Rifinitura Juve, ci sono anche Dybala e Ramsey
Ultimo allenamento per i bianconeri prima della partenza per il Portogallo. Ad attenderli ci sarà la sfida al Porto valida per l'andata degli ottavi di finale di Champions League.
Duro attacco di Andrea Crisanti contro il vaccino italiano della casa farmaceutica ReiThera
Bufera su Matteo Renzi. "Alla luce del rapporto della Cia sulle responsabilità del principe saudita Bin Salman nell'omicidio Khashoggi, penso sia arrivato il momento che Renzi chiarisca fino in fondo la natura dei suoi rapporti con l'Arabia Saudita e con il principe ereditario", afferma all'Adnkronos Michele Bordo, vicepresidente del gruppo Pd alla Camera. "D'altronde è stato lo stesso Renzi, dopo aver partecipato a quella conferenza, a dire che avrebbe fatto chiarezza. Renzi ci dica anche - incalza Bordo - se è ancora convinto che in Arabia Saudita sia in atto un nuovo Rinascimento e che il principe sia addirittura l'interprete di questo Rinascimento. Da quello che emerge in queste ore - rimarca il deputato dem - non mi pare proprio sia questo il caso.... Verificheremo se è il caso di assumere una iniziativa parlamentare: per quanto ci riguarda c'è la necessità di chiarire questa vicenda. Si tratta di un tema di sicurezza nazionale ed è utile che un senatore della Repubblica, che ha avuto un ruolo importante nella nascita di questo governo, chiarisca realmente i suoi rapporti. Dopo quanto è emerso da indagini americane è ancor di più necessario questo chiarimento", insiste Bordo. "Noi abbiamo posto il tema già quando c'è stata la conferenza, adesso non è più rinviabile. È nell'interesse del leader di Iv chiarire, ma soprattutto è nell'interesse del nostro Paese. Renzi non è un libero cittadino che può fare e dire ciò che crede, è un senatore, rappresenta il Paese", aggiunge l'esponente Pd, secondo il quale la partecipazione di Renzi alla conferenza in Arabia Saudita "è stata un errore: un intervento inopportuno e sbagliato, per le cose che ha detto". Richiesta analoga arriva dal segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni in un video postato sui social. "Mohammed Bin Salman è il ministro della difesa di quel Paese, e Renzi - prosegue l'esponente della sinistra - è un senatore della commissione difesa del nostro Paese. Aveva promesso di rispondere sui suoi rapporti con quel regime. Bene credo che sia arrivato quel momento. Aveva promesso di farlo dopo la fine della crisi di governo. La crisi di governo - sottolinea Fratoianni - si è chiusa da molto tempo, continuiamo e continueremo a chiedere a Renzi una cosa semplice: chiarisca - conclude - quali sono i suoi rapporti con Bin Salman. Non dovrebbe essere difficile, soprattutto è giusto per trasparenza e per dovere di onestà nei confronti dei cittadini italiani". "Non penso che sia normale e minimamente accettabile - rincara il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli - che, di fronte al report dell'intelligence USA reso pubblico dal Presidente Joe Biden, che indica il principe saudita Mohamed Bin Salman come il mandante del barbaro omicidio del giornalista e dissidente Jamal Khashoggi, il senatore Renzi non abbia sentito il dovere di rispondere a chi gli ha chiesto di dimettersi dal board di Future Investment Iniziative, presieduta dallo stesso principe saudita e da cui percepisce 80mila dollari l'anno. Il documento dell'intelligence Usa - sottolinea Bonelli - riporta accuse gravissime contro il principe saudita Salman che vedeva Khashoggi come una minaccia al regno al tal punto da approvare il piano per il suo omicidio, fatto a pezzi nell'ambasciata saudita di Istanbul: come può il senatore Renzi non fornire una risposta a chi gli chiede di prendere le distanze dal regime saudita dimettendosi dalla fondazione?".
Elisabetta Gregoraci è apparsa super emozionata nel dare un grande annuncio a tutti i suoi fan: ecco di cosa si tratta
Il ragazzo stava passeggiando in spiaggia quando ha raccolto il blocco di fosforo.
