Il caso Israele: quanto e come funziona la campagna vaccinale più veloce del mondo

Con 2 milioni e 700 mila dosi somministrate, Israele si sta dimostrando uno dei Paesi più efficienti al mondo nell’avvio della campagna vaccinale anti-Covid. Dai dati riportati da Ourworldindata risulta infatti che ben il 26,7% della popolazione ha ricevuto la prima dose Pfizer-BioNTech e che il numero di coloro a cui è stata somministrata anche la seconda è in crescita, tanto da attirare sul Paese l’attenzione di virologi e ricercatori sui primi effetti reali della vaccinazione.
Come si spiega la particolare efficienza israeliana nella campagna? “Può essere il frutto di un sistema sanitario pubblico molto strutturato, di discendenza quasi socialista”, ci spiega Eric Salerno, scrittore, giornalista, blogger di HuffPost e a lungo inviato in Medio Oriente. “L’organizzazione è capillare. Esistono numerosi ambulatori pubblici, sia nelle città che nei paesi, ai quali rivolgersi in caso di problemi di salute”.
A incidere positivamente, poi, c’è l’attenzione da sempre molto spiccata del Paese agli aspetti dell’organizzazione e della sicurezza, che in questo caso influisce positivamente nel muovere una macchina molto complessa come quella di una vaccinazione di massa: “Esiste un codice”, ci spiega ancora Salerno, “che potremmo considerare l’equivalente del nostro codice fiscale, grazie al quale è possibile muoversi con estrema rapidità nel sistema sanitario, e non solo. Chi non ce l’ha, perché magari non è residente, ha sicuramente qualche difficoltà in più”.
Il sistema sanitario israeliano si basa su quattro assicurazioni/mutue (HMOs - Health Maintenance Organizations). I loro nomi sono Clalit, Maccabi, Meuhedet e Leumit, tutte rigorosamente non-profit e tutte finanziate dallo Stato in relazione al numero degli iscritti, attraverso un sistema che si basa sulla quota capitaria, regolata per...
Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.