AGI - A Buckingham Palace, quando Meghan, la moglie di origine afroamericana del principe Harry, era incinta c'era chi si chiedeva con preoccupazione quanto sarebbe stata scura la pelle del nascituro, il piccolo Archie. Lo ha raccontato Meghan, la duchessa di Sussex, nell'intervista ad Oprah Winfrey: un'intervista attesa da mesi (trasmessa per ora solo in Usa e che, nel Regno Unito, vedranno stasera) e della quale, c'è da scommettere, si parlerà per anni: qualunque cosa la Casa reale si attendesse, quello che infatti è emerso è molto peggio. Meghan ha raccontato di aver avuto pensieri "metodici" di suicidio, il principe che i rapporti con il padre divennero ad un certo punto così difficili che Carlo smise di rispondergli, la coppia ha anche accusato velatamente il Palazzo di razzismo. Harry ha detto che "fa male" il fatto che la sua Famiglia non si sia pronunciata contro gli articoli "con sfumature colonialistiche" scritti dai tabloid su sua moglie. "Non volevo più vivere": Meghan Markle non solo ha raccontato di aver voluto morire ma anche che chiese aiuto, ma invano. La duchessa ha accusato Buckingham Palace di averla messa a tacere e di non averla protetta mentendo per tutelare gli altri membri della Famiglia reale. L'ex attrice americana sostiene di essere rimasta vittima di un'autentica "campagna di denigrazione": ha raccontato di essere arrivata a Londra "ingenuamente" ("Non sono cresciuta sapendo molto della Famiglia reale"), di non sapere cosa l'attendesse, non sapeva neppure di doversi inchinare al cospetto della regina e glielo disse Harry, poco prima che la incontrasse per la prima volta. La duchessa ha raccontato che, quando era incinta di Archie, un membro della famiglia (di cui non ha voluto fare il nome) sollevò "con Harry" il tema della pelle del nascituro: c'erano "preoccupazioni e conversazioni su quanto scura potesse essere la sua pelle quando era nato". E ancora a proposito del piccolo Archie, ha sostenuto che sia stato trattato in maniera diversa dagli altri nipoti, che la Famiglia reale ha cambiato le regole interne perchè non voleva che fosse principe e che di conseguenza il piccolo non ha avuto le garanzie di sicurezza legate al titolo. Meghan ha aggiunto che si sentiva sola e che il Palazzo non fece nulla per proteggerla. E ha anche dato la sua versione di un episodio di cui i tabloid hanno scritto tantissimo, la lite con la cognata Kate avvenuta qualche giorno prima delle nozze: ha confermato che la discussione avvenne perchè c'era una discordanza di vedute su come dovesse essere vestita la damigella, Charlotte, ma ha sostenuto che non fu lei a far piangere Kate, bensì il contrario; qualche giorno dopo Kate, "una brava persona", si scusò inviandole un mazzo di fiori e un biglietto. Ma ha aggiunto che proprio quell'episodio e come fu raccontato fu "un punto di svolta" nella sua percezione di quel che stava accadendo perchè nessun membro della Famiglia reale (e a suo dire tutti sapevano) aveva fatto uno sforzo per correggere "la narrazione". Meghan comunque ha distinto tra i membri della Famiglia reale e "le persone che la gestiscono", aggiungendo che "la regina per esempio, è sempre stata meravigliosa". Harry, che ha detto di aver temuto ad un certo punto che "la storia si ripetesse", alludendo alla tragica morte della madre, Diana, ha negato di aver tenuto nascosto alla nonna la decisione di voler lasciare Londra (ebbe con lei tre telefonate prima dell'annuncio ufficiale); e invece ha raccontato che ad un certo punto il padre smise di rispondere alle sue telefonate e pretese che lui gli comunicasse i suoi piani per iscritto. "Sono davvero deluso perché ha passato qualcosa di simile, sa cos'è il dolore ... e Archie è suo nipote. Ma allo stesso tempo, ovviamente lo amerò per sempre", così come il fratello, il principe William. Ma il principe ha aggiunto anche che l'erede al trono e il figlio William "sono intrappolati" nelle convenzioni della monarchia. "Non possono andarsene. E ne ho una grande compassione". Harry ha aggiunto anche che la Famiglia non lo sostiene più finanziariamente (a lui sono rimasti i soldi dell'eredità della madre, Diana) ed è per questo che la coppia ha stretto accordi con Netflix e Spotify. I duchi hanno anche reso noto il sesso del bimbo che lei porta in grembo -è una femmina - e che si sposarono tre giorni prima della cerimonia ufficiale davanti a milioni di persone: "Chiamammo l'arcivescovo di Canterbury. Quella era per il mondo, ma noi volevamo qualcos'altro". Poi la conclusione: "Senza alcun dubbio, lei mi ha salvato". E lei con lo sguardo adorante: "Lui certamente ha salvato la mia vita". Adesso resta da vedere cosa risponderà la Famiglia reale. Tutti i membri più altolocati (la regina, il principe Carlo, i duchi di Cambridge) prima dell'intervista hanno fatto sfoggio di unità mostrandosi insieme in uno special della Bbc per le celebrazioni del Commonwealth Day. La regina ha fatto un appello all'unità e al senso del dovere che a molti è sembrato un monito rivolto proprio ai due 'transfughi' e, ha fatto sapere Buckingham Palace, non è rimasta in piedi stanotte per vedere l'intervista, anzi pare che abbia deciso di "ignorarla". C'è da giurare però che stamane, quando farà colazione nel castello di Windsor, sarà doverosamente ragguagliata. E c'è da augurarsi che qualche boccone non le vada di traverso.