La prossima settimana, che segnerà l'avvio della stagione primaverile dal punto di vista meteorologico (la primavera astronomica inizierà invece il prossimo 20 marzo) si aprirà con un'alta pressione da record. Tuttavia, col passare dei giorni, un importante cambiamento di circolazione a livello continentale si farà sempre più spazio, con ripercussioni anche sull'Italia. Facciamo dunque il punto della situazione tracciando una tendenza per la prima settimana di marzo. Dall'analisi del quadro sinottico europeo emerge chiaramente come l'inizio della stagione primaverile sarà all'insegna della stabilità atmosferica, grazie alla reiterata presenza di un vasto campo anticiclonico ben disteso sul bacino del Mediterraneo, ma che abbraccia in realtà gran parte del Vecchio Continente. Ciò si tradurrà, non solo in un ampio soleggiamento, con qualche piccola eccezione, ma anche in un clima piuttosto gradevole, con temperature miti soprattutto al Centro-Sud. In apertura di settimana, tuttavia, il clima sarà più fresco, a causa dei venti dai quadranti settentrionali (che in realtà inizieranno a soffiare già nel corso del weekend) e che condizioneranno le temperature, di giorno (qualche grado in meno rispetto alle attuali), ma soprattutto di notte e al primo mattino, quando al Nord si potrà scendere fin quasi allo zero anche in pianura. Dal punto di vista meteorologico, salvo per qualche nebbia sulle pianure settentrionali e per nubi basse sulle coste del medio e alto tirreno, la giornata di lunedì si presenterà soleggiata su buona parte del nostro Paese. Da martedì 2 e almeno fino a giovedì 4 marzo non sono attese variazioni meteorologiche significative. L'anticiclone continuerà a dominare indisturbato, non sono previste precipitazioni. Ma attenzione, dove la brevissima pausa più fresca di lunedì, il clima tornerà ad essere piuttosto mite, specie durante le ore centrali e pomeridiane, con valori di nuovo diffusamente oltre i 15°C. Allargando il nostro orizzonte temporale possiamo notare come sull'Europa centro-settentrionale una possente irruzione di aria fredda riuscirà a guadagnare sempre più terreno spostandosi dalla Penisola Scandinava verso le Isole Britanniche, la Francia e la Germania. Insomma siamo al prologo di un importante cambiamento delle condizioni meteo con effetti anche sul nostro Paese a partire da venerdì 5 e per il successivo weekend, con il ritorno in grande stile di freddo, piogge intense e anche della neve fino a quote basse.
AGI - La pandemia impoverisce gli italiani. A un anno dallo scoppio della crisi pandemica, alle famiglie italiane, nonostante i numerosi ristori, sono venuti a mancare in media 1.650 euro di redditi. E le prospettive di recupero sono lente e strettamente legate gli esiti della campagna vaccinale, attualmente in ritardo sugli obiettivi fissati: continuando così, a fine 2021, il reddito medio delle famiglie sarà ancora inferiore di 512 euro ai livelli pre-crisi. A stimarlo è Confesercenti. In Emilia Romagna le famiglie più colpite A livello territoriale, alla fine del 2021 la distanza maggiore dalle condizioni pre Covid si registrerebbe in Emilia Romagna (-897 euro), seguita dalle Marche (-807 euro). Resterebbe invece al di sotto dei 200 euro la perdita delle famiglie pugliesi. Per quanto riguarda le altre regioni, la contrazione dei redditi 2021 rispetto al 2019 sarebbe compresa fra 600 e 700 euro in Piemonte, Valle d'Aosta, Veneto, Toscana e Umbria. Superiori ai 500 euro sarebbero le perdite delle famiglie di Lombardia, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. La compressione dei redditi supererebbe i 400 euro nel Lazio, in Abruzzo, in Molise e in Sardegna. Per Liguria, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia la flessione andrebbe oltre i 300 euro per famiglia. A soffrire di più sono i lavoratori autonomi La crisi, però, non si è abbattuta con la stessa forza su tutte le categorie e le attività. A soffrire di più sono i lavoratori autonomi, per i quali la perdita di reddito a fine 2020 avrebbe avvicinato i 44 miliardi e risulterebbe ancora pari a -27 miliardi nel 2021, e i lavoratori dipendenti del settore privato, che registrano una caduta di 43 miliardi, cui si è contrapposto