Protesta dei mercatali a Torino, Ubat: all'aperto non c'è rischio
Vice-presidente Rittà denuncia: "La nostra categoria abbandonata"
"Non mi permetto di commentare il padre da padre. Ma sul capo partito, sì". Lo dice Matteo Salvini a Quarta Repubblica su Rete4. "Spero che la linea difensiva di questo ragazzo -che mi auguro si riveli innocente- non sia che la ragazza abbia denunciato troppo tardi. La donna è vittima e l'altro deve giustificare anche se 4 contro 1 non è il massimo della vita...". "Io decine di volte ho difeso la sicurezza del mio Paese. Non da solo. Lo abbiamo fatto tutti insieme, poi al processo solo io... è palesemente un processo politico". "Mi sono arrivati tantissimi messaggi di giuristi e magistrati che mi hanno detto di vergognarsi per come suoi colleghi usano la toga" per intenti politici. "Sono incazzato perché a processo dovrebbero esserci i trafficanti di essere umani" e "io rischio più di uno stupratore". "Se ci fosse stato un dolo, delle omissioni che hanno portato a migliaia di morti... c'era un piano pandemico o no? si è perso tempo o no? Le risposte sono oggettive. Mentre nel mio sequestro di persone non è morto nessuno... Non mi vengano a dire che il piano dell'Italia, il piano di Arcuri e Speranza ha funzionato: l'Italia è il Paese con più morti". "Serve un riforma della giustizia perché non è possibile che a Bergamo funzioni in un modo e a Palermo in un altro". Soddisfatto da piano Draghi? "Ancora poco" dice. "Io sto al governo con un segretario di partito che fa le foto con chi mi vuole mandare in galera..." dice Salvini a proposito della foto di Enrico Letta con Oscar Camps, fondatore di Open Arms. "La pandemia come un'occasione per nuova idea della società? Questa è l'idea della sinistra, fa accapponare la pelle. Io al governo con questi che non stimo, ci sto per l'appello di Mattarella".
AGI - Chelsea, Real Madrid e Manchester City, tre club che hanno aderito al progetto di Super League, "dovrebbero essere espulsi dalla Champions League di questa stagione": lo ha detto alla tv danese DR il presidente della Federcalcio danese e membro del comitato esecutivo Uefa, Jesper Moller. La decisione, ha riferito Moller, sarà presa venerdì in una riunione straordinaria del comitato esecutivo. "I club stanno uscendo, e mi aspetto che accada venerdì. Poi dobbiamo vedere come finire la Champions League", ha detto. Riunione straordinaria della Lega Serie A alla quale hanno partecipato anche Juventus, Milan e Inter, nel giorno dell'annuncio della creazione della Super League di cui i tre club faranno parte. A quanto si apprende, la riunione si è conclusa ribadendo la posizione espressa nelle ore precedenti attraverso un comunicato congiunto con Uefa, le federazioni inglese, spagnola, Premier League, Liga e Figc, e cioè, di contrarietà al progetto. Alla riunione erano presenti tutti i club, collegati. E per la Juventus, a quanto si apprende, è intervenuto Andrea Agnelli che avrà un ruolo chiave nella Super League appena costituita e che è stata al centro del dibattito. E' emersa la contrarietà al progetto da parte degli altri club non coinvolti. Le Lega di Serie A tornerà a riunirsi martedì prossimo. Chi sono i fondatori Tre club italiani - Milan, Juventus e Inter - insieme con Arsenal, Atletico Madrid, Chelsea, Barcelona, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Real Madrid e Tottenham Hotspur hanno aderito in qualità di Club Fondatori. È previsto che altri tre club aderiranno come Club Fondatori prima della stagione inaugurale, che dovrebbe iniziare "non appena possibile", si legge in una nota. In futuro, i Club Fondatori auspicano l'avvio di consultazioni con Uefa e Fifa "al fine di lavorare insieme cooperando per il raggiungimento dei migliori risultati possibili per la nuova Lega e per il calcio nel suo complesso". La Uefa minaccia l'espulsione La Uefa e le autorità calcistiche dei tre paesi - Italia, Spagna e Inghilterra - hanno avvertito che i club saranno esclusi dalle competizioni nazionali e dalla Champions League e che ai giocatori dei club partecipanti "potrebbe essere negata l'opportunità di rappresentare le proprie nazionali". "Aiuteremo il calcio ad ogni