Ambra Angiolini ha difeso l’ex-compagno Francesco Renga dalle dure critiche rivoltegli dal collega Willie Peyote, in gara a Sanremo 2021.
Morto di Covid il ristoratore Stefano Limongi, era conosciutissimo nell'ambiente della ristorazione e dei locali della capitale
La ballerina era tra quelle che avevano ballato la sigla ‘Love Sanremo’ nelle prime due serate del Festival
L'Italia si avvia ad essere "travolta" dalla terza ondata del covid. Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, delinea lo scenario dalle pagine di Avvenire. "Avevamo avvertito e non siamo stati ascoltati, e ora l’Italia si avvia a essere travolta da una terza ondata epidemica, resa più impetuosa dalla contagiosità delle varianti virali e dalla irresponsabile arrendevolezza di molti decisori politici, a livello sia nazionale sia locale, che anziché anticipare il virus basando le decisioni sull’evidenza scientifica lo inseguono sulla base di fallaci opinioni o di pressioni di lobby di diversa tipologia", afferma, prima di stigmatizzare valutazioni e giudizi in tema di vaccini forniti da soggetti incompetenti. "Naturalmente, molti di loro avrebbero saputo negoziare molto meglio della più brava negoziatrice dell’Unione Europea e avrebbero acquistato o prodotto milioni di dosi in pochi giorni per vaccinare tutti gli italiani", dice, puntando il dito anche contro colo che "avrebbero immediatamente comprato milioni di dosi di Sputnik, il vaccino russo e perché no, anche di quello cinese, e a chi importa sapere dove e come vengono prodotti". Ce n'è anche per chi punterebbe sulla somministrazione di una sola dose di vaccino ad un numero più ampio di persone, rinviando la seconda dose: "Il primo ministro britannico, a detta dei più autorevoli scienziati di Sanità Pubblica inglesi, sta giocando d’azzardo. Dopo aver portato il Paese a una situazione drammatica con decisioni tardive e limitate, ha forzato le conoscenze e le competenze degli scienziati, correndo il rischio di dare a milioni di cittadini una copertura che non dura abbastanza e, al contempo, favorire l’emergere di nuove varianti virali ancora più aggressive".
Il principe Harry sarebbe stato chiamato per le preoccupanti condizioni del nonno. Il motivo potrebbe essere legato ad un ultimo saluto a Filippo.
Orietta Berti si è scusata con i Maneskin dopo avere involontariamente storpiato il loro nome.
