Vaccini Covid, Curcio: siamo in guerra e servono norme da guerra
"Qualcosa si è già fatto sulle farmacie e gli infermieri"
Durante la puntata di Canzone Segreta è stata fatta una sorpresa inaspettata a Serena Rossi, che si è emozionata tantissimo.
(Reuters) - L'Agenzia europea del farmaco ha reso noto che sta investigando su alcuni episodi di malattie emorragiche riscontrati in pazienti che hanno ricevuto il vaccino anti-Covid di Astrazeneca e che sta esaminando il vaccino Johnson & Johnson dopo alcuni casi di trombosi. Se la casa farmaceutica svedese AstraZeneca è già nell'occhio del ciclone per un possibile legame con una forma rara di trombosi al cervello e all'addome e l'utilizzo del composto ha subito delle limitazioni, nel caso di J&J; si tratta della comunicazione formale dell'indagine in merito al vaccino della casa farmaceutica statunitense.
È successo a Napoli, dove il 54enne Eugenio Araniello, appena ha visto arrivare la Polizia si è dato alla fuga a bordo del suo scooter
''Io secondo alcuni da Draghi avrei fatto uno show? Quello che conta sono i motivi per cui fare le cose. In passato le ho fatte per grandi battaglie comuni, questa volta per una battaglia definitiva:l’Italia è al 25esimo posto per digitalizzazione e sono ben contento di aver fatto uno 'show', come lo hanno definito, per ricordare che se non ci digitalizziamo siamo perduti''. Così Alessandro Cecchi Paone all’Adnkronos sulle polemiche social che si sono scatenate in seguito alla sua domanda al presidente del Consiglio Draghi nel corso della conferenza stampa di ieri. ''Mi ero molto allarmato che a Draghi -prosegue- accolto da me con giubilo, con la scusa di alcuni che è più urgente parlare di vaccini e di Recovery Fund, nessuno abbia fatto una domanda sulla digitalizzazione, tema del suo terzo mandato. Senza digitalizzare -sottolinea il giornalista - non appena usciremo dalla pandemia, non ripartirà più niente, né il turismo, né l’industria pesante, né i servizi. Quindi ho voluto trovare un’occasione per parlarne e fare una domanda che ero certo che nessuno avrebbe fatto. E l’ho fatta con la benedizione di Draghi che ha sorriso e ha gradito di poter ricordare a tutti che lui ci tiene a questa cosa e che questo terzo mandato non è stato dimenticato o accantonato, anche se in questo momento parlano di altro''. ''Se ci fosse stata una adeguata digitalizzazione nella gestione delle liste e della logistica dei vaccini -continua Cecchi Paone- i problemi che abbiamo avuto non ci sarebbero stati. Non siamo digitalizzati in nulla, neanche nella gestione delle liste vaccinali ed è per questo che non riusciamo a fare niente. Con la digitalizzazione anche i cosiddetti 'furbetti' dei vaccini non avrebbero potuto fare ciò che hanno fatto. Draghi stesso ha detto che per salvare la stagione turistica noi abbiamo bisogno del passaporto vaccinale e come si fa? -conclude ironico- lo dico a chi dice che quello che ho chiesto non c’entra nulla con i problemi legati al Covid''. (di Alisa Toaff)
Ci sono appelli in tutto il mondo e in tutte le lingue per riuscire a trovare Denise Pipitone, bambina scomparsa nel 2004.
Giulia Salemi, ospite a Il Punto Z, non si è risparmiata delle confessioni intime e piccanti su sua madre, Fariba Tehrani.