livello e lo porteremo ad occupare il posto che a ragione gli spetta nel mondo" ha detto Florentino Perez, presidente del Real Madrid CF e primo presidente della Super League "Il calcio è l'unico sport davvero globale con più di quattro miliardi di appassionati e la responsabilità di noi grandi club è di rispondere ai loro desideri". Un nuovo modello di sviluppo “I 12 Club Fondatori hanno una fanbase che supera il miliardo di persone in tutto il mondo e un palmares di 99 trofei a livello continentale" ha detto Andrea Agnelli, presidente della Juventus e vicepresidente della Super League, "In questo momento critico ci siamo riuniti per consentire la trasformazione della competizione europea, mettendo il gioco che amiamo su un percorso di sviluppo sostenibile a lungo termine, con un meccanismo di solidarietà fortemente aumentato, garantendo a tifosi e appassionati un programma di partite che sappia alimentare il loro desiderio di calcio e, al contempo, fornisca un esempio positivo e coinvolgente”. La Juventus ha diffuso una nota in cui avverte che "i club fondatori faranno tutto quanto possibile per realizzare il progetto nel più breve tempo possibile" Tuttavia, "la Società non può al momento assicurare che il progetto sarà effettivamente realizzato né prevedere in modo preciso la relativa tempistica" e "non dispone quindi allo stato di tutti gli elementi necessari al fine di svolgere valutazioni di dettaglio sull'impatto che la Super League potrà avere sulle sue condizioni e performance finanziarie ed economiche". Joel Glazer, co-chairman del Manchester United e vicepresidente della Super League, ha aggiunto che "mettendo insieme i più grandi club e giocatori del mondo ad affrontarsi per tutta la stagione, la Super League aprirà un nuovo capitolo per il calcio europeo, assicurando una competizione e strutture di prim'ordine a livello mondiale, oltre a un accresciuto supporto finanziario per la piramide calcistica nel suo complesso". La creazione della Super League arriva in un momento in cui la pandemia, secondo i soci fondatori, ha accelerato l'instabilità dell'attuale modello economico del calcio europeo. "La pandemia ha evidenziato la necessità di una visione strategica e di un approccio sostenibile dal punto di vista commerciale per accrescere valore e sostegno a beneficio dell'intera piramide calcistica europea" si legge nella nota, "In questi ultimi mesi ha avuto luogo un ampio dialogo con gli stakeholders del calcio riguardo al futuro formato delle competizioni europee. I Club Fondatori credono che le misure proposte a seguito di questi colloqui non rappresentino una soluzione per le questioni fondamentali, tra cui la necessità di offrire partite di migliore qualità e risorse finanziarie aggiuntive per l'intera piramide calcistica". Come si disputerà la Super League Il format della competizione prevede 20 club partecipanti di cui 15 Club Fondatori e un meccanismo di qualificazione per altre 5 squadre, che verranno selezionate ogni anno in base ai risultati conseguiti nella stagione precedente. Saranno giocate partite infrasettimanali con tutti i club partecipanti che continueranno a competere nei loro rispettivi campionati nazionali, "preservando il tradizionale calendario di incontri a livello nazionale che rimarrà il cuore delle competizioni tra club". Ad agosto il calcio di inizio L'inizio è previsto ad agosto, con i club partecipanti suddivisi in due gironi da dieci squadre, che giocheranno sia in casa che in trasferta e con le prime tre classificate di ogni girone che si qualificheranno automaticamente ai quarti di finale. Le quarte e quinte classificate si affronteranno in una sfida andata e ritorno per i due restanti posti disponibili per i quarti di finale. Il formato a eliminazione diretta, giocato sia in casa che in trasferta, verrà utilizzato per raggiungere la finale a gara secca che sarà disputata alla fine di maggio in uno stadio neutrale. Si punta anche a una Super League femminile Dopo l'avvio della competizione maschile, non appena possibile, verrà avviata anche la corrispettiva lega femminile, "per contribuire allo sviluppo e al progresso del calcio femminile". L'obiettivo è fornire "una crescita economica significativamente più elevata ed un supporto al calcio europeo tramite un impegno di lungo termine a versare dei contributi di solidarietà senza tetto massimo, che cresceranno in linea con i ricavi della lega". Chi la finanzia L'accordo prevede "l'impegno di ciascun club a sottoscrivere una quota del capitale sociale della società, con un investimento iniziale di 2 milioni di euro incrementabili, ove necessario, fino a ulteriori 8 milioni". All'avvio effettivo della Super League e a seguito della commercializzazione dei diritti audiovisivi relativi alla competizione, in base all'accordo è previsto che i club fondatori ricevano nel complesso un contributo indicativamente di 3,5 miliardi, che verrà erogato in un'unica soluzione. Questa somma, che sarà ripartita tra i club fondatori secondo percentuali da definire "in base al numero definitivo di club fondatori, sara' resa disponibile attraverso adeguati strumenti di finanziamento sottoscritti da primarie istituzioni finanziarie internazionali". I club francesi e tedeschi, compresi i campioni d'Europa in carica del Bayern Monaco e il Paris Saint-Germain, vincitore della finale di Champions League della scorsa stagione, non risultano ancora tra i fondatori della Super League. "Ringraziamo quei club di altri paesi, in particolare i club francese e tedesco, che si sono rifiutati di firmare per questo", ha detto la Uefa. Il presidente della Liga, Javier Tebas, ha paragonato i club della Super League agli ubriachi che lasciano un bar alle cinque del mattino "intossicati dall'egoismo e dalla mancanza di solidarietà". Il capo della Bundesliga Christian Seifert ha detto che la fuga potrebbe "danneggiare irreparabilmente i campionati nazionali".
La Regina vedova dopo 73 anni, abdicazione in vista?
Matteo Bassetti, direttore di Malattie Infettive del San Martino di Genova, si è schierato contro Massimo Galli sulle riaperture del 26 aprile.
Valentina Autiero, ex amata dama di Uomini e Donne, si è mostrata sui social con drastico cambio di look
"Perché non li avete arrestati subito? Ce li avrei portati io in galera, a calci nel culo. Perché vi siete resi conto che non è vero niente, non c'è stato alcuno stupro. Una persona che viene stuprata la mattina, al pomeriggio va in kitesurf e dopo otto giorni fa la denuncia... Vi è sembrato strano. Bene, è strano". Beppe Grillo pubblica un video in cui prende le difese del figlio Ciro, accusato di stupro insieme ad altri suoi tre amici, e scatena reazioni e polemiche per le sue dichiarazioni. "Sei un papà e ti capisco. Spero che tutto si possa chiarire e alla svelta. Immagino siano stati due anni difficilissimi. Coraggio Beppe" scrive Alessandro Di Battista in un commento. "Ciò che prova Beppe a livello umano posso solo immaginarlo, e da mamma gli sono vicina. La Magistratura è al lavoro, perciò auspico che giornali e talk show lascino che questa vicenda si risolva, come giusto che sia, in tribunale. Serve rispetto: no a speculazioni da sciacalli" twitta la vicepresidente del Senato in quota M5S, Paola Taverna. "Sono e siamo umanamente vicini a Beppe Grillo, un uomo e un padre che sta vivendo un dramma che non è augurabile a nessuno - scrive su Facebook il reggente M5S Vito Crimi - Abbiamo fiducia nel lavoro della magistratura, che accerterà la verità. Quando si ha a che fare con la vita delle persone, con vicende di una tale delicatezza, è più che mai opportuno che i fatti vengano trattati dai media evitando conclusioni affrettate e la ricerca di sensazionalismi". Nel M5S c'è però anche chi, come la vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni, ritiene che "ogni donna debba poter denunciare in qualsiasi momento". "Io aspetto le sentenze - dice all'Adnkronos - Ho visto il video di Grillo questa mattina ed è chiaro che umanamente mi dispiace per Beppe come padre, è una vicenda familiare privata e immagino che i protagonisti di questa vicenda vogliano tenerla privata. Personalmente ritengo che ogni donna debba poter denunciare in qualsiasi momento". "Non posso commentare la situazione del figlio di Grillo, il fatto singolo. Io - sottolinea Spadoni - credo fermamente nel fatto che una donna