un aumento di 2,5 miliardi per i dipendenti pubblici, trainato dalle assunzioni nel comparto sanitario. A fine 2021, secondo Confesercenti, i redditi dei lavoratori privati saranno ancora inferiori di 22,8 miliardi rispetto al 2019, mentre nel settore pubblico l'incremento dei redditi salirà a 9,4 miliardi. Anno nero per turismo, commercio, ristorazione Il mancato recupero dei redditi nel corso del 2021 sarà fortemente asimmetrico anche a livello settoriale, perché prevalentemente concentrata in due soli comparti: quelli del “Commercio, ristorazione e pubblici esercizi” e quello delle “Attività artistiche e di intrattenimento” oltre che, ovviamente, al turismo. De Luise, accelerare su ristori e vaccini “La crisi da pandemia non ha colpito dunque tutti allo stesso modo: l'impatto, come i dati sui redditi dimostrano, si è concentrato quasi completamente sui lavoratori autonomi e sui loro dipendenti, con perdite decisamente superiori ai ristori diretti elargiti fino ad ora. Anche perché l'ultima tranche dei sostegni, quella che avrebbe dovuto arrivare con il Ristori V forte di 32 miliardi di risorse, ancora non si è materializzata, ad oltre 60 giorni dall'annuncio. Una situazione incredibile ed inaccettabile, che crea sconcerto e sfiducia negli imprenditori e nei loro dipendenti e che blocca qualsiasi prospettiva di ripresa”, commenta la presidente di Confesercenti Patrizia De Luise. “Per questo, chiediamo con forza al governo di accelerare sui sostegni promessi: le imprese sono al limite e non possono aspettare un altro mese. Ma dobbiamo anche cambiare modello: se si parla di possibili nuovi lockdown è perché le restrizioni alle imprese non bastano a contenere l'epidemia, oltre ad essere una soluzione insostenibile per l'economia sul lungo periodo. Dobbiamo puntare con maggior forza sul vaccino: è ormai improcrastinabile che l'azione di governo si sposti dalla successione di decreti di chiusura all'organizzazione di una campagna vaccinale a tappeto che permetta all'economia di normalizzarsi. A oggi, ha ricevuto almeno una dose di vaccino solo il 6,6% della popolazione italiana. Negli Stati Uniti è stato vaccinato oltre il 20% degli abitanti, nel Regno Unito quasi il 30%, in Israele oltre il 90%. Questi paesi stanno uscendo dall'incubo pandemico, noi ci stiamo ripiombando proprio quando i vaccini avrebbero dovuto proteggerci”.
L'emergenza Covid fa male anche agli occhi. Se la sindrome dell'occhio secco (Ded) è in costante aumento - dopo i 50 anni ne soffre tra il 20 e il 30% della popolazione, con un'incidenza quasi doppia nelle donne - la necessità di usare la mascherina ha peggiorato la situazione, tanto che è stata coniata una nuova espressione 'Mask-associated dry eye' (Made). Soprattutto se indossata male, infatti, provoca un flusso di aria che risale a pressione dalla bocca verso l'occhio, aumentando la secchezza della superficie oculare. "Questo meccanismo - spiega Rita Mencucci, oculista presso l'Azienda ospedaliera universitaria Careggi di Firenze - potrebbe essere particolarmente dannoso nei soggetti a rischio, come nei videoterminalisti, nei portatori di lenti a contatto, nelle donne in menopausa". "E' importante, quindi, indossare la mascherina correttamente - raccomanda la specialista - in modo che aderisca perfettamente al volto, utilizzare lacrime artificiali e durante l'utilizzo del videoterminale seguire la regola del 20-20-20, cioè ogni 20 minuti fare una pausa di 20 secondi, guardando a 20 piedi (circa 6 metri), cioè lontano". Ma la sindrome dell'occhio secco è uno degli strascichi più importanti dopo un intervento di cataratta, tra le operazione più praticate al mondo con una percentuale di rischio intraoperatorio e postoperatorio tra le più basse in assoluto. Eppure, anche quando perfettamente eseguito e riuscito, comporta in circa il 30% dei pazienti l'insorgenza della sindrome, che spesso genera insoddisfazione nel paziente desideroso di vedere bene dopo aver eliminato la cataratta. Uno studio italiano, pubblicato sulla rivista 'Advances in therapy', ha dimostrato che pre-trattare i pazienti prima dell'intervento di cataratta con un mix di principi attivi come vitamina D, A, omega 3 e liposomi riesce a