Un 'obbligo' senza sanzioni per chi non vi adempie, squilibrato nelle responsabilità assegnate al datore di lavoro. Si potrebbe definire così, secondo la Fondazione studi consulenti del lavoro, l'articolo 4 del decreto legge n.44/2021 che, con una "norma timida", secondo i professionisti, ha introdotto l'obbligo vaccinale del personale sanitario per prevenire contagi da Covid-19. Nell’approfondimento di oggi 8 aprile, Fondazione studi analizza nel dettaglio le disposizioni contenute nel provvedimento: dall'iter per l'accertamento dell'obbligo vaccinale al diritto all'esenzione, fino alla distribuzione di oneri e responsabilità, con un focus sul ruolo del datore di lavoro cui spetta, in ogni caso, la salvaguardia dell’ambiente di lavoro, la protezione dei pazienti e l’operatività dei servizi sanitari. Appare confermata, secondo i consulenti del lavoro, l’impossibilità, nonostante l’obbligo vaccinale, di procedere con il licenziamento di chi non possa o non voglia sottoporsi al vaccino. Il decreto impone l’obbligo, ma poi prescrive puntualmente i provvedimenti alternativi che il datore di lavoro deve adottare nel caso in cui il lavoratore non possa o non voglia vaccinarsi: esclusa, quindi, qualsiasi automaticità tra mancata vaccinazione e licenziamento. Certo, continuano i consulenti del lavoro, non possono essere considerati provvedimenti disciplinari l’adibire il lavoratore che rifiuti il vaccino ad altre mansioni o, in subordine, la sospensione senza retribuzione. Proprio sul fronte delle conseguenze della mancata vaccinazione la norma presta il fianco a qualche critica, sottolineano i consulenti. Infatti, chi non può vaccinarsi perché patisce condizioni cliniche che impediscono l’inoculazione del vaccino, si ritrova, sottolineano i consulenti del lavoro, in situazioni non dissimili da chi oppone il rifiuto e, addirittura, da chi non risponde neppure all’invito per il primo censimento e successiva profilassi. In entrambi i casi, l’onere ricade sul datore di lavoro, che deve creare le condizioni affinché la prestazione lavorativa del soggetto non vaccinato avvenga evitando contatti interpersonali e anche i rischi di diffusione del contagio da Sars-Cov-2. "l datore di lavoro si ritrova dunque a dover far fronte a una serie di valutazioni complesse, con il solo ausilio del medico competente, nella ponderazione tra i diversi interessi in gioco: la salute dei lavoratori; la salute dei pazienti; la tutela del lavoro e della professionalità dei suoi dipendenti -afferma Rosario De Luca, presidente di Fondazione Studi consulenti del lavoro- tutto ciò senza la protezione dello 'scudo' penale più volte invocato, che è stato invece previsto da questo decreto ma soltanto per i somministratori del vaccino".
L’ex pallavolista azzurro della "Generazione di Fenomeni" si è spento a causa di una lunga malattia.
Charles Michel torna sul caso 'sofagate' e spiega che dopo lo sgarbo di Recep Tayyip Erdogan a Ursula von der Leyen, lasciata senza sedia, non dorme bene la notte. "Mi spiace molto per l'accaduto. Ho già espresso il mio rincrescimento alla signora von der Leyen e a tutte le donne. Vi assicuro che da allora non dormo bene la notte e che nella mia testa ho riavvolto il film dell'episodio decine di volte. Assumo la mia parte di responsabilità. Dovremo evitare situazioni di questo tipo in futuro", ha detto Michel, presidente del Consiglio Europeo, in un incontro con un gruppo di giornali europei tra cui Il Sole 24 Ore. Michel si è giustificato dicendo che "un'eventuale reazione avrebbe messo in dubbio il lungo lavoro diplomatico che aveva preparato la nostra visita" e che "non volevo avere un atteggiamento paternalista nei confronti della signora von der Leyen". "Purtroppo, la vicenda ha contribuito ad occultare la sostanza dell'incontro con il presidente Erdogan e in questo frangente la capacità dell'Unione di mostrare unità", ha poi aggiunto Michel ricordando che "nei mesi scorsi le tensioni nel Mediterraneo ci avevano realmente preoccupato. Temevamo di essere vicini a un incidente grave. L'obiettivo della visita è stato di riaprire un dialogo positivo con la Turchia. Spero che a un certo punto torneremo alla sostanza dell'incontro: lo Stato di diritto, la modernizzazione dell'unione doganale, la cooperazione economica, la stabilità regionale". Riguardo poi al fatto che Mario Draghi ha definito Erdogan "dittatore", Michel ha affermato: "Rispetto le opinioni espresse da ciascun capo di Stato e di governo europeo. Qui voglio osservare che una parte significativa del nostro incontro con il presidente turco ha riguardato la difesa dei valori democratici e dello Stato di diritto. Abbiamo espresso le nostre preoccupazioni".
ROMA (Reuters) - Il governo di Mario Draghi ha posto il veto su un'acquisizione cinese di una società italiana che opera nel settore strategico dei semiconduttori. Applicando il golden power, Palazzo Chigi ha vietato a Shenzhen Investment Holdings Company di rilevare il 70% di Lpe, azienda lombarda specializzata nello sviluppo di reattori epitassiali, riferiscono due fonti governative.