ha il diritto di denunciare quando se la sente, perché ci vuole tempo per elaborare. Le leggi in vigore sono leggi giuste. Le domande che Grillo fa deve rivolgerle alle autorità competenti. Io non commento la situazione particolare, posso dire che per me, le leggi che abbiamo in Italia per la protezione delle donne, sono leggi giuste", insiste la vicepresidente di Montecitorio. "Sono assolutamente d'accordo con la vicepresidente della Camera Spadoni quando dice che ogni donna deve poter denunciare quando se la sente. Questo dice la legge dello Stato: il codice rosso lo abbiamo approvato noi e lo rivendichiamo" dichiara all'Adnkronos la deputata M5S Valentina Barzotti. "Non entro nel merito della vicenda singola. Chiaramente esprimo solidarietà a Beppe. La mia vicinanza umana a Grillo per questo dramma familiare. Ma la legge è legge. Sarà la magistratura a esprimersi", conclude. Critiche al video di Grillo arrivano da più fronti. "Da condannare senza mezze misure - dice Titti Di Salvo del Pd parlando con l'Adnkronos. Qui non c'entra nulla il giustizialismo o l'essere padre. Gli argomenti che usa Grillo sono inaccettabili. Sono certa che i vertici del Pd stigmatizzeranno e spero che l'alleanza con i 5 Stelle, il confronto con i Stelle, non faccia da silenziatore rispetto a qualcosa di inaccettabile". "La ragazza è andata a fare kitesurf? Parole inaccettabili per chiunque ma ancora di più sulla labbra di un leader politico, uno che si definisce l'Elevato e si pregia della responsabilità di orientare un movimento. Il classico repertorio per cui è la vittima ad essere responsabile" sottolinea. "Condannare o assolvere il figlio di Grillo spetta alla magistratura. Ma non si può tacere sulle parole del padre: affermare che la veridicità di uno stupro dipenda dai tempi della denuncia è un’aberrazione e offende le vittime a cui è servito del tempo per denunciare l'aggressore" scrive su Twitter l'eurodeputata Pd Pina Picierno. "Il video di Grillo è allucinante. C'è dentro tutto quello che la politica non può e non deve essere" twitta anche Matteo Orfini del Pd. "'Ma se vieni stuprata, poi vai a fare kitesurf?'. Basterebbe questa frase di #Grillo - pura colpevolizzazione della vittima - a bandirlo per sempre da qualsiasi tavolo politico. Utile se avvenisse, anche per lavorare all'alleanza possibile con M5S senza il peso della sua barbarie" il tweet di Andrea Romano (Pd). Per Maria Elena Boschi di Iv il video di Beppe Grillo "è scandaloso. Non sta a me dire chi ha torto e chi ha ragione, per quello ci sono i magistrati. Ma che Beppe Grillo usi il suo potere mediatico e politico per assolvere il figlio è vergognoso" dice Boschi in un video sui social. Le parole di Beppe Grillo "sono piene di maschilismo. Quando dice che la ragazza che ha denunciato il figlio per stupro è sostanzialmente una bugiarda perché ha impiegato otto giorni a denunciare, fa un torto a tutte le donne vittime di violenza" afferma Boschi. "Perché - aggiunge - forse Beppe Grillo non sa il dolore che passa attraverso quelle donne che spesso non impiegano giorni ma settimane per trovare il coraggio di denunciare e superare anche magari la vergogna e l'angoscia". "A me piacerebbe che dentro il Movimento 5 Stelle qualcuno, magari qualche donna, prendesse le distanze da Beppe Grillo - dice Maria Elena Boschi - E non perché io debba condannare il figlio di Beppe Grillo, non sta a me farlo, io sono garantista con tutti anche verso di lui, per me vale la presunzione di innocenza anche per il figlio di Beppe Grillo". Replica la senatrice del M5S Alessandra Maiorino . "Il Movimento ha votato la legge sul codice rosso, il Pd all'epoca si è astenuto. Nel codice rosso sono inasprite le pene in materia di violenza sulle donne. Il limite temporale che una donna ha per denunciare è ancora troppo basso e quindi potremmo estenderlo. La Boschi, che all'epoca era ancora nel Pd, spieghi perché i dem si sono astenuti", rimarca Maiorino all'Adnkronos. "La capogruppo di Iv - prosegue - si butta come un avvoltoio su questa storia, mentre il suo leader va a glorificare una dittatura del Golfo dove i diritti delle donne sono inesistenti. Non è questa la partita da giocare".
