Vaccino: c'è chi dice no. Fra obbligo, timori e ritardi
Secondo alcuni giuslavoristi è possibile licenziare il lavoratore che non vuole vaccinarsi. Per ora però le regole sono confuse
Il leader di Azione rivela la proposta: "Una roba tipo tu appoggi Conte e il Pd appoggia te a Roma"
La testimonianza: "La persona che era con me non la vedevo da diversi mesi per colpa della pandemia"
AGI - L'asportazione totale delle mammelle e il rischio di perdere anche le ovaie per un tumore non hanno scoraggiato una donna che in Sardegna, passando per l'incubo e la chemioterapia, è riuscita ad avere una figlia. La piccola Margherita è nata a Cagliari il 30 ottobre scorso, dopo che sua madre Giorgia, 35 anni, ha dovuto affrontare un difficile percorso di guarigione e ricostruzione, inclusa una mastectomia bilaterale, lo stesso tipo di intervento al quale aveva scelto di sottoporsi, a scopo preventivo, l'attrice Angelina Jolie. "A febbraio del 2017 mi sono accorta di avere un nodulo al seno, è iniziato tutto da lì'", racconta Giorgia Sanna, paziente di Andrea Figus, direttore della Chirurgia plastica e microchirurgia del Policlinico universitario di Cagliari. Due mesi dopo la donna è stata operata la prima volta per la rimozione del tumore. All'intervento è seguita la radioterapia. "In quei giorni ho deciso di sottopormi a un test genetico dove è stata evidenziata una mutazione del gene BRCA 1, che aumenta il rischio dell'80% di sviluppare tumore mammario durante tutto l'arco della vita", ricorda la donna. "Per questo motivo, dopo averci pensato su, ho optato per una mastectomia profilattica bilaterale, trovando, però, difficoltà per l'intervento di ricostruzione, in quanto qua a Cagliari mi veniva proposta solamente la ricostruzione con le protesi". Ma poi Giorgia ha incontrato il chirurgo che le avrebbe restituito la speranza. "Con lui ho avuto la possibilità di poter fare un altro tipo di intervento che mi avrebbe permesso in un unico tempo di ridurre i rischi dovuti all'inserimento della protesi in una mammella irradiata". L'anno scorso, conclusa la radioterapia, racconta Andrea Figus, "Giorgia è stata sottoposta a un intervento durato 8 ore: le sono state asportate le ghiandole mammarie e contestualmente è stato prelevato il tessuto dall'interno delle cosce (Pap flap bilaterale) per poi ricostruire entrambi i seni, con un risultato positivo sia dal punto di vista clinico sia estetico". Col marito Mauro Frau, 36 anni, Giorgia ha affrontato paure e dolori e poi la gioia della nascita di Margherita. "Si prospettava l'eventualità dell'ovariectomia, uno degli interventi da mettere in atto per la profilassi e per evitare l'insorgenza di nuovi tumori", ricorda Mauro. "Purtroppo la mutazione espone a una probabilità maggiore di un'insorgenza di tumori a carico dell'ovaio. Avevamo una finestra di tempo molto ristretta e fortunatamente lei", dice pensando a Margherita, "è arrivata, non si è fatta attendere".
L’ex ministro parla in un’intervista a Il Messaggero: "Si fermi caccia ai responsabili e torniamo a confrontarci"
Lo scatto senza veli è da capogiro.
La donna che ha subito il furto nel parcheggio dell'ospedale era affetta da sclerosi
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Lo studio ha preso in considerazione la cavità orale in pazienti, italiani e spagnoli, affetti da Covid
Intervista a Telmo Pievani: "Le epidemie sono l'evento che ci ricorda che la natura è esattamente indifferente alle nostre sorti. Questa 'finitudine' è difficile da accettare"
I 70 anni dell'attore: "Con i soldi sono un disastro, mia moglie mi dà la paghetta. Giro ancora in motorino per capire il presente"
L'inventore dei Responsabili nel 2010 in un'intervista a Repubblica
AGI - Sono state ore di terrore quelle vissute a ottobre scorso a Ragusa da una prostituta, rapinata in casa da tre uomini e stuprata da uno di loro. Era stato il minore italiano S.S., successivamente arrestato per rapina pluriaggravata e lesioni personali, a chiamare in piena la donna e prendere un appuntamento di natura sessuale. Al suo posto, però, si è presentato un tunisino, che ha chiesto una prestazione gratis. Al rifiuto della donna, ha fatto finta di andarsene e in realtà ha aperto il portone ad altri due uomini, che sono entrati in casa. Lei ha cercato scampo in camera da letto, ma i tre l'hanno raggiunta e scaraventata a terra. Poi hanno messo a soqquadro l'abitazione e da un giubbotto in un armadio hanno rubato 50 euro e due anelli d'oro. Due di loro, poi, sono andati via mentre il tunisino è rimasto e ha obbligato la donna per ore ad avere rapporti sessuali con lui. Al termine di una indagine, scaturita dalla denuncia della donna, la squadra mobile di Ragusa ha individuato quello che le aveva telefonato. Il suo arresto è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minorenni di Catania, su richiesta del Pm.