diminuire il discomfort post-operatorio. "Secondo la letteratura scientifica recente, l'incidenza dell'occhio secco nei pazienti che vanno incontro a intervento di cataratta - spiega Mencucci - è circa del 40%, ma la maggior parte di questi non sa di esserne affetto e questo rappresenta il primo fattore di rischio per l'insorgenza di un occhio secco conclamato postchirurgico". "L'occhio secco che insorge dopo un intervento di cataratta - afferma Paolo Fogagnolo, oculista presso l'Università degli Studi di Milano, Ospedale San Paolo e principale autore dello studio - può essere un disturbo transitorio, ma per qualche mese il paziente subisce una serie di problematiche legate alle modifiche che l'intervento provoca sulla superficie oculare". In genere, si prescrivono dei sostituti lacrimali che i pazienti devono utilizzare per alcuni mesi dopo l'intervento fino al ripristino della corretta idratazione oculare. Ora è da poco disponibile nelle farmacie un nuovo sostituto lacrimale che contiene vitamina D, vitamina A, omega 3 e liposomi da utilizzare anche prima di andare in sala operatoria. "Il ruolo protettivo della vitamina D in formulazione orale nella gestione dell'occhio secco è ormai ben codificato', prosegue Mencucci. "Ultimissimi studi - evidenzia - indicano come la vitamina D in collirio possa avere un ruolo importante nel ridurre l'infiammazione corneale e aumentare i meccanismi di difesa della superficie oculare. La vitamina A promuove la produzione della componente glicoproteica e mucinosa del film lacrimale, rendendolo più stabile. Infine, gli acidi grassi omega 3, che hanno origine algale, hanno anch'essi attività anti-infiammatoria e protettiva, migliorando la qualità del film lacrimale".
Interrotta la diretta del Gf Vip, ecco le prime gaffe: Rosalinda è comparsa due volte nella stessa inquadratura, prima in cucina e in poi in sala
La Meloni vola nei sondaggi: 17,2% del consenso popolare, +2,2% in una settimana.
Dopo lo scontro con Lukaku, altro duello a distanza per Ibrahimovic
Durante un confronto tra Dayane Mello e Tommaso Zorzi, la modella ha spiegato di aver amato Rosalinda mesi fa ma di non averlo confessato.
Zakia Seddiki, moglie dell'ambasciatore Luca Attanasio, ucciso in un agguato con il carabiniere Iacovacci, ha spiegato che è stato tradito.
Nei cieli del New Mexico, un pilota di un airbus A320 ha avvistato un UFO: la notizia è stata confermata dalla compagnia aerea e dalla FAA.
AGI - Iran sotto accusa per l'esplosione che ha investito un cargo israeliano battente bandiera delle Bahamas, mentre si trovava nella acque del Golfo dell'Oman diretto verso Singapore. L'incidente è avvenuto due giorni fa ma è stato rivelato solo ieri. Secondo funzionari israeliani citati da Yedioth Ahronoth, c'è Teheran dietro la deflagrazione che ha causato qualche danno alla Mv Helios Ray, ma non ha fatto vittime. L'esplosione ha provocato "due buchi di circa un metro e mezzo di diametro", ha riferito il proprietario della società Helios, Rami Ungar, senza precisare oltre. "Non ci è chiaro se sia stata causata da un missile o da una mina attaccata alla nave", ha aggiunto, sostenendo di "non avere idea se si tratti di un incidente che fa parte delle tensioni tra Iran e Usa e se abbia a che fare con il fatto che la nave sia di proprietà israeliana". Il cargo era partito mercoledì dal porto di Dammam, in Arabia Saudita, diretto a Singapore con un carico di auto e si trovava nelle acque del Golfo a nord-ovest dell'Oman quando è avvenuta l'esplosione. Il motore non ha subito danni ma, secondo quanto riferito dal Dryad Global maritime security group, la nave sta tornando indietro al porto saudita; Ungar ha invece sostenuto che è diretta negli Emirati per essere sottoposta a controlli. Israele ha normalizzato le relazioni diplomatiche con Abu Dhabi l'anno scorso. La 'pista' iraniana è stata suggerita anche da Dryad, che ne parlato come una "possibilità realistica". "Le tensioni tra Israele e Iran rimangono intense, soprattutto alla luce dei crescenti segnali di riavvicinamento tra Teheran e l'amministrazione Biden. Inoltre, la Repubblica islamica "è sempre più intimorito dal miglioramento delle relazioni tra Israele e gli Stati del Golfo".
