Ue, il punto sui vaccini tra produzione di massa e ritardi nella distribuzione
Le criticità e gli sforzi della campagna vaccinale in Europa al centro dell'intervento della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen
Alberto Genovese, l'imprenditore del web in carcere dal 6 novembre, ha negato di aver violentato la modella 23enne a Ibiza a luglio, così come aveva fatto dopo l'arresto per il caso della 18enne
"Sono pronto a ripetere in tribunale, nella forma e nella sostanza, quello che ho detto in tv su Giorgia Meloni". Lo dice Vauro a 'Next Quotidiano', risponde a Giorgia Meloni che ha minacciato di portarlo in tribunale, in seguito alle dichiarazioni che il disegnatore e vignettista toscano ha rilasciato ieri a 'Diritto e rovescio', la trasmissione condotta da Paolo Deldebbio. “Mi sorprendono sempre i neofascisti che si offendono se li chiami così. Io mica mi offendo se mi chiami comunista”, ha aggiunto Vauro. Tutto nasceva dalle offese ormai note rivolte dal professor Giovanni Gozzini alla leader di Fratelli d'Italia. Vauro ha preso le distanze in modo netto da quegli epiteti, senza tuttavia esprimere solidarietà nei confronti della diretta interessata. Il motivo lo ha spiegato lui stesso in diretta tv: "Sono colpito in negativo dalle espressioni utilizzate dal professore. La Meloni è stata ingiustamente offesa, ma quando Liliana Segre è andata in Senato a istituire la commissione contro l’odio, tutta l’aula si è alzata in piedi, tranne i senatori di Fratelli d’Italia e Lega. La Meloni è leader di un partito che ha cavalcato la xenofobia e il fascismo e io non do alcuna solidarietà".
Ancora casi di positività al festival di Sanremo dove una ballerina del corpo di ballo di Elodie e un tecnico di radio Rai sono risultati positivi.
Pasquale ha chiesto l'intervento del programma per cercare di recuperare il rapporto con la moglie Anna.
AGI - Individuato il meccanismo responsabile delle complicanze trombotiche nei pazienti affetti da Covid-19. Lo ha annunciato un gruppo di ricercatori del Centro Cardiologico Monzino e dell'Università degli StuI di di Milano, guidati da Marina Camera, responsabile dell'Unità di Ricerca di Biologia Cellulare e Molecolare Cardiovascolare del Monzino e professore associato di Farmacologia presso l'ateneo milanese, in collaborazione con Gianfranco Parati e Martino Pengo dell'Istituto Auxologico Italiano di Milano e dell'Università di Milano Bicocca. I risultati, pubblicati sul Journal of the American College of Cardiology: Basic to Translational Science, aprono la strada all'uso dei farmaci in grado di bloccare i trombi arteriosi, come la comune aspirina. Lo studio ha analizzato in 46 pazienti affetti da Covid-19, ricoverati presso l'Ospedale S.Luca, IRCCS Istituto Auxologico Italiano di Milano, lo stato di attivazione delle cellule del sangue, mediante analisi citofluorimetrica, e lo ha confrontato con quello di soggetti sani e di soggetti cardiopatici. "I pazienti con forme gravi di polmonite da SARS-CoV-2 - spiega Camera - soffrono di ipossiemia non solo per l'infiammazione degli alveoli polmonari, ma anche per la presenza di micro e macro trombi nel sangue, che possono occludere i vasi polmonari. Nella prima fase del nostro studio abbiamo evidenziato come l'attivazione piastrinica presente in questi pazienti possa essere responsabile della formazione di questi trombi. Quando l'organismo viene attaccato da agenti patogeni, come il SARS-CoV-2, attiva la sua risposta immunitaria rilasciando nel sangue delle proteine chiamate citochine infiammatorie, tra cui l'Interleukina-6. A volte, tuttavia, questa reazione può essere esageratamente violenta, e il rilascio di citochine eccessivo, tanto da dare luogo alla cosiddetta 'tempesta citochinica'. In queste circostanze l'endotelio dei vasi sanguigni si attiva e, riducendo la produzione di prostaciclina e ossido nitrico, due importanti fattori anti-aggreganti, perde il controllo sulle piastrine. Anche i monociti e i granulociti circolanti si attivano e ognuna di queste cellule rilascia nel flusso