La nota: "Reazioni comuni a tutti i vaccini con mRNA, come febbre e nausea, potrebbero aver aggravato pazienti anziani"
Andiamo a vedere, zona per zona, cosa è consentito fare e cosa no
AGI - È finita in tragedia la gita scialpinistica dei due appassionati di montagna dispersi da ieri all'Alpe Devero, in val d'Ossola. I corpi senza vita dei due sciatori, un uomo e una donna, provenienti dalla Lombardia, sono stati ritrovati intorno a mezzogiorno a circa 2.200 metri di quota, nella zona del borgo di Crampiolo. Di loro si erano perse le tracce da ieri: avrebbero dovuto pernottare in una baita ma questa mattina non sono stati visti e quindi e' stato dato l'allarme. Le ricerche, avviate in mattinata, hanno visto l'impiego di oltre 50 uomini tra soccorso alpino civile, del Sagf e vigili del fuoco. Fino al tragico rinvenimento dei corpi senza vita dei due scialpinisti. Il cellulare di uno dei due risultava acceso nella zona di Crampiolo, e proprio li si sono concentrate le ricerche. Secondo la ricostruzione dei soccorritori i due sarebbero precipitati in un punto particolarmente ripido ed esposto per finire nel fiume sottostante. Le salme sono state recuperate dall'elicottero.
L'auto le è stata riconsegnata con tanto di scuse da parte dei ladri
Così in un'intervista a 'La Stampa' il consulente del ministro della Salute
Il dissidente rientra dopo l'avvelenamento e le cure in Germania.
AGI - Gli Accordi di Abramo, che hanno normalizzato i rapporti tra Israele ed Emirati arabi uniti e Bahrein, stanno cambiando velocemente il volto del Medio Oriente, schiudendo prospettive di sviluppo inedite tra i Paesi della regione e mandando un messaggio molto chiaro all'Iran, in modo che il regime si senta sempre più isolato e cambi atteggiamento. È l'analisi del diplomatico Eliav Benjamin, direttore della divisione Medio Oriente del ministero degli Esteri israeliano, che all'intesa storica firmata lo scorso 15 settembre alla Casa Bianca ha lavorato a lungo. "Gli accordi di Abramo non sono contro alcuna entità o Paese, ma riguardano le relazioni bilaterali tra noi e le nazioni" con cui sono stati firmati, ha sottolineato parlando con l'AGI il diplomatico di lungo corso, con un passato all'ambasciata negli Usa. "Ritengo però - ha aggiunto - che sia arrivato il momento che Paesi che premono per estremismo e terrorismo, e vogliono le armi nucleari per attaccare, capiscano che sono sempre più isolati. E penso che lo stiano comprendendo sempre più". Da qui, l'esortazione a "tutte le nazioni del mondo a continuare a fare pressioni sull'Iran perché cambi i suoi modi". La Repubblica islamica infatti è "una minaccia non solo per la regione ma per la stabilità, la sicurezza e la prosperità di tutti". Salutati come un'intesa storica che delinea un nuovo Medio Oriente, gli Accordi di Abramo hanno inaugurato un corso inedito; Emirati e Bahrein sono stati i primi Paesi del Golfo a partecipare e la speranza del governo israeliano è che altri si aggiungano presto all'intesa, in particolare l'Arabia Saudita, peso massimo della regione. Per Benjamin, "bisogna riconoscere e apprezzare i passi positivi" fatti finora da Riad: la firma da parte di Abu Dhabi e Manama "non sarebbe stata possibile senza una qualche forma di consenso da parte sua", e ha anche autorizzato Israele all'"uso del suo spazio aereo". Allo stesso tempo, ha osservato il diplomatico israeliano, "dobbiamo riconoscere che potrebbe volerci un po' di piu'" perche' il Regno wahabita si unisca, stante il ruolo religioso che gioca come custode dei luoghi sacri dell'Islam; la compresenza di un re anziano, tuttora al potere, e un principe ereditario più aperto, e infine il fatto che sia stata proprio l'Arabia Saudita a farsi promotrice nel 2002 dell'iniziativa di pace araba che chiede progressi sulla questione palestinese prima di avanzare sul terreno della normalizzazione. A questo proposito, guardando all'impasse in cui versa il dialogo israelo-palestinese, Benjamin è un convinto sostenitore del 'potere' dell'economia per avvicinare popoli e nazioni: "Quello che speriamo è che i palestinesi capiscano l'interesse economico nel partecipare. Sfortunatamente finora non e' stato cosi'. Ci vuole coraggio anche da parte della leadership palestinese", ha sostenuto, sottolineando che "il paradigma è cambiato". Altri Paesi arabi si sono avvicinati perché hanno realizzato che stavano "perdendo opportunità commerciali", che volevano "lo sviluppo delle economie" e che non si poteva "continuare in quella situazione di stallo". "Sfortunatamente sono gli interlocutori di più vecchia data d'Israele nella regione, come i palestinesi, che non hanno ancora fatto questo cambio di mentalità". Quanto all'imminente avvicendamento alla Casa Bianca, Israele di certo perde un grande amico: nei suoi quattro anni, Donald Trump ha fatto molto per lo storico alleato, accreditando Gerusalemme come capitale d'Israele, spostandovi l'ambasciata, e riconoscendo la sovranità israeliana sulle Alture del Golan. Ha inoltre tagliato i fondi ai palestinesi. D'altra parte, ha ricordato l'alto diplomatico israeliano, "quando si tratta delle relazioni Usa-Israele l'amicizia e' molto solida e l'impegno e' molto forte". Il nuovo presidente Joe Biden avrà diversi dossier urgenti di politica nazionale da gestire e "non e' chiaro quanto alta sara' la posizione del Medio Oriente nella sua agenda, ma posso dire che sicuramente l'impegno continuerà nei confronti delle relazioni con Israele e dell'interesse a vedere un Medio Oriente prospero e connesso tra i Paesi moderati della regione".