AGI - Massima attenzione nel sorvolo di Ucraina e Russia. La raccomanda la Faa (Federal Aviation Administration), l'agenzia del governo Usa per l'aviazione civile, che ha emesso il NOTAM A0012/21. L'avvertimento riguarda i voli su parti della Moscow Flight Information Region (FIR) e della Rostov-on-Don FIR in Russia ed entro le 100 miglia nautiche (180 chilometri) dalle aree di competenza dell'Ucraina: FIRs di Dnepr, Simferopol e Kiev. La decisione è legata alle tensioni geopolitiche innescate dalle manovra su larga scala dei russi al confine con l'Ucraina e dalle rivendicazioni sulla Crimea. Torna subito in mente la fine del volo Malaysian 17 (MH17) abbattuto nel luglio del 2014. Gli aeroporti sotto osservazione In un separato NOTAM A0013/21 Faa raccomanda alle compagnie aeree e agli aeromobili registrati negli Stati Uniti di usare cautela nel pianificare i voli verso FIR Dnipro (UKDV), FIR Simferopol (UKFV) e FIR Kyiv (UKBV) (compresa una parte della regione di informazione superiore di volo (UIR) di Kyiv (UKBU) nei limiti orizzontali con FIR UKDV, UKFV e UKBV). "L'altro giorno, in una dichiarazione ufficiale dei ministri degli esteri del G7, è stato notato che i movimenti su larga scala delle truppe russe lungo i confini dell'Ucraina senza notifica preventiva rappresentano un'attività minacciosa e destabilizzante. Hanno invitato la Russia a fermare le provocazioni e a ridurre immediatamente l'escalation delle tensioni in conformità con i suoi obblighi internazionali", dice il messaggio. Nel quadro di un dialogo diretto con le autorità dell'aviazione degli Stati Uniti, l'Amministrazione statale dell'aviazione dell'Ucraina propone di stabilire un'interazione diretta tra le unità di sicurezza aerea pertinenti per scambiare informazioni e coordinare le azioni per rispondere alle minacce provenienti dalla zona di conflitto nell'est del paese.
Robert De Niro sarebbe costretto a lavorare 12 ore al giorno sul set per soddisfare i bisogni economici della sua ex moglie.
L'India ha registrato più di 15 milioni di contagi da Covid-19 dall'inizio della pandemia. Lo ha confermato il governo di Nuova Delhi, dando notizia di circa 274mila nuovi casi nelle ultime 24 ore, un record per quanto riguarda l'aumento delle infezioni su base quotidiana. Il ministero indiano della Sanità ha comunicato tramite il proprio account su Twitter che rispetto a ieri sono stati segnalati 273.810 casi e 1.619 morti in più, portando il bilancio rispettivamente a 15.061.919 contagi e 178.769 decessi. I casi al momento 'attivi' sono attualmente quasi due milioni e lo Stato del Maharashtra, dove si trova Mumbai, si conferma il più colpito dalla nuova ondata di Covid-19, con circa 69mila infezioni e oltre 500 morti nelle ultime 24 ore. Sei giorni di lockdown rigido inizieranno stasera a Nuova Delhi, la capitale indiana, dove i contagi continuano a crescere mentre il sistema sanitario è sempre più in difficoltà. Come spiegato dal governatore Arvind Kejriwal, in tutti gli ospedali di Nuova Delhi scarseggiano i posti letto, le forniture di ossigeno e medicinali come il Remdesivir a causa della nuova ondata di Covid-19.