sanguigno delle microvescicole che hanno un elevato potenziale protrombotico. In questo contesto le numerose piastrine attivate si aggregano con i granulociti e monociti circolanti e, insieme con le microvescicole, concorrono alla formazione dei microaggregati che possono ostruire il microcircolo polmonare". Parati aggiunge che "queste alterazioni possono tra l'altro contribuire alle importanti alterazioni della emodinamica polmonare che il gruppo di ricerca di Auxologico, in collaborazione con l'Ospedale Papa Giovanni XIII di Bergamo, ha recentemente descritto nei pazienti con gravi forme di Covid-19 (Sergio Caravita e coll.- European Journal of Heart Failure 2021)". Paola Canzano e Marta Brambilla, ricercatrici del Monzino e coautrici dello studio, osservano: "Nella seconda parte dello studio abbiamo riprodotto la massiccia attivazione piastrinica documentata nei pazienti Covid-19, mettendo in contatto cellule del sangue di soggetti sani con il plasma dei pazienti Covid-19. Abbiamo così dimostrato che le anomalie emostatiche causate dal SARS-CoV-2 non sono una conseguenza diretta del virus, ma hanno origine dalla tempesta di citochine, in particolare dell'eccesso interleukina-6". "Questo risultato - continua Camera - spiega perché il Tocilizumab, un anticorpo monoclonale diretto contro il recettore dell'interleukina-6, è in grado di evitare l'attivazione piastrinica. Pertanto, in un'epoca in cui si persegue il concetto di medicina personalizzata, il suo impiego è da riservare per quei pazienti che presentano elevati livelli di interleukina-6". "Il messaggio clinico più forte della nostra ricerca - conclude la ricercatrice - è che per tutti i casi di Covid-19 la terapia può essere ottimizzata inserendo l'anti-aggregante più noto e diffuso: l'acido acetilsalicilico, cioe' l'Aspirina. I protocolli terapeutici attualmente in uso prevedono l'uso di Eparina, che è un anticoagulante, tipicamente indicato per il trattamento dei trombi venosi, derivanti per lo più dall'allettamento o dalla mancanza di movimento fisico. L'attivazione piastrinica che abbiamo documentato nel nostro studio, e che è stata confermata anche in altri studi internazionali, suggerisce l'utilizzo specifico di un antiaggregante. L'analisi osservazionale pubblicata oggi si pone come razionale scientifico dei trial clinici attualmente in corso che stanno valutando l'efficacia degli antiaggreganti nel trattamento delle temibili complicazioni trombotiche dell'infezione da SARS-CoV-2".
Con l'inizio della prima settimana di marzo, oltre a iniziare la primavera meteorologica, si imporrà sul nostro Paese una nuova struttura anticiclonica che non avrà più caratteristiche sub-tropicale come quella di questi giorni, ma sarà in parte alimentata da venti più freschi che spazzeranno le nuvole su gran parte d'Italia. Il team del sito www.iLMeteo.it comunica che da lunedì 1 marzo le nuove sembianze dell'alta pressione favoriranno una pulizia quasi totale del cielo: su quasi tutte le regioni le nuvole saranno decisamente rare. Tutto ciò oltre a facilitare un importante irraggiamento diurno tale da far raggiungere alla colonnina di mercurio valori molto gradevoli, farà anche raffreddare molto velocemente la terra dopo il tramonto cosicché le temperature notturne potranno tornare a raggiungere misure prossime allo zero o vicino ad esso soprattutto al Nord e nelle zone interne del Centro. Tale situazione però sarà un fuoco di paglia in quanto in prossimità del primo weekend di marzo, una massa d'aria molto fredda di origine polare potrebbe piombare sull'Italia creando le basi per il tipico colpo di coda dell'inverno, con il ritorno delle precipitazioni, nevose sulle nostre montagne. NEL DETTAGLIO Domenica 28. Al nord: cielo coperto al Nordovest, sereno altrove. Al centro: bel tempo prevalente. Al sud: molte nubi sugli Appennini, più sole altrove. Lunedì 1 marzo: al nord cielo sereno su tutte le regioni. Al centro: qualche nube di passaggio sulla Sardegna, sulle regioni peninsulari invece, tutto sole. Al sud: ampio soleggiamento.
