Salvini sul Cts: bene il cambio, lo chiedevamo, come con Arcuri
"Se arrivassero anche i vaccini sarebbe il massimo"
L’uomo è stato accusato di guida pericolosa, ma ha comunque fornito diversi dettagli sulla vicenda riguardante il cadavere trovato in auto.
Pioggia e grandine nel weekend di sabato 17 e domenica 18 aprile. Nel prossimo fine settimana l'Italia si troverà inserita in una configurazione dalle caratteristiche più invernali che primaverili. Numerosi corpi nuvolosi interesseranno molte regioni provocando improvvise precipitazioni, anche temporalesche e con locali grandinate. Il team del sito www.iLMeteo.it informa che anche nel weekend le temperature si terranno sotto la media del periodo, condizionate dall'afflusso di aria più fredda dai quadranti settentrionali. Sarà quest'aria che a contatto con il nostro mare genererà intensi corpi nuvolosi capaci di scaricare precipitazioni a tratti forti e sotto forma di temporale. Sabato sarà la Sardegna a provare per prima un tempo temporalesco nel corso del pomeriggio, mentre domenica si aggiungeranno gli Appennini centrali, le zone limitrofe ad essi e in serata anche la Sicilia e la Calabria. Le precipitazioni potranno cadere anche sotto forma di grandine. Ma se al Centro-Sud il tempo sarà spiccatamente instabile anche al Nord non sarà da meno; dopo un sabato che trascorrerà con un tempo discreto, addirittura con un temporaneo seppur contenuto aumento termico, domenica tornerà l'incertezza. La neve cadrà nuovamente sull'arco alpino, stavolta a quote superiori ai 1200 metri e qualche precipitazione a carattere sparso potrà interessare alcune zone della Pianura Padana. Le temperature, dopo un breve sussulto verso l'alto atteso per sabato (in particolar modo dove sarà più soleggiato) torneranno a diminuire di 3-5°C nella giornata di domenica. Per avere un clima decisamente più mite dovremmo aspettare la prossima settimana. Giovedì 15. Al nord: spesso instabile con precipitazioni, nevose in collina. Al centro: precipitazioni soprattutto nel pomeriggio sugli Appennini e zone limitrofe. Al sud: piogge su Sicilia e reggino, asciutto altrove. Venerdì 16. Al nord: instabile su torinese e cuneese, sole altrove. Al centro: peggiora in Sardegna con piogge, molte nubi altrove. Al sud: cielo coperto, piogge dalla Sicilia verso Cilento, cosentino, Basilicata e Puglia meridionale. Sabato 17. Al nord: soleggiato. Al centro: instabile in Sardegna, in Abruzzo e Molise. Al sud: molte nubi, qualche pioggia sugli Appennini e in Puglia. Domenica a tratti instabile su molte regioni.
Can Yaman è sparito da Instagram: cosa è successo al fidanzato di Diletta Leotta?
Belen è splendida in dolce attesa e si gode la gravidanza alle Maldive insieme al fidanzato. Ma quanto costa il resort in cui stanno soggiornando?
Cambia anche il coprifuoco. Sarà la cabina di regia convocata dal premier Draghi a delineare il percorso, in base alla curva dei contagi.
Brasile, mancano i sedativi: pazienti intubati svegli, il cupo racconto al sito G1 di un'infermiera dell'ospedale Albert Schweitzer di Realengo
In una recente foto di famiglia dei Ferragnez con Vittoria, Leone e la bisnonna Luciana, i fan hanno notato un preciso dettaglio: ecco di cosa si tratta
Alfonso Signorini ha confermato che sarà al timone del GF Vip 6 e ha annunciato chi vorrebbe come nuovo concorrente dello show.
Ilary Blasi ha fatto una sorpresa a suo marito, Francesco Totti, che l'ha mostrata orgoglioso ai fan dei social.