Parrucchiera morta per covid a 54 anni a Montichiari: addio a Nicoletta Moratti, la forte donna che dopo un infarto aveva subito un trapianto di cuore
Aka7even ha dedicato le parole della sua ultima esibizione a Martina Miliddi? In tanti sperano in un ritorno di fiamma fra i due.
La ministra per gli Affari regionali Maria Stella Gelmini ha commentato il tema della riapertura e della campagna vaccinale contro il Covid.
Gli aggiornamenti in tempo reale sull'emergenza coronavirus in Italia.
Chiara Ferragni si è mostrata con una t-shirt macchiata dal latte materno e ha lanciato un messaggio di positività ai fan.
L'infettivologo Massimo Galli ha fortemente criticato le riaperture annunciate dal governo, affermando che sul Covid Draghi non ne ha azzeccata una.
AGI - Tre regioni in rosso e tutte le altre, più le due province autonome di Trento e Bolzano, in arancione. E' questa l'Italia a colori che, da lunedì 19 aprile a domenica 25, segnerà l'ultima settimana senza territori in zona gialla o bianca. Da lunedì 26 aprile, infatti, il governo guidato da Mario Draghi avvia "l'operazione riaperture", seppur graduale e con una serie di regole ancora da mantenere. Torna pienamente operativo il cosiddetto sistema semaforo, quindi torna la zona gialla nelle regioni a minor rischio e con una serie di parametri (alcuni nuovi rispetto ai criteri precedenti) nel rispetto delle norme. Resta, però, la chiusura per tutti dalle 22 alle 5, con il coprifuoco. Il piano per le riaperture Le principali novità, secondo quanto previsto dal Governo in seguito alla riunione della cabina di regia, dal 26 aprile torna la didattica in presenza, nelle zone gialle e arancioni, in tutte le scuole di ogni ordine e grado; riaprono bar e ristoranti, ma solo con il servizio all'aperto, sia a pranzo che a cena nelle zone gialle; sarà possibile lo spostamento tra regioni gialle e solo con un "pass" per spostamenti possibili anche tra regioni di diverso colore, musei di nuovo aperti. Sempre da lunedì nelle zone gialle riapriranno i musei, e anche teatri, cinema e spettacoli aperti con misure di limitazione della capienza. Il capitolo riaperture, successivamente, consentirà dal 15 maggio l'apertura delle piscine, solo all'aperto; dal primo giugno ristoranti con tavolo al chiuso, solo a pranzo, con nuove linee guida, e anche le palestre, sempre con nuove linee guida; dal primo luglio al via fiere e congressi con nuove linee guida, l'attività di stabilimenti termali e parchi tematici, con nuove linee guida. Resta il coprifuoco, in tutto il Paese, dalle 22 alle 5, che potrebbe rimanere anche per tutto il mese di maggio. Aspettando il giallo, nell'Italia a colori da lunedì 19 a domenica 25 aprile, le regioni in zona arancione sono: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto, la provincia autonoma di Bolzano e la provincia autonoma di Trento. Le regioni in zona rossa, invece, sono: Puglia, Sardegna e Valle d'Aosta. Quasi 7 milioni di studenti tornano in aula Da lunedì 19 saranno 6 milioni e 850 mila gli alunni presenti nelle aule sugli 8,5 milioni delle scuole statali e paritarie. In pratica, 291 mila in più della scorsa settimana, tutti della Campania che è uscita dalla zona rossa per passare nella fascia