AGI - Il primo a lasciare il seggio a Montecitorio, a un anno esatto dall'avvio della legislatura, era stato Guido Crosetto. Al terzo tentativo, il 13 marzo del 2019, era riuscito a far accettare all'Aula le sue dimissioni da deputato di Fratelli d'Italia. Sulla stessa strada, negli ultimi mesi lo hanno seguito Pier Carlo Padoan e Maurizio Martina. E ora la 'fuga di cervelli' dal Parlamento prosegue con Marco Minniti. L'ex ministro dell'Interno del governo Gentiloni, si trasferisce a Leonardo, dove dirigerà, secondo la notizia anticipata da Repubblica, la fondazione Med-or. Tra cambi di casacca, responsabili, costruttori e parlamentari in lite con i loro partiti l'assetto dei gruppi di Camera e Senato varia continuamente, e non solo in questa legislatura. Ma a modificarlo non sono sempre questioni politiche. Pier Carlo Padoan ha lasciato la Camera (dove era stato eletto come indipendente) il 4 novembre scorso dopo due anni di mandato e dopo l'esperienza come titolare del Mef nei governi Renzi e Gentiloni, per tornare ad occuparsi direttamente di economia. Siede nel consiglio di amministrazione di Unicredit dove ha portato le sue capacita' maturate al Fondo monetario e all'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo internazionale. Anche Maurizio Martina è rimasto alla Camera per meno di una legislatura, ma la sua esperienza politica data dalla gioventù. Lombardo, a settembre ha compiuto 42 anni, Martina ha affiancato alla passione per la politica quella per i temi dell'ambiente e dell'agricoltura. È stato segretario del partito democratico dal marzo al novembre del 2018 e ministro delle Politiche agricole nei governi Renzi e Gentiloni. Alle ultime primarie dem è arrivato secondo con il 22% delle preferenze dietro al Nicola Zingaretti e davanti a Roberto Giachetti. Il 20 gennaio ha ufficializzato le dimissioni da deputato per accettare l'incarico di vicedirettore della Fao. Politico di lungo corso, Marco Minniti si sposta dalle aule del Parlamento agli uffici di Leonardo. Eletto per cinque legislature, è stato per quattro volte deputato e per una senatore. È stato sottosegretario alla presidenza del consiglio con Massimo D'Alema dal 1998 al dicembre del 1999, sottosegretario alla Difesa con Amato, vice ministro dell'Interno con Prodi e nuovamente sottosegretario a Palazzo Chigi prima con Enrico Letta e poi con Matteo Renzi. Paolo Gentiloni lo ha voluto ministro dell'Interno del suo governo. Anche per lui, quando l'Aula di Montecitorio accetterà le sue dimissioni, le dispute interne al Pd e gli scontri in Parlamento saranno un ricordo.
Nel terribile incidente, avvenuto in provincia di Cuneo, ha perso la vita un 16enne.
L'uomo ha aggredito la moglie perché stava chattando al cellulare. La polizia di Partinico (Palermo) lo ha arrestato grazie alla segnalazione del figlio.
Amore e lavoro: Paolo Fox spiega come evolveranno i parametri secondo il suo oroscopo nel periodo settimanale dall'1 al 7 marzo 2021.