A molti mesi dal ritrovamento dei corpi di Viviana Parisi e del piccolo Gioele nelle campagne di Caronia, in provincia di Messina, spunta una nuova ipotesi. "Da quanto precedentemente acquisito e valutato e da quello che abbiamo constatato, appare evidente che tutto si oppone allo scenario "omicidio-suicidio" e ci fa ritenere che ci sia stata una duplice opera di depistaggio da parte di una combinazione criminale: 1) il trasporto del corpo di Viviana sotto il traliccio per inscenare un suicidio; 2) l'occultamento del corpicino di Gioele per poi dare il via alla macabra messinscena col trasporto postumo". Ne è convinto il consulente della famiglia della dj. Ieri c'è stato un nuovo sopralluogo nella zona del ritrovamento. Hanno partecipato anche il medico legale Antonio Della Valle, le dottoresse Angelica Zenato e Nicolina Palamone. "Ovviamente erano presenti i due medici legali consulenti della Procura di Patti dottoresse Sapienza e Ventura ed esperti della Polizia Scientifica", dice Lavorino. Poche ore dopo la replica del Procuratore di Patti (Messina), Angelo Vittorio Cavallo. "Per noi, fermo restando che le consulenze devono essere ancora depositate, e prevediamo quella di Viviana a fine marzo, tutto conduce ad un evento compatibile con un suicidio, con precipitazione dal traliccio", ha detto all'Adnkronos. "In ogni caso - spiega Cavallo - al di là delle risultanze oggettive delle consulenze, abbiamo vagliato tutte le ipotesi alternative, confrontando ed incrociando dichiarazioni, risultati di tabulati telefonici, indagini tecniche, accertamenti genetici eccetera e per tale motivo non condividiamo le conclusioni dei consulenti di parte, che riteniamo quanto meno ardite"."Gli esami sul piccolo Gioele richiederanno ancora qualche tempo alla luce delle condizioni in cui è stato ritrovato", aggiunge il magistrato."Anche questo esame ad opera dei consulenti di parte è stato fatto, nel rispetto del codice, per mero spirito di collaborazione ed esclusivamente perché siamo alla ricerca della verità e non abbiamo nulla da nascondere - dice - tutto ciò al pari degli altri esami da noi già svolti in passato e che le parti ci hanno chiesto di ripetere (vedi esami all’interno della vettura o sul traliccio). Ovviamente senza apportare alcun elemento di novità alle indagini". "In ogni caso, ribadisco che, al di là delle mere dichiarazioni ad effetto, ci confronteremo serenamente con le perizie e tutte le altre carte alla mano... carte che ovviamente le altre parti, nel rispetto del segreto istruttorio, hanno solo in minima parte. Anche per questo non capisco come si possano fare affermazioni del genere".
"Mi scuso, c'è stato un problema di sforamenti, di tempi. È colpa mia. Mi scuso con i Pooh. Quell'omaggio l'avevo voluto perché Stefano D'Orazio era un amico, quindi io sono il primo ad essere dispiaciuto". Amadeus si è scusato con i Pooh, che avevamo vibratamente protestato, per l'omaggio saltato nella finale di Sanremo 2021 al batterista storico e autore di tanti successi dei Pooh, Stefano D'Orazio, scomparso lo scorso novembre. "Chiedo scusa per la proclamazione dopo le 2, non è stata pensata per mancare di rispetto a voi, e qualora voi abbiate percepito questo come una mancanza di rispetto, io vi chiedo scusa", ha detti Amadeus rivolgendosi alla stampa. "E' stata così, l'anno prossimo arriverà qualcuno che la darà un'ora prima e farà meglio. La stesso rispetto e la stessa onestà la dovete avere voi. La stessa onestà nei confronti del pubblico a casa la chiedo a voi nel dire che questo è uno dei Sanremo più forti nella storia del festival, anche in termini di ascolti", ha aggiunto mettendo i puntini sulle 'i' nel corso della conferenza stampa finale del festival. Alle lamentele dei giornalisti per l'orario della proclamazione, che non ha permesso a molte testate cartacee di mettere in pagina il nome dei vincitori, il direttore artistico ha replicato chiedendo scusa ma ha anche sottolineato alcuni titoli di giornale, in cui si è parlato di Sanremo come un 'flop'.
Il premier Mario Draghi ha scelto la società americana McKinsey come consulente per il Recovery Plan: la decisione ha generato polemiche tra i politici.
Misteriosi boati nel sottosuolo di Orte, paura fra i residenti e indagini in corso. Non sarebbero di origine sismica ma carsica
Cosa staranno combinando le due amiche e icone sexy?