arancione. Restano in zona rossa Puglia, Sardegna e Val d'Aosta con 390 mila alunni in didattica a distanza, secondo i calcoli di Tuttoscuola. In tutto saranno quasi un milione e 657mila quelli ancora a casa in Dad la prossima settimana. Complessivamente per la prossima settimana, con l'80,5% alunni in presenza, si ritorna ai dati del febbraio scorso quando in presenza si erano sfiorati i 7 milioni in classe. Nelle tante regioni in zona arancione la percentuale di alunni in presenza oscilla tra l'81% e l'86%, mentre nelle tre in zona rossa si ferma al 51%. Il quadro sul territorio si fa più omogeneo. Sempre secondo le elaborazioni di Tuttoscuola, gli alunni in presenza raggiungono l'84% al Nord, l'83% al Centro, il 76% nelle Isole (con un calo dovuto alla Sardegna), e il 74% nelle regioni del Sud. Le province autonome di Bolzano e Trento confermano complessivamente la più alta percentuale di alunni in presenza (87%). Sileri: dati buoni, ma ancora troppi contagi "I numeri attuali, seppur migliori, non sono ancora così buoni da abbattere tutte le restrizioni. Portare l'Rt di molto sotto lo 0,8 permetterà di alleggerire alcune misure e allungare il coprifuoco fino a toglierlo del tutto, ma non corriamo troppo. L'incidenza di contagi è ancora alta. Dobbiamo scendere sotto i 5 casi ogni 10 mila abitanti". Lo dice il sottosegretario alla salute, Pierpaolo Sileri, in una intervista a 'La Stampa', in merito al coprifuoco, dalle 22 alle 5, destinato a restare in vigore almeno per tutto il mese di maggio. Gelmini: immunità di gregge a settembre "Con questo ritmo nelle vaccinazioni nell'arco di un paio di mesi, tra agosto e settembre, potremmo raggiungere l'immunità di gregge". Lo ha detto Mariastella Gelmini, ministri per gli Affari regionali, durante il programma "Il caffè della domenica", su Radio24. "L'obiettivo - ha aggiunto - è arrivare tra 450 e 500 mila vaccinazioni a fine aprile" Sempre la Gelmini, in una intervista al Corriere della Sera, ha dichiarato: "Io ho fiducia negli italiani, in questo anno di duri sacrifici hanno rispettato le regole con pazienza. Ora deve scattare un senso ulteriore di responsabilità, bisogna che tutti assumano comportamenti corretti", sostiene la ministra degli Affari regionali. In merito all'allarme terapie intensive ed alla posizione critica di alcuni virologi sulle riaperture, la ministra sottolinea che le terapie intensive occupate "sono 3.340, ma una settimana fa sfioravano i 4.000. I dati della relazione che il Comitato tecnico scientifico ha fatto in cabina di regia ci dicono che abbiamo conquistato degli spazi di libertà, da gestire con grande prudenza. Draghi ha parlato di rischio calcolato per tre fattori, l'espansione della quota di popolazione anziana e fragile vaccinata, gli effetti delle misure e l'arrivo della bella stagione". "Il Paese non ce la fa più, dobbiamo convivere con il virus e stiamo comunque mantenendo il sistema delle fasce di colore, sarà giallo solo chi avrà i numeri per esserlo. Avevamo stabilito che avremmo fatto un tagliando ad aprile e abbiamo mantenuto la parola. Le riaperture - conclude Gelmini - dovranno essere graduali e in sicurezza, non possiamo permetterci errori. La differenza la faranno i comportamenti".
