7 usi della cipolla che forse non conosci
La cipolla apporta mille benefici, basta sapere come utilizzarla
L'attrice britannica: "Non ho un divieto assoluto, ma non le giro con gli uomini”
Ci sarebbero possibili governi assai più europeisti di questo. Ma i Dem preferiscono la minaccia del voto
La morte della piccola di 18 mesi risale all′11 gennaio scorso. Agli inquirenti l'uomo aveva sostenuto che la bimba si era tirata addosso una stufa mentre giocava
L'insegnante originaria di Palermo ha provato a lanciarsi dalla finestra del suo appartamento di Pavia
La conduttrice si racconta a Verissimo: "Adesso ho solo ricordi belli, ma ci sono voluti tre anni per metabolizzare"
Claudia Lepore, 59 anni, originaria di Carpi, viveva a Santo Domingo da dieci anni. Arrestato un uomo: avrebbe agito su commissione per 3000 euro
Il senatore centrista si sfila dal voto decisivo di mercoledì prossimo
Gli aggiornamenti in tempo reale sull'emergenza coronavirus in Italia.
Sulla questione interviene anche il presidente delle Camere Penali Caiazza: "Autonomia non è solo dei pm, Anm esprima solidarietà anche ai giudici"
Il giovane di 19 anni si è presentato dai carabinieri e li ha condotti sul posto
La ragazza ha consegnato i vestiti del figlio della coppia scomparsa che indossava quella sera in cui è andato a trovarla
Tra i più ricercati al mondo: guida mercato droga da 70 mld
AGI - Per la campagna vaccinale anti-influenzale 2020/2021 la Regione Lombardia ha speso 31.893.400 euro per avere a disposizione 2.675.888 dosi, di cui ne sono state inoculate 1.818.601, al di sotto del target di circa due milioni e seicentomila indicato a ottobre dalle autorità sanitarie lombarde. Al 15 gennaio avanzano, in questo calcolo, circa 900 mila dosi non usate per i vaccini e rimaste nei magazzini per un valore di dieci milioni di euro. I dati, anticipati dal tgLa7, risultano da alcuni documenti interni a Palazzo Lombardia letti dall'AGI dai quali si evince come questi numeri si discostino in modo netto dagli anni passati. Nel 2019/2020 le spese ammontarono a 9.057.925 milioni di euro per 1.378.555 dosi utilizzate e nel biennio ancora prima a 1.406.945 milioni per 1.289.991 dosi utilizzate. La percentuale di copertura tra i 60 e i 64 anni - altro dato che emerge - aveva come obbiettivo minimo fissato dal governo quello del 50% che significava 315mila dosi in questa fascia d'età. Se ne fanno invece poco più di 100mila il che vuol dire che è stato coperto il 16% di questa popolazione invece del 50%. “La campagna vaccinale in Lombardia è partita troppo tardi - commenta Samuele Astuti, responsabile del Pd per la Sanità in Regione - e ha avuto mille intoppi. La Regione ha commesso molti errori e questi hanno un costo che oggi possiamo quantificare, almeno dal punto di vista economico, in dieci milioni che avremmo potuto spendere sicuramente meglio che non in dosi, peraltro strapagate, che dovranno essere buttate”.