"Io non faccio affari con i rom, io non metto i soldi nelle buste del pane, la notizia è inventata". Lo dice Giorgia Meloni, nel corso di una diretta Facebook, dopo le accuse riportate dalla stampa di un suo presunto contributo da 35mila euro a un clan di nomadi per la campagna elettorale del 2013. "Devo pensare che gli inquirenti l'abbiano considerata infondata altrimenti mi avrebbero chiesto conto di una notizia che mi infanga - argomenta Meloni - e mi chiedo come sia possibile che una rivelazione del genere sia finita su Repubblica, senza che nessuno abbia inteso chiedermi un punto di vista". "E' strano che nessuno tra i media abbia chiesto il mio punto di vista, neanche il giornalista di Repubblica che ha scritto l'articolo", sottolinea Meloni: "E' strano - aggiunge - che questa notizia arrivi mentre siamo l'unico partito di opposizione, l'unico partito che cresce". "Gli ultimi sondaggi - ricorda - ci danno sopra il 18%". "Contro di me - fa il paragone Meloni - le stesse accuse che in Myanmar, quelle di truffa elettorale, sono metodi che ricordano quel regime, ma noi siamo in democrazia, difenderemo la democrazia". Poi la leader di Fdi aggiunge: "In Italia piacciono le persone serve e ricattabili, noi siamo persone libere e non abbiamo paura, perché non abbiamo fatto del male. Potete prenderci tutti casa per casa, ma continueremo a dire la nostra". Poi conclude: "Ovviamente annuncio querela contro chi dichiara cose false".
Ermal Meta contro Willie Peyote. Sanremo 2021, tra le code polemiche, 'regala' il tweet al vetriolo del cantante che ha chiuso al terzo posto, alle spalle dei Maneskin e della coppia Fedez-Francesca Michielin. "Caro Willie Peyote -twitta Meta- voglio farti un dispetto e dirti quello che penso. Penso che tu sia bravo. Ieri eravamo a due metri di distanza nei camerini e se mi avessi detto di persona queste parole, saresti stato il coraggioso che appari sul palco. Buona fortuna e buona musica". A cosa si riferisce Meta? Nel mirino, le dichiarazioni che Willie Peyote ha rilasciato ironicamente sul collega in una delle sue dirette Twitch della serie 'Le brutte intenzioni': "Cantare Caruso nella sera del compleanno di Lucio Dalla è una scelta molto ruffiana".
Silvio Berlusconi 'torna su piazza'. Dopo l'accordo sui profili economici del divorzio dalla sua seconda moglie, Veronica Lario, raggiunto esattamente un anno fa, il Cav è tornato single. Almeno ufficialmente, come documentato dall'ultima dichiarazione dei redditi presentata il 21 gennaio scorso, dove alla voce 'stato civile' ha scritto 'libero'. Una novità, visto che nel modulo del 2019 era registrato come 'divorziato'. 'Libero' solo ai fini burocratici e fiscali, perché il leader azzurro ha una giovane compagna, la deputata di Fi Marta Fascina (30 anni da Melito di Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria), che già da un anno ha preso il posto di Francesca Pascale nel cuore dell'ex premier. Tra flirt, presunti e tali, due matrimoni e due fidanzate, sono tante le donne di Silvio. A cominciare da Carla Elvira Dall'Oglio, la prima moglie dell'imprenditore milanese: conosciuta nel 1964, la sposa il 6 marzo dell'anno dopo. Dal matrimonio sono nati due figli, la primogenita Marina (dal 2003 presidente della Mondadori e dal 2005 presidente della Fininvest, holding di famiglia, costituita nel 1978), e Piersilvio, presidente e amministratore delegato di Rti, la società che esercita tutte le attività televisive del gruppo Mediaset. L'unione dura 20 anni, nel 1985 viene formalizzato il divorzio, ma già da 5 anni Berlusconi aveva iniziato una relazione con l'attrice Veronica Lario. Divorziato con Dall'Oglio, inizia con Lario una convivenza ufficiale, culminata con le nozze nel 1990 (si sono sposati con rito civile). La coppia ha tre figli, Barbara, Eleonora e Luigi. La relazione termina