Ha esordito mercoledì 7 aprile, su Mediaset Play, la prima puntata de Il Punto Z con al timone Tommaso Zorzi. Ospite del programma è stata Giulia Salemi, che finalmente ha avuto un confronto con il vincitore del Grande Fratello Vip dopo le innumerevoli discussioni all’interno della casa. Zorzi, proprio a proposito delle recenti incomprensioni con la Salemi, ha spiegato: “Il modo giusto per parlare del nuovo rapporto è con una telefonata, te la farò io perché sono maturato” e lei ha ribattuto: “So che non mi segui, anche io ho dichiarato che avremmo avuto un confronto lontano dai riflettori...ma non potevo rifiutare questo invito!”. Appurata, dunque, la volontà da parte di entrambi di mettere una pietra su quanto accaduto al Grande Fratello Vip, la Salemi ha commentato la scelta di sua madre, Fariba Tehrani di partecipare all'Isola dei Famosi: “Esco e scopro in puntata che mia mamma avrebbe fatto l'Isola. Ecco perché era sparita: le avevo chiesto di restare distante, ma c'ero rimasta male perché non mi aveva mandato neanche un messaggio a Natale al GF. Quando sono uscita c'era poco da fare perché il contratto era già firmato. Mi ha spiegato che aveva rispettato la mia volontà di fare due percorsi separati, ma anche che fare l'Isola era il suo sogno. Si è dissociata da me, perché vuole dimostrare che una donna della sua età ce la può fare. Se è in cerca dell'amore? Io penso che tutti siano in cerca anche se non lo sanno. Ovviamente se fosse in difficoltà e avesse bisogno di me posso rompere il nostro patto e "soccorrerla" dallo studio”. Nel corso della prima puntata di “Il Punto Z”, condotto da Tommaso Zorzi, Giulia Salemi si è soffermata anche sulla sua love story con Pierpaolo Pretelli nata proprio all’interno ella casa del Grande Fratello Vip: “Tutto bene! Sono tornata in anticipo da Roma per te, quindi ritieniti fortunato! Pierpaolo sta tirando fuori la versione migliore di me, ho un approccio alla vita più sereno. Ora mi faccio scivolare tutto di dosso”. (in collaborazione con ultimora.news)
Sono 1.075 i nuovi contagi da coronavirus in Emilia Romagna secondo il bollettino di oggi, 8 aprile. Nella tabella si fa riferimento ad altri 25 morti. Nel dettaglio, sale di nuovo il numero dei contagi in Emilia Romagna ma continua a diminuire quello relativo ai ricoveri. Dall’inizio dell’epidemia, in regione si sono registrati 346.820 casi di positività, quindi 1.075 casi in più nelle ultime 24 ore (dato in rialzo rispetto ai +576 di ieri), su un totale di 30.262 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 3,6%. Continuano a calare, invece, i ricoveri: i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 352 (-4 rispetto a ieri), 3.051 quelli negli altri reparti Covid (-109). Purtroppo, però, si registrano 25 nuovi decessi. Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, in maggioranza già immunizzati, gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni, e le persone dai 75 anni in su; proseguono le vaccinazioni anche per il personale scolastico e le forze dell’ordine. Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 1.037.637 dosi; sul totale, 327.023 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale. Prosegue, poi, l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 456 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 377 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 577 sono stati individuati all’interno di focolai già noti. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 42,8 anni. Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 18.039 tamponi molecolari, per un totale di 4.102.303. A questi si aggiungono anche 652 test sierologici e 12.223 tamponi rapidi. Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 1.162 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 265.694. I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 68.855 (-112 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 65.452, il 95,1% del totale dei casi attivi.
La storia di Alan Willson, uomo di 46 anni in coma dopo essere stato picchiato per aver difeso il figlio di 11 anni dai bulli.
Laura Boldrini, deputata ed ex presidente della Camera, dovrà sottoporsi a un intervento chirurgico. A svelarlo, tramite la propria pagina Facebook, la stessa politica del Partito Democratico
L'autopsia della donna ha confermato la morte per un quadro trombotico ed emorragico cerebrale.