AGI - “Si possono condividere o meno le modalità, ma tanti nel riconoscono che la nostra non è battaglia strumentale ma abbiamo posto questioni vere che riguardano il futuro di questo paese”. Lo ha detto la senatrice di Iv Teresa Bellanova, ospite di ‘Agenda' su Sky TG24. “Non è il momento di concentrarci sulle divisioni ma di riprendere per mano il Paese adottando quelle azioni che lo rimettano in condizioni di ripartire. Non considero una minaccia le elezioni ma in questa situazione vengono brandite in questa circostanza per invitare a cambi di casacca”. Per l'ex ministro “l'apertura al dialogo è sempre una cosa importante” e alle accuse rivolte al leader di Iv Matteo Renzi replica: “Ma quale sarebbero i ricatti? Il Paese è fermo ed ha bisogno di avere una sua strategia per uscire dalla situazione di emergenza sanitaria ed economica. Il Paese ha bisogno di avere un suo progetto. e questo ancora non è chiaro. Ho chiesto più volte a Conte quale fosse la sua idea di sistema Paese. Noi abbiamo posto temi che dovrebbero assillare tutte le forze politiche”. Sui “cambi di casacca” per evitare le urne, Bellanova afferma: “Questo determina disgusto e allontanamento dalla politica. Bisognerebbe dire che non si può andare al voto perché in questo momento significherebbe rinunciare all'utilizzo del Recovery sul quale non c'è dubbio che siamo in ritardo. È chiaro che l'Europa non è soddisfatta del lavoro fatto e che bisogna migliorarlo. Andare al voto significa saltare tutti gli appuntamenti con l'Europa. Questo paese ha tutte le energie in questo Parlamento per rimettere insieme una coalizione che parte dal perimetro degli ultimi sedici mesi e mettiamoci al lavoro perché non c'è più tempo da perdere”. Quanto all'imminente voto sulla relazione Bonafede, attesa per mercoledì o giovedì, Bellanova ha dichiarato: “Se la relazione ancora non è pronta è perché bisogna rivedere ancora un po' di questioni. Bonafede sa che per noi una giustizia giusta non significa mai diventare ‘manettari' e giustizialisti". “Ancora prendere tempo? – ha proseguito Bellanova - Il Paese è bloccato ed ha bisogno di un Governo nel pieno delle sue funzioni, di rivedere punti fondamentali della sua programmazione, di dare risposte alle ansie dei cittadini. Noi ascolteremo e valuteremo. Certo, il ministro Bonafede non può metterla sul piano personale, si tratta di scelte politiche. E di quale idea si ha della giustizia. Valuteremo in base al contenuto della relazione. Ma è difficile che Iv darà consenso sia alla Camera che al Senato se le proposte saranno quelle su cui Bonafede si è attestato in questi anni e se la raccolta del consenso viene portata avanti in un modo non proprio qualificante”.
AGI - “Il 24 gennaio Apple presenterà il Macintosh. E vedrete perché il 1984 non sarà il 1984”. Era il 22 gennaio del 1984 quando questa frase comparve sugli schermi delle televisioni americane sincronizzate per vedere il diciottesimo SuperBowl, da sempre l'evento più seguito negli States. La frase compariva alla fine di uno spot diretto da Ridley Scott: 30 secondi che hanno cambiato per sempre il linguaggio pubblicitario. Ambientato in un mondo distopico, ispirato a “1984” di George Orwell, lo spot vede al centro di uno schermo gigante un Grande Fratello impartire ordini a uomini ingrigiti. Poi una donna in pantaloncini rossi gli corre contro. Fa roteare in aria un martello e lo scaglia al centro dello schermo mandandolo in frantumi. Null'altro poi, se non quella frase ad annunciare il lancio di uno dei prodotti più noti creati dall'azienda di Steve Jobs. Il Macintosh, proprio come quello spot, ha cambiato per sempre la storia dell'informatica. È stato il primo computer commercializzato su larga scala, il primo ad introdurre un'interfaccia basata su icone, finestre e menu. Il primo a presentare di serie una tastiera e un mouse. Molte di quelle innovazioni fanno tutt'ora parte dei moderni computer, 37 anni dopo. Quella pubblicità servì a presentare Apple al mondo come un'azienda che lottava per gli individui di fronte a corporazioni