AGI - Dopo che la Food and Drugs Administration ha dato il via libera all'autorizzazione di emergenza per il vaccino monodose contro il coronavirus prodotto da Johnson & Johnson, l'agenzia europea per il farmaco (Ema) potrebbe dare la sua approvazione e iniziare la distribuzione già alla fine di marzo o a inizio aprile. Il ministro francese dell'industria, Agnes Pannier-Runacher, intervistata all'emittente France 3, ha spiegato che l'Ema sta esaminato tutti i dati comunicati da Johnson & Johnson. Il 'via libera' sarà concesso "all'inizio di marzo" e le prime dosi dovrebbero "arrivare tra fine marzo e inizio aprile" visto che c'è un ritardo nella produzione, ma il tema è ancora "oggetto di discussione con i laboratori". "E' un'ottima notizia", ha aggiunto, "perché questo vaccino richiede una singola dose, anche se è possibile -ma non è certo- che richieda un richiamo" Quello di J&J è il terzo siero anti Covid approvato negli Stati Uniti dopo quelli sviluppati da Pfizer/BioNTech e Moderna. L'agenzia Usa ha constatato che il vaccino prodotto dalla compagnia statunitense è "altamente efficace nel prevenire le formi gravi di Covid-19, incluse quelle derivanti dalle nuove varianti". Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha espresso soddisfazione, ma ha avvertito che la battaglia contro la pandemia è tutt'altro che finita. "Questa è una fantastica notizia per tutti gli americani, nonché uno sviluppo incoraggiante nei nostri sforzi per porre fine alla crisi", ha dichiarato Biden in una nota, avvertendo però che "non possiamo abbassare la guardia ora o dare per scontato che la vittoria sia inevitabile". Come funziona il vaccino Johnson&Johnson Già a fine luglio il vaccino messo a punto dalla Johnson&Johnson aveva dato prova di una "forte risposta immunitaria". Uno studio pubblicato su Nature, rivelava che il vaccino, basato su vettori derivati da adenovirus di serotipo 26 (Ad26) aveva indotto una forte risposta immunitaria come provato dagli "anticorpi neutralizzanti", riuscendo a prevenire infezioni successive e proteggendo completamente o quasi completamente dal virus i polmoni di primati non umani (NHPs) nello studio pre-clinico. Era stato grazie a questi dati che era stato poi avviato un trial clinico su volontari sani negli Stati Uniti e in Belgio. "Il nostro vaccino contro il SARS-CoV-2 ha dato luogo ad una forte risposta anticorpale e ha fornito una protezione completa o quasi completa con una singola dose", aveva sottolineato Paul Stoffels, Vice Presidente del Comitato Esecutivo e Chief Scientific Officer di Johnson & Johnson, sottolineando la peculiarità del siero prodotto dall'azienda rispetto a tutti gli altri: essere pienamente efficace con una sola dose. Il vaccino prodotto anche in Italia Una produzione di vaccini che parte dal New Jersey e arriva in Belgio, passando dall'Olanda e dall'Italia. È la rete industriale su cui poggia la Johnson & Johnson, il terzo gruppo farmaceutico pronto con un vaccino anti-Covid approvato dalla Fda. Il quartier generale è a New Brunswick, nella piana industriale dello Stato del New Jersey, a meno di 80 chilometri da New York, ma è tra Massachusetts e Europa che il vaccino è nato. Tre sono i luoghi chiave: il centro di ricerca Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, dove i ricercatori hanno lavorato in sinergia con quelli del centro vaccini Janssen Pharmaceutical di Beerse, in Belgio, e del Centro biologico Janssen di Leiden, in Olanda, a cinquanta chilometri da Amsterdam. In questo triangolo si sono concentrate le tre fasi obbligatorie di sperimentazioni del vaccino sui volontari. Ma la seconda fase, quella operativa, ha visto l'allargamento della rete di produzione. Per aumentare la produzione l'azienda americana ha stretto dal 2020 una partnership con la Catalent, che ha sede in New Jersey. L'accordo prevede che una parte della produzione dei vaccini venga fatta in Usa e in Italia, nello stabilimento di Anagni della Catalent, in provincia di Frosinone. Un altro accordo, per la produzione quinquennale di vaccini, è stato siglato con la Emergent BioSolutions, i cui stabilimenti si trovano in Maryland. La società farmaceutica francese Sanofi ha inoltre offerto a J&J il proprio stabilimento di Marcy l'Etoile per la produzione del vaccino Janseen (controllata J&J) ad un ritmo di 12 milioni di dosi al mese. Un quarto vaccino potrebbe arrivare a breve: Sanofi e GlaxoSmithKline hanno annunciato la sperimentazione su 720 adulti. Se la risposta sarà incoraggiante, le prime dosi potrebbero essere disponibili da ottobre.