nel 2009, con la richiesta di divorzio da parte della ex attrice. L'anno successivo il presidente di Fi ha una nuova love story, con l'allora 24enne campana Pascale. Nata a Napoli nel 1985, un passato da showgirl (collabora con l'emittente Telecapri, nel programma di Oscar Di Maio 'Telecafone'), Pascale a soli ventuno anni si candida alle elezioni municipali di Napoli, ottenendo poco meno di novanta voti. Il primo incontro con il 'dottore', come lo chiamano i fedelissimi di Arcore, risale al 5 ottobre del 2006. Fonda il comitato 'Silvio ci manchi' e nel 2009 entra nel Consiglio della Provincia di Napoli per il Pdl. La liason con la Pascale viene ufficializzata in pubblico il 16 dicembre del 2012 da Berlusconi durante un'intervista a 'Domenica Cinque', il programma di Barbara D'Urso. Ma c'è chi giura che il vero fidanzamento risalga al Natale del 2011. Dopo mesi di indiscrezioni sulla fine della love story, puntualmente smentite, il the end arriva nel marzo del 2020. A ufficializzare la rottura una nota di Forza Italia che precisa come "continua a sussistere un rapporto di affetto e di vera e profonda amicizia" tra i due, "ma che non vi è fra loro alcuna relazione sentimentale o di coppia". Intanto erano circolate già voci sulla nuova fiamma di Berlusconi, di 54 anni più giovane, la parlamentare calabrese Fascina, cresciuta a Portici, in provincia di Napoli, ed eletta nel 2008 con il proporzionale in un seggio blindato per la Camera in Campania. La scorsa estate, all'inizio del mese di agosto, è il settimanale 'Oggi' a pubblicare le fotografie di una vacanza in Cilento della Pascale insieme alla cantante Paola Turci, dove le due donne si scambiano tenerezze su uno yacht. Quasi contemporaneamente Berlusconi viene 'paparazzato' in compagnia della Fascina in Sardegna: il settimanale di famiglia 'Chi' pubblica le foto che ritraggono l'ex premier per la prima volta mano nella mano con la trentenne deputata azzurra, ex dipendente dell'ufficio stampa del Milan e collaboratrice del 'Giornale'. Vengono immortalati all'uscita da villa Certosa diretti al nuovo yacht dello storico amico del Cav, Ennio Doris. Tanto vivace era la Pascale, quanto silenziosa, raccontano, è la Fascina, che ha fatto il suo debutto al fianco del presidente di Fi anche a Roma, nel corso del primo soggiorno di Berlusconi a 'Villa Grande', l'ex dimora di Franco Zeffirelli sull'Appia antica, diventata la nuova residenza nella Capitale di Berlusconi dopo l'addio alla storica sede di palazzo Grazioli. La giovane deputata appare sorridente in un video diffuso sui social e girato in occasione dell'incontro tra il leader di Forza Italia e Matteo Salvini per fare il punto della situazione politica mentre il premier incaricato Mario Draghi era alle prese con la formazione del suo nuovo governo. Tante le voci sulle conquiste e la vita sentimentale dell'uomo di Arcore. Dall'attrice Francesca Dellera a Sabina Began. Ma le donne non hanno portato fortuna a Berlusconi. Anzi, spesso hanno segnato in negativo la sua carriera politica. Basti pensare a quello che i giornali nel 2009 definirono lo 'scandalo Noemi': la presenza del leader forzista a Casoria, al compleanno di una giovane 18enne, Naomi appunto, fece molto discutere e di lì a poco la Lario chiese il divorzio. Un altro scandalo che determinò la sua caduta e accelerò la fine dell'esperienza governativa con il passaggio di testimone al tecnico Mario Monti, scoppiò nel 2010: stavolta a mettere nei guai l'allora premier fu il caso della tunisina Karima El Mahroug, nota a tutti come Ruby, che lui definì la ''nipote di Mubarak''. Senza contare la bufera mediatica e giudiziaria sollevata dalle cosiddette cene galanti a Villa San Martino e via del Plebiscito.
Già dalla prossima settimana il nuovo Dpcm entrato in vigore sabato 6 marzo potrebbe subire modifiche.