Eccezionale scoperta in Egitto: una spedizione di archeologi egiziani ha riportato alla luce una "città perduta" di 3000 anni nei pressi dell'attuale Luxor, a sud del Cairo. Si tratta della scoperta più importante dal ritrovamento, nel 1922, della tomba di Tutankhamon. L'antica città, all'epoca conosciuta come Aten, risale all'epoca del re della XVIII dinastia Amenhotep III, che governò il paese dal 1391 al 1353 a.C. "Molte missioni straniere hanno cercato questa città e non l'hanno mai trovata - ha spiegato l'archeologo egiziano Zahi Hawass, che ha guidato il team di ricerca - La spedizione egiziana è stata sorpresa di scoprire la più grande città mai trovata in Egitto". La città era, all'epoca, il più grande insediamento amministrativo e industriale dell'impero egiziano sulla parte occidentale di Luxor e un gran numero di reperti archeologici, inclusi anelli, scarabei, vasi di ceramica colorata e mattoni di fango recanti i sigilli del re Amenhotep III hanno confermato la sua datazione. Sempre secondo Hawass, "con grande sorpresa del team, formazioni di mattoni di fango hanno cominciato ad apparire in ogni direzione. Quello che hanno portato alla luce è stato il sito di una grande città in buone condizioni di conservazione, con muri quasi completi e con stanze piene di strumenti di vita quotidiana". All'interno di una delle stanze sono state rinvenute due insolite sepolture di mucche o, forse, tori. Sono iniziate delle ricerche per determinare la natura di questa pratica. Il professore di egittologia presso la John Hopkins University degli Stati Uniti, Betsy Brian, ha affermato: "La scoperta di questa città perduta è la seconda scoperta archeologica più importante dalla tomba di Tutankhamon". L'Egitto, negli ultimi anni, ha annunciato una serie di scoperte archeologiche nel tentativo di rilanciare l'industria del turismo, una delle principali fonti di reddito nazionale. La scorsa settimana, hanno sfilato per le strade del Cairo 22 antiche mummie reali, in una processione solenne che ha segnato il loro trasferimento dalla loro residenza al Museo Egizio, nell'iconica piazza Tahrir, a un nuovo museo del Cairo.
Vaccino Sputnik, la regione Campania attende l'approvazione dell'Aifa. "Abbiamo fatto un contratto con l'azienda produttrice e questo contratto subordina la propria esecutività all'approvazione del vaccino" dice il governatore della Regione Vincenzo De Luca. "Quello che non si capisce è perché dormiamo in piedi ancora oggi, perché l'Aifa non decide nel giro di due settimane se questo vaccino va bene o meno". "Quando l'Aifa ha valutato Pfizer - ha ricordato De Luca - lo ha fatto in due settimane. Facciamo la stessa cosa con questo vaccino, perché se abbiamo 3 milioni di dosi di vaccino aggiuntive a quelle dell'Europa è chiaro che nel giro di tre mesi noi usciamo fuori dal calvario". De Luca ha ribadito che il contratto per la fornitura di vaccino Sputnik "è assolutamente corretto e nell'ambito dei poteri che ha la Regione Campania. Le Regioni non possono muoversi nell'ambito dei quattro vaccini contrattualizzati dall'Europa, ma per il resto la Regione può fare quello che vuole. Sul contratto abbiamo ascoltato tutta una serie di stupidaggini anche sui giornali". Su Astrazeneca "i cittadini sono giustamente preoccupati" perché "la comunicazione che è stata data è assolutamente idiota". "Ho sentito ancora ieri - ha aggiunto De Luca - dire che 'i benefici che derivano dal vaccino sono di gran lunga maggiori dei danni che subiamo'. Ma si può dire una cosa del genere alla gente? E evidente che la gente dice 'andate tutti quanti al diavolo. Allora manteniamoci freddi e razionali: Astrazeneca è stato somministrato a milioni di persone, in Gran Bretagna, in Europa e in altri Paesi del mondo e non abbiamo avuto grandissimi problemi. C'è stata ovviamente qualche emergenza legata a fenomeni di trombosi, ma credo che al 99% si possa andare avanti con un elemento di prudenza in più questa volta, vacciniamo sopra i 60 anni. Ma andiamo avanti, non ci facciamo condizionare la vita anche da queste notizie". "Finché non avremo immunizzato tutti i nostri concittadini sarà difficile far ripartire anche le attività economiche. Tutti quanti vorremmo accelerare i tempi delle riaperture, ma ieri abbiamo avuto 630 morti. E' un bilancio di guerra, per cui dobbiamo stare veramente attenti". "Stiamo combattendo e dobbiamo stringere i denti - ha aggiunto De Luca - e dobbiamo procedere con le vaccinazioni. C'è stato questo problema con AstraZeneca ma dobbiamo usare la ragione: è chiaro che c'è un elemento di preoccupazione per tutti quanti, ma almeno sopra i 60 anni credo che dobbiamo procedere". "Cos'è cambiato con il Governo Draghi sul piano vaccinale? Non lo so bene, per quel che ci riguarda dobbiamo ancora recuperare 176mila vaccini in meno che hanno mandato in Campania" dice il governatore De Luca. "Ricordiamo sempre ai nostri concittadini, e su questo dovremmo essere uniti come sono uniti al Nord - aggiunge - che oggi la Campania è la regione più penalizzata d'Italia perché abbiamo 15mila dipendenti della sanità in meno rispetto alla popolazione, abbiamo la dotazione minore d'Italia del fondo sanitario nazionale e adesso abbiamo aggiunto anche 176mila vaccini in meno. Quindi quello che facciamo in Campania è un miracolo con le risorse che abbiamo". "Noi siamo usciti dopo 10 anni dal commissariamento perché avevamo fatto nella sanità pubblica campana porcherie inimmaginabili, cioè avevamo moltiplicato reparti, primariati, strutture complesse al di là di ogni sostenibilità finanziaria". "Siamo usciti dopo 10 anni e dopo un lavoro rigoroso - conclude - e vorrei che la sanità non ritornasse ad essere commissariata. Quindi demagogia zero, non si possono moltiplicare reparti a 5 km di distanza, bisogna fare le persone serie".