Cecilia Rodriguez e Ignazio Moser, ospiti di Verissimo, hanno confessato il loro grande desiderio di diventare presto genitori.
Uno yatch di lusso dal valore di oltre 10 milioni di dollari si è scontrato contro una banchina, nel porto di Sint Maarten, riportando svariati danni.
“Sapevo fosse grave, ma non fino a questo punto”. Valerio Scanu ripercorre il dramma vissuto per la morte del padre a causa del Covid-19.
Durante un confronto tra Dayane Mello e Tommaso Zorzi, la modella ha spiegato di aver amato Rosalinda mesi fa ma di non averlo confessato.
"Matteo Renzi riceve soldi da un fondo saudita e adesso deve dimettersi, punto". Lo dice in un'intervista al Fatto quotidiano l’ex deputato del M5S, Alessandro Di Battista. "Non è un politico, è un lobbista di se stesso. Ma in qualsiasi Paese del mondo Renzi si sarebbe già dovuto dimettere, perché c’è di mezzo anche la sicurezza nazionale. Il rapporto della Cia conferma ciò che tutti già sapevano, e che era già noto quando il senatore si recava in Arabia Saudita. L’ex premier - incalza Di Battista - è stato lì per lodare il principe anche durante la crisi politica che lui stesso ha provocato. Ma essendo tornato al governo, nessuno gli chiede le dimissioni, e solo in queste ore qualcuno sta cominciando a chiedergli conto di quanto accaduto". Per Di Battista, "il caso di Renzi dimostra che è assolutamente prioritaria una legge sul conflitto d’interessi, che impedisca ai politici in carica di prendere soldi da enti esteri e che eviti la commistione tra banche e mondi finanziari in una fase così delicata, che si presta alla speculazione. E poi c’è il tema delle porte girevoli tra la politica e le aziende. Due ex ministri del governo Gentiloni, prima Padoan e ora Minniti, sono passati dall’essere deputati a incarichi per imprese attive nei settori di cui si occupavano da ministri. È tutto a norma di legge, ma in un Paese normale non dovrebbe accadere".
"Il Pam non ha organizzato la protezione in modo opportuno. Non hanno fatto quello che va fatto per una zona a rischio. Sicuramente dentro il Pam qualcuno sapeva che la scorta non era efficace". Lo ha dichiarato al 'Corriere della Sera' Zakia Seddiki, la moglie dell'ambasciatore Luca Attanasio, ucciso lunedì scorso nella Repubblica Democratica del Congo in un'imboscata in cui hanno perso la vita anche il carabiniere Vittorio Iacovacci che lo accompagnava e l'autista Mustapha Milambo. Attanasio "è stato tradito nel senso che chi ha organizzato sapeva che la sicurezza non era nella misura adeguata per proteggere lui e le persone con lui", ha insistito Seddiki, affermando che l'ambasciatore "è stato invitato dal Programma alimentare mondiale per una visita su un progetto del Pam per le scuole. Era previsto che organizzassero tutto loro". "Non è che il Pam sia una piccola organizzazione. Hanno detto ce ne occupiamo noi ed è giusto fidarsi di un'organizzazione così grande, soprattutto parlando di questo - ha aggiunto - Luca non ha mai fatto un passo fuori dalla residenza o dall'ambasciata senza la sua scorta e senza i controlli della sicurezza. Si è fidato".