Per tentare di risolvere la carenza di semiconduttori per il settore automotive, già duramente provato dalla crisi dovuta alla pandemia globale di Covid-19, scendono in campo il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e una delle principali multinazionali statunitensi del settore, Intel. Nel corso di un incontro con i vertici di 19 grandi aziende operanti a livello globale (tra cui Mary Barra di General Motors, Jim Farley di Ford e Carlos Tavares del gruppo Stellantis) tenutosi lunedì, il governo degli Stati Uniti ha dichiarato di aver predisposto uno stanziamento da 50 miliardi di dollari per sostenere il settore dei semiconduttori e risolvere le criticità che stanno affliggendo numerosi comparti industriali, a partire dall'auto. Il presidente Biden ha promesso in primis il sostegno bipartisan ad una legislazione denominata "Chip for America" che favorisca le attività di ricerca-sviluppo e produzione negli Stati Uniti. «La crisi dei chip minaccia anche la sicurezza nazionale visto il loro pervasivo utilizzo nel campo delle telecomunicazioni e delle nuove tecnologie. Anche per questo motivo nei prossimi giorni la commissione per il Commercio del Senato terrà un primo incontro su una misura bipartisan per rafforzare la ricerca e affrontare soprattutto la concorrenza cinese» ha dichiarato Biden. L’iniziativa ha spinto Intel, tra i maggiori produttori globali di semiconduttori, ad annunciare un ambizioso piano per risolvere la carenza dei componenti destinati al settore automobilistico. L'azienda ha intenzione di mettere a disposizione di altri produttori una parte della sua capacità produttiva per risolvere le attuali carenze nelle forniture nel breve termine. A questo scopo avrebbe già avviato trattative con realtà specializzate nella progettazione di semiconduttori per l’automotive al fine di avviare entro i prossimi sei/nove mesi la produzione in alcuni impianti USA (Oregon, Arizona e New Mexico), così come oltreoceano, in Israele e Irlanda. L'amministratore delegato di Intel Pat Gelsing ha spiegato che «La soluzione di aprire gli stabilimenti a terze parti sarebbe decisamente più rapida rispetto, ad esempio, alla costruzione di nuove fabbriche, che richiederebbe dai tre ai quattro anni di lavoro. Per il futuro, dato l’aumento della domanda da parte delle Case automobilistiche ed il crescente utilizzo di microprocessori legato all’elettrificazione e alla digitalizzazione, serviranno comunque nuovi impianti e Intel intende realizzarne tra gli Stati Uniti e l’Europa, con il chiaro obiettivo di contrastare l’attuale predominio asiatico».
La direttrice dell'agenza del farmaco della Danimarca Tanja Erichsen è svenuta dopo aver annunciato lo stop al vaccino AstraZeneca nel paese.
La Campania si avvia verso la zona arancione: l'incidenza dei casi è ancora alta ma ricoveri e contagi mostrano segni di discesa.
Era il bambino biondo con il naso schiacciato, amico di uno dei cani più famosi della storia del cinema: Rin Tin Tin. Lee Aaker, star della serie televisiva "Le avventure di Rin Tin Tin", è morto in Arizona, da indigente, il primo aprile scorso. La notizia è stata data dal suo amico, Paul Peterson. "Per dire arrivederci a Lee Aaker - ha scritto sui social - devi avere una certa età e ricordare Rin Tin Tin. Lee è morto in Arizona, solo e dimenticato, classificato come 'deceduto indigente'". Nato a Inglewood, California, il 25 settembre '43, figlio della proprietaria di una scuola di ballo, Aaker venne scoperto dal leggendario regista Fred Zinnemann e fatto recitare in un corto del '51, "Benjy", destinato alla raccolta fondi per un ospedale ortopedico di Los Angeles. Voce narrante di Henry Fonda, nel breve film Aaker interpretava il ruolo di un bambino con la scoliosi che ha la possibilità di sottoporsi a una cura decisiva, ma solo se ottiene il permesso dai genitori che lo avevano abbandonato. Il film vinse l'Oscar come miglior documentario. Da bambino prodigio a tossicodipendente Dopo aver fatto la comparsa in 'Mezzogiorno di fuoco', senza apparire nei credits, Aaker conquistò la celebrità nel ruolo di 'Rusty', il giovane amico di Rin Tin Tin, nella serie televisiva prodotta dal '54 al '59 dalla Abc, e ispirata al celebre pastore tedesco del cinema degli anni '20. Rin Tin Tin divenne l'alternativa a Lassie, e Aaker, che cantava e ballava dall'età di 4 anni, il beniamino del pubblico. Dopo qualche apparizione in alcuni film, tra cui 'Hondo', con John Wayne e Geraldine Page, l'ex bambino prodigio spese tutti i soldi accumulati, girando il mondo come una sorta di 'figlio dei fiori', finendo per ritirarsi in Arizona, dove ha combattuto per anni la dipendenza dalla droga e dove ha trovato la morte.
Modella precipita dalla finestra di un B&B: è successo a Roma, dove le indagini sono ancora in corso. Per il momento non si esclude alcuna pista.