"Otto Regioni e province autonome hanno un Rt puntuale maggiore di uno: Basilicata, Campania, Liguria, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Valle d'Aosta. Tra queste, due Regioni (Sardegna e Valle d’Aosta) hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 3". Lo evidenzia la bozza del monitoraggio del report settimanale Iss-ministero della Salute sull'epidemia di Covid in Italia nella settimana 29 marzo-4 aprile. "Si osserva una diminuzione del livello generale del rischio, con quattro Regioni, Liguria, Puglia, Toscana e Valle d’Aosta, che hanno un livello di rischio alto" si sottolinea. Mentre "il Veneto e la provincia autonoma di Bolzano hanno una classificazione di rischio basso". Sono quindici invece le Regioni/province autonome che hanno "una classificazione di rischio moderato": Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Pa Trento, Sardegna, Sicilia, Umbria. Di queste, quattro sono classificate "ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane": Lombardia, Pa Trento, Sardegna, Sicilia. "Per la terza settimana consecutiva l’incidenza scende lentamente, passando a 210,8 per 100.000 abitanti (29 marzo-4 aprile) da 232,74 per 100.000 abitanti (22-28 marzo), restando quindi elevata e ancora ben lontana dai livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti" emerge dalla bozza del report. Per quanto riguarda ricoveri e terapie intensive, "rimane alto il numero di Regioni e province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e in aree mediche sopra la soglia critica, 15 Regioni contro le 14 della settimana precedente. Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è sopra la soglia critica (41%)". "Il forte sovraccarico dei servizi ospedalieri, l’incidenza ancora troppo elevata e l’ampia diffusione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità richiedono l’applicazione di ogni misura utile al contenimento del contagio" è l'indicazione. "È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie", si raccomanda. "Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine. Si ribadisce la necessità di rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie compresi i provvedimenti quarantenari dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi".
"Non capisco come in Italia non si riesca, come è successo in altre questioni storiche, a concedere l'amministia per delle vicende vecchie di oltre 40 anni. E' incomprensibile. Ci vuole una pacificazione, servono misure di amnistia". Ad affermarlo all'Adnkronos è l'avvocata francese Irène Terrel, storico difensore di molti dei fuoriusciti italiani della lotta armata commentando l'incontro tra il ministro della Giustizia Marta Cartabia e il suo omologo francese Eric Dupond-Moretti, durante il quale l'Italia ha ribadito alla Francia la "pressante richiesta" "affinché gli autori degli attentati delle Brigate Rosse possano essere assicurati alla giustizia". "Se si guarda al diritto francese - sottolinea Terrel - sono tutti casi prescritti. Non capisco come si possa tornare su queste questioni: sarebbe un errore giuridico e sarebbe scandaloso. C'è la prescrizione". Su questo tema, rileva ancora l'avvocato francese, "c'è un accanimento ricorrente" e "sono stupefatta perché non si può tornare su queste questioni dal punto di vista giuridico e storico. La concessione dell'amnistia permetterebbe di pacificare questo periodo politico che è stato estremamente doloroso per molte persone ma c'è un momento in cui bisogna voltare pagina. I tempi giudiziari sono passati".
“Essendo Meghan incinta, bisognerà ascoltare il parere del medico"