Tra i protagonisti della puntata Cristina, che ha chiesto l'intervento del programma per fare una bellissima sorpresa a Patrizio.
AGI - Martedì prossimo arriva in tribunale, a Parigi, la disputa milionaria sul quadro di Camille Pissarro, 'Pastora che fa rientrare il suo gregge', rubato oltre 80 anni fa dai nazisti e finito dopo varie vicissitudini al museo dell'Università dell'Oklahoma, negli Stati Uniti. Esposto dal 2017 al Musée d'Orsay, dovrebbe tornare negli Usa alla fine dell'anno, ma la figlia adottiva del proprietario a cui fu sottratto all'epoca delle grandi razzie di opere d'arte detenute da proprietari ebrei, ne rivendica la restituzione, perché resti a Parigi. Léone-Noelle Meyer, pediatra in pensione ed ex presidente delle Galeries Lafayette, 81 anni, è fra le donne più ricche di Francia e la sua non è quindi una battaglia a sfondo economico. Il quadro è valutato circa 1,5 milioni di euro, ma quello che conta per l'anziana ereditiera (la sua famiglia ha fondato lo storico grande magazzino di Boulevard Haussmann) è il suo valore sentimentale e simbolico. La "Pastora" fu dipinta da Pissarro nel 1886, quando aveva 56 anni e l'impressionismo era al suo massimo splendore. I genitori adottivi della signora Meyer, la cui madre naturale è morta ad Auschwitz, erano stati fra i tanti ebrei francesi derubati dai nazisti negli anni '30. Sopravvissuti alla Guerra, negli anni successivi si misero alla ricerca dei quadri perduti (oltre al Pissarro, anche opere di Renoir, Modigliani, Bonnard). Nel 1951, Meyer scopre che la Pastora si trova in Svizzera, ma si scontra con le norme locali sulle prescrizioni e non riesce a rientrarne in possesso. Solo molti decenni più tardi, nel 2012, il figlio di Léone-Noelle lo trova sul sito del museo americano: fa parte della collezione da quando è arrivato, assieme ad altri 31 dipinti impressionisti, in eredità da una coppia di collezionisti che lo aveva acquistato in Svizzera nel 1957. Anche se il quadro figura nel lungo e incompleto elenco delle opere depredate e da restituire, avviato nel 1947 e successivamente aggiornato mano a mano che gli eredi ricostruivano la memoria dei patrimoni perduti, il museo dell'Oklahoma non intende privarsene, giustificandosi con il ritardo della richiesta dell'ereditiera. Nel 2016 la signora Meyer viene convinta a firmare un accordo secondo il quale il quadro apparterrà a rotazione al Museo Fred Jones Jr e al Musée d'Orsay. Quando i tre anni parigini stanno per scadere, però, l'ereditiera, che a suo tempo aveva anche offerto una transazione finanziaria rifiutata dagli americani, ci ripensa e decide di dare battaglia per ottenere che l'opera di Pissarro resti per sempre al più importante museo del mondo per le opere impressioniste, senza dover affrontare ogni tre anni un costosissimo viaggio transoceanico. L'Università dell'Oklahoma però non ha intenzione di cedere e recentemente ha anche ottenuto dalla giustizia Usa una condanna dell'ereditiera a pagare le spese milionarie dovute alla violazione del contratto del 2016. I legali di Meyer temono che questo possa aprire la strada a nuove difficoltà per le restituzioni dei beni sottratti negli anni '30 e '40 alle famiglie ebree. L'anno scorso, un altro Pissarro, “La raccolta di piselli”, fu restituito ai legittimi eredi dopo che una sentenza della Corte di Cassazione francese ha considerato nulle tutte le compravendite effettuate sotto il regime di Vichy e le successive.
"Faccio il conto alla rovescia", ha detto Giulia Salemi in vista dell'incontro con Pierpaolo Pretelli fuori dalla casa del Grande Fratello Vip.