AGI - I due badanti campani, Alessandro Sabatino e Luigi Cerreto, sarebbero stati uccisi in una sorta di esecuzione, eseguita dal loro omicida armato di pistola. Due proiettili per ammazzare coloro che erano considerati una minaccia. Sarebbero le prime risultanze dell'autopsia secondo quanto sostiene la trasmissione di Raitre 'Chi l'ha visto' sul caso dei due uomini scomparsi il 12 maggio del 2014 dalla villa di Siracusa dove assistevano l'anziano padre dell'uomo fermato. Il ristoratore siracusano 50enne, Giampiero Riccioli, è accusato duplice omicidio e occultamento di cadavere Gli esami tossicologici chiariranno se prima sono stati storditi con sonnifero e quindi erano sdraiati perché addormentati, oppure se Giampiero Riccioli li ha fatti inginocchiare prima di sparare. Il provvedimento, convalidato il 20 febbraio, era stato eseguito dagli agenti della Squadra mobile di Siracusa poche ore dopo il rinvenimento nella villa del ristoratore, in contrada Tivoli, a sud del capoluogo siciliano, di resti umani, appartenenti, secondo gli inquirenti, ai badanti scomparsi. Per i magistrati, poco dopo avere avuto l'incarico di prestare assistenza al padre dell'indagato, le vittime avrebbero rimproverato al cinquantenne di trattare male il pensionato e avrebbero minacciato una denuncia per maltrattamenti. Da qui la furiosa lite e il rancore culminato nella presunta esecuzione di morte.
GF VIP, nel cucurio arriva un commento di Tommaso Zorzi su Maria Teresa Ruta: ecco la frase hot non censurata dalla differita
AGI - “Luca è stato invitato dal Programma alimentare mondiale per una visita su un progetto del Pam per le scuole. Era previsto che organizzassero tutto loro”. Zakia Seddiki, moglie dell'ambasciatore italiano Luca Attanasio ucciso in un'imboscata in Congo, racconta in un'intervista al Corriere della Sera che il marito ha chiesto esplicitamente chi si occupasse della sicurezza. Dal Pam, riporta la donna, “hanno risposto: ‘Ci pensiamo noi alla sicurezza'”. A una obiezione dell'intervistatore che ricorda come a Kinshasa l'ambasciata disponga di due auto blindate, Zajkia Seddiki risponde: “Sì, a Kinshasa ci sono scorta e macchine blindate. Per spostarsi, quindi, Luca ha dovuto porre la domanda: chi si occupa della sicurezza? Non è che il Pam sia una piccola organizzazione. Hanno detto 'ce ne occupiamo noi' ed è giusto fidarsi di un'organizzazione così grande, soprattutto parlando di questo”. Quindi la moglie dell'ambasciatore ucciso aggiunge: “A Kinshasa abbiamo tutto. E Luca non ha mai fatto un passo fuori dalla residenza o dall'ambasciata senza la sua scorta e senza i controlli della sicurezza. Si è fidato. Luca non ha mai viaggiato senza pensare alla sicurezza. Chi è nella scorta fa il proprio lavoro, contatta il posto, chiede informazioni. Erano sempre attenti”. Secondo la donna in altre occasioni “sono stati respinti altri inviti” a fare dei viaggi proprio perché “non c'erano mezzi per la sicurezza”. “Questa volta – chiosa – ci siamo fidati, tutti, di un'istituzione come l'Onu”. Saddiki ribadisce un'accusa lanciata subito dopo l'omicidio del marito: “È stato tradito, nel senso che chi ha organizzato sapeva che la sicurezza non era nella misura adeguata per proteggere lui e le persone con lui” e “il Pam non ha organizzato la protezione in modo opportuno”. Cioè, “non hanno fatto quello che va fatto per una zona a rischio. Sicuramente dentro il Pam qualcuno sapeva che la scorta non era efficace”, conclude.
Realizzare il suo più grande sogno gli è costata la vita.