AGI - Il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, attacca il premier italiano Mario Draghi per le dichiarazioni dell'8 aprile scorso, quando il presidente del Consiglio definì "dittatore" il leader turco. Parole "impertinenti e maleducate" ha affermato Erdogan in un video su Twitter rilanciato anche dall'agenzia Anadolu. "Non è stato neanche eletto e danneggia le relazioni tra Turchia e Italia" ha rincarato la dose riferendosi a Draghi. E ancora: "L'uscita del presidente del Consiglio italiano denota una totale mancanza di equilibrio e assoluta impertinenza. Le sue parole hanno colpito come un'ascia le relazioni tra Italia e Turchia, che erano giunte a un livello assai buono fino a quando il signor Draghi non ha parlato in questo modo. Lui è stato nominato, non è stato neanche eletto. Prima di parlare di Erdogan in questi termini tenga bene a mente la propria storia", ha aggiunto. Mario Draghi ... ... pic.twitter.com/shx02YvNRT — Nicole Elisei (@EliseiNicole) April 8, 2021 Il giudizio di Draghi, in risposta a una domanda in conferenza stampa, fu rilasciato facendo seguito all'incidente diplomatico di cui era rimasta vittima la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per la quale il cerimoniale del presidente turco non aveva predisposto una sedia nella visita ad Ankara assieme al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.
Per quanto tempo si è protetti dal Covid una volta che si è stati contagiati? La risposta arriva dai ricercatori italiani
Il rapper milanese difende la ragazza vittima di omofobia e la supporta con una donazione.
Dopo il Grande Fratello Vip, vedremo Pierpaolo Pretelli e Giulia Salemi anche a Temptation Island?
Macaulay Culkin e Brenda Song sono diventati genitori del loro primo figlio: il bambino si chiama Dakota.
AGI - La Nato terrà oggi un vertice ministeriale per discutere il crescente rischio di un conflitto militare in Ucraina, il giorno dopo la proposta di un vertice faccia a faccia in un Paese terzo avanzata dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, al presidente russo, Vladimir Putin. Il pericolo di un'escalation nel Donbass è solo una delle numerose questioni sul tavolo che l'inquilino della Casa Bianca intende discutere con il capo del Cremlino, al quale ha telefonato ieri. La prima conversazione tra i due leader dall'insediamento di Biden è arrivata un mese dopo l'intervista nel quale l'ex numero due di Obama aveva suscitato l'ira del collega russo definendolo "un assassino". Mentre Mosca continua ad ammassare truppe al confine con l'Ucraina e si contano ogni giorno nuove vittime negli scontri tra governativi e separatisti filorussi nel Donbass, Biden ha avvertito Putin che "agirà con fermezza" in difesa di Kiev e lo ha esortato ad allentare la morsa. "Profonda preoccupazione" per l'aumento del contingente militare russo sul confine orientale ucraino è stata manifestata dall'Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell e dal segretario di Stato Usa, Antony Blinken. Da Bruxelles, Blinken ha ribadito il sostegno degli Stati Uniti all'integrazione euro-atlantica dell'Ucraina di fronte alle "aggressioni" di Mosca nel Donbass e in Crimea, dopo un incontro con il ministro degli Esteri ucraino, Dmitro Kuleba. Blinken e il capo del Pentagono, Lloyd Austin, saranno oggi a Bruxelles, nel quartier generale della Nato, per partecipare alla videoconferenza dei ministri degli Esteri e della Difesa dell'alleanza, con i quali si consulteranno sull'escalation militare russa e sulla presenza militare in Afghanistan. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha manifestato apprensione alla vigilia del summit. "Negli ultimi giorni la Russia ha mobilitato migliaia di soldati pronti al combattimento lungo i confini con l'Ucraina. Si tratta della più grande mobilitazione di uomini al confine dall'annessione illegale della Crimea nel 2014", ha dichiarato Stoltenberg a Bruxelles in una conferenza stampa congiunta con Kuleba. "E' un comportamento ingiustificato, inspiegabile e profondamente preoccupante", ha sottolineato il segretario generale della Nato. Anche i ministri degli Esteri del G7 hanno chiesto al Cremlino di "cessare le provocazioni". La Russia, per ora, non sembra però intenzionata ad abbassare la tensione. Il viceministro degli Esteri, Sergei Ryabkov, ha accusato la Nato di aver trasformato l'Ucraina in una "polveriera" e di fornire sempre più armi a Kiev. Ryabkov ha ribadito che, in caso di un'escalation militare, è pronta a fare "tutto il necessario" per proteggere i suoi concittadini nelle regioni separatiste del Donbass, che comprende i tre oblast orientali dell'Ucraina. Secondo Kiev, il numero di militari russi dispiegati al confine con l'Ucraina è salito a 41 mila effettivi ai quali vanno aggiunti altri 42 mila stanziati in Crimea. Al contingente di terra si aggiungono le 15 navi militari che la Russia sta spostando dal Mar Caspio nel Mar Nero. "Un'operazione di routine", secondo Mosca, che appare però una replica all'invio di due cacciatorpediniere Usa nel Mar Nero comunicato venerdì scorso da Washington ad Ankara.