appelli perché la discussione si sviluppasse negli organismi dirigenti, tutti appelli caduti nel vuoto, ogni giorno c'è stato uno stillicidio di dichiarazioni, interviste tese a demolire la credibilità complessiva del partito. I dirigenti territoriali sono sbigottiti, stanno organizzando una raccolta firme sulla permanenza degli organismi dirigenti alla guida del Pd", dice quindi Vaccari all'Adnkronos. "Non posso immaginare neanche lontanamente che il nostro segretario Zingaretti, eletto al 70% appena due anni fa, voglia dimettersi solo perché colpito dal fuoco amico, quotidiano ed irresponsabile, della minoranza del Pd. Minoranza che per prima, con grande spirito unitario, Nicola aveva coinvolto a tutti i livelli, fino alla segreteria nazionale. Lor signori sappiano che non l'avranno vinta semplicemente perché i loro motivi non sono né politici né valoriali: dicano apertamente che vogliono il congresso solo per determinare un nuovo posizionamento 'al centro' e per conquistare il potere di fare le prossime liste per quando si voterà, forse tra un anno". Così la senatrice del Pd Monica Cirinnà, dopo l'annuncio. "Il nostro popolo a gran voce sta chiedendo a Nicola di ripensarci, di restare al comando di questa nostra nave che sta faticosamente affrontando la 'tempesta perfetta' voluta dai nostri nemici esterni ed interni. Penso soprattutto ai tanti nemici interni, falangi restate nel Pd per farci implodere. E' ora di parlare chiaro: partecipiamo con sofferenza al governo Draghi, che percepiamo come parzialmente estraneo, ma che dobbiamo sostenere lealmente per il bene dell'Italia scossa dalla pandemia. La nostra azione politica resti centrale, andiamo all'Assemblea nazionale, chiedendo a Zingaretti di restare, e stabiliamo tempi e modi di un congresso rifondativo del Pd, come unica grande forza popolare della sinistra italiana", conclude. "Serve un Pd forte e coeso insieme a Zingaretti. A sostegno del Governo Draghi e a difesa del Paese. La gravità del momento ci chiede responsabilità e generosità. Non è tempo della divisione, siamo una comunità politica al servizio della comunità nazionale". Lo scrive su Twitter Enzo Amendola. "Il primo pensiero va al nostro Paese in lotta contro la pandemia: ora ognuno di noi deve fare il suo dovere, dando il meglio senza pensare ad altro. Il Pd si nutre di dialogo leale e il segretario Zingaretti ha il compito e l'onore di continuare a guidarlo”. Lo afferma la vicepresidente del Pd Debora Serracchiani. "È bene che il segretario Nicola Zingaretti resti al suo posto e guidi il Pd che, dal governo, è impegnato a gestire uno dei momenti più drammatici per l’Italia dal secondo Dopoguerra". Lo dichiara Cesare Damiano, già ministro del Lavoro e componente della direzione del Partito democratico. "In questi mesi noi di Energia democratica abbiamo lavorato con lealtà con Nicola Zingaretti per il bene del Paese. Penso come lui che il nostro partito abbia il dovere di tornare a concentrarsi, unito, sulle emergenze in atto con serietà e responsabilità. E per questo mi auguro che l’Assemblea nazionale possa convincerlo a rimanere segretario". Lo scrive in un post su Facebook Anna Ascani. "Nicola ha fatto bene a porre il tema. Il suo è un gesto di grande coraggio e dignità. Il popolo democratico però ha solo un capitano, eletto peraltro con una grande maggioranza”. E' quanto dichiara Enrico Gasbarra, membro della direzione nazionale Pd. “Bene aver aperto il dibattito - continua Gasbarra -, bene fare chiarezza, bene fermare le correnti di palazzo ma con la guida di Nicola Zingaretti. Chiedo a Nicola di sacrificarsi ancora e di rimanere alla guida del partito perché il Pd, ma soprattutto il Paese, ha bisogno di lui”. "Piena e totale solidarietà a Nicola Zingaretti, che nei due anni da segretario ha tracciato un percorso che ha portato il Pd ad essere un partito ampio, inclusivo, perno dell'azione di governo e apprezzato dagli elettori. Spiace che Nicola sia stato bersaglio di troppi e ingiusti attacchi, anche di tipo personale. Scenari di guerriglia interna non degni di una vera e sana politica. Quella di oggi è una scelta che pesa per tutti noi, la mia personale speranza è che nell'Assemblea nazionale del Pd si possa ricucire lo strappo". E' quanto scrive in una nota il segretario del Pd Lazio, senatore Bruno Astorre. "Comprensibile e condivisibile lo sfogo di Zingaretti, ma Nicola deve rimanere e continuare il suo mandato con la rinnovata spinta dell’Assemblea. Non si può delegittimare ogni volta il leader di turno, men che meno in questa fase di crisi sanitaria ed economica. Le beghe interne avrebbero dovuto essere relegate sullo sfondo, invece hanno prevalso sui temi e sulle scelte strategiche, sulle grandi sfide del futuro. Il Pd parli al paese discutendo profilo, indentita’ e missione nel nuovo governo Draghi". Così Matteo Ricci, coordinatore dei sindaci Pd e presidente Ali (Autonomie Locali Italiane).
Parlamentari con garante: rivoluzione è Mite, è la tutela dell'ambiente
"In un partito che tratta argomenti molto diversi tra loro hai portato la voce della politica alle persone. Ce n'era bisogno!". Selvaggia Lucarelli su Twitter commenta le dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario del Pd, ironizzando sulle parole usate dallo stesso Zingaretti nei confronti di Barbara D'Usro il 24 febbraio scorso: "In un programma che tratta argomenti molto diversi tra loro hai portato la voce della politica vicino alle persone. Ce n’è bisogno!", aveva scritto Zingaretti poco più di una settimana fa elogiando la conduttrice.