opprimenti. La sfida di Jobs era all'Ibm - anche se in quel periodo il personal computer più popolare era il Commodore 64. Ad ogni modo quella pubblicità aveva un obiettivo chiaro: dare l'immagine di un'azienda coraggiosa che lotta per le libertà creative degli individui. Di tutti gli individui. Perché quel Macintosh era pensato per essere un computer che ogni famiglia della classe media poteva permettersi. Non solo economicamente, ma anche come prossimità “culturale”. Era un computer facile: niente più accesso dal prompt Dos per lanciare il sistema operativo. Un computer con una grafica all'avanguardia, intuitiva, immediata e comprensibile da chiunque, non solo da utenti esperti. E fu proprio questa la chiave del successo di Apple da allora in poi. Proprio come il messaggio di quella pubblicità risultò semplice e immediato, l'accesso ai prodotti tecnologici diventò dal lancio del Macintosh in poi facile e intuitivo. Quel computer ha rappresentato una rivoluzione senza precedenti nella storia del rapporto tra uomo e ‘macchina'. La stessa filosofia del Macintosh divenne poi quella che ha caratterizzato il lancio dell'iPod, dell'iPad, ma soprattutto dell'iPhone, che con il suo schermo touch e l'assenza di tastiera divenne in pochi anni lo standard di tutti gli smartphone allora schiacciati sul modello ‘BlackBerry' con tastiera. Apple da quel giorno di 37 anni fa divenne l'icona dell'azienda che sa innovare: nel linguaggio, nei prodotti, ma soprattutto nella sua capacità di creare un valore simbolico dei suoi device. Un'azienda capace di creare qualcosa che trascende il valore stesso del prodotto, aprendolo a una dialettica di senso (e di valore) che tutt'ora i concorrenti le invidiano.
AGI - Un terremoto di magnitudo 7.1 ha colpito l'Antartide ieri notte, seguito da un'altra scossa registrata nel Cile centrale, mentre un falso allarme tsunami ha causato il panico tra la popolazione. Il terremoto avvenuto alle 20:36 locali (le 00:36 in Italia in Italia) in mezzo al mare, a circa 210 km dalla base cilena Eduardo Frei in Antartide, e la conseguente allerta tsunami, hanno fatto scattare l'allarme evacuazione per nove basi militari e scientifiche del Cile e altri Paesi. L'Ufficio emergenze nazionali (Onemi) ha lanciato l'allerta tsunami per l'area antartica, ma a causa di un errore tecnico il messaggio è arrivato ai cellulari di buona parte dei 18 milioni di abitanti del Paese. Ottanta persone sono state evacuate dalla base Frei, che si trova a 1.230 km dalla terraferma, sull'isola di King George e ha una popolazione massima di 150 persone in estate e circa 80 in inverno. Altre 80 persone sono state evacuate dalle basi cilene di O'Higgins, Fildes e Prat, dove non sono stati registrati danni; piani di evacuazione sono stati attuati anche in cinque basi straniere nelle vicinanze, sebbene non sia stato specificato di quali Paesi. Dopo quasi due ore, Onemi ha ritirato l'allerta tsunami. Nessun pericolo per la stazione antartica italo-francese di Concordia a Dome C., che ha registrato con la sua strumentazione il sisma, ma si trova molto lontana dalla base Frei, ha fatto sapere il Cnr che ne coordina le attività dal punto di vista scientifico. Meno di un'ora dopo questa scossa, alle 21:07 ora locale, si è registrato un altro terremoto di magnitudo 5.8 con epicentro a 14 km da Santiago, a 122 km di profondità. Onemi ha fatto sapere che non sono stati segnalati danni a persone o edifici. La scossa ha generato panico tra la popolazione perché per sbaglio ha ricevuto sui cellulari l'allarme tsunami, che però si riferiva alla costa antartica.
Intervista alla scrittrice, saggista e giornalista Gaia Servadio
Lo scrittore Antonio Scurati sul Corriere dice la sua sul nuovo regolamento del comune di Milano riguardante il fumo negli spazi aperti
La proposta dell'assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D'Amato fa discutere: cosa pensano Bassetti, Pregliasco e Ricciardi
Il genitore della ragazzina morta per una challenge: "Controllarla? Mi fidavo di lei". Polizia Postale: "Più reati con la pandemia"