Suicidio assistito in Svizzera, Roberto è morto come voleva, il 34enne sardo affetto da Sla ha deciso di morire con dignità in una struttura elvetica
AGI È stata messa definitivamente la parola fine sulla vicende delle centinaia di bovini alla deriva su una nave nel Mediterraneo. Il loro abbattimento era stato sospeso in seguito a un ricorso delle società di trasporto alla Corte suprema spagnola che però lo ha respinto e pertanto che gli animali sulla Karim Allah verranno uccisi tutti, dopo che molti sono già stati fatti a pezzi e gettati a mare nel corso del viaggio. Ai piedi della Karim Allah è stata installata una tenda all'interno della quale verranno abbattuti e decine di container che serviranno per rimuovere le carcasse dal porto di Escombreras a Cartagena. L'associazione Animal Equality chiede che venga interrotta l'esportazione di animali al di fuori dell'Ue dalla Spagna e da tutto il territorio europeo in quanto non viene garantito il loro benessere. L'ultima tappa dopo due mesi di sofferenze Il viaggio dei vitelli e quindi giunto al termine dopo due mesi e mezzo di sofferenze. Gli 864 animali sopravvissuti, degli 895 partiti, saranno macellati al molo del porto di Escombreras a Cartagena in ottemperanza all'ordinanza emessa dal Ministero dell'Agricoltura, della Pesca e dell'Alimentazione. Gli avvocati della nave hanno cercato in tutti i modi di evitare l'abbattimento cercando di dimostrare che gli animali sono sani e accusano le autorità spagnole di bloccare i loro tentativi di dimostrarlo. Nonostante ciò, il controllo veterinario ufficiale effettuato tra il 25 e il 26 febbraio ha concluso che le condizioni dei vitelli, dopo più di due mesi di viaggio, impedivano loro di intraprendere un nuovo viaggio per essere riesportati e venduti al di fuori dell'Unione Europea. Il 18 dicembre 2020, la Karim Allah, che trasportava 895 vitelli, ha lasciato il porto di Cartagena, presumibilmente diretto a Iskenderun (Turchia). Ha quindi cambiato rotta e si è diretto a Tripoli (Libia). Si sospetta che i bovini fossero infetti dalla malattia della febbre catarrale e della blue tongue. Il Libyan National Animal Health Center ha rifiutato di approvare l'ingresso di bovini malati. La Karim Allah è partita e successivamente ha chiesto il permesso di attraccare a Biserta (Tunisia), presumibilmente per trasportare il foraggio per gli animali, ma gli è stato negato l'ingresso a Biserta o in qualsiasi altro porto tunisino ed è stato costretto a lasciare le acque territoriali tunisine. È stato avvistato nel porto di Augusta (Sicilia, Italia) il 28 gennaio. Ha lasciato Augusta, poi si è fermato ed è stato ancorato al largo di Cagliari (Sardegna, Italia), dove le autorità avevano predisposto un'ispezione. Tuttavia, la nave è fuggita prima dell'ispezione. Il 22 febbraio è arrivata nella Baia di Cartagena ed è attracca a Puerto de Escombreras il 25 febbraio (AGI)
L'attrice conquista i telespettatori di Sanremo 2021
La 'Pizza Riina' costa 6 euro e 20 ed è composta da peperoncino, olive e carciofi. La 'Pizza Cosa nostra' costa un euro in più, ma ci sono anche i pomodori freschi, la mozzarella e il parmigiano. Sono solo due delle 'specialità' che i clienti possono trovare presso la 'Pizzeria Mafiosi' di Colonia, in Germania. Proprio così. Pizzeria Mafiosi. Un ristorante che su Facebook ha come profilo l'immagine del Padrino. Un altro caso, dopo la bufera scoppiata, nei mesi scorsi, su una pizzeria di Francoforte che aveva deciso di chiamarsi 'Falcone e Borsellino'. Un ristorante con le pareti traforate di proiettili, con le foto dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, uccisi nelle stragi del 1992 a Palermo. Accanto ai giudici, il proprietario del ristorante, il tedesco Costantin Ulbrich, aveva scelto di accostare l'immagine di don Vito Corleone, protagonista de 'Il Padrino', interpretato da Marlon Brando. Ma la sorella di Giovanni Falcone, Maria, aveva presentato ricorso al tribunale tedesco denunciando la violazione della memoria dei due giudici chiedendo di inibire l'uso del nome Falcone e Borsellino. Ma nonostante i giudici tedeschi non abbiano dato ragione alla sorella del giudice, a dicembre il proprietario decise comunque di cambiare nome. Adesso un nuovo caso, stavolta a Colonia. Con la Pizzeria Mafiosi', che si trova Am Rondorfer Pfad, 18. Ma non è l'unica, a Muhlheim an de Ruhr, ad esempio, si trova la Pizzeria 'Cosa nostra', ad Hannover 'Mafia Pizza' e a Trier 'Pizza Mafia'. Uno schiaffo alle