AGI - “Il principe saudita Muhammad bin Salman approvò l'operazione di Istanbul, in Turchia, per catturare o uccidere il giornalista saudita Jamal Khashoggi”. E' il passaggio chiave del rapporto dell'intelligence Usa, desecretato e divulgato dall'amministrazione Biden dopo che Donald Trump aveva preferito tenerlo riservato per preservare l'alleanza strategica con Riad in chiave anti-Iran. Il documento è il frutto di un'approfondita indagine sulla morte del giornalista Khashoggi, oppositore di bin Salman e editorialista del Washington Post, ucciso se smembrato il 2 ottobre 2018 nel consolato saudita a Istanbul. Il cambiamento nei rapporti con Riad A conferma del cambiamento nei rapporti Usa con l'Arabia Saudita, la divulgazione del rapporto della Cia è stata preceduta da una telefonata dello stesso Biden all'85enne re Salman e non a suo figlio Mbs (come è chiamato l'erede al trono) che era stato l'interlocutore privilegiato di Washington. La Casa Bianca ha tenuto a precisare che è Salman "l'unica controparte del presidente americano", nonostante l'anziano sovrano abbia da tempo abdicato alla gestione quotidiana del regno. Un principe nei guai La posizione del 35enne principe ereditario era già stata aggravata dalla diffusione di documenti giudiziari canadesi in cui Mbs è stato messo in collegamento diretto con la compagnia area titolare del jet privato usato dal commando che uccise Khashoggi. Le carte sono uscite dalla causa che riguarda Mbs da Saad al Jabri, l'ex capo dell'antiterrorismo saudita ora in esilio in Canada, i cui figli adolescenti sono stati tenuti bloccati in Arabia Saudita dopo il suo rifiuto di tornare in patria. La svolta Usa Che l'aria a Washington per i sauditi fosse cambiata con l'avvento di Biden lo si era già capito con il ritiro dell'appoggio nella guerra in Yemen e lo stop alla vendita di armi. Mbs ne era consapevole e ha cercato di cambiare rotta, ad esempio ricucendo lo strappo con il Qatar, liberando Loujain al Hathloul, la più nota dissidente del regno, oltre a incontrare il premier israeliano, Benjamin Netanyahu. Ora Washington ha imposto sanzioni e blocco dei visti per 76 cittadini dell'Arabia Saudita che risultano coinvolti, in modo diretto e indiretto, nell'omicidio di Khashoggi e nelle minacce di dissidenti all'estero, ma i provvedimenti non riguarderanno il principe Mohammed bin Salman. "Per una questione di sicurezza per tutti all'interno dei nostri confini - ha spiegato il segretario di Stato Antony Blinken, "agli autori che prendono di mira presunti dissidenti di qualsiasi governo straniero non dovrebbe essere consentito di raggiungere il suolo americano". Il dipartimento del Tesoro ha annunciato sanzioni nei confronti di Ahmad Hassan Mohammed al Asiri, ex vicecapo dell'intelligence dell'Arabia Saudita e di un alto funzionario dei servizi. "La nostra intenzione e' di ricalibrare le relazioni con il governo dell'Arabia Saudita a tutti i livelli", ha sottolineato la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki. Il futuro di Mbs "Spetta al governo dell'Arabia Saudita determinare il futuro della propria leadership", ha sottolineato la portavoce della Casa Bianca, rispondendo sul fatto che il principe della corona Mohammed Bin Salman, possa succedere al re Salman alla guida dell'Arabia Saudita. Nel regno vige una monarchia assoluta sunnita, retta da una visione wahhabita e fondamentalista dell'Islam, ma il programma di riforme e di aperture voluto dal principe ereditario puntava ad aprire il Paese nel contesto del programma Vision 2030. le riforme hanno toccato la sfera sociale e dei diritti con il via libera alla guida per le donne, ma non hanno fermato la repressione anche brutale del dissenso. Il regno saudita è fra le nazioni al mondo con il più alto tasso di esecuzioni; la pena di morte, spesso mediante decapitazione in pubblica piazza, è comminata per reati che variano dal terrorismo allo stupro, dalla rapina a mano armata al traffico di stupefacenti. .
La conduttrice Barbara D'Urso ha spiegato e commentato la notizia della chiusura anticipata della sua trasmissione Live.