AGI - “I famigliari vivono l'isolamento dal momento del ricovero, non vedono né il proprio caro, né la struttura in cui viene ricoverato, né i medici che lo prendono in cura, né il corpo del proprio caro: una verifica quotidiana che può aiutare - lungo il progredire della malattia - a raggiungere consapevolezza e a prepararsi, nei casi più gravi, a elaborare il lutto. È un dolore che non può acquisire una forma: sconcerta, mina qualunque sicurezza”. E' solo una delle riflessioni raccolte in un libro che assomiglia ad una sorta di diario collettivo. Si chiama “Le ferite della cura” e raccoglie i ricordi e le testimonianze sul lavoro che il Servizio di Psicologia dell'Asl di Vercelli ha svolto e tuttora svolge per intervenire sulla grave situazione di disagio emotivo per pazienti, familiari e persone in difficoltà a causa del Covid. Un racconto a più voci che restituisce il clima di grande disorientamento e di disordine sociale della prima fase della pandemia, a Vercelli come nel resto d'Italia. Un tempo del quale non sempre si è avuta la reale percezione di quanto stesse accadendo. "Per questo motivo – spiega Patrizia Colombari, Direttore della Psicologia dell'Asl Vercelli e responsabile del progetto editoriale – 'Le ferite della cura' non rappresenta solo un diario che archivia un'esperienza, ma è uno scrigno che raccoglie le sensazioni e le riflessioni, gli smarrimenti e le angosce che gli psicologi dell'Asl di Vercelli hanno elaborato durante l'emergenza, dal momento della crisi più acuta fino alla sua drammatica dilatazione che minaccia ancora tragicamente la nostra quotidianità. In quella tempesta che ha travolto tutti, si sono cercati spazi per ascoltare, parole per offrire una vicinanza anche quando l'angoscia era così forte che generava solo rabbia. Gli operatori sono stati “connessioni” per riallacciare i legami tra i familiari e i loro parenti ricoverati in isolamento, in un contesto in cui il personale sanitario e i pazienti erano confinati nella stessa disperazione". E non a caso non mancano nel racconto i riferimenti personali, alle vite e alle storie dei terapeuti. “Mancano solo tre mesi alla pensione – si legge per esempio in una delle pagine di diario - ma sento che qualcosa non va. Le notizie che arrivano dalla Cina mi preoccupano e mi spaventano, ma in fondo in fondo sento che sono lontane, ma… meglio pensare a come festeggiare. A mantenere viva l'inquietudine contribuisce il mantra del solito collega: 'Vedrai che non ti mandano in pensione'… Poi arriva marzo e lo tsunami si abbatte su tutti noi. Tutto ciò che ci aveva sempre fatto sentire bene e vivi diventa 'il pericolo': lo stare insieme, il calore di un abbraccio, il rapporto con le persone più care". Il libro, edito da Effedì edizioni, è disponibile nelle librerie vercellesi e nei bookstore online in tutta Italia. I proventi della vendita andranno all'Ambulatorio per i bambini affetti da autismo e all'Ambulatorio per i ragazzi con disturbo della condotta alimentare gestiti dall'Asl.
"Un dolore immenso per tutti i noi". Questo il ricordo dedicato al 23enne Lorenzo Bockholt morto ad Ancona a seguito di una grave cardiopatia.
È morto il rapper Black Rob, lutto nel mondo della musica, a dare l'annuncio su Instagram l'amico e collega di sempre, Mark Carey
In Israele da oggi non è più obbligatorio l'uso della mascherina all'aperto. Una delle misure più importanti per contrastare i contagi di Coronavirus viene cancellata nel Paese grazie al boom delle vaccinazioni. L'uso della mascherina in Israele è ancora obbligatorio nei luoghi chiusi, ma secondo alcuni esperti anche questa regola potrebbe essere revocata entro il prossimo mese, visto il drastico calo dei contagi. La maggior parte delle scuole sono state completamente riaperte. Nelle aule sono comunque obbligatorie ancora le mascherine. Il numero di persone attualmente gravemente malate a causa del Covid-19 si aggira in Israele intorno alle 200. A fine gennaio la cifra era di circa 1.200. Circa 5,3 milioni dei 9 milioni di abitanti del paese hanno ricevuto almeno una dose del vaccino Pfizer/BioNTech. Quasi 5 milioni di abitanti hanno ricevuto le due dosi. Circa 1 milione di israeliani di età superiore ai 16 anni ancora non è stato vaccinato. Gli esperti hanno avvertito che il paese non ha ancora raggiunto l'immunità di gregge. Israele, che oggi registra appena 82 casi di Covid, dopo il successo della campagna vaccinale riapre anche le scuole di tutti i gradi in presenza piena. "Il livello di presenza del virus in Israele è molto basso, grazie al successo della nostra campagna vaccinale, e quindi possiamo revocare altre restrizioni", ha detto il ministro della Sanità, Yuli Eldestein, annunciando le misure. Ribandendo che la mascherina rimane lo strumento con cui "ci proteggiamo dal virus", ha spiegato che la decisione è stata presa sulla base della raccomandazione degli esperti che hanno detto che "non sono necessarie all'aperto".