tante vittime innocenti di Cosa nostra che hanno perso la vita per dire no alla mafia. Ma perché in Germania è diventata una moda chiamare i ristoranti con i riferimenti alla mafia? "Bisogna distinguere intanto tra i ristoranti che sono gestiti da italiani o da tedeschi", spiega all'Adnkronos Sandro Mattioli, Presidente dell'associazione tedesca 'Mafia Nein Danke' (Mafia no grazie ndr), che da anni si batte contro la criminalità organizzata ma anche contro le pizzerie che hanno nomi con riferimenti a Cosa nostra. "Il ristorante a Francoforte che prendeva il nome di 'Falcone e Borsellino' - spiega - era gestito, ad esempio, da un tedesco". L'associazione 'Mafia Nein Danke' è nata nel 2007 dopo l'attentato di Duisburg, quando vennero uccise sei persone davanti a un ristorante italiano. Nel 2016 l'associazione diretta da Mattioli, che vive a Berlino, avviò una campagna di sensibilizzazione per evitare proprio l'utilizzo di parole "come 'Mafia', o 'Il Padrino' - racconta Mattioli - e abbiamo notato che l'uso di queste parole avviene sia in ambito italiano che tedesco, ma il significato è ben diverso. Perché se un italiano usa il nome del boss Riina per una pizza vuol dire qualcosa di completamente diverso rispetto all'uso che ne fa un tedesco. Perché i tedeschi fondamentalmente sono ignoranti in materia. C'è meno consapevolezza". In quel contesto arrivarono "una ventina di segnalazioni" e "poi abbiamo fatto una mostra in ente di formazione a Berlino e in più abbiamo parlato con imprenditori e abbiamo chiesto per quale motivo avessero usato queste parole". "Il primo problema è che, a prescindere se sono italiani o tedeschi, i ristoratori pensano che questo nome possa essere una promozione del proprio esercizio. Io, ad esempio, vengo da un paese dove c'è una pizzeria che ha la 'Pizza Cosa nostra' sul menu". E aggiunge: "Una pizzeria che si chiama 'Mafiosi' andrebbe boicottata, ma il fatto che ci siano tutti questi ristoranti dimostra che la nostra speranza di boicottare questi posti non funziona". Tra i componenti dell'associazione ci sono sia italiani che tedeschi. Non solo ristoratori. Grazie all'associazione che collabora con la Polizia tedesca è stato sventato un tentativo di estorsione. "Facciamo advocay - dice Mattioli - siamo una specie di una ong, insomma un think thank, il nostro obiettivo è di fare sensibilizzazione". Proprio mercoledì prossimo saranno ospiti presso Comitato economico sociale europeo, a cui partecipano tanti deputati europei. "In Germania abbiamo una crescita pazzesca - dice - c'è tanta gente che chiede come può partecipare all'associazione 'Mafia Nein Danke', ma siamo radicati in un contesto tedesco, facciamo da tramite tra l'Italia e la Germania". L'associazione lavora anche "per fermare il riciclaggio nell'edilizia". E anche grazie a loro in Germania è stata approvata una norma. Così come nelle scommesse on line. E adesso "stiamo lavorando sulla confisca". Secondo la giornalista freelance Cristina Giordano, un'italiana che vive in Germania dove lavora per Wdr Cosmo e la Radiotelevisione svizzera, "non è una novità, ma sorprende sempre trovare in Germania ristoranti e pizzerie che usano ancora la mafia come elemento folkloristico". "Qui la mafia è ancora troppo spesso percepita come fatto 'di colore', o 'cinematografico'. Nell’immaginario collettivo di chi si affida a queste folli scelte di marketing, sembra prevalere il volto di Marlon Brando ne 'Il padrino' che i sei corpi uccisi nella strage di Duisburg", è la dura presa di posizione di Cristina Giordano. "La cosa sconvolgente è che chiamare una pizzeria 'I mafiosi' o 'Cosa Nostra', una pizza 'Al Capone' o 'Totò Riina' dovrebbe persino assicurare il made in Italy, la fedeltà all’Italia, garantirne l’originalità, benché spesso sia le ricette, che i proprietari, con l’Italia non hanno nulla a che fare - dice la giornalista all'Adnkronos - Che ci sia molta confusione culturale, lo dice anche anche che una pizzeria intitolata a 'Falcone e Borsellino' è dovuta finire in tribunale, prima che i proprietari si accorgessero dell’assurdità. Se dal punto di vista della lotta alla criminalità organizzata la Germania ha fatto passi in avanti, anche nella stessa collaborazione tra le forze di polizia italiane e tedesche, manca ancora troppo spesso la comprensione culturale del fenomeno mafioso". "Perché qui nessuno si sognerebbe di intitolare una birreria al nazismo, o chiamare una birra 'Goebbels'"..., conclude. (di Elvira Terranova)